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Autore: paperchimes    28/07/2012    0 recensioni
Tom Hiddleston e Chris Hemsworth, i due tributi offertisi volontari che renderanno gli Hunger Games di quest'anno uno degli eventi più coinvolgenti e strazianti della storia di Panem. (Link della storia originale: http://archiveofourown.org/works/406592/chapters/671704)
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

“Promettilo,” il sospiro sdegnante di Liam mi scalfisce il cuore.

Sento un peso schiacciante sul mio petto e posso sentire le sue spalle tremare mentre stringe le sue braccia incerte attorno a me. “Prometti che tornerai.” Posso sentire la sofferenza, il dolore accecante e bruciante che gocciola da ogni sua parola. chiudo gli occhi e cerco di dimenticare l’ultima volta che io stesso ho pronunciato queste parole. Contro la mia volontà, il tenero sorriso di Luke emerge dall’amara oscurità dei miei ricordi, rassicurante, gentile e così pieno di bugie mentre mi mormorava in risposta…

“Lo prometto.”

Ed eccomi qui a bisbigliare le stesse esatte parole.



“Incubi, fireball?”

“Non ne voglio parlare,” rispondo stizzito mentre mi lascio cadere sul sottile rivestimento felpato della sedia in soggiorno. Precipitosamente, afferro una brocca di quello che spero sia tè e verso il contenuto in una tazza vicina. Storco immediatamente il naso al getto di fluido scuro. Caffè.

“Beh, farai meglio a pensare a qualcos’altro di cui parlare allora, per l’intervista e tutto il resto,” Linwood mi rimbecca, mascherando la sua insolenza con nonchalance. Sospiro. Perché tutto ciò che esce dalla sua bocca suona come una sfida?

Lancio un’occhiataccia al contenuto della mia tazza e mi mordo il labbro inferiore, puzza di carne bruciata e terra. Sfocate immagini di incendi nella foresta e cervi sfreccianti guizzano nella mia mente, i ricordi minacciano di ricacciarmi nelle pieghe oscure degli incubi di questa notte. La mia presa sul manico si indurisce. “Posso non farlo?” Borbotto cupamente.

“Non fare che--”

“Le prove per l’intervista,” lo interrompo. Mi serve una buona dose di autocontrollo per trattenere il ‘con te’ che stava nascendo sulle mie labbra.

Questo sembra catturare la sua attenzione. Almeno Linwood non è più occupato a imburrare il suo toast al miele ora. Mi lancia uno sguardo, né di disapprovazione né di incoraggiamento, ma sembra troppo vicino ad un’occhiataccia perché possa stare sinceramente considerando il mio suggerimento. Le mie spalle si contraggono e appoggio di nuovo la tazza sul tavolo. Non sono sicuro se sia stata una buona mossa o no.

“Ascolta, fireball,” parla finalmente dopo una lunga, rigida pausa. “Questo è abbastanza importante--”

“Sì, lo capisco--”

“Puoi lasciarmi finire?” Sovrasta la mia voce in modo irritato come farebbe un insegnante di scuola. C’è un altro momento di silenzio, presumibilmente perché sia chiaro quello che intende. Per una volta, non oppongo resistenza e trattengo la lingua; ma mi appoggio pesantemente allo schienale della sedia giusto per mostrare che non sono molto propenso a prenderlo seriamente.

Nonostante ciò, Linwood continua. “Le interviste di domani sono importanti,” dice con enfasi, posando il suo toast. “Devi fare una buona impressione agli sponsor. Loro sono quelli che ti terranno in vita, fireball.” Trasalendo al promemoria, lo fisso mentre si protende in avanti, i suoi occhi puntati su di me. “E perché accada--”

“Gli devo piacere?” Sollevo un sopracciglio. Come se Linwood tra tutte le persone possa insegnarmi come essere piacevole.

“No, non gli devi piacere,” non è così irritato per l’interruzione questa volta. “Diamine, sono sicuro che odiavano me,” Linwood ridacchia e io non trattengo il mio sbuffo divertito. Beh, almeno è consapevole di quanto sia irritante. Ma il sorriso muore sulle mie labbra nel momento in cui il suo sguardo diventa solenne e cupo. “Ma è proprio questo il fatto. Gli piaceva quanto fossi odioso,” mormora in modo perentorio.

“E?” Non capisco bene.

“Ascolta, hai viaggiato sulla scia di quella cosa del “fuoco” dalla tua mietitura,” pone l’accento sul ‘fuoco’ roteando gli occhi in modo sarcastico. Aggrotto le sopracciglia a sentir tirare fuori questa cosa, non piacendomi l’imbarazzo che sembra sempre seguire. Prima che possa rispondergli male, continua, “Ora dal viaggio in treno fin qui ad oggi, non ho visto una scintilla di quel cosiddetto fuoco.”

“Beh spiacente per non aver soddisfatto le tue aspettative…” borbotto con tono basso. A che serve dirmi questo? Non sapevo nemmeno che la mia faccia potesse assumere quell’aspetto prima della mietitura.

“Esattamente,” Linwood sibila come se avessi appena risposto ad una domanda estremamente semplice. La mia fronte si acciglia ancora di più. “Hai una reputazione da mantenere, ragazzo.” Sceglie questo momento per bere inappropriatamente un lungo sorso di latte dal suo bicchiere. “E se non sei pieno di fuoco per domani, significherà avere mezza dozzina di sponsor che ritireranno i loro soldi dal tuo conto.”

Sbatto la mia mano sul tavolo. “È ridicolo!” Replico con incredulità. “Quel ‘fuoco’ non ero nemmeno io. Sembravo un Favorito.” L’immagine del mio sguardo brutale lacerare la pioggia e il fango si accende come un lampo nella mia mente ancora una volta. Trattengo un brivido. “Non è chi sono veramente.”

“Fireball, pensi sul serio che gli interessi chi sei veramente?” Domanda Linwood sardonicamente, la sua voce abbassata ad un serio mormorio. È così sicuro di sé, così disgustosamente certo che gli sponsor siano a tal punto spietati.

“La stai facendo sembrare come…” faccio una pausa, incespicando e sforzandomi di trovare le parole giuste. “Come se stessimo solo interpretando dei personaggi! Come… come se sia tutto quello che vogliono, e tutto ciò di cui gli ‘importerà’ sia un buono spettacolo!” Maledico ogni parola uscita dalla mia bocca, desiderando che nessuna sia vera. Anche Luke ha affrontato questo? Anche lui è stato forzato a diventare qualcuno che non era?

Linwood si fa in avanti e non avrei mai pensato che una singola parole potesse colpirmi a questo modo.

“Esatto.”



Una musica quasi assordante viene emessa a tutto volume da casse invisibili e posso sentire l’applauso della folla diventare sempre più rumoroso mentre si sviluppa nel familiare crescendo. Proprio dopo il segnale, come è sempre stato per gli scorsi dieci anni, la sagoma bianca che è Alucio Preen salta sul palco, seguito dalle falde blu chiaro del frac. Guardo il televisore nella sala d’aspetto mentre le telecamere zoomano e si stringono sul suo viso, il suo sorriso punteggiato di diamanti più brillante che mai sotto le scintillanti luci dei riflettori. Faccio una smorfia e sono costretto a strizzare gli occhi per il resto dell’introduzione.

“Signore e signori!” La sua voce dall’accento della Capitale echeggia come se stesse parlando in un microfono. Non ne ho visto alcuno sul palco e presumo che ne sia stato fissato uno piccolo al suo smoking spigoloso. “Auguro a tutti voi felici Hunger Games!!!” La folla irrompe in esaltazioni eccitate quando lo dice, la maggior parte dei presenti saltando in piedi e sollevando le mani sopra le loro teste. Io, come il resto dei tributi nella stanza, mi sistemo a disagio sulla sedia. “Haha!” Sorride allegramente, mentre le telecamere si spostano di nuovo su di lui quando agita la mano destra. La musica si smorza. “Scommetto che stavate tutti aspettando questo dall’anno scorso!” La risposta a questo commento è un coro di fischi e battiti di mani, a cui lui sorride con fervore come fa sempre, gioendo nella luce della ribalta. “Adesso, prima di incontrare i promettenti tributi di quest’anno, facciamo un piccolo riepilogo dei punteggi.” Con la coda dell’occhio, vedo Sheer – la ragazza del Distretto 1 – alzarsi dalla sua sedia e camminare verso la porta.

Dopo il breve intervallo musicale durante il quale i nostri punteggi sono stati proiettati insieme ai nostri nomi, lo schermo ritorna sulla faccia raggiante di Alucio. “Fantastico, fantastico,” sorride, la sua pelle anormalmente pallida dall’aspetto sottile come sempre. “Adesso, chiamiamo lo stupendo tributo femminile del Distretto 1, Sheer Rovsky!”

Sebbene l’abbia vista appena una manciata di secondi fa, è quasi irriconoscibile sotto il bagliore dei riflettori sul palco e il mare di flash fotografici. Il suo vestito argentato brilla ad ogni passo che fa, come se ogni singolo centimetro sia stato intarsiato di diamanti scintillanti.

Affronta bene la sua intervista, ridacchiando e sorridendo dolcemente ad ogni complimento che Alucio le rivolge, proiettando l’angelica immagine di una ragazza graziosa dal Distretto delle pietre preziose. L’alone di luce riflesso dalla sua luccicante fascia per i capelli non fa che amplificare questo ‘celestiale’ effetto, e se non avessi assistito al modo cruento in cui ha mutilato innumerevoli manichini da allenamento con la sua spada, ci sarei cascato anch’io.

Quando i suoi tre minuti finiscono, Facet è chiamato sul palco.

È arrogante, sicuro di sé e ha un perenne sogghigno stampato in faccia. Si avvia verso il suo posto come se fosse il padrone del palco e si siede così improvvisamente e bruscamente, che ho temuto che la sedia si stesse per rompere sotto il suo peso. Il mio iniziale disprezzo nei suoi confronti cresce ancora più forte adesso.

Per rappresentare il suo distretto, il suo completo bianco emette il più impercettibile degli scintillii, probabilmente per via dei gioielli che ho visto il suo stilista appuntare nell’orlo della sua giacca durante il pomeriggio. Come abbiano fatto a farli brillare attraverso la stoffa, non lo so – e onestamente, non mi interessa.

“Facet, hai ricevuto un bell’11,” sottolinea Alucio annuendo col capo, profondamente impressionato. Il fatto viene ulteriormente rimarcato da un applauso del pubblico. “È un punteggio estremamente alto.”

“Sì, beh, ho dato tutto me stesso,” Facet sorride con una scrollata di spalle.

“Beh, beh, certamente è servito,” annuendo in approvazione, Preen enfatizza platealmente il gesto di inclinare il capo più vicino a lui. “Pensi che potresti rivelarci il tuo segreto?”

“È quello che sono addestrato a fare,” risponde Facet con supponenza; è così sicuro di sé, è ripugnante. Scavallando le gambe, si china il più possibile in avanti sulla sedia, le labbra arricciate all’insù. “sai cosa è una faccetta*, Alucio?” Il quesito è provocatore, di scherno, come se si stesse rivolgendo a tutti gli altri tributi. A me.

Il veloce sguardo nella direzione delle telecamere lo conferma. “È un taglio, su un diamante,” risponde alla sua stessa domanda, sussurrandolo come un segreto, ma ovviamente tutta Panem ha sentito. “Sai cosa fanno i tagli? Lo affilano, lo rendono un’arma.” Facet si riappoggia allo schienale della sedia, dichiarando trionfalmente mentre solleva le mani, i palmi verso l’alto, “E quello sono io.”

Non so cosa mi nausei di più, se quello che ha detto o l’applauso assordante dal pubblico.



Quando viene chiamato il nome di Tom, comincio a sentirmi in ansia. L’intervista di Marka è stata pressappoco perfetta per la sua sicurezza, possedendo la ragazza un’attitudine che può rivaleggiare perfino con il ridicolo fascino da ‘sono nato con questo nome’ di Facet. Dalle quattro ore di inferno che ho sopportato con Linwood ieri siamo entrambi giunti al riluttante accordo che avrei giocato di sicurezza. Ma dopo aver visto le scorse due interviste, sto iniziando ad avere dei ripensamenti…

“È un piacere averti qui, Tom,” la voce di Alucio, colma di eccitazione, viene riprodotta dagli altoparlanti, richiamando la mia attenzione allo schermo.

Guardo Tom scuotere la sua mano con quasi altrettanta allegria. “Il piacere è tutto mio,” sorride ampiamente e per un momento, vengo tirato fuori dai miei problemi, tutte le preoccupazioni lentamente cominciano a lasciare la mia mente.

Hiddleston sorride sinceramente, come se stesse vivendo l’esperienza più bella della sua vita; ride ad ogni battuta che Alucio gli rivolge e risponde ad ogni domanda con una specie di… eleganza che non avevo mai realizzato possedesse. Siede a suo agio sulla sedia e elargisce generosamente i suoi sorrisi. Non sono mai stato tipo da prestare molta attenzione quando vengono trasmesse le interviste ai tributi, ma non penso di aver mai visto nessuno comportarsi così prima d’ora. Tom è così… spontaneamente sereno.

“Adesso, Tom, parlaci di quel punteggio,” dice Alucio, raddrizzandosi sulla sedia. “Un otto! Ora, so che venendo dal Distretto 2, hai una lunga scia di vittorie da difendere, ma – perdonami se lo dico – non dai l’impressione di essere altrettanto fisicamente dotato dei tuoi predecessori.” Lo dice il più diplomaticamente possibile e il sorriso di Tom sfocia in un divertito “ehehehe” alla fine della sua osservazione, inclinando al contempo la testa all’indietro.

“Beh, non saprei, Alucio,” risponde, una sfumatura di riso nella sua voce. “L’aspetto può essere ingannevole.”

“Oh sono abbastanza portato per quello, Tom,” ammicca. “Non sembro più vecchio di cent’anni, non è vero?” Il conduttore si passa la mano in modo drammatico tra i capelli e Tom irrompe in un piccolo scoppio di risate. La telecamera adesso sta facendo una panoramica del pubblico, mostrando le loro reazioni e posso vedere alcuni dei cittadini della Capitale sorridergli radiosamente, affascinati dalla sua personalità unica.

“Cento? No! Non dimostri un giorno più di sessanta,” replica con un rassicurante buffetto sulla sua mano, in seguito al quale Alucio sgrana gli occhi platealmente portandosi le mani al viso.

“Oh cielo, deve aver funzionato troppo bene allora!” Esclama, e il pubblico sorride, Tom unendosi a loro a sua volta. Uno scroscio di applausi segue immediatamente e mi ritrovo a sentirmi un po’ geloso di come facilmente abbia conquistato i loro cuori.

“Adesso passiamo ad argomenti più seri, Tom, spero che non ti dispiaccia,” Alucio alza la voce improvvisamente, tenendo conto della limitata quantità di tempo rimanente. “Allora, ti sei offerto volontario per i Giochi di quest’anno e,” fa una pausa. “Le cose non sono andate proprio come speravi, o sbaglio?” Il sorriso di Tom si smorza ma l’allegria non lascia del tutto i suoi occhi. Lo guardo dare un riluttante cenno di assenso col capo, ammettendo il fatto quasi impacciatamente. Nella miriade di schermi luminosi dietro di loro, comincia a girare la registrazione della mietitura. Sgrano gli occhi riconoscendola immediatamente.

È il combattimento che ho visto durante la ricapitolazione sul treno.

Adesso presto più attenzione, la curiosità salita a livelli pericolosi. C’è il municipio di marmo bianco del Distretto 2. Un mare di ragazzi.

La telecamera si mette a fuoco.

Una manciata di persone stanno urlando mentre la maggior parte rimangono mortalmente silenziosi; è difficile distinguere cosa stiano dicendo ma poi vedo un ragazzo robusto, dai capelli rossi combattere contro un muro di Pacificatori. È furioso e sta facendo del suo meglio per liberarsi. Adesso, le telecamere zoomano sulla faccia solenne di Tom, lo sguardo rivolto verso il basso, proprio prima che un pugno faccia dolorosamente impatto con la sua mascella.

Le mie sopracciglia si corrugano mentre l’immagine si ferma e ritorna su Tom e Alucio, entrambi moderatamente disturbati dalla scena. C’è un primo piano del viso di Tom e guardandolo adesso più attentamente, posso vedere un lieve segno roseo dove la sua pelle si è probabilmente rotta per l’impatto. È stato coperto con il trucco ma è visibile se lo cerchi; ha quella caratteristica luce, quella lucentezza tipica delle cicatrici. Perché non me ne sono reso conto prima?

“Non penso che tu possa dirci cosa esattamente è successo, vero?” Alucio suona a metà speranzoso mentre lo dice e vedo Tom mordersi timidamente il labbro inferiore.

“Beh, non c’è molto da dire, in realtà,” si passa una mano tra i capelli ricci, appiattendoli solo per poi lasciarli riprendere il loro volume. Non sembra importargli. “Dopo che il tributo maschile è stato mietuto, l’escort della Capitale ha domandato se ci fosse qualcuno che volesse offrirsi volontario,” spiega pazientemente. “Io mi sono fatto avanti, insieme ad un altro ragazzo, Sinter. Comunque, secondo le attuali linee guida e regolamenti, è stato appurato che io avevo più diritto ad essere un tributo…” c’è una pausa e non posso non notare quanto tempo si sta prendendo per rispondere ad una domanda. “Sfortunatamente, non sembrava essere d’accordo e, inevitabilmente…” Tom lascia sfumare la frase, colpendo lievemente il palmo della sua mano.

C’è un coro di “ooh” rammaricati dalla folla, probabilmente di solidarietà per l’essere stato colpito. Lui abbassa gli occhi timidamente alla reazione.

Alucio sta parlando ancora ma non sto prestando alcuna attenzione, mentre il mio cervello cerca di incastrare insieme agli altri pezzi questa nuova informazione.

Niente di tutto ciò ha senso.

Tom vuole essere qui?





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Capitolo originale: Tumblr - AO3

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*Faccetta: in Inglese "facet".
  
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