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Autore: Chelinde    02/08/2012    7 recensioni
questa storia ha dsolo un capitolo e parla di una storia dell'alieno pervertito. Misaki si ritroverà nel mondo della bella e la bestia modificata dalla vena poetica che mi appartiene. questa storia l'ho scritta in un attimo di follia, non per altro mi definisco un pò pazza. ho cercato di dare hai vari personaggi di Maid sama il personaggio della bella e la bestia che più gli assomigliava, ma per alcuni non ci sono riuscita, chiedo venia! io mi sono divertita molto a scriverla e spero che voi vi divertiate a leggerla.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MAID SAMA

 

LA FAVOLA DELL'ALIENO PERVERTITO

 

Misaki era seduta sulla sedia della sua scrivania da presidente della Seika, aveva un sacco di lavoro da fare, ma era davvero stanca, e il suo stalker personale l’inseguiva ed era seduto sulla scrivania.

“finalmente ho finito!” Usi la guardò, era tutto il giorno che l’osservava preoccupato, Misaki barcollava pericolosamente ad ogni passo, ed aveva delle occhiaie tremende sotto gli occhi, “devi per forza stare seduto sulla scrivania? Lo sai che non lo sopporto!” Usi alzò le spalle e la ragazza sospirò, uno sbadiglio prese il sopravvento.

“presidente?” Misaki guardò gli occhi verdi del suo alieno pervertito “che c’è Usi?” lui la guardava “da quant’è che non dormi?” la presidente spalancò gli occhi, era così evidente? “veramente io ho sempre”, non riuscì a finire la frase che il ragazzo le posò un dito su le labbra e gli si avvicinò “la verità Ayuzawa”.

La ragazza arrossì acquistando un bellissimo colorito porpora “sono cinque giorni” Usi spalancò gli occhi, era visibilmente preoccupato “tre giorni! Sei impazzita! Non puoi stare così tanto senza dormire Ayuzawa” la ragazza continuò a cambiare colore, prima porpora poi viola chiaro e poi viola scuro.

Gli occhi facevano trasparire preoccupazione “devi subito tornare a casa e dormire” la ragazza scosse la testa in segno negativo “no, devo andare a lavoro appena finisce la scuola, e ci sono ancora due ore prima che la scuola finisca” Misaki si alzò dalla sedia per prendere degli altri fogli da controllare, ma dopo due passi svenne, Usi velocemente la prese e la iniziò a scuotere cercando di svegliarla, ma vedendo che non otteneva nessuno risposta la portò in infermeria.

 

La ragazza si svegliò in un letto che non era il suo, scese ed aprì la porta, vide un signore molto più basso di lei con un cappellino e dei simpatici baffi bianchi, appena questo lo vide gli venne incontro “tesoro! Ti sei svegliata!” Misaki  incrociò le braccia, chi diamine era questo qui! E perché la chiamava tesoro! Poteva essere suo padre!

“senti, prendi questi soldi e vammi a comprare una chiave inglese, e magari prendi anche un bel vestito o comunque qualcosa per te, vai vai su figlia mia!” l’uomo la stava spingendo fuori dalla porta, la richiuse con forza quasi assordando le povere orecchie di Misaki.

Figlia mia! Ma che diamine si è bevuto questo! Iniziò a camminare, chissà, magari avrebbe incontrato qualcuno di …normale! Mentre camminava inciampò su una radice, si ritrovò con la faccia sull’erba fresca e bagnata da alcune gocce di rugiada, si tirò su ed al momento di scuotersi la i vestiti si accorse con orrore di indossare un vestito marrone lungo fino ai piedi, si guardò con orrore “ora basta! Si può sapere che cavolo succede!”.

Riiniziò a camminare velocemente, quasi come una corse, prima piano, poi sempre più veloce ed in fine corse, corse come una furia, entrò in un villaggio, vide un negozio dove c’era l’immagine di una chiave inglese, entrò dentro, un uomo sulla trentina, molto molto grosso, ma veramente enorme con un abarba marrone brutta, c’era solo a chiazze qua e là, gli sorrideva, ma i denti erano marci.

“salve, desidera?” per un attimo Misaki gli volle dire –che la smetta di parlare con quell’alito che sa di pesce marcio- ma poi si disse che non sarebbe stato carino “una chiave inglese” l’uomo gli sorrise “ancora qualche strano macchinario di tuo padre eh?” Misaki annuì anche se non sapeva esattamente che volesse dire, gli porse una chiave inglese, la ragazza la prese in mano “non ha un sacchettino dove metterla?” l’uomo rise lasciando la povera ragazza esterrefatta e pensando che quell’uomo doveva davvero essere pazzo.

Pagò velocemente ed uscì mentre l’uomo ancora rideva ed aveva le lacrime agli occhi.

Uscì sempre più scombussolata e con una dannatissima chiave in mano inglese in mano, fece per tornare a casa, ma un uomo vecchio la prese per la mano e la fece entrare in una biblioteca “Ayuzawa! Non vuoi prendere un libro oggi?” Misaki rimase scioccata “no,  e non mi chiamare Ayuzawa!” l’uomo sembrava non averla nemmeno sentita, andò verso una libreria dalla quale prese un libro dalla copertina marrone e glielo diede “so che ti piace tanto questo libro e quindi te lo regalo”, la ragazza alzò le mani “non mi interessa grazie” ma l’uomo glielo diede comunque in mano e la fece uscire dalla biblioteca spingendola “salutami tuo padre!”.

“ma che hanno le persone qui! Sono tutti pazzi?” si mise a camminare, arrivò vicino ad una fontanella, una signora le diede una spinta senza accorgersene facendola sedere e facendole cadere il libro aperto a metà sulle gambe, “ei tu, guarda dove cammini!” nessuna risposta, sembrava invisibile in quel villaggio.

Si fece avanti Usi vestito da cacciatore che le sorrideva, la ragazza si sentì andare le guance in fiamme, il ragazzo le si avvicinò “ei Misaki! Passi sempre il tuo tempo a leggere eh!” la ragazza lo guardò con aria interrogativa “veramente no, mi torvo in questa posizione solo perché una donna mi ha spinto e mi sono ritrovata così” Usi la guardava le prese il libro e lo gettò nella fontana “sarebbe il momento che ti dedicassi a cose più importanti” la ragazza spostò lo sguardo dal libro a Usi con uno sguardo interrogativo, lui non era mai stato completamente normale, ma nemmeno così matto!

Si alzò e senza neanche degnare di uno sguardo il libro si mise a camminare verso la direzione di quella che doveva essere casa sua, arrivò in meno tempo di come si aspettava.

Suo padre era fuori dalla casa, appena la vide la spinse dentro il garage dove c’era un macchinario che doveva servire a qualche strano scopo nascosto, il padre le porse una mano, lei la guardò stranita poi capì che forse voleva avere la chiave, gliela diede  e vide che il padre spariva da sotto aggeggiando con quel macchinario, quando uscì era tutto nero.

“ed ora ammira” l’uomo tirò su una leva facendo partire il macchinario con  un baccano assordante, Misaky vide dei legni che venivano tagliati e che poi venivano lanciati dalle parti con una precisione fantastica, poi  il macchinario iniziò a sbagliare la mira rischiando più volte di prenderli, Misaki riuscì, schivando tutti i legni a spegnere il macchinario.

“dannazione! Devo subito dargli una sistemata”, il piccolo uomo si mise di nuovo sotto il macchinario con la chiave inglese a sistemare il macchinario, “non sarebbe più semplice usare una motosega?” Misaki aveva finalmente intuito l’utilizzo del macchinario e l’aveva anche reputato inutile visto che esisteva già una cosa analoga “e cos’è?” quell’uomo stava scherzando vero? Non sapeva che era una moto sega?

Con rassegnazione la ragazza uscì dal garage, sentì urlare “dai da mangiare alle galline!” pure! Già non sapeva dove fosse finita, di certo insieme a degli squilibrati “scordatelo!” risposta secca e chiara, vediamo se questa la capiva.

La ragazza guardò il cielo e vide una cosa stranissima, il sole calava con una velocità sorprendente, la luna spuntava ed infine spuntò di nuovo il sole.

Vide uscire quello che si definiva suo padre con il macchinario, la salutò dicendo che sarebbe tornato tra qualche giorno.

Misaki entrò in casa e si sedette su una sedia, dopo poco sentì bussare alla porta, aprì, era Usi “posso entrare?” la ragazza si fece da parte, lui entrò e si sedette sulla sedia mettendo gli stivali sporchi di fango sul tavolo “immagina questa casa con dei bambini, te che sei mia moglie che mi massaggi i piedi” ora la ragazza era davvero confusa “stai scherzano vero?” Usi si alzò e venne verso di lei, la ragazza si scansò all’ultimo momento facendolo inciampare e facendolo cadere in una pozza piena di fango, ci fu nuovamente quella cosa strana con il sole e si ritrovò in un giardino, vide un cavallo galopparle incontro.

Un’altra volta il sole, si trovò dentro un castello, vide un candelabro con le candele accese, lo prese in mano “buongiorno signorina!” Misaki cacciò un urlo e lo lasciò cadere, vide che il candelabro si lamentava, lo riprese in mano e lo mise dove l’aveva preso, lo osservò.

“buongiorno signorina! Vuole visitare il castello, le farò vedere una stanza” Misaki continuava a guardarlo “chissà come funziona” ma prima che potesse toccarlo lui scivolò tornando a terra e saltellando per portarla in una stanza, ma invece di portarla là la portò in un salotto, la fece sedere su una poltrona “ho pensato che magari prima desiderava riscaldarsi” Misaki si abbandonò sulla sedia, non sapeva come ma era distrutta.

Assaporò il calore del fuoco e si accorse di essere anche bagnata e di avere della neve addosso, tentò di riordinare le idee di quello che era successo, l’ultima cosa che si ricordava era … dimine, non si ricordava niente, riusciva solo a dare un nome alle facce!

“signorina una tazza di the?” Misaki abbassò lo sguardo verso la voce che conosceva, la voce proveniva da un contenitore per il the, questo contenitore però aveva qualcosa di strano, sul tappo c’era una ciocca di capelli rosa!

“Sakura!” la tazza la guardò con gli occhi che gli scintillavano, gli stessi occhi dell’amica! Poverina, almeno lei era umana, la sua amica invece era un contenitore!

Sakura versò del the a Misaki, quando questa prese in mano la tazzina per poco non ci rimaneva secca, era Ikuto! Guardò le altre tazze, erano due, e si riusciva chiaramente a distinguerli perché su una parte della tazzina c’era disegnata anche la loro faccia, erano Naoya e Ryuunosuke, e messi insieme formavano il famoso trio ebete, la ragazza voleva con tutto il cuore lasciar cadere accidentalmente la tazzina e farla rompere e poi urtare sempre accidentalmente il vassoio facendo cadere anche quelle, ma poi si rese conto che non sarebbe stato per nulla carino.

Si limitò a bere più the possibile nella tazzina in modo almeno da creargli fastidio quanto loro ne creavano a lei, ma niente, sembrava che Ikuto godesse a farsi male se era per mano sua, sospirò riappoggiando la tazzina al suo posto.

Il candelabro le venne avanti “vuole venire a riposare?” finalmente Misaki poté scrutare anche il suo volto, rimase scioccata, era Kano! Era molto più aperto in questo strano mondo parallelo, il candelabro iniziò a saltellare verso delle scale, lei provò un po’ di compassione vedendolo saltare in qua e in la, così lo prese in mano “farai meno fatica se ti porto io e tu ti limiti a dirmi dove andare no?”, così si rimisero in cammino, ma ben presto la loro marcia fu spezzata.

“si può sapere che ci fa lei qui!” il candelabro sorrise, a parlare era stato un orologio con la faccia di Yukimura, la ragazza sorrise, vedo che il caro vicepresidente ha preso un po’ di carattere!

“lei deve subito uscire!” Kano iniziò a ridere e continuò a camminare nella direzione della camera.

“insomma Kano, vuoi ascoltarmi dannazione!” niente, il candelabro continuava imperterrito la sua marcia, e quando l’orologio si avvicinò a lui “senti, lei forze può spezzare l’incantesimo!” incantesimo!? Ma di che diamine parlano!

“sentite, io non ho la più pallida idea di cosa voi state parlando, ma sappiate che io non ho intenzione di spezzare nessun incantesimo” Misaki parlò tutto d’un fiato, vide che le due persone con cui parlava però, guardavano dietro di lei, e stavano tremando, si girò e vide la scena più divertente della sua vita.

Hinata aveva una specie di criniera da leone intorno al collo ed aveva l’aria accigliata, la ragazza non riuscì a trattenersi e sfociò in una sonora risata “Hinata! Sei veramente buffo!” la ragazza continuava a ridere sotto lo sguardo interrogativo del ragazzo e lo sguardo terrorizzato e tremante degli altri due.

“sei venuta a fare a cambio con tuo padre immagino!” la ragazza smise di ridere e gli occhi per poco non gli uscivano dalle orbite “veramente no!” Hinata rimase un po’ interdetto “bene, allora, visto che ci tieni tanto libererò lui e prenderò te”, prima che Misaki potesse ribattere ci fu la cosa con il sole, vide le persone muoversi velocemente e lei si ritrovò con un vestito giallo lungo con dei fiocchetti arancioni qua e là.

Vide di sfuggita una rosa e una sala da pranzo, poi si ritrovò davanti ad una enorme finestra dalla quale poté vedere che Usi con altri uomini dietro stavano cercando di buttare giù la porta, Hinata era al suo fianco, e quando gli uomini riuscirono a sfondare la porta lui la portò con se sul tetto.

Usi in poco tempo riuscì ad arrivare fin lì, vide Hinata che teneva per un braccio Misaki, lui perdendo la ragione tirò fuori una spada iniziando a combattere contro il ragazzo con la criniera da leone.

Misaki poteva solo guardare, si sentiva impotente, quando Hinata stava per perdere il ragazzo prese il braccio della ragazza e la scaraventò addosso ad Usi facendogli perdere l’equilibrio e facendolo cadere sotto dal tetto, nel frattempo l’altro si era tolto la criniera e tentava di baciare Misaki che, con le lacrime agli occhi gli tirò un ceffone facendo cadere anche lui giù dal tetto.

 

Usi guardava la ragazza che si agitava nel sonno, era svenuta e lui l’aveva portata in infermeria, quando dormiva sembrava molto più indifesa di come sembrasse da sveglia.

Misaki aprì timidamente e lentamente gli occhi che si persero dentro il verde di quelli di Usi, “buongiorno president” non gli lasciò neanche finire la frase che gli si lanciò addosso dandogli un bacio, il ragazzo rimase immobile, ora mai facevano coppia fissa è vero ma … era sempre stato lui a baciarla e lei gli dava dell’alieno pervertito, non era mai accaduto il contrario.

Pian piano anche il ragazzo si abbandonò a quel tocco.

Quando si staccarono la ragazza divenne tutta rossa mentre sul volto dell’alieno si dipingeva un sorriso ebete, l’unica cosa che gli disse fu: “svenire ti fa bene Ayuzawa”.

Lei arrossì e Usi avvicinò il suo volto  a quello della ragazza creando un altro contatto tra le loro labbra.

 

 

SPERO CHE VI SIA PIACIUTO, L'HO FATTO IN UN MOMENTO DI FOLLIA. CHE DIRE ... SONO UNA PAZZA! COMUNQUE MI SONO DIVERTITA TROPPO A SCRIVERLA E SPEROCHE VOI VI SIETE DIVERTITI A LEGGERLA. RECENSITE NUMEROSI. UN BACIONE DA CHELINDE!
  
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