-Ne
sei assolutamente sicura?- domandò Quinn per
l’ultima
volta
-Assolutamente
sicura-
Rachel
fece un cenno di assenso al dottore poco distante che
si apprestò a farle l’anestesia.
“Assolutamente sicura”
provò a convincersi la ragazza anche se ormai non
aveva più scelta.
Il
mondo si fece scuro attorno a Rachel Barry che non poté
fare altro che chiudere gli occhi e sperare che finisse in fretta.
-Promettimi di non
farlo- disse Kurt dando un buffetto sul naso dell’amica.
Il sorriso che era
nato sulle labbra di Rachel durante la Barbra-vention si
congelò all’istante.
-Non posso
promettertelo- mormorò
-Rachel stai facendo
un errore!- esclamò il ragazzo esasperato.
-Questa è la mia vita
Kurt! Solo io posso decidere cosa farne va bene?! Dovete smetterla di
pensare
cosa è meglio per me- esclamò lei a sua volta
–E inoltre la mia voce…-
-Per favore Rachel,
almeno abbi la decenza di ammettere che non lo fai per la tua voce. Lo
fai per
sembrare più carina-
Rachel guardò l’amico
con astio –E allora? Cosa c’è di male
nel desiderare di essere bella? Di
piacere alla persona che ami?-
-Lo fai per Finn
allora- constatò Kurt.
Rachel non rispose, si
limitò semplicemente a lanciare all’amico
l’ennesima occhiataccia prima di fare
un’uscita drammatica stile Berry.
Non lo faceva per
Finn, pensò tra se e se mentre usciva, non per
lui…per Quinn.
Rachel
Berry aveva ammesso a se stessa, ormai da tempo, di
avere una cotta per Quinn Fabray.
E
questo, chiunque conosca anche un minimo la ragazza può
confermarlo, voleva dire pericolo.
Perché
quando Rachel Berry è innamorata nessuno può
prevedere ne contenere le sue pazzie, perché la ragazza in
amore era anche più
esuberante che in canto e arrivava a fare le cose più
impensabili e estreme
che, tuttavia, lei reputava normalissime.
“In
amore e in guerra tutto è concesso” ripeteva
semplicemente a chi cercava di farla ragionare.
Ma
in quel momento, quando l’anestetico iniziò a fare
effetto, dovette ammettere che rifarsi il naso solo per avere qualche
speranza
in più con la cheerleader, era esagerato persino per lei.
-Quinn?- disse Rachel
una volta arrivata davanti all’armadietto della bionda.
-Ah Rachel- rispose la
ragazza piegando accuratamente la sua maglietta bianca che aveva usato
poco
prima per il numero di Lady Gaga –Non ti ho vista in
auditorium, è la prima
volta che ti vedo saltare un’esibizione- il suo sorriso si
spense quando vide
l’espressione spaurita della mora –Va tutto bene?-
-Si, certo- disse la
diva con un sorriso tirato –Volevo solo chiederti un
favore… mi accompagneresti
dal dottore per l’intervento?- aggiunse incerta.
-Hai deciso di farlo
davvero?- Quinn la scrutò combattuta.
Da un lato avrebbe
voluto fermare Rachel, dirle di non cambiare il suo aspetto
perché lei era
bellissima così come era e le piaceva da morire;
dall’altro aveva paura, paura
che Rachel si allontanasse da lei se solo le avesse confessato di
provare
qualcosa nei suoi confronti che andava oltre la semplice amicizia,
dopotutto si
sapeva che Rachel amava Finn, giusto?
-Rachel…- iniziò
ancora incerta su cosa fare –Certo, va bene. Ti accompagno io-
Ma
in quel momento, mentre osservava da lontano il chirurgo
trasformare il naso della ragazza che amava, Quinn si diede della
codarda per
non essere riuscita a dirle di non cambiare.
Forse,
pensò, sarebbe bastato solo che qualcuno la fermasse
e le dicesse “Sei perfetta, non farlo”.
In
quel momento Quinn Fabray si diede della codarda e si
odiò profondamente.
Da
quel momento, pensò Rachel seduta sulla panchina del
parco, erano passati molti anni e cambiate davvero molte cose oltre il
suo
naso.
Il
suo rapporto con Quinn ad esempio, o anche il rapporto
con se stessa.
Quando l’effetto
dell’anestesia svanì Rachel afferrò il
primo specchio che le capitò sotto mano.
Si ricordò solo un
secondo dopo che aveva una fasciatura e che avrebbe dovuto aspettare un
po’
prima di vedere il suo “nuovo” naso.
-Le assicuro che è
andato tutto per il meglio- la tranquillizzò il chirurgo ma
lei lo liquidò con
un semplice gesto della mano.
Si guardò attorno
cercando Quinn ma la ragazza non si vedeva da nessuna parte.
-La sua amica è andata
via qualche minuto fa- intervenne un’infermiera –Mi
ha detto di dirle che le
dispiace-
Rachel si sentì
morire. Aveva fatto tutto quello per Quinn, solo per lei, e in quel
momento le
sembrò inutile.
Come aveva potuto
pensare che un naso rifatto avrebbe cambiato le cose?
Ascoltò in silenzio
tutte le raccomandazioni del dottore desiderando solo andarsene.
Tornare indietro a
quando aveva ancora il suo naso, a quando era ancora se stessa.
Quando uscì
dall’ambulatorio vide la sua macchina ancora al suo posto,
Quinn era tornata a
casa a piedi.
In quel momento si
sentì arrabbiata: con se stessa per aver dato ascolto al suo
cuore e alla sua
vanità, con Quinn che non l’aveva fermata e
l’aveva lasciata sola.
Senza quasi
accorgersene arrivò a casa dell’ex cheerleader.
-Apri questa cavolo di
porta Fabray!- gridò fuori di se.
Tutta la rabbia svanì
in un colpo quando la porta si spalancò rivelando una Quinn
in lacrime.
-Mi dispiace- sussurrò
la bionda ripetendo il messaggio che aveva lasciato poco fa
all’infermiera
dell’ambulatorio.
Rachel la fissò
confusa per qualche secondo, entrando poi in casa quando Quinn si fece
da parte
per farla passare.
-Perché te ne sei
andata?- chiese tenendo lo sguardo basso.
-Io…non potevo
sopportare che tu…mi dispiace Rachel- disse di nuovo la
bionda tra le lacrime
–Mi dispiace tanto, avrei dovuto fermarti ma non
sono…riuscita a dirti quello
che…- Quinn crollò sul divano alternando ogni
frase a un singhiozzo.
-L’ho fatto per te-
disse all’improvviso la mora rompendo il silenzio.
-Cosa?- mormorò Quinn
confusa.
-Mi prendevi in giro
per il mio naso al secondo anno…ho pensato che se avessi
avuto un naso più
bello ti sarei piaciuta di più-
Contrariamente a
quello che si aspettava Rachel, che a dire verità si
aspettava che la bionda si
mettesse a riderle in faccia, Quinn scoppiò in un pianto
ancora più disperato.
-Tu eri perfetta-
disse alla fine l’ex cheerleader –Bellissima. Non
c’era modo di renderti, di
immaginarti, più bella… se te lo avessi detto
prima forse tu ora…-
-Lo pensavi davvero?-
la interruppe Rachel sorpresa –Che ero bella intendo-
Quinn alzò gli occhi
verso di lei –Lo penso ancora Rach, lo penserò
sempre-
Rachel
lisciò le pieghe della sua gonna e alzò lo
sguardo
sorridente verso la bionda seduta sul prato di fronte a lei ancora
persa nei
ricordi di quel pomeriggio.
Aveva
perso qualcosa quel giorno, una parte di se, ma aveva
trovato Quinn.
Si
erano dichiarate i loro reciproci sentimenti, seguiti da
un incerto e imbarazzato primo bacio.
Da
quel momento avevano affrontato ogni cosa assieme: quando
Rachel si era tolta la fasciatura per la prima volta scoprendo il suo
naso
nuovo, quando avevano camminato per
la
prima volta mano nella mano nei corridoi della scuola o quando Rachel
si era
finalmente decisa a cantare di nuovo, facendo sentire per la prima
volta come
la sua voce non aveva subito danni anche se in effetti non sembrava
migliore di
prima.
Avevano
affrontato tutti i momenti bui, come quando Rachel
non riusciva più a riconoscersi nella figura che vedeva allo
specchio e Quinn
non riusciva a darsi pace per non averla fermata prima.
Avevano
anche passato momenti felici e divertenti.
Si
ricordava bene di quella signora che avevano incontrato
al supermercato.
“Siete
sorelle?” aveva chiesto “Avete lo stesso
naso”
E
loro non erano riuscite a trattenersi dal ridere.
Avevano
affrontato tutto, insieme.
Non
era stato facile, soprattutto per Rachel, ma la ragazza
si rincuorava pensando che alla fine aveva ottenuto ciò che
l’aveva spinta a
quel cambiamento: l’amore di Quinn.
La
mora sospirò felice alzando la mano per scostarsi una
ciocca dal viso, il sole colpì la fede d’oro che
portava all’anulare sinistro
del tutto identica a quella che portava sua moglie che in quel momento
cercava
di fermare una bambina bionda che sembrava avere tutta
l’intenzione di tuffarsi
nel laghetto.
-Harmony!
Torna qui, no ferma!-
Rachel
sorrise divertita guardando Quinn rincorrere la
piccola, che a tre anni era un fascio di energie inesauribili.
La
mora sospirò nuovamente, questa volta rivolgendo alla
figlia un sorriso pieno di amore.
Harmony
era stato il suo riscatto.
Le
aveva finalmente tolto quella fastidiosa sensazione di
estraneità da se stessa che l’aveva accompagnata
fin dal giorno del suo
intervento.
Era
stata Quinn a concepirla e partorirla.
E
Harmony era identica a Quinn*.
Ma
non per questo Rachel la sentiva meno vicina o meno
figlia sua.
E
quando, poco tempo prima, era andata a prenderla all’asilo
e un’altra mamma le aveva detto “Si vede che
è tua figlia, ha il tuo stesso
naso”, Rachel aveva finalmente smesso di pensare
all’errore commesso quel
giorno di dieci anni prima.
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*Ecco…facciamo
finta che Quinn non si sia mai rifatta il
naso e che ce l’abbia così di natura.
Ok,
ho scritto una Faberry, non so assolutamente come è
venuta fuori.
Spero vi piaccia.