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Autore: Willow Black    09/08/2012    3 recensioni
[Capitolo 44, manga]
E se Kim, invece di scappare assieme a Jacqueline, fosse rimasta alla Shibusen?
E se Shinigami avesse decretato che era meglio allontanare la ragazza da Death City per un po’ di tempo?
Dal testo:
"-Kim, sai dirmi cos’è una weapon senza il proprio meister?-"
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jacqueline O. Lantern Dupré, Kim
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Alla mia Baka,
che ha sopportato i miei lunghi scleri su Soul Eater
e che probabilmente non leggerà mai questa storia.
Ti voglio bene.

 



 

Partenza obbligatoria
 

 
 


Le ruote del trolley blu scuro avanzavano con difficoltà sotto il peso che erano costrette a trasportare, incastrandosi a volte fra le piastrelle sconnesse e irregolari della stazione.
La ragazza dai corti capelli rosa, strattonando per l’ennesima volta la valigia che si portava appresso, si chiese quanto sarebbe costato sistemare l’intera pavimentazione nera e bianca e, osservando la grandezza della stazione ferroviaria di Death City, si disse che di qualunque somma si fosse trattata, doveva essere molto elevata.
Scosse le spalle, riportando l’attenzione sul biglietto spiegazzato che teneva in mano e ricontrollando il numero del binario che le avrebbe permesso di allontanarsi dalla città per quell’arco di tempo che Shinigami aveva ritenuto necessario per sistemare alcune faccende.
La verità era che lei, Kim Diehl, non era riuscita a tenere celata la sua vera natura e il Sommo, pur essendosi dimostrato incline a non espellerla dalla scuola, non poteva certo influenzare con la sua decisione un’intera città: la notizia di una strega alla Shibusen si sarebbe divulgata in pochi giorni e non avrebbe contribuito in modo positivo alla paura che serpeggiava fra gli animi dei cittadini, dovuta all’avanzata sempre più frenetica della follia.
La giovane si rimise in marcia, cacciando il biglietto in una tasca della giacca e facendosi spazio fra la folla che, oltre ad essere d’intralcio, le impediva anche di leggere chiaramente il numero dei binari.
Aveva sempre fatto delle ipotesi su una decisione dalle conseguenze più drastiche, per questo quando le era stato comunicato che doveva andarsene da Death City solo per qualche mese, tempo necessario per far calmare le acque, si era sentita rincuorata.
E allora perché, mentre avanzava nella stazione, si sentiva vuota, come se qualcuno le avesse cancellato il significato della felicità dalla mente?
Non ho svuotato il salvadanaio prima di partire!, si disse per dare una motivazione a quel malessere, ma non era mai stata capace a mentire. Non a se stessa.
Alzò lo sguardo e i suoi occhi verdi incrociarono un cartello bianco su cui era stata stampata, a grandi caratteri neri, la scritta BINARIO 3.
Si concesse un breve sospiro di sollievo e, in prossimità delle porte spalancate del treno, si fermò, gettando una rapida occhiata attorno, nella speranza di incrociare qualche viso noto.
-Che stupida- mormorò a mezza voce, dischiudendo appena le labbra e abbassando il capo, amareggiata.
Era ovvio che non ci fosse nessuno a salutarla dato che non aveva mai specificato il binario dove avrebbe preso il treno.
Non l’avrebbe mai ammesso apertamente, però i suoi amici le sarebbero mancati da morire, in quel periodo di lontananza. Avrebbe sentito la mancanza perfino di quel fastidioso e appiccicoso di un Ox che per tutta la mattinata non aveva fatto altro che ronzarle attorno, come un’ape fa con un fiore.
Ma più di tutti le sarebbe mancata Jacqueline.
Lei era stata la prima ad essere venuta a conoscenza del suo segreto, ma invece di inorridire o scappare, era rimasta al suo fianco, accettando di diventare la sua weapon e promettendo di non fare parola con nessuno della sua vera natura.
E da quel fatidico giorno la mora era diventata qualcosa di più che una semplice arma per Kim: Jacqueline era diventata un’affidata alleata, un’amica preziosa. Quella stessa amica che era divenuta d’un tratto silenziosa e distaccata, non appena le era stata comunicata la partenza singola della shoukin. Probabilmente aveva creduto di accompagnarla nel suo viaggio e per questo motivo non doveva averla presa molto bene.
La ragazza stava per posare il piede sul primo gradino, pronta a sollevare il trolley, quando una voce attirò la sua attenzione, risuonando sopra al trambusto della stazione. Si voltò, sicura di essersela immaginata all’interno della sua mente.
-KIM!- chiamò in modo più chiaro la medesima voce, mentre una ragazza dai lunghi capelli scuri saltellava fra la folla sia per farsi notare dalla diretta interessata e sia per riuscire ad aprirsi un varco fra quei corpi.
Sulle labbra della rosa spuntò involontariamente un sorriso che le illuminò l’intero volto.
Jacqueline, perché era di lei che si trattava, riuscì finalmente a raggiungerla e, prima che la rosa potesse dire qualcosa, le allungò una scatola di metallo, ansimando:
-Hai dimenticato di svuotare il salvadanaio-
-Oh, grazie- disse Kim, afferrando l’oggetto e chiedendosi se l’amica avesse corso a perdifiato solamente per quello.
-Come sapevi il binario a cui mi sarei recata?- domandò, curiosa.
-Ho chiesto a Shinigami-sama-
Uno strano silenzio calò fra le due ragazze. Kim era troppo felice per riuscire a dire qualcosa di sensato e Jacqueline sembrava essere quasi in imbarazzo. Sì, la fredda e controllata Jacqueline pareva per la prima volta nervosa.
-E così hai deciso proprio di partire- fece la mora, facendo scivolare lo sguardo sulla valigia.
-Jackie sai che non ho alternativa! Hanno già avvertito mia zia e lei ha acconsentito nell’ospitarmi da lei- rispose pronta la rosa.
-E non sai ancora con precisione quando tornerai?-
-Hanno detto che è questione di mesi, ma per quanto ne so potrebbe passare un anno. Questo non ha rilevanza, se…-
-Ha importanza per me!- esclamò Jacqueline, interrompendo Kim a metà frase, e alzando il capo, rivelando un paio di occhi lucidi.
-Kim, sai dirmi cos’è una weapon senza il proprio meister?- continuò poi, tornando seria e facendo rimanere di stucco l’altra dinnanzi a quella domanda.
-Te lo dico io. Non è niente! È come se…-
Questa volta fu il turno di Kim di interromperla, che, ripresasi da quell’attimo di stupore,  si gettò in avanti, abbracciandola con impeto.
-Ah, stupida, stupida, stupida Jacqueline! Pensi che io me ne stia andando così, a cuor leggero!? Non hai nemmeno la minima idea di quanto mi mancherai!- buttò fuori d’un fiato, senza fermarsi un attimo.
L’altra ragazza ricambiò l’abbraccio con altrettanta forza e rimasero qualche secondo immobili in quella stretta, in un silenzio che valeva più di qualsiasi parola d’addio. E sarebbero rimaste così ancora più a lungo, come per colmare quei giorni che avrebbero trascorso lontane l’una dall’altra, se una voce elettronica non avesse annunciato la partenza del treno.
-Devo andare- disse semplicemente Kim, sciogliendo l’abbraccio.
-Ehi, non azzardarti a rimpiazzarmi- fece la mora in tono scherzoso.
-E tu non provare a cercarti un altro meister durante la mia assenza- ribatté la giovane strega, salendo sul treno e issando sopra i gradini il pesante trolley.
-Jacqueline, appena torno vorrei tanto andare a vedere di nuovo le stelle così vicino da credere di poterle sfiorare- ammise sorridendo, prima che le porte si chiusero definitivamente.
Oltre il vetro, vide la ragazza annuire con un radioso sorriso in volto e fare un cenno di saluto con la mano.
Anche Kim la salutò, ripetendo lo stesso gesto. Poi ripescò il biglietto dalla tasca della giacca per consultare il numero del posto a lei riservato.
Fosse stata la strega del tempo avrebbe fatto in modo che quei giorni trascorressero velocemente, in modo da ritrovandosi in quell’esatta posizione, ma attendendo impaziente che le porte si riaprissero per fiondarsi fuori ad abbracciare quell’amica che continuava a sorriderle.
Ma una strega tanuki come me non può fare cose di questo genere. Dovrò essere solo molto, ma molto paziente.

 
 
 
 
 





Angolo dell’Autrice.
È la prima fan fiction che scrivo su Kim e Jacqueline per cui se sono sfociata nell’OOC vi prego di comunicarmelo, così potrò aggiungerlo fra gli avvertimenti.
Perché scegliere Jacqueline invece che Ox? Semplicemente perché ammiro e invidio allo stesso tempo l’amicizia che lega le due ragazze e nell’arco degli ultimi giorni, ho scoperto cosa significa doversi separare da colei che si considera come l’unica persona capace di capirci per un tempo indeterminato.
Approfitto di questo spazio per ringraziare tutte le autrici che ho incontrato e conosciuto durante il tempo trascorso su questo meraviglioso sito, in particolare: Juliet_CapuletHika_chan88, le mie weapon; Tsutsu, la più grande fan della TsuStar che io abbia mia conosciuto; Black Fullmoon, momentaneamente scomparsa dal fandom (confido in tuo ritorno, eh?); _SilkySoul_, attualmente in vacanza; scythemeister_MakaAlbarn, bravissima disegnatrice nonché autrice di SoMa meravigliose!
Ragazze, siete fantastiche! ♥
E ringrazio anche voi, lettore silenziosi, che ci siete, ma non vi fate sentire!
Alla prossima.
Willow
  
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