Il principe geloso
Vegeta si servì una tazza di
caffé caldo e fumante, e si lasciò cadere sul divano, socchiudendo un attimo gli
occhi. Erano trascorse due settimane dalla fine del Cell Game... Due settimane
in cui lui aveva perso completamente la volontà di combattere. Trascorreva le
sue giornate nella noia più totale, e rimuginava sulla sua vita passata e sul
senso di quella futura.
Terminò di bere il suo caffé e decise di andare a prendere una boccata d'aria.
Fu allora che li vide...
Bulma era intenta in una fitta conversazione con un uomo fermo sull'uscio della
porta d'ingresso. Era un tipo alto, atletico e con due magnetici occhi blu,
vestito elegantemente e dai modi cordiali. Bulma ammiccava e rideva, e Vegeta
pensò che era ormai da parecchio tempo che non la vedeva così contenta.
Si sentì invaso da una gelosia rabbiosa e violenta. Ebbe
l'impressione che i suoi polmoni si fossero ristretti e di aver perso la
capacità di respirare. Strinse i pugni, cacciandosi le unghie nel palmo delle
mani. Fino all'ultimo sperò che si trattasse solo di un suo vecchio e stupido
amico, ma l'espressione seducente che Bulma assumeva quando posava gli occhi su quell'uomo faceva capire che il loro rapporto andava oltre la semplice amicizia.
Anche uno sciocco se ne sarebbe accorto!
Vegeta pensò che forse se ne stava là a fissarli perchè a livello inconscio voleva essere
punito... Era stato uno stupido a lasciare Bulma, ma era stato talmente pieno di
sé dopo aver raggiunto lo stadio di Super Saiyan, da pensare di non aver
più bisogno di nessuno. L'aveva trattata come una palla al piede, e lei non lo
aveva mai perdonato anche se gli aveva concesso di continuare a vivere alla
Capsule Coorporation.
Il dolore che provava all'altezza del cuore si fece insopportabile quando vide
Bulma alzarsi in punta di piedi e baciare quel tizio su una guancia.
"Spero di non interrompere nulla!"
Implacabile, la voce di Vegeta echeggiò nell'atrio come un colpo di cannone.
Bulma si girò di scatto e lo vide, appoggiato con aria indifferente allo stipite
della porta del salotto. La sua mascella rigida e il suo sguardo gelido
rivelavano un profondo disappunto.
"Non si preoccupi. Non ha interrotto nulla... per il momento!" rispose Jeff
Cooper, ed i suoi occhi blu fissarono freddamente quelli di Vegeta. Dunque era quello il
padre sconsiderato e il marito disonorevole di cui aveva tanto sentito parlare!
Jeff Cooper era un dipendente della sezione amministrativa della Capsule
Coorporation, e da sempre aveva una gran cotta per Bulma. Aveva di recente
sentito delle voci sul suo conto e sul fatto che fosse stata messa incinta da un
uomo che poi l'aveva abbandonata senza ritegno.
"Jeff è venuto ad invitarmi ad uscire. Stasera ceniamo insieme." disse Bulma.
Non
sopportava di sentirsi costretta a spiegare la sua vita privata a Vegeta.
Dopotutto non stava facendo niente di sconveniente...
I lineamenti del volto di Vegeta non si ammorbidirono. Non batté nemmeno le
ciglia, e lo sguardo rimase glaciale.
"Bene. Allora me ne vado. A stasera, Bulma... Ci divertiremo!" dichiarò Jeff in tono solenne.
Bulma e Vegeta rimasero a guardarsi in faccia finché sentirono sbattere la porta
di casa.
Bulma era furiosa: l'atteggiamento di Vegeta non aveva giustificazioni!
Con lo sguardo fiammeggiante, lo assalì. "Come osi trattare qualcuno in maniera
così prepotente qui, in casa mia?"
"E' fortunato che non gli ho rotto le ossa del collo. Non mi piace affatto quel tizio!"
Bulma si lasciò sfuggire una risata amara. "A te non piace mai nessuno."
"Ma quello vuole solo sbatterti su di un letto, credimi. Glielo si leggeva in
faccia..."
"Non giudicare gli altri basandoti sui tuoi istinti animali. Non potrebbe essere
attratto da me per altri motivi? Non tutti sono arroganti e superbi come te, e
Jeff è un bravo ragazzo... per quel poco che lo conosco" lo rimbeccò Bulma,
attraversando la stanza come una furia, e salendo le scale per sparire poi dalla
sua vista.
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Vegeta trascorse il resto della
giornata a rodersi il fegato. Non sopportava l'idea che Bulma avesse cominciato
a frequentare altri uomini, ed in un certo senso era sempre stato convinto che
lei fosse ancora innamorata di lui.
Decise di andare a parlarle e percorse il corridoio fino a raggiungere la sua
camera. Ma quando la intravide intenta a prepararsi per la serata, rimase
impietrito e indeciso sul da farsi. Notò che Bulma era chinata a scegliere la
biancheria intima e al pensiero che probabilmente
lei avrebbe voluto fare del sesso con quel Jeff, Vegeta si sentì salire la bile in
gola.
Non poteva permetterglielo! Doveva agire!
Un'ora dopo Vegeta uscì in giardino, in attesa di Jeff.
Lo vide arrivare nella sua auto sportiva rosso fiammante, e non riuscì a
trattenere una smorfia di disgusto per il modo in cui si era conciato. Era un
vero damerino, con la sua cravatta variopinta ed i capelli laccati tirati
all'indietro.
"Sono venuto a prendere Bulma. E' pronta?"
Vegeta cercò di non respirare il profumo esagerato del suo dopobarba, e replicò
"Bulma non può uscire. Stanotte ha da fare... con me!"
Jeff sbatté con forza la porta della propria auto, e con tono intimidatorio gli
disse "Solo perchè sei un ammasso di muscoli non pensare di farmi paura. Ti
assicuro che sono molto più forte di quello che sembro, e non esiterò un istante
a metterti le mani addosso se non mi lasci passare. Bulma uscirà con me,
stanotte, e sarà con me che se la spasserà..."
Vegeta non riuscì a trattenere una risata di scherno. "Vedi quell'albero
laggiù?"
Jeff si voltò a guardare il punto indicato da Vegeta, e rimase di stucco quando
vide una sfera di luce colpire l'albero e ridurlo in cenere. Impallidendo,
l'uomo indietreggiò contro l'automobile.
"Importuna ancora la mia compagna, e sarai tu il mio prossimo bersaglio!"
Le minacce di Vegeta sortirono il loro effetto, perchè in meno di un minuto di
Jeff, della sua auto e dell'odore insopportabile che emanava, non vi era più
alcuna traccia.
Bulma attese il suo cavaliere
fino alle 11 di sera, seduta su di un gradino della scala.
"Non capisco... Perchè tarda così tanto ad arrivare?" domandò a voce alta,
fissando l'orologio.
"Forse ti ha scaricato!" la canzonò una voce alle sue spalle. Bulma si alzò di
scatto e si voltò verso un Vegeta ghignante e soddisfatto.
Lui la guardò, estasiato dalla sua bellezza. L'abito blu di seta le aderiva
strettamente al corpo, mettendo in risalto i fianchi carnosi, e attraverso il
top beige poteva vedere i suoi seni pieni, dalle punte di corallo.
"Vedrai che arriverà. Magari ha avuto un contrattempo e ha dovuto ritardare. Ma
arriverà..." mormorò Bulma, quasi cercando ci convincere se stessa che non
Vegeta.
Rimasero in silenzio per qualche minuto.
"Sai, oggi mi hai dato l'impressione di essere Geloso" gli disse Bulma, con una
luce divertita nello sguardo.
*Sì, sono follemente geloso!* avrebbe voluto gridargli lui. E invece si limitò a
dire, in tono distaccato. "Geloso? Certo che no!"
"Bene. Perchè non sarebbe giusto, dato che non stiamo più insieme. Credo che noi due dovremmo... dovremmo seguire le nostre strade e fare
quello... quello che vogliamo fare!"
Vegeta le andò vicino. "Credo che tu abbia assolutamente ragione." Si fermò
proprio davanti a lei. "Ritengo anch'io che
ognuno di noi debba seguire il proprio cammino e fare ciò che desidera. E in
questo preciso istante io voglio baciarti!"
"NO!" protestò Bulma, prima che
lui le coprisse le labbra con le sue. Tenendola ferma contro di sé, premette la
bocca sulle sue labbra serrate fino a farle dischiudere. La sua lingua riuscì a farsi
strada, esplorando la bocca di Bulma. Vegeta si mise poi a baciarle il collo.
"Ti piace?" le chiese con voce roca, e lei si lasciò sfuggire un gemito. Fin dall'inizio della loro relazione lei si era sempre sentita attratta dalla sua dirompente sensualità e dalla virilità
che lui emanava. Bulma si
accorse che ormai stava per cedere. Fermezza e determinazione si erano sciolte
immediatamente con le
carezze di Vegeta. Il suo corpo la tradiva, reagendo in maniera così evidente. E
invece no, non poteva lasciarsi andare!
Lei stava soffrendo per la propria debolezza, ma a Vegeta non
interessava affatto: a lui premeva solo ottenere tutto ciò che voleva.
Raccogliendo ogni briciola di forza che le era rimasta, Bulma lo allontanò da sé.
"Lasciami! Non mi piace! Io sono
soltanto una puttana con cui hai trascorso il tempo libero, ricordi? A te non
interessa nulla di me e del mio stupido moccioso mezzosangue. Ricordi anche
questo? Il modo in cui mi hai trattata io non lo posso dimenticare. Non
basteranno mille di queste carezze e attenzioni per farti perdonare!"
"Ottimo discorso e splendida recitazione. Ma non funziona. Tu mi desideri
ancora" disse Vegeta, con una voce insolitamente calma e pacata.
Bulma provò il desiderio
irrefrenabile di scappare di corsa e allontanarsi il più possibile da quegli
occhi scuri e quella bocca sensuale. *Perchè diavolo mi sono innamorata di lui?*
si chiese, furibonda con sé stessa.
Fece per allontanarsi su per le scale, e
Vegeta imprecò sottovoce. Ogni parte del suo corpo manifestava
l'intensa agitazione di cui era preda. "Non andartene. Devo parlarti!"
Lei non si arrestò, e Vegeta si affrettò a seguirla, e
la colse di sorpresa afferrandola bruscamente per un braccio.
"Lasciami andare" ringhiò lei, cercando di liberarsi.
"Nient'affatto! Mi devi ascoltare, perchè probabilmente non troverò mai più
la forza di dirti quello che sto per dire..."
"Non mi interessa!"
Vegeta le stava stringendo il
braccio così forte da farle male e, sentendo quelle parole, strinse ancora di
più.
"Mi stai facendo male. Ti dispiacerebbe lasciarmi il braccio?" Lo sguardo
di Bulma era deciso e non rivelava il tormento che la stava divorando. Vegeta la
mollò, e lei si sfregò la parte dolorante, cercando di riattivare la
circolazione.
"Non vuoi lasciarmi nemmeno un
briciolo di orgoglio o di stima di me stessa, vero?" gli chiese Bulma, con voce
strozzata.
"Ho perso Kakaroth. E tu sai cosa
significasse per me."
Bulma spalancò gli occhi: non lo aveva mai sentito esprimersi in tono così amaro.
"Non perderò anche te" dichiarò Vegeta, afferrandola per la vita. Lei si lasciò
attirare contro di lui, priva di qualunque volontà. Vegeta le accarezzò la
schiena, continuando a fissarla negli occhi. Poi si chinò a baciarla, e stavolta
fu un bacio privo di violenza, e pieno di un sentimento troppo a lungo
rinnegato. Quando Vegeta sollevò finalmente la testa, Bulma era senza fiato,
stordita e vacillante.
"Se ti rivedo con un altro uomo, ti uccido..." aggiunse Vegeta prima di girarsi
e andarsene in camera sua, sbattendosi la porta alle spalle.
THE END