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Autore: xBooBenny    01/08/2012    2 recensioni
Non poteva più negare l’evidenza: era innamorato, ma questa volta era fottutamente difficile e diverso.
Attenzione! [Ziam]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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~‘Cause You’ve Got That One Thing~

 
Zayn non era mai stato un tipo di molte parole. Era sempre stato considerato da giornali e riviste varie come un ragazzo non molto loquace, con un’aura di mistero che lo circondava insistentemente – non che lo negasse, certo. Effettivamente poteva essere vero, ma se c’era da divertirsi e scherzare, Zayn era spesso il primo a muoversi. Solo che non era un tipo semplice. Doveva ammettere però che sulle parole avevano tutti ragione, giornali e amici. Non era mai stato capace, per esempio, di fare un discorso decente al suo diciottesimo compleanno o un saluto dignitoso di chiusura ad un loro concerto. Neanche i suoi sentimenti riusciva a esprimere correttamente, a volte non sapeva neanche spiegare cosa provava lui stesso e questo, doveva ammetterlo, era irritante. Nessun problema non riuscire a fare un discorso commovente, ma non capire cosa diavolo stesse provando lo faceva impazzire.
Un po’ come in quel momento, mentre osservava il suo migliore amico chiacchierare con gli altri ragazzi della band, completamente ignaro dello sguardo del moro su di lui. Avevano finito l’ennesimo concerto londinese da una mezz’ora e ora stavano riposando tranquillamente in una sala nel backstage. Niall stava mangiando qualcosa – totalmente normale, Harry era stravaccato sul divano con la testa appoggiata sulle gambe di Louis, che giocherellava con i suoi ricci perfetti distrattamente –totalmente normale, Liam era seduto in poltrona e chiacchierava con gli altri, mentre controllava la sua pagina Twitter – totalmente normale, Zayn era sdraiato su un altro divano, con le mani dietro la nuca, e osservava sottecchi il biondino riccioluto che gli sedeva di fronte – totalmente anormale. Certo, non che non lo avesse mai guardato – a volte Zayn lo fissava, lo trovava adorabile – ma sempre come si guardava il proprio migliore amico, con un’espressione che esprimeva tutto il bene che si poteva provare per quella persona. Ma quella volta c’era qualcosa di diverso nel suo sguardo, c’era qualcosa di più. Qualcosa che, ovviamente, lui non capiva. Sarà che quella sera Liam era stato, se possibile, ancora più bravo sul palco, si era andato totalmente, mai come quella sera si era trovato più a suo agio con un microfono tra le mani. E Zayn lo aveva notato, perché loro erano soliti mandarsi delle occhiate durante le esibizioni, aveva notato come era semplicemente…
«Zay, hey Zay ci sei? » La domanda di Louis lo fece sobbalzare leggermente.
«S-si, che c’è? » rispose, distogliendo lo sguardo dal biondino per depositarlo sull’amico, che lo guardava con un’espressione indagatrice.
«Stavamo parlando di domani pomeriggio. Ti va di uscire insieme? Andiamo a pranzo e portiamo con noi anche Eleanor e Danielle. »
Zayn fece una piccola smorfia. Danielle. Non ci poteva fare niente, quella sottospecie di barboncino ballerino non gli andava proprio a genio. E per di più, era la ragazza di Liam, del suo Liam. La prospettiva, quindi, di passare un pomeriggio a vederli sbaciucchiare non lo faceva esplodere di gioia.
«Bhè, ecco, non saprei… »
«Dai su Zayn, non fare il solito, vieni anche tu! » disse Niall, mandando giù l’ultimo boccone di quella che doveva essere stata un’invitante torta al cioccolato.
«Io… » La frase venne interrotta dallo squillare del suo cellulare. Sia ringraziato il cielo, pensò, per poi scusarsi e uscire velocemente dalla stanza, seguito dallo sguardo degli amici.
«Pronto? » rispose. Era sua mamma che, come al solito, lo aveva chiamato per sapere come era andato il concerto. Rimasero a telefono il tempo di qualche minuto, che Zayn avrebbe preferito essere di più solo per non ritornare dentro quella stanza ed essere costretto ad accettare un invito a un pranzo che sicuramente sarebbe stato disastroso per la sua sanità mentale. Perché si, quella situazione lo stava facendo impazzire. Non capiva perché diavolo ogni volta che Liam lo guardasse, gli sorridesse o semplicemente lo sfiorasse involontariamente, il suo cuore faceva un triplo salto mortale con avvitamento e il suo cervello si scollegasse. Non era normale, no, non era una cosa normale. Per di più, vedere Liam in procinto di riproduzione con Danielle ogni volta che organizzavano un’uscita insieme lo disgustava altamente, sentendo ogni santissima volta un’irrefrenabile voglia di alzarsi e staccare la riccia dalle labbra del biondino con una sola tirata di capelli. Quella, però, era una cosa che Liam non gli avrebbe mai perdonato e un litigio con lui era l’ultima cosa che voleva.
Quando attaccò la telefonata, Zayn tirò un sospiro, cercando di trovare una scusa plausibile per mancare all’appuntamento. Ci pensò su un attimo, poi il suo sguardo si accese: trovato!
Rientrò in stanza, dove i ragazzi erano ancora impegnati a fare le stesse cose di prima, con la sola differenza che Niall ora stava ingurgitando un gelato. Appena varcò la porta, i ragazzi lo guardarono.
«Tutto ok? » chiese Harry, inviandogli un sorrisone.
«Si si tutto bene, solo che domani non posso venire.» disse il moro, chiudendo la porta dietro di se e cercando di assumere un’espressione triste.
«Come mai? » gli chiese Liam, guardandolo vagamente dispiaciuto.
Zayn incrociò il suo sguardo e il suo cuore fece la sua parte. Non ora, idiota.
«Era mia madre, ha detto che molto probabilmente domani sarebbe passata a trovarmi con le mie sorelle, e allora… » Rimase la frase aperta, dato che il continuo era palesemente ovvio.
«Oh. » disse Liam, scostando lo sguardo.
«Vabbè dai, allora caso mai passiamo più tardi, così salutiamo la tua famiglia! » disse Louis, mostrando un sorriso a 32 denti.
«Si, buona idea! » acconsentì Niall, seguito dagli altri due.
Zayn iniziò a sudare.
«Ecco, veramente non è sicuro se verranno davvero, e poi forse staranno poco, cè andranno via subito dopo pranzo, sapete, il lavoro… »  Stava cercando in tutti i modi di arrampicarsi sugli specchi. «…e forse usciremo tutta la giornata, sempre se rimangono, e…»
«E va bene, abbiamo capito. Vuoi rimanere da solo con loro! Bastava dirlo Zaynie. » disse Louis, mostrandogli una faccia eloquente. Il moro si limitò a sorridergli, sollevato.
«Ragazzi si sta facendo tardi, meglio andare. »  disse Liam, alzandosi e stiracchiandosi. «Ci vediamo domani, va bene? »
Tutti annuirono, poi si alzarono e uscirono. Liam raggiunse Zayn e gli diede un bacio sulla guancia. «Ci vediamo. Fatti sentire domani. E salutami la tua mamma e le tue sorelle. » gli disse, pericolosamente vicino, con un sorriso dolce, per poi uscire con gli altri.
Zayn tratteneva il respiro, paralizzato. Il suo cuore batteva talmente forte che quasi non lo sentiva. Cazzo, cazzo, cazzo.
 
La mattina del giorno dopo Zayn si svegliò di soprassalto a causa della sveglia.
«Che cazz… » Le 9.05. Sbuffò. Era fottutamente presto, considerando che quella era una delle poche giornate di riposo della settimana che la band aveva a disposizione. Come se non bastasse, era andato a dormire tardissimo. Bastardo di un Liam. Non solo il suo adorabile faccino gli era balenato in testa fino a quando il sonno non aveva preso il sopravvento, ma aveva occupato anche i suoi sogni. Aveva sognato lui e Liam in atteggiamenti intimi… diciamo non molto maschili, e soprattutto, non da semplici migliori amici. Il moro scosse la testa; anche il rigonfiamento delle coperte in quel preciso punto confermava le immagini di quella notte. Arrossì violentemente e ributtò la testa nel cuscino, riprovando a entrare nelle braccia di Morfeo. Ma sembrava proprio che quello non lo volesse con sé, perché il moro non riuscì più a chiudere gli occhi. Quel sogno lo aveva da una parte scandalizzato, ma dall’altra gli aveva semplicemente aperto gli occhi su una verità ovvia, che sapeva da sempre ma che non aveva mai voluto ammettere. Non poteva più negare l’evidenza: era innamorato, ma questa volta era fottutamente difficile e diverso.
Quando ormai la sveglia segnava le 10.23 e il suo corpo non ne voleva sapere di addormentarsi, Zayn si alzò dal letto per cercare di dare un senso alla sua giornata e di eliminare le preoccupazioni, il che era difficile perché non sarebbe potuto uscire – avrebbe potuto incontrare gli altri. Così andò in bagno, si lavò e si vestì – sempre accuratamente - e fece colazione molto lentamente. Stava per posare la tazza nel lavello quando il suo cellulare squillò. Il ragazzo lo prese e lesse il nome sullo schermo: Nialler. Merda.
« Pronto, Niall? »  disse con voce incerta.
«Sbagliato! »
Zayn spalancò la bocca. Quella voce era inconfondibile.
«L-Liam?! » chiese, anche se la risposta la sapeva già.
«Complimenti, hai vinto! » gli rispose quello, ridendo. La sua risata. > «Allora, sei con tua madre? Dai passamela! »
Merda. Merda.
«N-no, non sono ancora arrivate, forse più tardi. Ma voi siete già usciti? » Non che lo volesse sapere davvero, ma era una buona scusa per sviare il discorso.
«Si, ci siamo visti prima per una passeggiata e poi andiamo a pranzo, da Nando’s ovviamente, ha scelto Niall. Però ci manchi già » disse Liam, con voce dolce.
Zayn sorrise involontariamente.
«Anche voi. »
« E allora perché non ci raggiungi? Dai, vai via appena arrivano. »
«No Liam, scusa, meglio di no. »
«Ok, non voglio forzarti. » Liam sembrava deluso. Zayn sospirò: avrebbe tanto voluto essere li con loro, con lui, ma proprio non poteva sopportare la vista della coppietta felice, non ora che aveva realizzato finalmente ciò che provava.
«Scusa. » riuscì a dire, con una vocina.
«Non preoccuparti. Ci sentiamo più tardi magari. E ricordati che domani abbiamo un’intervista, ci incontriamo fuori da Hazza e Tommo. Ok? »
« Ok. Ci sentiamo. »
 
Durante la giornata, Liam non lo chiamò più, ma al contrario lo chiamò Niall, chiedendo ancora della madre. Zayn, nel panico, aveva detto che la madre aveva rimandato tutto giusto 5 minuti prima e che non sarebbe venuta. Inutile i tentativi dell’irlandese di convincerlo a raggiungerli, perché Zayn riuscì a fingere brillantemente una forte emicrania, che Niall interpretò come una delusione della mancata visita familiare. Alla sera, Zayn era abbattuto. Non aveva fatto niente per tutta la giornata, se non zapping in tv e un po’ di esercizi. Passò in bagno e notò la sua faccia scura: no, non andava per niente bene così. Doveva andare avanti, quella per Liam era solo una stupida infatuazione e sarebbe passata. Sorrise, anche se in modo tirato, autoconvincendosi che sarebbe andata così. Fece un lungo sospirò e decise di uscire, aggiustandosi al meglio. Avrebbe fatto tutto quella sera, tranne pensare al biondino.
 
Alle 15.45 del giorno dopo i One Direction al completo era seduti in una saletta piccola e accogliente, intenti a rispondere alle solite domande dell’ennesima intervista. Su un divano c’erano Harry, Louis, Niall e Zayn, mentre su una poltrona affianco c’era Liam. La giornalista era una bella donna sulla trentina, ben truccata e con un vestito abbastanza corto che le scopriva le gambe magre. Sorrideva in modo affascinante, e sembrava avesse occhi solo per il moretto dal ciuffo jellato, cosa strana, dato che di solito le intervistatrici erano attratte dal piccolo della band, il riccioluto dagli occhi smeraldini comunamente chiamato Harry. Gli altri non sembravano essersene resi conto, solo Zayn aveva capito il suo gioco di sguardi e stranamente, preso da un’irrefrenabile voglia di trasgredire, ci stava. Quando lei lo guardava, lui le inviava uno dei suoi sorrisi magnetici e lei sembrava apprezzare, perché ricambiava guardandolo intensamente. Effettivamente, neanche Zayn sapeva bene perché lo facesse. Ma era troppo impegnato in quel gioco malsano –perché sapeva che quella non era una cosa giusta- da non accorgersi che anche qualcun altro, al difuori dei due interessati, aveva notato quello che stava accadendo.
« Ehm, scusatemi un attimo, non mi sento molto bene. Zayn, potresti accompagnarmi un secondo? »
La voce di Liam gli arrivò un po’ ovattata. Zayn si rese conto di essersi completamente estraniato dalla situazione solo quando notò gli sguardi di tutti puntati su di lui. Si guardò un attimo in giro e poi incrociò gli occhi di Liam.
«Ehm, si, certo. »
Si alzarono insieme e uscirono dalla saletta. Liam gli stava davanti e percorreva a passo deciso il corridoio senza proferire parola, mentre Zayn arrancava dietro di lui, dubbioso.
«Liam, non ti senti bene, cos’hai? »  chiese lui, ma il più piccolo non lo degnò di una risposta. Arrivarono al bagno ed entrarono. Zayn chiuse la porta e rimase li, mentre Liam di avvicinava a un lavandino e si sciacquava la faccia. Si gettò l’acqua sul viso un paio di volte, poi alzò lo sguardo incrociando lo sguardo di Zayn dal riflesso dello specchio. Liam sembrava arrabbiato, aveva il viso pallido e stanco. Continuava a fissarlo dal riflesso, senza dire niente. Zayn, preoccupato, si avvicinò di qualche passo, senza staccare lo sguardo.
«Cos’hai? » chiese lentamente. Liam abbozzò un sorrisetto senza gioia.
«Un po’ di nausea. »
Rimasero un po’ in silenzio, durante la quale Liam si asciugò il viso.
«Ora come va? »  gli chiese Zayn, apprensivo.
«Meglio. » 
Ancora silenzio. Liam si era appoggiato con le mani al lavandino e dava le spalle allo specchio. Ora fissava il moro intensamente.
«Carina la giornalista, vero? » chiese il biondino, cercando di utilizzare un tono più neutro possibile.
«Bhè, si, non è male. » rispose Zayn, grattandosi la nuca.«
 A me sembra che la consideri più di “non male” »  disse Liam.
Zayn si accigliò. Che gli prendeva?
«Probabile. Ma non capisco che c’entri con la tua salute. »
Liam rise. « Oh, c’entra eccom…»
Non riuscì a finire che i ricci di Harry spuntarono nel bagno.
«Ragazzi, tutto bene? Liam stai bene? Vi stiamo aspettando di la, abbiamo finito, ci hanno chiesto solo di fare qualche foto. »
I due lo guardarono un po’ imbarazzati.
«Oh, ho interrotto qualcosa?» chiese innocentemente Harry
«No, no, non preoccuparti, arriviamo.»  gli rispose Liam, uscendo dal bagno e iniziando ad avviarsi. Zayn era più confuso che mai. Cosa gli stava dicendo Liam? Che gli era preso?
«Zay, vieni?» ancora una volta, Harry lo fece ritornare alla realtà.
«Si, arrivo.» 
 
Dopo le foto, i ragazzi uscirono dall’edificio, chiacchierando.
«Liam, ma poi che ti è preso prima?» gli chiese Louis, buttandogli un braccio sulle spalle.
«Solo un po’ di nausea, sarà stato il pollo di ieri.» disse ridendo Liam.
«Stai cercando di insinuare che Nando’s non fa un buon pollo?»  chiese indignato Niall, guardandolo male.
«No, solo che io ho esagerato, non ti preoccupare, non te lo tocco il tuo Nando’s» gli fece Liam con una linguaccia, facendo ridere l’irlandese. «Volevo ben dire!»
«Forse era meglio se non ti portavi Zayn in bagno, non è un buon infermiere» disse Louis, ricevendo un’occhiataccia dal pakistano.
«Non preoccuparti, è stato meglio così.»  Quella frase non fu capita molto dal gruppo, neanche da Zayn. Sbuffò senza farsi vedere; Liam era troppo misterioso quel giorno.
«Non sarà un bravo infermiere, ma ha fatto colpo il nostro caro Zayn, non è vero? Addirittura il numero di Katie McDry!»  disse Harry dandogli una pacca sulla spalla.
Zayn ridacchiò.
«Sei fortunato, amico, è una bomba.»  esclamò sognante il ricciolino, ricevendo uno schiaffo sulla nuca da Louis.
«Zitto tu, sei incorreggibile.» gli fece, ridendo, accompagnato dagli altri, con eccezione di Liam, che aveva perso il sorriso.
« La chiamerai?»  gli chiese Niall, mentre si avvicinavano alle rispettive auto. Ad attendere Liam però c’era Danielle, che gli sorrideva dalla sua macchina. Lo sguardo del moro cadde involontariamente verso Liam, che aveva una faccia cupa ma sorrideva, guardando la riccia.
Allora una voglia malsana balenò nella testa al pakistano che lo fece sorridere in modo un po’ perfido, anche se agli occhi degli altri sembrava semplicemente un sorriso molto malizioso.
«Molto probabilmente si.» disse.
Gli altri risero e lo acclamarono, mentre Liam si voltava e si allontanava lentamente verso la sua fidanzata. Zayn aveva dipinto un sorriso soddisfatto e non si chiese neanche perché Liam se ne fosse andato senza dire qualcosa o elogiarlo come gli altri. Era offuscato da un senso di potenza mai visto, perché sapeva che Liam si era allontanato per lui, non per Danielle, ne era convinto, ma non immaginava minimamente quale fosse il vero motivo.
Salutò gli altri e tornò a casa, avvolto di una gioia insalubre.
 
Mentre si pettinava e si aggiustava il ciuffo, Zayn iniziava ad avere i primi dubbi. Aveva chiamato la giornalista Katie un paio d’ore dopo, invitandola a cena da lui. Gli intenti del moro, però, erano diversi: voleva divertirsi, non pensare a Liam e ai suoi comportamenti per almeno un paio d’ore.
Aveva indossato un jeans scuro, una camicia bianca e un maglioncino rosso e specchiandosi non aveva trovato nessun difetto nella scelta del suo outfit. Ma c’era qualcosa che non andava e il moro capì subito che non era fuori il problema, ma era dentro di sé. Non era più sicuro di aver fatto la scelta giusta nell’invitare quella donna da lui e neanche dei suoi reali progetti per la serata. Ma quando aveva visto Danielle li ad aspettare Liam, gli era sorta dentro una gelosia irrefrenabile che lo aveva spinto a fare inevitabilmente una cazzata. Voleva che Liam fosse geloso di lui, per una volta. Ma ora se ne stava pentendo, perché quella era una cosa che non faceva mai e non avrebbe mai pensato di fare solo per gelosia. E per amore, gli sussurrò il cervello. Zayn fece una smorfia: già, per amore. Altro motivo per mandare a puttane quella serata.
Ma purtroppo Katie arrivò. Aveva indossato una camicia molto aderente che le metteva in risalto il seno e una gonna corta, aveva alzato i capelli e gli sorrideva sensuale e mentre la guardava, il moro non riuscì a reprimere il pensiero che la donna davanti a lui non mostrava lontanamente i suoi trent’anni e che non era davvero male. La invitò dentro, le offrì un bicchiere di vino, poi un altro e un altro ancora, e la cena svanì dalle loro priorità. Ormai ubriachi, i due si ritrovarono avvinghiati a baciarsi, e Zayn buttò all’aria ogni preoccupazione. Si sarebbe divertito, alla faccia di Liam e del suo amore impossibile. Katie iniziò a spogliarlo, gli tolse velocemente il maglione e la camicia, mentre Zayn le tolse avidamente la camicetta, iniziandole a baciare il collo per poi scendere giù fino all’ombelico, mentre le accarezzava con la mano una coscia. I gemiti di piacere della donna lo mandavano in estasi e lo spingevano a continuare. Portò la mano libera vicino la cerniera della gonna, ma il viso sorridente di Liam gli apparse nella mente. Zayn chiuse gli occhi, abbassando la cerniera e buttando via la gonna con foga. Katie iniziò a lavorare con la cerniera dei jeans del moro e lui continuava a baciarla, muovendosi leggermente. Ma riecco Liam, questa volta con una faccia da cucciolo, che gli diceva che gli voleva bene. Zayn iniziò a muoversi più rapidamente, graffiandole una coscia con le unghie. Vai via, pensava. Il jeans era ormai per terra e gli indumenti intimi stavano per fare la stessa fine, ma proprio quando Zayn era pronto per sfilare via gli slip microscopici della donna, un Liam piangente che correva fra le sue braccia percorse i pensieri del moro, insieme a una miriade di ricordi condivisi con il biondino, uno alla volta, in sequenza sempre più veloce.  Zayn si bloccò di colpo, allontanandosi. Sbarrò gli occhi, confuso, staccandosi dalla giornalista e mettendosi in piedi. Che cazzo sto facendo?, si disse.  Non poteva farlo. Era inutile, non riusciva a pensare di poter tradire Liam, anche se non stavano insieme e Liam neanche lo amasse. Si sentiva sporco al solo pensiero.
«Che succede?»  chiese Katie, ancora mezza nuda sul divano.
«Scusa, non posso farlo. E’ meglio se te ne vai.» 
Katie sospirò. « Lo sapevo. Sei solo un ragazzino.»
Non sembrava arrabbiata, ma a Zayn non importava molto. Avrebbe cancellato il suo numero e non l’avrebbe mai più chiamata. Non gli importava se fosse arrabbiata o no. La donna iniziò a rivestirsi come Zayn, ma mentre Katie si infilava la camicetta e il ragazzo si era appena chiuso i jeans, qualcuno bussò alla porta. Chiedendosi chi fosse a quell’ora, Zayn si avviò verso la porta, scostando i vestiti dal suo passaggio. Non guardò neanche nello spioncino per vedere chi fosse e spalancò la porta, pentendosene subito. Sull’uscio, con il volto stremato, gli occhi rossi e le guance inondate di lacrime c’era Liam.
Zayn si bloccò, la bocca spalancata e una mano ancora sulla maniglia. Liam lo guardò un attimo, soffermandosi sul suo petto nudo, per poi guardare oltre la spalla del moro e notando una donna che si stava riabbottonando la camicia. La faccia di Liam divenne ancora più stravolta e si voltò per andarsene ma Zayn lo sbloccò per un polso.
«Liam aspetta, non è come credi, io…»
«Non mi devi spiegare niente, Zayn, sono io l’idiota che non doveva venire. Scusa se vi ho interrotti.» disse il più piccolo, asciugandosi le lacrime.
«No, non hai interrotto un bel niente! Ma perché stai piangendo, che è successo?» chiese il moro, continuandolo a tenere per un polso.
Liam rimase qualche secondo in silenzio, soppesando l’idea di rispondergli o no.
«Ero venuto solo a trovare il mio migliore amico.» rispose, abbassando lo sguardo, mentre un’altra lacrima gli ricadeva sulle guance.
«Non è solo per questo. Liam, sei sconvolto! Dimmi cos’hai, ti prego.»  la voce di Zayn era implorante.
« Scusatemi, io vado. Ciao Zayn. Liam.» Katie arrivò dietro di loro e li superò, salutandoli. Liam la seguì con lo sguardo, sentendosi gli occhi riempirsi di nuovo di lacrime.
«Scusami, non volevo rovinarti la serata.» disse Liam, scoppiando in lacrime e liberandosi dalla stretta di Zayn, scappando via.
«Liam, aspetta!» gli urlò dietro il moro, ma quello non si fermò. Preso dalla rabbia, chiuse la porta e diede un pugno al muro. Urlò per il dolore e si accasciò a terra, scoppiando a piangere, mentre il sangue gli colava lentamente dalla mano.
 
Il mattino dopo, Zayn si svegliò con la testa e la mano dolorante. Si guardò in giro, notando di essere disteso sul divano del salotto e di essere ancora in jeans. Un brivido di freddo gli attraversò la schiena mentre recuperava una coperta per avvolgersi. La mano era fasciata – se l’era fasciata lui in modo veloce, e pulsava terribilmente. Ma non era quello il dolore più grande. Zayn ripensò alla serata del giorno prima, a Katie, alla propria volontà di fermarsi solo e unicamente per Liam, al biondino che era arrivato in lacrime a casa sua e che non aveva capito che Zayn non aveva fatto un bel nulla, e che era scappato senza dirgli il vero motivo della sua visita. Zayn era frastornato, si teneva la testa con la mano sana. Si metteva anche l’ubriacatura che lui aveva accentuato dopo che Liam era scappato, ingurgitando un’altra bottiglia di vino che ora era per terra vicino al divano, poco distante dalle altre. Si alzò a fatica per prendere un po’ di latte, deciso a uscire di casa alla ricerca di Liam. Doveva spiegargli tutto, ma soprattutto, doveva sapere cosa era successo.  
 
Driiiin. Driiiin driiiiin.
Niente. Erano quasi dieci minuti che Zayn bussava alla porta di casa Payne senza ricevere risposta. Dove cavolo era finito Liam alle 10 del mattino? Aveva provato anche a telefonargli, ma ovviamente il ricciolino aveva il cellulare staccato. Zayn si allontanò dalla porta e si accese una sigaretta. Lasciò che la nicotina gli entrasse nei polmoni un paio di volte, pensando. Il fumo gli faceva bene in certe situazioni, lo calmava, proprio come faceva Liam. Quando c’era lui, non aveva bisogno del fumo ma ora che il problema era proprio il ragazzo dagli occhi cioccolato le sigarette erano le uniche a poterlo tranquillizzare. Finita la sigaretta, si rimise in auto e iniziò un giro di telefonate.
«Pronto?»
«Hey, Harry, scusa l’ora, per caso Liam è da voi?»
« No, non lo vedo dall’intervista…» la voce di Harry denotava che si era appena svegliato o che addirittura lo avesse svegliato l’amico.
«Ah. Va bene grazie, e scusa se ti ho svegliato.»
« Non mi hai svegliato» sbadigliò. «E’ colpa di Louis che ieri sera mi ha fatto fare le ore piccole. E questo perché lui è il più grande e dovrebbe prendersi cura di me, certo. »
Zayn ridacchiò. Invidiava molto il rapporto che avevano Harry e Louis, non li aveva mai visti litigare e stavano sempre appiccicati come una coppietta di fidanzati. Si volevano un gran bene e chiunque lo avrebbe pensato vedendoli insieme.
«Ma Zayn, è successo qualcosa?»
Valeva la pena preoccuparli?
«No, non ti preoccupare Harry. Solo che ha il cellulare staccato e dovevo dirgli una cosa.»
«Prova a casa.»
Vengo giusto da li.
«Si, proverò…»  Detto questo lo salutò e chiuse la telefonata.
La stessa scenetta la fece con Niall, che però aveva intuito qualcosa di più del piccolo ricciolino.
«Zayn, sei sicuro? Guarda che me lo puoi dire.»
«Te l’ho detto Niall, volevo solo chiedergli una cosa, ma ha il cellulare staccato. Probabilmente sta dormendo.»  Bugia.
«Ma il signor Payne si sveglia sempre presto…»  Niall sembrava pensieroso. «Vediamo un po’… cellulare staccato… a casa non c’è…» Come faceva a saperlo? «TROVATO!» l’urlo dell’irlandese lo fece trasalire tanto che per poco non gli cadde il cellulare da mano.
«Niall ma dico, sei impazzito?!» gli abbaiò contro il pakistano.
« Scusa Zay» gli disse l’altro, chiaramente preso da una crisi di ridarella convulsa.
Zayn sospirò. « Andiamo, cosa hai trovato?»
« E’ il suo tipico atteggiamento da “sono triste e voglio essere lasciato in pace, fatevi i cazzi vostri, grazie”» iniziò a spiegare il biondo in tono risoluto. Zayn si accigliò, leggermente divertito –doveva ammetterlo, Niall quando si metteva era davvero buffo.
«Bel nome, corto almeno.» Zayn soffocò una risata.
«Ah-ah. Lo vuoi il mio aiuto o no?» esclamò Niall, fintamente offeso.
«Si, scusa, Nialler.»
«Bene.» riprese il biondo, riprendendo un tono solenne > «Se Liam è in questa fase, significa che qualcosa non quadra e che vuole essere lasciato in pace. Quindi stacca tutto e si rifugia in un posto dove può stare tranquillo.» 
Un posto dove poter stare in pace. Un posto dove poter stare tranquillo. Pensa, Zayn, pensa, cosa ti disse Liam quella volta?
« CI SONO!» questa volta fu Zayn ad urlare e sentì chiaramente un tonfo dall’altra parte della linea.
«Niall, tutto  bene?»  Nessuna riposta.
«Brutto idiota, che hai da urlare? Mi hai fatto cadere il BlackBerry per terra! Ricordami che devo ucciderti!»
Zayn non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Era difficile far arrabbiare Niall ma a quanto pare ci era riuscito in pieno.
«Scusa Niall ma mi è venuta in mente una cosa.»
«Ho notato! Mi hai fatto prendere un colpo!»
«Dai su, che se si rompe te ne compro un altro. Ora devo andare, grazie di tutto amico!» E chiuse la telefonata, senza aspettare altro. Perché ora sapeva dov’era Liam.
 
Parcheggiò la macchina in un vicoletto e si guardò in giro per vedere se c’erano paparazzi. Constatato che non c’erano pericoli in giro, Zayn uscì dall’abitacolo e si strinse nel suo cappotto lungo marrone. Si aggiustò il cappello e gli occhiali da sole, sistemò con cura la benda della mano e si avviò verso l’entrata di Regent’s Park. Era quasi l’ora di pranzo di una giornata di metà Gennaio quindi il parco era quasi interamente disabitato, fatta eccezione per un paio di coppiette che passeggiavano tranquillamente per i viali alberati del parco londinese. Quello era uno dei parchi più famosi della capitale inglese ed non era quindi uno dei posti migliori per una celebrità per nascondersi per un paio d’ore, ma Liam adorava quel parco, aveva trovato un posticino praticamente segreto dove amava andare quando si sentiva giù; lo aveva confidato a Zayn un pomeriggio, quando i ragazzi avevano deciso di fare una scampagnata in montagna e i due amici si erano allontanati per recuperare della legna per il fuoco. Zayn si avviò per uno dei vialetti, starnutendo e maledicendosi di essersi dimenticato lo scalda collo, iniziando a cercare il grosso padiglione simbolo del parco, che avrebbe poi preso come punto di riferimento. Da quel punto poi si diresse a ovest, guardandosi attorno, evitando sguardi indiscreti.  Mentre avanzava, la voglia di prendere un’altra sigaretta era forte, ma Liam non sopportava il fumo e si sarebbe arrabbiato vedendolo con una cicca fra le labbra.
Alcuni metri più avanti, Zayn scorse un piccolo laghetto e in prossimità di quello un ragazzo seduto sulla riva, con un cappello grigio e lo sguardo perso nel vuoto. Anche in quella situazione, Zayn non riuscì a non pensare quanto fosse bello Liam e sorrise, sollevato all’idea di averlo trovato. Si avvicinò lentamente a lui, cercando di fare meno rumore possibile, e si sedette affianco al biondino. Quello però sembrava non essersene reso conto e continuava imperterrito a guardare davanti a se.
«Finalmente ti ho trovato.» sussurrò il moro. Liam rimase impassibile.«
 Che sei venuto a fare?» La voce del ragazzo era rauca, come se avesse smesso di piangere giusto due minuti prima.
«Volevo parlarti. Devo spiegarti.»
«Non c’è niente che devi spiegarmi Zayn, te l’ho detto.»
«Invece si. E mi guardi, per favore?» Zayn lo prese per il mento e lo costrinse a guardarlo. Per un attimo si perse in quei due pozzi di cioccolata terribilmente arrossati.
Liam non fece resistenza.
«Ieri ho invitato Katie da me, si, ci volevo fare sesso. Non so cosa mi sia preso…» Anzi, si lo so. Vedere te con Danielle.
«E’ venuta da me, ci siamo ubriacati e abbiamo iniziato a spogliarci.»
«Zayn, non mi va di sentire i dettagli della tua scopata, grazie.» Liam scostò lo sguardo.
«Fammi finire. Abbiamo iniziato a spogliarci, ma mi sono bloccato e l’ho allontanata. E sai perché?» Fece un lungo sospiro. Era arrivato il momento. Tanto vale dirglielo. Liam, curioso, riportò lo sguardo su di lui. «Perché mi sei venuto in mente tu, e l’idea di poterti…ehm…come dire… tradire… mi faceva impazzire.» si fermò un attimo, arrossendo, respirando l’aria fredda. « Ecco, ti sembrerà strano, ma è così.» Zayn lo guardò timoroso e gli venne un colpo quando vide Liam sorridere.
«Non è strano. Anzi.»
«Che vuoi dire?»
Liam continuava a sorridergli, guardandolo intensamente.
«Sai perché ieri sono venuto da te in lacrime?» gli chiese.
«N-no…»
«Danielle mi ha lasciato.»
Zayn spalancò la bocca. Non seppe neanche lui cosa lo fermò nell’immedesimarsi in un balletto.
«Oh, mi dispiace.» cercò di dire utilizzando il tono più dispiaciuto che riuscisse a trovare in quella situazione.
«A me no.»
 «Cosa?»
Liam continuava imperterrito a sorridere.
«Vedi, ieri sera stavamo facendo l’amore quando… bhè, ho detto il tuo nome. E a Danielle non è piaciuto, perché… ehm… non era la prima volta.»
Rimasero in silenzio.
«Allora se ne è andata dicendo che non voleva più vedermi. Io ero sconvolto e confuso, avevo bisogno di qualcuno, e la prima persona che mi è venuta in mente sei stata tu.» Liam distolse lo sguardo, tradendo un po’ d’imbarazzo.
«Però quando sono arrivato, tu eri con quella li e mi è caduto il mondo addosso. E solo in quel momento sono riuscito a dare una spiegazione, un senso a tutto quello che stavo provando; avevo finalmente capito.»
« C-cosa hai capito?» chiese Zayn, il cuore che gli martellava vicino la gabbia toracica.
Liam riportò il suo sguardo su Zayn e si avvicinò piano piano. Gli prese il volto con una mano e dolcemente attirò le labbra del moro alle sue, che si incastrarono perfettamente. Zayn, dopo un momento di totale confusione, chiuse gli occhi e si lasciò andare completamente, attirando il biondino più vicino a se e incastrandolo in un forte abbraccio. Le labbra di Liam erano perfette e morbide, trovava semplicemente sublime percorrerne la linea con la lingua e gustarne il sapore. A mano a mano Liam dischiudeva la bocca per permettergli di entrare e le loro lingue, affamate, iniziavano uno strano gioco di incastri e intrecci, tutto incorniciato dalle loro mani che si muovevano lentamente sulla schiena dell’altro, disegnando figure astratte con le dita. Finalmente tutto era tornato al suo posto, ogni tessera del puzzle era stata sistemata, il mondo girava nel verso giusto.
Si staccarono alcuni minuti dopo, guardandosi negli occhi. Liam sospirò e appoggiò la testa sulla spalla del moro.
«   Zayn.» lo chiamò.
« Mh?» mugugnò l’altro. Sentiva ancora il sapore di Liam in bocca, un misto tra caffè e lacrime salate, e non voleva farlo scappare.
« Ti amo. » Lo disse quasi sussurrando e continuando a fissare davanti a sé. Zayn gli strinse una mano con la sua bendata, forte quanto la ferita gli poteva permettere, e con l’altra lo obbligò a guardarlo. Voleva dirgli che anche lui l’amava praticamente da sempre, e non lo avrebbe mai lasciato perché insieme si completavano, erano la metà perfetta dell’altro, era impossibile tenerli lontani. Ma i due pozzi di cioccolata erano troppo irresistibili e le parole gli morirono in gola e riuscì solo a deglutire. Così, senza pensare, lo ribaciò con molta più passione e frenesia di prima, trasmettendogli con un semplice bacio tutte le parole che non era riuscito a dire, tutto l’amore e i sentimenti che provava per il ricciolino dai capelli color miele. Perché Zayn non era mai stato un tipo di molte parole, e questo Liam lo sapeva. Ma per quella volta andava bene così. 




ANGOLO DELL'AUTRICE
 

Buon salve a tutti! (?)
Sono Benedetta, ma chiamatemi Benny, ho 17 anni e sono nuova del mondo di EFP, e mi presento al vostro giudizio con la mia prima Ziam in assoluto. E’ un po’ lunghetta, non l’ho messa a capitoli perché non l’ho mai concepita così °A° (?) Essendo la prima volta che pubblico, non ci capisco quasi niente di html, e infatti di vede .__.
Ma comunque, spero vi piaccia, e se avete critiche da farmi sono ben accette, come ovviamente lo sono anche i commenti buoni :3
 
Ah, piccolo dettaglio: nella storia scrivo che Liam ama molto Regent’s Park. Ora, questa cosa l’ho inventata io, quindi non so assolutamente se sia vera, perché purtroppo Liam non ha avuto il tempo di dirmelo l’ultima volta che siamo usciti a cena.
 
Un’altra cosa: se volete seguirmi su Twitter per parlare un po’ o semplicemente perché volete aumentare di un follower, sono @xpuffskein , ricambio sempre u.u lol
 
Un bacio a tutti <3
  
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