Libri > Notre Dame de Paris
Segui la storia  |       
Autore: soel95    08/08/2012    1 recensioni
E se in seguito ad un incidente, i sentimenti che Esmeralda prova per Phoebus cambiassero...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claude Frollo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una piacevole serata di inizio primavera; gradualmente le strade di Parigi si stavano svuotando mentre le taverne si riempivano. Una piccola ed aggraziata figura si muoveva con passo svelto e sicuro attraverso quei cunicoli che avrebbero ricondotto la ragazza dalla piazza sino alla propria abitazione ai confini della città; ripensava alla giornata appena trascorsa e si compiaceva di come la sua danza attirasse sempre molti spettatori permettendole, nonostante tutto, un’esistenza decorosa quando… all’incrocio di una via, scorse tre figure incappucciate dirigersi con passo deciso verso di lei. Un moto d’ansia la invase e sebbene desiderasse allontanarsi all’istante da quelle ombre che la braccavano, si accorse di essere inspiegabilmente inchiodata al suolo, si sentiva paralizzata in ogni fibra del suo essere non riuscendo a muovere un singolo passo nella direzione opposta a quella dei suoi assalitori.
 
Quando coloro che la giovane ingenuamente non riusciva a considerare dissimili a spettri le si stagliarono definitivamente dinnanzi, al bagliore argenteo della luna piena riuscì a scorgere, sotto una di quelle cappe nere, lo stesso volto che nei giorni precedenti  le aveva fatto battere forte il cuore: quello di Phoebus de Chateapers; per un istante che le parve interminabile credette di  non aver mai corso, in realtà, alcun tipo di pericolo e che l’uomo volesse unicamente rincontrarla poiché gli stessi sentimenti che erano nati in lei, anch’egli li nutriva. Ma quell’assurda fantasia venne portata via da una brezza fredda, ultimo residuo di un inverno appena concluso, mentre si accorgeva degli sguardi lascivi che i tre le rivolgevano.
 
-Piccola Esmeralda…- cominciò il capitano degli arcieri del re con un timbro di voce falsamente rassicurante -… questo pomeriggio avete danzato divinamente, i vostri capelli incorniciati dal sole apparivano come oro puro… non vi andrebbe di farci compagnia? Sapete… le ronde notturne sono di una monotonia esasperante e raramente noi poveri soldati abbiamo la possibilità di imbatterci in qualche graziosa fanciulla…- le mani dell’uomo si muovevano pericolosamente sul il volto della giovane per scendere poi lungo la linea del collo e delle spalle mentre pronunciava queste parole; la danzatrice non riusciva ad emettere un singolo suono accorgendosi che la persona che le stava di fronte nulla aveva dell’appassionato soldato, eccetto l’aspetto.
 
Nell’istante in cui l’afferrò per gli esili polsi si riscosse da quello stato di torpore nel quale era scivolata e provando a liberarsi, opponeva resistenza a coloro la stavano conducendo via, sebbene con scarsi risultati vista la differente prestanza fisica; non era riuscita ad evitare che la trascinassero in un angusto vicolo chiuso inchiodandola pericolosamente al muro di un’abitazione… era oramai consapevole che Phoebus non era che mosso da un brutale istinto animale e che pur di soddisfarlo non avrebbe esitato a violarla in quello stesso luogo, in compagnia dei due commilitoni. Esmeralda percepiva le loro mani che vagavano insaziabili per tuto il proprio corpo mentre i lacci del corpetto venivano rapidamente slacciati concedendo loro la vista dei propri seni che vennero immediatamente riempiti con baci lussuriosi ; lente lacrime cristalline iniziarono a sgorgarle dagli occhi mentre, oramai rassegnata al proprio destino, attendava che quell’orribile incubo giungesse a termine quando improvvisamente… udì il suono prodotto da violenti colpi che si scontravano con qualcosa ed il gravoso peso che sino a prima ‘aveva sovrastata, scomparire.
 
Facendosi coraggio, decise di aprire lentamente gli occhi ma quello che vide la lasciò quantomeno perplessa… scorse un’imponente figura nascosta da un ampio mantello nero che la osservava con un’intensità mai sperimentata mentre i tre uomini che precedentemente l’avevano aggredita, riversi a terra privi di sensi; vide quell’uomo misterioso avvicinarsi e solo allora si rammentò di avere il busto scoperto così, in un gesto di pudore, tentò di coprirsi come poteva non accorgendosi che quell’individuo che l’aveva salvata, abbassatosi alla sua altezza, dopo averle lievemente sussurrato qualcosa all’orecchio, le inferse un colpo alla nuca… l’ultima cosa chi vide prima di essere avvolta dal buio furono le forti braccia di quell’uomo sorreggerla impedendole di toccare terra.
 
 
 
 
Da quel fatidico giorno in cui per la prima volta la scorse dalla finestra della sua camera, il dolce volto della gitana gli era prepotentemente penetrato nel cuore  costringendolo, sempre più di frequente, ad uscire dalle mura della cattedrale per rivederla. Quel giorno era rimasto ad osservarla danzare tutto il tempo, da mezzogiorno sino al tramonto… eppure non si sentiva ancora sazio di lei; per questo motivo decise di seguirla furtivamente.
 
Voleva poter gustare ancora quella figura aggraziata che si muoveva sinuosamente come una libellula… voleva poter ascoltare ancora quella voce cristallina che innumerevoli volte lo avevano privato del sonno. Prestando attenzione a non essere scorto, iniziò ad andarle dietro rimanendo tuttavia a debita distanza… era una beatitudine per i suoi occhi osservarla camminare con aria spensierata attraverso quei cunicoli che conducevano alla zona più esterna della città. Dopo un tempo che gli era parso interminabile, aveva appurato che era il caso di rientrare al chiostro poiché non era conveniente che l’arcidiacono si assentasse dalle proprie mansioni per un lasso di tempo così considerevole sebbene in cuor suo desiderasse poter rimanere ad osservarla ancora per lungo tempo; era in procinto di compiere il primo passo che l’avrebbe allontanato dalla ragazza quando si avvide di tre figure, sicuramente tre uomini data la costituzione, che si stavano minacciosamente avvicinando ad Esmeralda.
 
Una forte preoccupazione lo invase al pensiero che quegli individui potessero, ma soprattutto, volessero fare del male alla creatura che era diventata la sua ragione di vita; decise pertanto di rimanere acquattato nell’ombra per osservare l’evolversi degli eventi ed essere in grado di intervenire  nel caso ve ne fosse stato bisogno.
 
Non aveva dovuto attendere molto prima che le reali intenzioni degli aggressori diventassero palesi ma aveva tentato di mantenere il controllo convincendosi che la ragazza potesse essere in grado di liberarsi da sola da coloro che la opprimevano… ma nell’istante in cui vide i legacci che mantenevano l’abito chiuso, venire rapidamente slegati, un’incredibile quantità di sangue affluì al suo cervello e mosso da un’ira che prima d’ora non gli era mai appartenuta, si scagliò contro coloro che volevano profanare un così grazioso fiore colpendoli ripetutamente, fintanto che questi non si accasciarono a terra. Aveva picchiato così forte da farsi male alle nocche delle mani che avevano iniziato a sanguinare… ma era un dolore del quale non si curava pervaso com’era da tanto furore… rabbia che non aveva fatto altro che aumentare vertiginosamente  non appena si rese conto che la mente dell’intera aggressione, altri non era che il capitano Phoebus, reso riconoscibile dalla privazione del mantello, il cui compito era quello di proteggere gli abitanti di Parigi e non certo quello di aggredirne le fanciulle.
 
Davanti ai suoi occhi ora si stagliava la figura rannicchiata contro una parete e tremante di paure di Esmeralda che attendeva ancora la fine di quella spiacevole avventura… la osservava attentamente  come se non riuscisse a distoglierne lo sguardo, saziandosi di quel corpo scoperto che tuttavia presentava i segni del precedente incontro e che riaccendevano in lui la rabbia… solo quando finalmente riprese a respirare ed il suo cervello a pensare in modo sensato, cercò una soluzione attuabile per mettere la parola fine a quella vicenda.
 
Naturalmente non poteva abbandonarla in quella strada, ma non poteva neanche accompagnarla a casa poiché non era a conoscenza dell’ubicazione  dove risiedevano gli zingari… l’unica alternativa valida sarebbe stata quella di condurla con se a Notre-Dame ma se qualcuno lo avesse scorto… come avrebbe potuto giustificare di essere accompagnato da una ragazza mezza svestita nel pieno della notte?... ricacciò prontamente  indietro questi dubbi dopo aver appurato che non poteva che comportarsi così. In seguito all’esperienza che aveva appena vissuto era però anche consapevole che mai avrebbe accettato di seguire uno sconosciuto… e solo per questo decise di facilitarsi il compito facendole perdere conoscenza; quando fu inerme tra le sue braccia, un improvviso calore si impossessò del suo corpo ma ricacciando indietro il desiderio di farla sua, si concesse solo una lieve carezza ed un castissimo bacio alla base del collo, dove l’aveva colpita.
 
Vincendo i propri desideri nei suoi confronti le ricompose velocemente i vestiti, non senza un rilevante nodo alla gola che lo opprimeva, e presala dolcemente tra le braccia si diresse con passo sicuro verso la cattedrale… chi avesse osservato la figura dell’arcidiacono in quel momento, mai avrebbe sospettato che quell’uomo sempre freddo e misurato stesse stringendo a se il corpo di una giovane donna come se si trattasse di una reliquia data la fierezza del suo portamento… portamento che non sembrava affatto gravato dal peso di una seconda persona.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Notre Dame de Paris / Vai alla pagina dell'autore: soel95