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Autore: LORIGETA    01/03/2007    26 recensioni
Trunks sentì la guance arroventare, il sangue gli arrivò alla testa. “Sta zitto! Lei non è come pensi e non ti permetto di infangarla, sei solo capace di denigrare le persone! Lei è incinta di mio figlio!” Non era sicuro di potersi trattenere, così vulnerabile com’era gli avrebbe comunque dato una lezione, ma prima che avesse il tempo di riflettere, il principe gli era già di fronte e lo afferrò brutalmente per un lembo della maglietta.
“Vuoi che ti dimostri che ho ragione, che le piace farsi sbattere da Goten? Cosa ne sai che il figlio sia tuo?” La sua voce era piena di rabbia repressa poiché non aveva potuto vendicarsi come avrebbe voluto, considerava il figlio uno stupido, come poteva amare così tanto quella ragazza?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Marron, Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti questa è la mia prima fan scusate gli errori…Aspetto con ansia le vostre recensioni che spero siano numerose.   Dedico questa storia alla mia cara mamma.

 

Capitolo 1: La scelta del cuore.

                                                                                                                                     

In nessun altro luogo del pianeta regnava una pace e una tranquillità assoluta come sui monti Paoz. 
Nessun rumore “graffiava” il silenzio che era interrotto solo, di tanto in tanto, dal cinguettio degli uccelli e dallo stormire dei rami degli alberi che piegavano le loro fronde alla dolcezza
e qualche volta alla furia del vento.
In quel contesto di “cornice”, unica e suggestiva, pochi sceglievano di stabilirvisi. Infatti, le abitazioni erano più uniche che rare.
Proprio vicino ad un gorgogliante ruscello era stata edificata la dimora della famiglia Son, poco  lontano da questa, nascosta dagli alberi e circondata da fitti cespugli, una costruzione identica alla prima ospitava nonno e nipote che molti anni prima avevano scelto di abitare in quel luogo sperduto.
Nel cortile della casa, Chichi stendeva un enorme lenzuolo bianco, mentre il “gioco”di un fresco venticello sembrava volerglielo strappare dalle mani. 
Proprio in quel momento una ragazzina dai lunghi capelli scuri le corse incontro: 
“ Ciao Karim”, esclamò Chichi sorridendo, 
“Buongiorno, Goten è in casa ?” chiese la giovane. 
Il viso della donna immediatamente si corrucciò “Quel fannullone è ancora in camera sua, per favore vai a chiamarlo e digli che  se non inizia subito a studiare dovrà fare i conti con me…. E saranno guai seri”. 

D’accordo” rispose la ragazza e il suo pensiero sì “trasferì” immediatamente al giovane amico sapendo che aveva quasi terrore della collera materna.
Karim entrò in casa passando dalla cucina, sul fuoco stava bollendo un pentolone, un delizioso profumo di cibo si diffondeva nell’aria.
Davanti alla porta  della camera di Goten bussò con forza, il ragazzo sdraiato sul letto sobbalzò, aveva indosso solo i pantaloncini e leggeva un giornalino preso in prestito dal vecchio Genio l’ultima volta che si recato a trovarlo assieme al padre.
Lui nascose in tutta fretta l’imbarazzante rivista sotto il materasso, si infilò velocemente una maglietta bianca, che indossò al contrario e aprì la porta davanti alla quale attendeva la ragazzina che lo fissò imbronciata a braccia conserte. 
Buon giorno Karim”, borbottò grattandosi la testa e sorridendo.
La giovane cambiò immediatamente espressione, infatti, era impossibile essere in collera con quel “ bambinone” il sorriso ancora un poco infantile la riportò indietro di una decina di anni, quando aveva visto Goten per la prima volta.
Dopo che i genitori erano morti entrambi in un incidente, il nonno paterno aveva deciso di reagire al dolore  lasciandoselo dietro le spalle. 
Aveva scelto quell’angolo sperduto per ricominciare a vivere con la nipotina, unica rimasta della famiglia.
Karim e Goten erano diventati inseparabili, avevano vissuto insieme innumerevoli avventure, alcune liete, altre meno, ma sempre concluse bene.
La felicità d’essere insieme raggiungeva il culmine, quando arrivava Trunks e proponevano un affiatato terzetto.
La ragazza ricordò, quando scoprì per la prima volta l’incredibile forza degli amichetti e ne rimase sbalordita e quando Goten le strappò una promessa che ancora oggi custodiva nel cuore.
“Karim” disse serio, serio quell’adorabile bimbo di sei anni 
“Voglio chiederti se da adulti mi vorrai sposare”. La piccola arrossì abbassando lo sguardo: 
“Non posso dirtelo adesso”, sussurrò con un filo di voce tremula. 
In fondo nessuno dei due probabilmente aveva capito bene il significato della domanda formulata.   Goten arrossì ancora un pochino affermando:
“I miei genitori hanno fatto la stessa cosa, hanno giurato da bambini e dopo un torneo si sono sposati!” La piccola dai grandi occhi verdi divenne pensierosa, guardò l’amico e acconsentì decisa 
“Va bene ti sposerò”.
La promessa di allora non venne mai più ricordata in nessuna occasione, ma entrambi erano consapevoli di ciò che avevano formulato.
Goten la fissava sorridendo: “ A cosa stai pensando Karim. ?” Lei si voltò e arrossi, non glielo avrebbe di certo confessato.
Entrò nella camera e sedette sulla poltroncina accanto alla finestra. Nella stanza c’era un caos pazzesco, libri aperti, cassetti mal richiusi, un paio di pantaloni stesi sul pavimento, stile tappeto e calzini penzolanti da ogni dove. 
“Perbacco!”, sbottò la ragazzina, “cosa ti occorrerebbe per riuscire a diventare un poco più ordinato. Questa camera è l’emblema del caos totale, dovresti prendere esempio da…..”.
Karim fu interrotta da un Goten imbronciato: 
“Da Trunks. Vero ?” Goten sapeva benissimo che l’amico era totalmente diverso da lui, proprio il suo opposto: maturo, ordinato eccelleva in tutte le materie scolastiche ed era inoltre maledettamente ricco. Questo a lui non era mai importato, lui era se stesso: Goten e non si sarebbe scambiato con nessun altro. 
Quando Karim lo paragonava all’amico, solo allora un qualcosa di indefinito lo faceva star male, era come se il suo cuore accelerasse di colpo i battiti con un brusco sussulto.
Karim si accorse del turbamento dell'amico e cercò di rimediare come meglio poteva. 
“ Scusa Goten, non volevo offenderti. In ogni caso sai bene che ciò che ho detto è vero e tua madre è incollerita moltissimo.Dovresti studiare di più ”. 
Il saiyan sorrise: “Cos’è, non le basta uno scienziato in famiglia ?” E anche Karim si unì al sorriso.
Scesero in cucina proprio mentre il telefono iniziava a squillare.
Goten alzò il ricevitore ed esclamò con voce contenta: 
“Trunks, certo che puoi raggiungermi, e se hai voglia puoi anche fermarti a cenare, sento un profumino di spezzatino che…Sai che mia madre è in gamba a cucinare!”
Il ragazzo dai capelli color glicine non se lo fece ripetere ed accettò all’istante. Immediatamente si diresse verso i monti Paoz.
Chichi, che era intenta a preparare una crostata, sospirò.
Un Sayan in più a tavola non era cosa da poco, si rimboccò le maniche e aggiunse ingredienti al dolce. 
Goten nel frattempo si rivolse all’amica: 
“Ti fermi anche tu ?” Chichi sospirò un’ennesima volta. Karim sorrise, certo non le sarebbe dispiaciuto: considerava i Son una seconda famiglia e inoltre stava arrivando Trunks….Il cuore prese a batterle forte.
“Certo mi piacerebbe” disse, si voltò verso Chichi e cercando il suo sguardo bisbigliò: “Non vorrei disturbare, siete già in tanti ”. Riuscì appena a terminare la frase che la donna cominciò ad urlare con voce stridula.
“Cara tu sei sempre la benvenuta, vai ad avvertire il nonno e tu Goten mi aiuterai a preparare…” 
Il ragazzo ubbidì con fare rassegnato, mentre Karim corse dal nonno per informarlo dell’inatteso e gradito invito…...

 

CONTINUA…. 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                         

 

 

 

                                         

  
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