La gobba sulle mie spalle
Mi appesantiva il mio cammino,
Sono religioso e campanaro
Nella mia casa a Notre Dame.
Le colonne e pietrificati mostri
Sono i migliori miei amici
E loro mi nascondano
Dalle risate di tutta Parigi.
Vivo nella felicità o invece…
Chi adesso di voi sa?
E anche il mio cuore è umano
Esso sa, amare e rispettare.
Lei è bella e dagli uomini amata
Ma nello stesso tempo dalle donne viene odiata
Ed io senza speranze dall’alto l’osservo
E ad ogni suo movimento pronuncio:
“Perché non mi rivolgi la parola?
Oh…bella Esmeralda!
Perché non mi guardi mai nei occhi?
Oh…bella Esmeralda!
Ripeto sempre il tuo nome
Perché esso crea la pace nel mio cuore
E quando penso a te
Mi sento felice e mi da la nuova vita”
Le storie sono belle, quando sono tristi
Ho per voi da raccontare.
E come sono in realtà?
Provate ad indovinare.
La mia gobba è la metafora
Della mia solitudine che portavo sulle spalle
Ed il mio nome non è Quasimodo
Che nella sofferenza mi somigliava.
Ma sono Andrei e per la religione
Sono un semplice pescatore
Di felicità e di buone persone
Che mi permettono di vedere nella vita l’emozione.
E ho pescato la mia Tatiana
Che ha la piena bellezza di Esmeralda
E con lei nella vecchia cattedrale di nuovo entrerò
Ma ora da sposo e non da campanaro.
03/02/2007