VOGLIA DI CASA Kagome riaprì gli occhi,convinta di trovarsi nella sua epoca. Non vedeva l’ora di farsi un bel bagno caldo. Guardò in alto e con suo enorme spavento,si rese conto che il paesaggio fuori dal pozzo non era cambiato affatto. “ No. Non è possibile … perché il pozzo non mi ha trasferita?” Poi cominciò a riflettere sul come era possibile attraversare il pozzo tutte le volte che voleva e… “LA SFERA!!!!! Io potevo attraversare il pozzo perché avevo i frammenti ma ora…” Calde e salate lacrime cominciarono a rigare il viso della povera ragazza “ non potrò più rivedere Sota, la mamma e il nonno… e non posso neanche tornare da Inuyasha. Gli ho detto addio e poi lui … e ora cosa farò” Guardò il cielo nero. Le sue lacrime vennero nascoste dalla forte pioggia che iniziò a scendere violenta. Kagome uscì in fretta dal pozzo e cominciò a correre il più in fretta possibile. Arrivò in una radura e si riparò sotto un albero. La pioggia cadeva incessantemente e kagome si sedette a terra rannicchiandosi per proteggersi dal freddo. Rimase sotto quell’albero per tutta la notte,piangendo incessantemente e dopo un po’ si addormentò Il mattino dopo le nuvole erano scomparse e nel cielo splendeva un tiepido sole; i suoi piacevoli raggi accarezzarono il viso di kagome,che si svegliò. Si sentiva strana,la testa le faceva male e aveva la sensazione di non essere riuscita a dormire bene Pensò che era solo stanca per via delle troppe lacrime versate e decise di alzarsi. Non fu una buona idea,perché dopo alcuni passi la testa le cominciò a girare e svenne. Intanto inuyasha era arrivato al pozzo e,non trovandola pensò che ormai kagome era tornata a casa e stavolta sarebbe stato per sempre. “sono uno stupido un maledettissimo stupido. Non volevo che andasse così perché ho parlato in quel modo. Tutta colpa della mia continua indecisione. Prima ero sicuro di quello che dicevo. Non volevo che kikyo si sacrificasse…ma ora perché ho questa sgradevole sensazione,come se avessi un nodo che mi stringe lo stomaco e arriva fino al cuore,un nodo che si fa sempre più stretto”