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Autore: AthenaSkorpion    05/08/2012    1 recensioni
Un generoso bambino desidera che tutti possano esprimere un desiderio. Povero sciocco.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un essere splendente. Enormi ali dai colori cangianti dominavano l'intera visuale e al centro vi era solo quell'essere splendente.
Ciò poteva accadere solo nelle favole, eppure, spolverando in camera, quel ragazzino aveva inavvertitamente strofinato l'abat-jour appesa accanto al suo letto.
Inizialmente non aveva prestato attenzione, troppo intento a trovare la giusta vendetta per quelle pulizie forzate, poi però si era fatto buio e a quel buio era seguita una luce accecante.
Un essere splendente, ecco l'unico modo per descriverlo. Un angelo. O un genio della lampada.
- Ragazzino, ce ne hai messo di tempo...-disse quest'ultimo stiracchiandosi e ampliando ancor di più l'apertura alare. Il giovanotto non temeva affatto quello straniero, anzi, lo osservava ammirato e divertito.
- Accidenti, no! Mi sono venuti i capelli bianchi dall'ultima volta!-gridò il genio guardandosi allo specchio. I tratti del suo volto cambiavano al passo con il colore delle ali e degli occhi e delle labbra femminee lasciavano il posto e duri lineamenti da culturista.
- Dunque, mi hai liberato. Hai diritto a tre desideri e sii attento, perché all'ultima parola del tuo desiderio non mi vedrai mai più e non avrai diritto al rimborso.
Il bambino aveva capito solamente di poter esprimere tre desideri, quindi si affrettò a formularli.
- Voglio saper volare!
Il genio lo guardò bonario e disse:-Non sapevo che durante il mio sonno l'evoluzione umana si fosse fermata... avanti, agita le tue nuove ali.
Il bambino guardò la schiena e vide due ali da pipistrello, nere e pelose. Gridò con quanto fiato aveva in gola.
- Non le volevo così!
- Sii chiaro, allora. Hai due desideri e, se non vuoi brutte sorprese, usa le migliori e più dettagliate parole che trovi nella tua testolina. Mmmh, quanto mi diverto quando ho a che fare coi bambini...
Il giovane si lambiccò il cervello, poi disse:- Voglio una Ferrari rossa, con i finestrini neri, tante luci e che ringhi.
Il genio fece una risatina e fece apparire una Ferrari sporopositata nella cameretta, che fu messa a soqquadro.
- Non la volevo qui!
Il genio a quel punto semplicemente si chinò in due dalle risate. Il bambino incrociò le braccia e mise il broncio. Il genio quasi ne fu impietosito e disse:- Va bene, va bene, non rido più. Ma stai attento al tuo ultimo desiderio.
Il bimbo lavorò di meningi e alla fine sembrò piuttosto soddisfatto. Era un bimbo molto generoso e riteneva che se non era riuscito a ricavare nulla di buono per sé, tanto valeva far del bene agli altri.
- Desidero che tutti, in questo momento, possano aver esaudito un proprio desiderio!
Il sorrisetto del genio disparve più veloce della luce. Si portò le mani alla bocca.
- Ragazzino, non hai idea di cosa hai fatto.
 
Un uomo si guardò intorno allibito. Grattacieli pendevano retti dalla sola forza delle fondamenta di metallo, che ormai rischiavano il collasso. Strade sferzate da venti gelidi alternati a correnti torride e il cui asfalto era attraversato da crepe da Grand Canyon, cavi telefonici che sprizzavano scintille e continue esplosioni per perdite di gas.
- Occhio!
Un'intera torma di uomini armati in corsa lo colpì violentemente fino a farlo cadere. Uno del gruppo lo aiutò a rialzarsi.
- Sbrigati, vieni con noi o sarai ucciso!
Si spolverò gli abiti ancora intontito.
- Cosa diavolo è successo?
- Questa non la berrai mai... Un ragazzino ha espresso il desiderio che tutti potessero esprimerne uno a loro volta. Chi ha voluto vincere alla lotteria, causando migliaia di lotte di quartiere, America, Russia e Cina sono state spazzate via dal pianeta, i satelliti non le ricevono più. Gli animalisti hanno fatto uscire gli animali imprigionati e molti ricercatori ora soffrono le pene delle cavie. Ora quel bambino è il re incontrastato del mondo, tale è stato il suo ultimo desiderio.
L'uomo, che si era svegliato in tarda mattina, perse improvvisamente tutto il sonno che aveva.
- Cosa è successo? E come si chiama il bambino?
- Il suo nome è Jonathan Anther.
- Ma è mio figlio...-disse tra sé e sé. L'altro non ci fece caso e continuò.
- Non sai la cosa peggiore.
- Cosa c'è di peggio? Mutanti?
- Anche quelli, ma no, non è quella la cosa peggiore. La cosa peggiore è che la maggior parte delle vittime, prima che tutto ciò accadesse, è morta suicida. 

Ecco un bella dose del mio disfattismo, tutta per voi.
   
 
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