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Autore: LuluXI    31/07/2012    1 recensioni
“Terra mitologica? Locus Amenus?” domandò Death Mask, scettico “Ma l’Arcadia non è una regione della Grecia famosa per la sua inospitalità?” domandò il Gold Saint osservando ora il paesaggio ora il cartello.
“Si, ma nella mitologia era un luogo paradisiaco, dove ninfe e pastori vivevano insieme in armonia e senza preoccupazioni.”
“A quanto pare la fantasia supera la realtà…”
(Dal Capitolo 3)

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Alla guerra contro Hades segue un periodo di pace, durante il quale i Saint, riportati in vita, cercano di risvegliare Seiya dall’apparente stato di morte in cui è caduto. Un mattino ritrovano Atena, che era rimasta a vegliare sul Bronze Saint, congelata.
Per dimostrare che gli autori del misfatto non sono Camus e Hyoga e salvare la dea, Milo, Death Mask e Shun partono per la Siberia
Una forza misteriosa li spedisce in quel luogo che nella mitologia è chiamato Arcadia, mentre nell’ombra qualcuno trama per la rovina di Atena e dei suoi Saint. Quali misteri nasconde l’Arcadia? Riusciranno i Saint a fermare la vendetta in atto, mossa da un antico rancore?
[Anche se si cerca di rimanere IC, possibilissimi OOC e l’avvertimento c’è.]
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Aquarius Camus, Cancer DeathMask, Scorpion Milo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Anatol avanzava a grandi falcate per il bosco, ormai completamente a suo agio nel corpo che aveva preso: la volontà di Camus dell’Acquario non era più in grado di opporsi alla sua.
Molte ninfe si voltavano a guardarlo, vedendolo passare, alcune stupite, altre spaventate, ma lui non ci faceva caso: seguiva il richiamo dell’energia di un’unica ninfa, dalla quale si stava recando.
Si era sempre chiesto come doveva essere l’Arcadia e solo in quel momento, dopo secoli passati a vagare sottoforma di spirito, poteva finalmente vedere il luogo in cui sarebbe dovuto rimanere per l’eternità, vivo.
“Poco importa” pensava, mentre si avvicinava sempre più alla sua meta. “Ora ho questo corpo e resterò qui, nessuno potrà impedirmelo, nemmeno Atena”
Guidato dall’energia di Thekla attraversò un ruscello, diretto al centro del bosco. Sentiva chiaramente un’energia a lui ben nota accanto a lei: il cosmo di Atena.
 
Gli tornò alla mente, istintivamente, la sera in cui era aveva trovato il corpo di Thekla, che aveva cercato per così tanto tempo. Erano riusciti, nonostante le innumerevoli difficoltà, a comunicare e, una volta scoperto il suo piano, era andato alla ricerca del suo successore. Lo aveva visto accanto alla tomba della sua amata, in compagnia di un altro Gold Saint e aveva preferito non intervenire: doveva aspettare di trovarlo da solo. Così aveva atteso e, finalmente, dopo qualche mese lo aveva ritrovato in compagnia di un Bronze Saint, che non aveva percepito l’energia estranea.
 
La radura che si aprì davanti ai suoi occhi lo distolse dai suoi pensieri: esattamente al centro dello spiazzo, ai piedi di un’acacia c’era lei.
“Thekla…” la chiamò il Saint.
“Anatol… sei tu?” domandò la ninfa, alzando la testa verso di lui che, in tutta risposta, con un mezzo sorriso avanzò a grandi falcate verso di lei. Vedeva chiaramente la dea Atena, o forse solo il suo spirito, alle spalle di Thekla, imprigionata in una gabbia formata dai rami dell’acacia stessa.
“Dopo tutto questo tempo, finalmente sei arrivato…” proseguì lei, una volta in piedi, osservandolo colma di gioia e soddisfazione.
“…E nessuno mi porterà via da qui.” Concluse lui, prendendola tra le braccia.
E così i due amanti, dopo secoli di lontananza, poterono nuovamente baciarsi. Lì in Arcadia non importava nulla se lei era solo puro spirito: era una ninfa, poteva benissimo viverci senza un corpo, a differenza dei pastori. E ora che lui aveva un corpo non avrebbero permesso a nessuno di separarli.
 
Rimasero abbracciati a lungo, in silenzio: non avevano bisogno di parole in quel momento. Fu Anatol a rompere il silenzio poco dopo, con una domanda.
“Che ne faremo ora di Atena?”
“Anche se è imprigionata, è ancora pericolosa” rispose Thekla, osservando con la coda dell’occhio lo spirito della dea imprigionato tra i rami dell’acacia. “Se la lasciassimo andare, pretenderebbe di riavere indietro il suo Gold Saint: non posso liberarla.”
“Nessuno potrebbe risvegliare Camus dell’Acquario” replicò il Saint “La sua volontà si è piegata al volere della Furia dei Ghiacci: ormai nessuno può salvarlo.”
“Non ne sarei così sicura…” replicò Thekla, sciogliendo l’abbraccio, ricominciando a camminare, inquieta. “Tu se giunto qui per mia volontà, ma quando gli altri Saint sono arrivati in Siberia è stata la volontà di Atena, tramite il mio corpo, a portarli qui. La dea è ancora forte.”
“Tzè” A quell’affermazione, Anatol scoppiò a ridere “Posso batterli tutti quei cavalieri.”
“Non sono cavalieri qualsiasi quelli che ha portato in Siberia…” replicò la ninfa, con una smorfia. “Uno era stato scelto per essere la reincarnazione di Hades, mentre gli…”.
Thekla non concluse la frase, ma si voltò con aria preoccupata verso uno dei sentieri.
“Cosa succede?” domandò Anatol, avvicinandosi a lei.
“Amaranta…” rispose in un sussurro.
“Cosa centra tua sorella ora?”
“Ha lasciato passare lo Scorpione”.
 
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“Era ora, iniziavo ad annoiarmi…” disse Death Mask, osservando la ninfa appena giunta, mentre giocherellava con il fuoco fatuo che aveva ancora sul palmo della mano.
In risposta Lia gli lanciò un’occhiataccia e andò ad inginocchiarsi accanto al corpo privo di vita del fratello. Con una mano gli accarezzava i capelli e intanto piangeva. Le lacrime rigavano il suo volto solo per un istante, prima di venir riassorbite dalla sua pelle fatta d’acqua.
“Dove si trova Atena?”.
La domanda di Death Mask spezzò il silenzio irreale: era scocciato e l’impazienza gli si leggeva in volto. “Ti consiglio di darmi una risposta, Lia: posso mandare il tuo amato fratellino nella Valle della Morte quando voglio”
“Donagli ancora la vita e ti indicherò la strada” rispose lei, alzando il volto verso di lui.
“Non se ne parla” disse lui, rimanendo appoggiato con la schiena ad un albero, visibilmente intenzionato a non muoversi.
“Come posso essere sicura che dopo che ti avrò indicato la strada lo riporterai in vita?”
“Potrei farti la stessa domanda…” replicò Death Mask, staccandosi, infine, dall’albero. “Ma la mia sarebbe la parola di un Saint di Atena.”
Detto questo il Gold Saint lasciò andare l’anima, riconducendola, con piccoli gesti, fino al corpo di Ameto; non appena il fuoco fatuo scomparve, a contatto con la pelle, il pastore riprese a respirare.
 
“Dov’è Atena?” domandò ancora una volta il Saint del Cancro.
In tutta risposta, Lia alzò un braccio, indicandogli un sentiero che, da sotto la casa sull’albero, si inoltrava nel fitto del bosco. Era nascosto dalla folta vegetazione e Death Mask non lo aveva notato prima.
“Prosegui per quella via e se il sentiero si biforca, tu vai sempre a sinistra: se prenderai il sentiero di destra, tornerai verso la spiaggia. La dea si trova nel cuore dell’Arcadia.”
Senza dir nulla, Death Mask le voltò le spalle e si avviò verso il sentiero.
“La strada è lunga!” urlò la ninfa, senza allontanarsi dal corpo del fratello “E ti troverai in pericolo, alla fine del sentiero.”
“Troverò colui che ha imprigionato Atena, e allora sarà lui ad essere in pericolo.”
“Non sottovalutare il tuo nemico, cavaliere” continuò Lia, mentre Ameto cominciava a riprendere conoscenza “Coloro che hanno imprigionato Atena sono molto determinati.”
“Bhe, avranno a che fare con qualcuno più determinato di loro” replicò Death Mask e, con un sorriso beffardo stampato in volto, sparì lungo il sentiero.
 
Poco dopo Ameto riprese conoscenza.
“L-lia…?” domandò stupito, spalancando gli occhi. “Che ci fai qui?”
“Avevi bisogno di me”.
Facendo pressione sui palmi delle mani, posati a terra, il giovane pastore si mise a sedere.
“Cos’è successo?” domandò alla sorella “Non ricordo quasi nulla”.
“Un Saint di Atena ti ha salvato”.
Alla risposta della sorella, Ameto spalancò gli occhi, stupito.
“Lo stesso Saint che ti ha attaccato?”
Lia annuì, prima ancora di parlare, mentre sul volto del fratello si dipingeva un’espressione di puro stupore.
“Quando hai sfoderato il tuo pugnale per attaccarlo e sei venuto meno alle regole, rischiando di morire: ha annullato il processo di invecchiamento con il suo potere”.
A quelle parole, Ameto volle vedersi in uno specchio: così sua sorella mise le mani a coppa, lasciando che parte della sua energia diventasse acqua, in esse contenuta, così che il fratello potesse vedere la sua immagine riflessa.
Vedendosi invecchiato così velocemente, il ragazzo sussultò, ma poi, osservando la sorella, sorrise.
“Sono invecchiato molto: ancora un po’ e sarei morto.” Disse, e Lia annuì.
“Gli devo la vita allora…”
“Non avrà tempo per preoccuparsi di questo: prima vuole salvare Atena.”
Ameto non trovò nulla che gli permettesse di replicare.
 
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Milo stava praticamente correndo lungo il sentiero che gli era stato indicato, lo stesso sentiero che aveva percorso numerose volte nei suoi sogni. Nella sua mente quell’oscura vicenda stava diventando mano a mano più chiara: il congelamento di Atena, il loro arrivo in Arcadia, la ragazza rinchiusa nel ghiaccio; tutto aveva un suo senso.
Ignorando gli sguardi delle ninfe e dei pastori, continuò ad avanzare: percepiva chiaramente il cosmo di Death Mask, disperso nel bosco, e due cosmi, molto più vicini; uno dei due fin troppo familiare.
“La furia dei ghiacci e la ninfa che osano sfidare Atena” pensava con insistenza “Ma se lui non ha un corpo, come può averla congelata?”. Un oscuro presentimento gli fece venire i brividi.
 
Raggiunse il limitare della radura che così tante volte aveva sognato e fu costretto a coprirsi gli occhi, per oscurare momentaneamente il sole: dall’altra parte del ruscello si trovava la ninfa, in piedi; alle sue spalle, rinchiusa tra i rami spinosi di un’acacia c’era la dea Atena.
“Milo…” disse lei, con un’espressione tutt’altro che allegra sul viso “A quanto pare mia sorella ti ha fatto passare.”
“Mi sono meritato l’uscita, Thekla” replicò lui. “Perché tu sei Thekla, non è così?”
“Oh si, dicono che i nati sotto il segno dello Scorpione siano molto intelligenti…” replicò lei con noncuranza, senza rispondere alla sua domanda.
 
Tra i due, per un po’, scese il silenzio.
“Lascia andare Atena: la vendetta non ti servirà a nulla.”
“Oh, dunque mia sorella ti ha anche raccontato la mia storia?”
“Libera Atena, non costringermi a combattere” questa volta fu lui, a non rispondere alla domanda. “Tutto questo è inutile: lui non può tornare.”
“E’ qui che ti sbagli, Scorpione” replicò una terza figura, che comparve da dietro l’acacia. “Perché io sono tornato.”
L’udito e la vista furono per Milo la conferma che il suo intuito non si era sbagliato: si trovava davanti al corpo di Camus.
 
 

NOTE:
*Parte la 5° Sinfonia di Beethoven (quella del destino, Si, non l’inno alla gioia)*
Ebbene signori, ci avevate azzeccato: Milo ha trovato Camus. O meglio, ha trovato Anatol, nel corpo di Camus. Il che, è un bel guaio. Ma non disperate: in fondo ora, anche Death Mask sa da che parte deve andare e, sebbene sia molto lontano, dovrebbe arrivare anche lui a destinazione. Forse Milo non sarà costretto a pestare Camus… forse. I sentimentali mi perdonino se, all’inizio, ho lasciato poco spazio agli amanti che si ritrovano: rischiava di diventare una cosa un po’ (tanto) troppo smielata per Saint Seiya (dove si pestano tutti ù.ù). E poi, diciamocelo: volevo far arrivare il mio amato Milo xD
Per il resto, non mi viene in mente molto altro da dire… se non che ho il blocco dello scrittore (ancora una volta >.<). Di solito mi passa se inizio una nuova storia e ne scrivo due (o tre, quattro, cinque ecc…) insieme, ma questa volta non sta funzionando.. sarà l’estate! -.-
Però, pazientate: non mollerò questa storia sul più bello ;) Semplicemente, aggiornerò in maniera irregolare (anche a causa dei miei continui spostamento).
Buone Vacanze a tutti dunque, e alla prossima! =)
   
 
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