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Autore: Federico    29/07/2012    1 recensioni
Salve! Dopo il buon successo di "Adie Belle Epoque" eccomi di nuovo qui con una delle storie che aveva promesso, ovvero quella ambientata nel mondo della pirateria con protagonista Itachi.
1722, Caraibi: la vita di Sasuke e Naruto, due giovani marinai, scorre tranquilla finchè in una notte tempestosa una figura misteriosa si presenta alla loro porta: è Itachi, il fratello maggiore di Sasuke, un tempo notorio pirata, ora pentitosi e desideroso di espiare le proprie colpe rintracciando ed eliminando i propri vecchi compagni.
Acconsentendo ad aiutarlo nell'impresa, Naruto e Sasuke vivranno avventure straordinarie percorrendo tutti i mari del mondo, dal Mediteranneo al Pacifico, mentre Itachi si confronterà con avversari astuti e pericolosi e con il proprio passato, in cui si cela un segreto legato alla misteriosa protesi metallica che egli porta al posto del braccio destro. Chi ama le avventure esotiche, i duelli e le battaglie navali, non resterà deluso. Mi raccomando, leggete e recensite numerosi, e fatemi sapere se vi piace!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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Part flesh, part steel

 

Ravvedimento

 

Bridgetown, Barbados,10 luglio1722

Con una lentezza funerea, simile a una piccola anguilla che sgusciasse nella sua tana tenebrosa, il leggero sloop a due alberi entrò nel porto della colonia britannica di Barbados, confondendosi nella notte.

Calata con circospezione l'ancora, come se temesse di destare attenzioni non richieste con quel rumore, l'unico occupante del bastimento mise piede sul molo e si avviò verso l'entroterra.

Si era appena lasciato alle spalle l'area portuale che un lampo biancastro squarciò con un sibilo il cielo plumbeo ormai da ora, e una pioggia gelida e fitta cominciò a cadere, oscurando la visuale.

Sorrise: la sua considerevole esperienza sul mare gli lasciava intendere che non era il preavviso di un uragano, ma solo un fastidoso acquazzone tropicale, e inoltre la sua meta non era lontana.

Calpestando con decisione le pozzanghere, senza timore di bagnarsi, si avvicinò a un muro su cui era appeso un foglio che aveva attirato la sua attenzione; era il manifesto di un pirata ricercato.

Con sgomento si accorse che la descrizione là stilata era la sua, e in preda all'irritazione stracciò in due il documento con una veloce pugnalata; poi, calmatosi, pensò che la ricompensa offerta per la sua testa nei domini di Sua Maestà ammontava a ben 500 sterline, più di quanto non offrissero Spagnoli, Francesi, Portoghesi, Olandesi e Mori, e per un attimo si sentì quasi lusingato.

Non era tornato a Barbados per compiere nuovi atti di brigantaggio, ma per smettere, e per farlo aveva bisogno di quelle persone: ma purtroppo non poteva trattenersi troppo a lungo.

Nel frattempo, al calduccio e al chiuso, seduti attorno a un tavolo, Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki sorseggiavano un boccale di rum e pasteggiavano con quel poco che la mensa del primo poteva offrire; ma era sempre meglio di quel che avrebbero mangiato durante il prossimo viaggio.

Grazie ancora una volta della tua ospitalità, Sasuke!” esclamò gioviale Naruto, prestante e instancabile come sempre, gli occhi azzurri intensi che contrastavano con il biondo della chioma.

Se non ci fossi tu, credo che dormirei per strada” soggiunse a bocca piena, al che l'altro, moro e pallido, di temperamento incline alla malinconia e alla riflessività, rispose: “Gli orfani devono essere solidali fra loro” e subito il pensiero corse ai suoi genitori: Dio solo sapeva quanto gli mancavano...

Tutti e due infatto, Naruto quando viveva ancora in Inghilterra, Sasuke in età più matura, avevano conosciuto il dramma di perdere il padre e la madre, e proprio questo aveva contribuito a forgiarne con durezza il carattere, rendendo il primo spavaldo e abituato a cavarsela da sola e il secondo sospettoso e apparentemenet apatico.

Continuarono a discutere ancora un po' dei loro progetti per il futuro: marinai sin da ragazzini, pensavano di firmare di nuovo per imbarcarsi sulla medesima nave della volta precedente, visto che l'ambiente si era rivelato tranquillo e la paga buona.

D'improvviso, la porta si aprì di schianto e i due, coltelli alla mano, si alzarono di scatto: davanti alla soglia, incurante del tempo da lupi che lo investiva, stava un uomo alto, completamente avvolto in una fradicia cerata scura da marinaio che gli occultava completamente il volto.

Chi sei? Cosa vuoi da noi? Se vuoi i nostri soldi, beh, ti garantisco che dovrai sudarteli sodo, lestofante da strapazzo!” sbraitò esacerbato Naruto stringendo i pugni, mentre Sasuke si limitava a fissare freddamente lo sconosciuto, come se avvertisse in lui qualcosa di familiare.

L'uomo intabarrato chiuse la porta dietro di sé e fece due passi in avanti: “E' da molto tempo che non ci vediamo ragazzi. Soprattutto tu, Sasuke, potresti rimanerci male...”.

Questa voce...Tu...” il moro sgranò gli occhi e dovette mordersi le labbra per non urlare mentre l'intruso si abbassava il cappuccio dell'impermeabile, rivelando un viso bianco e asciutto, estremamente simile a quello di Sasuke, coronato da una chioma corvina raccolta in una coda.

Itachi?!?!?!” esclamarono entrambi sbalorditi, ma subito l'Uchiha lo incalzò irato: “Tu! Come osi farti vedere qui dentro, miserabile! Cosa vuoi da me! Vattene, o chiamo le guardie!”.

Naruto dovette letteralmente aggrapparsi con tutte le proprie forze all'amico per impedirgli di saltare addosso a Itachi: “Ma dico Sasuke, sei impazzito? Sono anni che non lo vediamo e ti pare il modo di accoglierlo? E' pur sempre tuo fratello, cosa avrà mai fatto?”.

Ma sei tu lo stupido?” sbottò inacidito l'amico: “Non lo sai che in tutto questo tempo è diventato un pirata? Hai mai sentito parlare dei Pirati Meccanici? Beh, lui è uno di loro!”.

Il biondo si grattò la testa: “I Pirati...Meccanici? Per caso erano insieme a Barbanera?”, al che l'amico si limitò a stringere le spalle e a borbottare qualcosa.

Frattanto Itachi perorava con fervore la sua causa: “Dovete credermi, non sono più un pirata! Anzi, se vengo qui è proprio perchè ho bisogno del vostro aiuto! Io li voglio combattere, quegli infami!”.

Il fratello lo studiò fissamente e, dietro gli zigomi tesi e incavati e gli occhi stanchi e sofferenti, gli parve di intuire qualcosa del ragazzo che ricordava, qualcosa di sincero che gli fece prorompere tutto d'un tratto nel cuore il rassicurante tepore di un passato felice: “E sia, ma niente scherzi”.

Itachi ringraziò sommessamente e si calò pesantemente su una sedia; subito Naruto gli si accostò: “Sei esausto, vero? Hai freddo? Ti va un sorso di rum? Aspetta, ti aiuto a toglierti la cerata...”.

No, aspetto, io...” tentò di avvisarlo l'ex pirata, ma era troppo tardi, perchè una volta sfilato metà dell'impermeabile, il giovane vide qualcosa di stranissimo, e immediatamente rimase a bocca aperta, turbato e incuriosito insieme, come se avesse visto una sirena o un centauro.

Difatti, metà del braccio destro di Itachi, dal gomito alla punta delle dita, era costituito da una grossa protesi di metallo, che mirava ad imitare la forma di un avambraccio umano, ma era assai più largo e pesante, cosparso su tutta la superficie da enigmatici levette e pulsanti.

Ecco perchè li chiamano Pirati Meccanici: come segno di riconoscimento tutti loro hanno un braccio destro artificiale pieno di ordigni diabolici” commentò Sasuke squadrando Itachi con durezza, cosicchè il fratello rispose: “Ahimè, lo so, sono un mostro. Se potessi tornare indietro, non me lo farei impiantare, ma a quel tempo ci parve una proposta allettante...Ora però che possiedo questo armamentario, ho intenzione di sfruttarlo a fin di bene”.

A mo' di dimostrazione, con la mano sinistra tirò una piccola leva sull'arto metallico: si udì un ticchettio di ingranaggi, e veloce come un serpente la mano di ferro si aprì per lasciare spazio all'affilata lama di un fioretto, alla canna di una pistola, a un pugnale e ad altro ancora.

Terminato lo spettacolo, Itachi si prese il viso fra le mani e sussurrò triste: “Ogni volta che vedo una di quelle armi, penso a quanti innocenti ho ucciso. Oh e io godevo, godevo...”.

A quel punto le parole si spensero fra i singhiozzi e grosse lacrime solcarono il viso di Itachi; vedendolo così, a Sasuke tornarono in mente tutte le volte che da piccolo l'altro lo aveva consolato e finalmente capì quale fosse il suo dovere fraterno: ascoltare, comprendere e perdonare.

Calmati, calmati ci siamo qua noi: ci fideremo di te se tu ti fidi di noi. Su, racconta...”.

Tracannato un boccale, Itachi cominciò: “Circa un anno fa, dopo aver catturato un vascello portoghese carico di diamanti al largo del Brasile, ci siamo messi a litigare per il bottino. Ahimè, anch'io fui avido, e me ne vergogno. Dopo che fu riuscito a placare la disputa solo con difficoltà, il nostro capitano, Tobi (vi ricordate quel mercante che mi prese a bordo quando salpai l'ultima volta? Beh, lui era il loro capo), decise che era ora di sciogliere la compagnia. Ognuno se ne andò per la sua strada senza troppi rimpianti: grazie ai nostri congegni meccanici, eravamo convinti di sapercela cavare egregiamente da soli. Con la mia parte di bottino, comprai da un capitano pirata che voleva disfarsene uno sloop, la Salamander, su cui ho ancora il piacere di viaggiare. Era mia intenzione salpare per la Guinea o il Madagascar per reclutare una nuova ciurma, ma un sogno mi distolse: mi vedevo in mezzo alle fiamme del Giorno del Giudizio, davanti al Trono dell'Onnipotente, e non riuscivo a discolparmi... Da quel giorno mi sono votato a combattere la pirateria, anche se non so se basterà. Esercitando il mestiere di cacciatore di taglie, mi sono mantenuto per qualche tempo, e nel frattempo ho girato i sette mari raccogliendo informazioni sui miei vecchi compagni: nessuno più di me ha il dovere di contribuire a fermarli; in fondo, sono quello che li conosce meglio. E qui entrate in gioco voi, ragazzi: stavolta ho deciso di andarli a cercare sul serio, ma ho paura che siano troppi e troppo forti anche per me. Mi serve l'aiuto di gente giovane, robusta e senza paura. Ci state?”.

Naruto e Sasuke si fissarono fra loro, attoniti in cerca di risposta, e intanto riflettevano: quanto sarebbe durato un simile viaggio? Quanti pericoli avrebbero passato, per quanti mesi o anni non avrebbero più rivisto la loro casa? Ma d'altronde erano marinai, dovevano fare il callo a queste esperienze, e l'avventura esercitava un certo fascino su di loro. E, poi, se era Itachi a chiederlo...

Io sono della banda!” propruppe d'improvviso raggiante Naruto: “Sarà molto meglio che portare zucchero in Inghilterra, e poi ha ragione lui: ci sono troppe canaglie in giro per gli oceani, qualcuno deve pur pensarci. Non preoccuparti Itachi, ti aiuteremo noi! Tutti sapranno che ora sei cambiato”.

Quella risposta riportò un po' di colore sulla faccia pallida di Itachi, che si volse verso Sasuke.

Per lunghi attimi questi sembrò scrutarli diffidente, poi gli tese la mano e il fratello, palesemente incredulo ma felicissimo, la strinse con la protesi, quasi che il metallo volesse assorbire un po' di amore fraterno.

Ottimo! Bene, da questo momento in poi, se non vi dispiace, potete pure considerarmi il vostro comandante” annunciò in tono estremamente serio Itachi, dopo aver ritratto la mano.

Stavolta ad essere punto sul vivo su Naruto, che lo squadrò indignato indicandolo con un dito: “Ehi tu, ora solo perchè hai le armi più potenti e hai giurato di fare l'eroe senza macchia e senza paura non devi sentirti in dovere di dirci cosa fare! Non montarti troppo la testa e non sottovalutarci: anche noi siamo eccellenti marinai, e abbiamo attraversato l'oceano un sacco di volte! Io poi- e si indicò con fierezza- non ho paura di nulla, quindi non vedo perchè non dovrei comandare io!”.

Naruto, possibile che tu debba sempre essere così egocentrico?” commentò gelido come sempre Sasuke, mentre suo fratello distendeva il volto un sorriso e si appressava al biondo, dandogli una pacca amichevole sulla spalla: “Questo non lo metto in dubbio, mio giovane amico. Anche ad occhio, si nota subito che hai tutte le carte in regola per diventare un navigatore esperto. Ma dimmi un po', hai mai incontrato dei veri pirati?”.

Improvvisamente Naruto parve molto imbarazzato e si guardò intorno confuso: “Ecco...ho letto di loro sui giornali...ho parlato con marinai che erano sfuggiti alle loro grinfie...ho visto qualcuno di loro che veniva portato al patibolo e lasciato penzolare dalla forca...”.

Comosci il vecchio detto “Per acchiappare un ladro ci vuole un ladro”? Ecco, anche se me ne vergogno io sono l'uomo più adatto a guidarvi in questa avventura, perchè so tutti dei membri di quella ciruma: come ragionano, quali armi prediligono, quali sono i loro difetti caratteriali e i loro punti deboli fisici...In più, come vi dicevo, ho accumulato una certa esperienza come cacciatore di taglie, e nel corso delle mie scorribande ho girato il mondo. Ma non preoccuparti, essere un capitano per me non implica essere un tiranno: ascolterò sempre le vostre opinioni, non mi asterrò dal contribuire al governo della nave e non vi imporrò niente di tanto rischioso o faticoso che non sarei disposto a compiere in prima persona. Sei persuaso, adesso?”.

Dopo aver letto un'espressione di bonario rimprovero sul bianco viso di Sasuke, il biondo abbassò lo sguardo desolato: “Ay ay sir. Sono solo un pivello, non metterò più in discussione la tua autorità. Mi dispiace da morire per prima, Itachi”.

L'ex membro dei Pirati meccanici replicò indulgente, per poi farsi subito teso e indecifrabile: “Certo, scuse accettate. Preparatevi, domani mattina presto la Salamander salperà. Ma vi avverto, sarà dura...State per addentrarvi in un mondo di privazioni e orrori mai visti, che finora avete sperimentato solo in parte o udito raccontare e basta. Se la vita di un marinaio è aspra, breve e incerta, quella del pirata lo è ancor di più: e proprio perchè sanno che ogni giorno può essere l'ultimo, sono una genìa di bastardi avidi e implacabili, che non tengono in nessun conto la vita propria e altrui, e se si adirano possono essere talmenti crudeli da far sembrare l'Inquisizione spagnola un'opera di beneficienza. Viaggeremo attraverso mari lontani e quasi ignoti alle nostre mappe, dove nulla è come sembra, scogli e bassifondi si nascondono da ogni parte e si può passare dalla bonaccia più completa al peggiore dei tifoni nel giro di un'ora. Ci addentreremo in terre inospitali per il caldo o per il freddo, aride o immerse nella foresta vergine, e ce la dovremo vedere con malattie che spezzano le ossa e gli intestini e popoli barbari che non chiedono altro che mettere le mani sulla vostra testa o farvi a pezzi per mangiarvi. Vi sentite pronti per tutto questo? Siate sinceri”.

Sì, lo siamo” risposero all'unisono i due orfani: non parevano folli o imprudenti, ma semplicemente determinati.

Soddisfatto, Itachi sorrise e chiese a Sasuke se gli avanzasse un letto per la notte.

  
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