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Autore: bacinaru    06/08/2012    2 recensioni
"Castiel era sempre stato un angelo curioso, cosa per cui era stato spesso deriso in Paradiso. La sua curiosità aveva il gusto dell’innocenza e qualche volta, pur osservando le cose, Castiel non riusciva a capire. In Paradiso non gli era stato permesso fare domande, mettere in dubbio un’azione o esprimere una propria opinione. Così, tutte le piccole curiosità che Castiel aveva accumulato nel tempo, le teneva nascoste in un angolino profondo della sua mente. Ora però era caduto e in Terra non gli era proibito esprimersi così come in Cielo. Sebbene Dean apparisse spesso infastidito dalle sue domande, Sam era sempre ben disposto ad accontentare la sua curiosità."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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Titolo: What I have is a memory in my pocket.
Fandom: Supernatural
Personaggio: Castiel, Sam
Rating: Giallo.
Avvertimenti: Oneshot
Set/Prompt: Armi - Coltello
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Note: La storia si svolge nella 5x22, poco prima che Sam dica di sì a Lucifer =) Buona lettura!
Tabella:
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Castiel era sempre stato un angelo curioso, cosa per cui era stato spesso deriso in Paradiso. La sua curiosità aveva il gusto dell’innocenza e qualche volta, pur osservando le cose, Castiel non riusciva a capire. In Paradiso non gli era stato permesso fare domande, mettere in dubbio un’azione o esprimere una propria opinione. Così, tutte le piccole curiosità che Castiel aveva accumulato nel tempo, le teneva nascoste in un angolino profondo della sua mente. Ora però era caduto e in Terra non gli era proibito esprimersi così come in Cielo. Sebbene Dean apparisse spesso infastidito dalle sue domande, Sam era sempre ben disposto ad accontentare la sua curiosità.
“Sam, cosa stai facendo?”
Aveva trovato il più giovane dei Winchester nella soffitta di Bobby. Seduto su una vecchia cassa di legno, reggeva in mano un coltello a serramanico. L’oggetto era di piccole dimensioni, molto vecchio anche, a giudicare dai numerosi graffi che ne percuotevano il manico e dalla punta smussata della lama. Era inutile. Tuttavia, Sam lo teneva tra le mani con estrema delicatezza, come se avesse raccolto da terra un pezzo di cielo.
Castiel non capiva. Perché tenere qualcosa di cui non puoi usufruire quando qualcos’altro di simile è facilmente a portata di mano?
Alla sua domanda, Sam alzò gli occhi da dove li aveva tenuti fissi sulla lama argentata e gli diede un piccolo sorriso.
Questa era un’altra di quelle tante cose che Castiel non capiva, come gli umani sorridessero spesso, anche quando non vi era nulla per cui sorridere.
Quella notte stessa sarebbero andati incontro al Diavolo. Quella notte stessa, Sam avrebbe detto “Sì”. Quella notte, comunque andassero le cose, Sam se ne sarebbe andato per sempre. Castiel non vi trovava nulla di cui essere felice.
Sam si alzò, sempre quel sorriso gentile che spiccava sulle labbra.
“Niente, pensavo.” Gli rispose, ripiegando la lama del coltello nel manico di legno.
Castiel attese di vederlo buttare il piccolo oggetto tra le cose che riempivano confusamente la stanza, ma Sam continuò a tenere il coltello tra le mani, strofinando inconsciamente il legno con il pollice della mano destra.
“Perché lo tieni ancora?” Castiel non resistette a porgli quella domanda, con un cipiglio curioso che gli corrugava la fronte.
Sam spalancò un po’ gli occhi dalla sorpresa, per poi rilassarsi e lasciar posto a un sorriso più grande e un po’ più triste.
“Ha... una sorta di valore affettivo. E’ un regalo. Di mio padre.” Gli raccontò, con gli occhi sfocati fissi in lontananza, mentre la sua mente viaggiava attraverso ricordi lontani. Quando tornò a concentrarsi su Castiel, c’era un po’ d’acqua distillata nascosta nelle iridi chiare.
Castiel pensò a quello che una volta gli disse Dean, sul capire quando smettere di parlare. Eppure lui voleva sapere, perché adesso era umano e se doveva vivere in quello stato, voleva imparare a comportarsi come tale.
“Non capisco. E’ solo un vecchio coltello.” Come poteva qualcosa di così vecchio e inutile legare Sam a suo padre? Quel coltello non lo avrebbe di certo riportato in vita, né avrebbe potuto uccidere la creatura che aveva assassinato John Winchester.
Sam si morse un labbro, corrugando la fronte, mentre cercava le parole giuste per spiegargli qualcosa che gli sembrava tanto complicato.
“E’ un ricordo, Cass. E’ come un frammento del mio passato. Quando lo guardo, ricordo il giorno che mio padre me lo diede”.
Un altro sorriso, questa volta dal sapore nostalgico.
“Sai, me lo regalò come premio per aver ucciso il mio primo mostro. Era raro vedere papà così contento a quel tempo”.
Castiel sentì qualcosa vorticargli nello stomaco. Provava empatia per ciò che era accaduto a John Winchester. Gli sarebbe piaciuto conoscerlo.
Sam sembrava perso nei suoi ricordi e rimase in silenzio per un po’. Castiel non osò rompere la quieta che li circondava. Era piacevole e aveva il sapore di casa, l’affetto di una famiglia.
Quando Sam continuò a parlare, Castiel sussultò appena, strappato all’improvviso dai suoi pensieri.
“L’ho sempre portato con me. Non penso, però, che possa portarlo laggiù, vero? Mi dispiacerebbe, se andasse perduto”.
Sam lo guardò per qualche attimo indeciso, prima di avvicinarglisi e porgergli il coltello.
“Lo terresti per me?” Gli chiese, un po’ nervoso e forse imbarazzato, a giudicare dal lieve rossore delle sue gote.
Castiel socchiuse le labbra per la sorpresa, non sapendo bene cosa fare o dire. Non riusciva a capire perché Sam gli stesse consegnando un oggetto che sembrava considerare così importante. Fece un piccolo passo all’indietro, senza accorgersene.
“Non dovresti… darlo a Dean?” Chiese dubbioso, nel tentativo di elaborare le informazioni e trovare una spiegazione a quel gesto.
Sam scosse la testa, la mano con il coltello ancora protesa in avanti.
“Dean non è proprio… diciamo che non è il tipo per queste cose. E poi lui ha tanto di me per ricordarmi. Tu puoi tenere questo”.
“Non potrei mai dimenticarti, Sam” Castiel gli disse serio, perché era una piccola verità di cui era certo fino in fondo all’anima. Non poteva dimenticarlo, non dopo quello che avevano passato insieme, lui, Dean e Sam.
Il giovane si lasciò sfuggire un piccolo sbuffo divertito.
“Andiamo, Cass. Prendilo e basta.”
Castiel esitò ancora, ma poi si arrese e tolse dalle mani quell’oggetto tanto importante. Quando le sue dita sfiorarono quelle di Sam, Castiel poté quasi percepire un pezzo dell’anima del giovane scivolare nella struttura di quel coltello. Il manico era caldo e confortevole. Sam aveva gli occhi un po’ più lucidi e la sua anima fremeva. Temeva il suo destino, temeva la morte, ma Castiel sapeva che non si sarebbe tirato indietro, perché sacrificarsi per assolvere i propri peccati era stata una sua scelta.
“Grazie, Sam”.
Il ragazzo annuì, senza guardarlo. Gli diede una pacca sulle spalle e uscì dalla stanza.
Castiel guardò il coltello tra le mani, prima di custodirlo con cura in una tasca del trench.
“Non ti dimenticherò, Sam Winchester”.

  
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