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Autore: Zanna Harris    03/08/2012    0 recensioni
–Ci sono cose molto più grandi di noi, cose che ci cambiano la vita, o che ne fanno parte già da prima che questa possa nascere.-
La storia che voglio presentarvi è quella di Dante, figlio del Leggendario Cavaliere Nero, ha votato la sua vita allo sterminio dei demoni per proteggere gli umani e per pura vendetta, facendone un vero e proprio lavoro. Dante ha un carattere tutto particolare come i rapporti che stringe con le persone con cui viene in contatto, soprattutto con le donne del suo passato e del suo presente. Dante si troverà ad affrontare forze demoniache in cerca di vendetta che metteranno a repetaglio l'armonia del mondo mortale e con un'altra forza, molto più potente di qualunque altra lui abbia mai affrontato fin'ora: l'amore. Le vicende narrate e i personaggi prendono spunto dal famoso videogioco "Devil May Cry" e dall'omonimo anime miscelati insieme ma con l'aggiunta di altri personaggi e altri eventi puramente inventati. Tutti abbiamo due identità, ma sta a noi decidere che uso farne.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dante
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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PoW Dante:
Jane! Cosa ti prende!? Calmati! –Jane, stai calma, sono con te… non ti lascerò più sola, ma ora rilassati… ti prego...- Caspita! Però che colpo!Credo mi  rimarrà un bel livido, ma ora basta giocare! Meglio bloccarle anche le gambe così non potrà muoversi.
Finalmente ha smesso di dimenarsi, sembrava in preda ad una crisi di panico… ma che le è preso? Stavamo dormendo! E all’improvviso, senza alcun motivo ha iniziato ad urlare… bene, così almeno so che sta bene, non avevo dubbi a riguardo, dopotutto è una ragazza forte, ma non l’avevo mai vista in quello stato, perché stava reagendo in quel modo? Era viva, non più in pericolo, sana e salva con me al suo fianco. Forse ha avuto una reazione a scoppio ritardato! Ma nella sua voce percepivo rabbia e frustrazione, non paura, solo dolore… erano proprio urla di dolore, ma non credo che  la testa le facesse così male a tal  punto da provocarle quella reazione… ricordo di aver sentito già un suono del genere, così carico di emozioni … quando mia madre morì uccisa, io e Vergil la sentimmo urlare mentre scappavamo via da quell’inferno, erano urla di disperazione, paura, ma non paura di essere uccisa… lei temeva per le nostre vite! La mia e quella di mio fratello… si sacrificò per salvarci e il ricordo di quell’urlo strozzato è ancora vivido nella mia mente, così agghiacciante! Non avevo sentito nulla di comparabile, almeno fino ad ora… Jane non era in lei, era assente, non era lì con me, ma la cosa che mi ha fatto preoccupare maggiormente erano le sue parole, interrotte dai singhiozzi, ma abbastanza comprensibili… chi è morto? Ancora non riesco a capire… Io sono qui con lei, la stringo forte per farle sentire la mia presenza ma lei continuava ad insistere sulla morte di qualcuno… magari stava facendo un incubo, un brutto incubo… ma sembrava sveglia e cosciente.
 Il suo respiro ora è diventato regolare, così come il suo battito cardiaco, non so se stia dormendo o sia sveglia, non riesco a guardarle il volto ma continuo a stringerla forte, la sento vicina non solo fisicamente… oh Jane.. se solo sapessi quanto ti amo, non credevo che un giorno avrei detto una cosa del genere, bhe in realtà lo sto pensando, ma è come se tu mi stia sentendo. Mentre accarezzo i tuoi capelli posso sentire il profumo della tua pelle, fresco, dolce… mi perdo mentre accarezzo con le dita  il tuo collo affusolato, per poi scendere sul braccio e lungo la linea del tuo corpo, adagiata su un fianco mi permetti di percorrere l’intera lunghezza del tuo busto e del  morbido fianco per poi ritornare su, senza fretta, delicatamente faccio scivolare le mie dita sul tuo corpo provocandoti leggeri brividi di piacere, ti sto aiutando a rilassarti e così facendo mi rilasso anch’ io. Non è ancora ora di alzarsi, quindi abbiamo tutto il tempo del mondo… è in queste situazioni che vorrei il tempo smettesse di scorrere inesorabile, penso, che certi momenti dovrebbero durare per sempre senza inutili interruzioni, senza distrazioni, senza la realtà… solo io e te, nel letto, anche solo abbracciati ma abbastanza vicina per completarci. Dio… mi stupisco di quanto io possa essere romantico… dov’è finito il vecchio ME?! Un tempo non credevo avrei provato emozioni del genere, non sono mai stato un tipo… come dire.. sentimentale. Prima mi bastava vivere solo uccidendo demoni, mangiare pizza e fare sesso con una qualunque per sentirmi bene, ma ora è tutto diverso… e devo dire che la mia vita è cambiata in meglio, grazie a te Jane… tu mi hai salvato.
-Jane?- la chiamai sussurrando il suo nome.”
 
PoW Jane:
“Mi chiamò, aveva smesso di accarezzarmi riportandomi alla realtà… ma sentire il suo respiro caldo sul mio collo causandomi la pelle d’oca e dei brividi lungo la schiena mi piaceva ugualmente. Ancora devo realizzare a pieno la situazione, mi sono ripresa momentaneamente dal crollo emotivo di poca prima, ma mi sento ancora a pezzi. Chissà cosa stai pensando in questo momento, Dante… magari che sono pazza,  ma se davvero lo sono, allora tu devi esserlo anche più di me per starmi accanto. Riesco a sentirti, i tuoi pensieri sembrano farsi vivi ora, lo sento che mi stai amando… non m’importa sentirtelo dire, a me basta che me lo dimostri… non so se rivelarti o no cosa è successo, ho paura che tu possa smettere di starmi vicino, sono riuscita a tenertelo nascosto per tutto questo tempo, e non vedo perché proprio ora dovrei dirti che nostro figlio è morto! Già… tuo figlio…. Una piccola creatura stava crescendo in me e ne percepivo  la presenza, l’amore che infondeva già. So che non avrei potuto tenertelo nascosto a lungo ma, non ho avuto neanche il tempo per dirti che saresti diventato padre… Ecco che sento nuovamente le lacrime invadermi gli occhi, mordo con tanta forza le labbra che riesco ad assaporare del sangue, è amaro, acre… mi sto tormentando per l’inquietitudine… ma finalmente ho trovato la forza per voltarmi.
-Dante, io…- non feci in tempo per finire la frase che avevo formulato nella mia mente per spiegarti tutto, che Dante, tu mi baci! La mia bocca serrata si dischiude  nella tua e le mie labbra torturate assaporarono ogni tocco, ogni parte delle tue;  con impeto mi stringi  al petto mentre si faceva largo in me il desiderio di lasciarmi andare, mi stai amando e anche io voglio farlo, ma non mi sono  ancora ripresa del tutto e non posso farmi una cosa del genere… così, a malincuore mi blocco, ormai  eri sopra di me e stavi quasi per sfilarmi la maglia, ma il mio irrigidimento ha bloccato  il tuo  entusiasmo, o meglio l’entusiasmo dei tuoi ormoni e.. del tuo amichetto.
-Scusa Dante, ma non possiamo farlo ora… vedi io devo parlarti ma ciò che sto per dirti è.. complicato, quindi non voglio che possa in qualche modo cambiare qualcosa fra di noi.- a quelle parole Dante si alzò dal mio corpo sostenendosi sulle braccia, è perplesso… l’ho capito dal suo sguardo, ma se questo bastò a farlo preoccupare… figuriamoci come sarà la sua reazione quando gli dirò…”
 
PoW Dante:
“…Ci stavo prendendo gusto e ancora una volta il mio istinto diceva di andare fino in fondo; assaporai le sue lacrime, quel retrogusto di sale si confondeva con quello aspro del suo sangue sulle labbra, vedendola in quello stato, così fragile… non ho potuto fare altro che stringerla fra le mie braccia e baciarla. Ma… perché si è fermata? Le sue parole mi stanno disorientando…
-Cosa c’è Jane? Qualunque cosa tu voglia dirmi non preoccuparti, non ti abbandonerei  mai! Nulla può cambiare ciò che è nato fra noi…- dopo aver pronunciato questa frase, vedo in lei uno sguardo perso, malinconico… così mi scosto e mi metto al suo fianco per lasciarla parlare senza metterla in soggezione, forse quella vicinanza fra noi due non rendeva le cose più facili per lei…”
 
-Dante… non so come dirtelo, così sarò diretta!- Dante si era sistemato al suo fianco, la scrutava attentamente cercando di decifrare le sue emozioni -… ultimamente hai notato che ti ho respinto più volte, ma non perché non ti desiderassi più, è solo che mi faceva male… e anche il mio umore aveva degli alti e bassi…- per Jane era tremendamente difficile spiegare una cosa del genere all’uomo che sarebbe stato il padre di suo figlio o figlia, ma che ora non lo sarebbe più diventato; Dante non apriva bocca, non interferiva col discorso della ragazza, le lasciava tutto il tempo che richiedeva, perché era evidente fosse sotto pressione. –Dante! Quello che voglio dirti è… che io aspetto un figlio!- Dante sgranò gli occhi appena sentì quelle parole, era incredulo, non aveva idea di come ci si dovesse comportare in situazioni del genere, era completamente spalle al muro e non sapeva come affrontare quella rivelazione, ma dentro di sé non era arrabbiato con Jane perché glielo aveva tenuto nascosto fino a quel momento, era solo… sorpreso. –Jane… ma…è una cosa meravigliosa!- non riuscì a pronunciare altro, i suoi occhi si erano illuminati, la bocca spalancata mutò in un sorriso sincero, abbracciò Jane ma il suo stato di eccitazione scomparve appena sentì quest’ultima iniziare a singhiozzare. –Jane… ma, non preoccuparti, io sono felice! Non devi piangere! Non cambierà nulla fra noi, anzi penso di amarti ancora di più! Aspetta cosa sto dicendo: CREDO?! Ne sono sicuro! Così come amerò nostro figlio!- Jane si staccò violentemente da lui, il suo cuore era a pezzi –NO DANTE!- riuscì a dire ansimando, le lacrime la soffocavano come tutta la situazione che si era venuta a creare; Dante abbassò la testa in cerca degli occhi della povera ragazza –Jane, non sei felice forse?- chiese lui ignaro –Sì Dante, lo ero! Ma… questo ora non potrà mia realizzarsi, credo di averlo perso! Non sento più nulla! NULLA! Capisci?!- Jane finì di dire quelle parole e scoppiò in un pianto isterico rannicchiandosi portando le ginocchia al viso, Dante, ancora sconvolto la fissò con un’aria a  metà fra lo sconforto e la rabbia ascoltando ogni singolo lamento, lui non piangeva mai e anche quella volta soffrì in silenzio cullando a sé Jane, le baciò la fronte e la strinse forte come se volesse soffocare quel pianto nel suo cuore.
Rimasero così, immobili nel letto, mentre i raggi di un nuovo giorno facevano capolino dalle persiane della finestra illuminando i loro volti spenti.
   
 
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