Fandom: Teen Wolf.
Pairing/Personaggi: Derek/Stiles, Erika, Isaac.
Rating: Pg.
Genere: Comico, Romanico (?).
Warning: Pre-Slash, Pacl
Feels (?), Spoiler.
Words: 903 (fiumidiparole).
Summary: A casa Stilinski c’è un sacco di gente che non dovrebbe esserci.
Note: Scritta per il prompt: Teen Wolf, pack feelings: dove Stiles&Derek sono rispettivamente mamma&papà di quel branco di allegre personcine (bonus per la presenza di figliolodevoto!Isaac; fonte d'ispirazione: here) di sidhedcv per la Notte Bianca di maridichallenge. Il titolo della canzone è una strofa di Thank you di Alanis Morissette.
DISCLAIMER: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla ù_ù
How ’bout me enjoying the
moment for once?
Faceva caldo, troppo caldo. Dell’acqua gocciolava vicino a lui, disturbandolo,
ma improvvisamente – oh, mio Dio,
grazie! – qualcosa di fresco gli venne poggiato sulla
fronte e Stiles sospirò di sollievo. Tentò di aprire
gli occhi, ma aveva le palpebre pesantissime e la testa gli faceva un male
cane.
Mi hanno pestato di nuovo? Dio, ti prego, dimmi che non ho fatto ancora una volta la figura della femminuccia
facendomi fare il culo da un novantenne, riuscì a
pensare.
«Shhh, non agitarti» sussurrò una voce bassa e familiare.
Una voce che non avrebbe dovuto essere lì.
Stiles spalancò gli occhi e tentò di portarsi a
sedere, allarmato, ma una mano decisa si piantò sul suo petto, tenendolo giù. «Che
diavolo ci fai qui?» esclamò comunque, stridulo, solo per poi girarsi di lato e
tossire furiosamente; aveva la gola in fiamme.
«Hai la febbre
molto alta» lo informò Derek.
E all’improvviso
il ragazzino ricordò tutto: aveva preso una brutta influenza, quindi aveva
saltato la scuola, ma aveva costretto suo padre ad andare a lavoro comunque,
perché sapeva cavarsela benissimo da solo, grazie tante. Insomma, cosa poteva
andare storto? Scott aveva perfino promesso che sarebbe passato quel pomeriggio,
per vedere come stava, prima di andare alla clinica veterinaria.
«Scott?» riuscì a
gracchiare e sorprendentemente si trovò un bicchiere d’acqua accostato alle
labbra.
«Ci ha lasciato
le chiavi ed è andato dal Dr. Deacon»
rispose l’Alpha, sollevando la sua testa con una mano
per aiutarlo a bere.
Stiles avrebbe voluto scacciarlo, ma si sentiva
completamente esausto. «Ci?» disse
invece.
«Erika e Isaac sono di sotto. Credo che
stiano cercando di cucinare qualcosa di commestibile»
lo informò Derek, con aria piuttosto scettica.
«Che diavolo ci
fate tutti qui?»
«Erika era
preoccupata» borbottò il lupo.
«Derek era preoccupato» sottolineò la ragazza, entrando in camera con un vassoio tra
le mani.
L’Alpha ringhiò.
«Ehi, come va?»
domandò Isaac, affacciandosi alla porta.
Intanto Erika
poggiò il vassoio sul comodino, aiutò Stiles a
mettersi seduto, poi lo posò sulle sue ginocchia. Infine si accucciò ai piedi del
letto. «Ha cucinato Isaac, quindi dovrebbe essere
okay. Io non avrei saputo dove mettere le mani»
confessò.
Stiles guardò a bocca aperta il brodo di pollo,
poi sollevò gli occhi sul compagno di squadra, che gli regalò un sorriso appena
accennato, un po’ imbarazzato; loro due sapevano cosa significasse tirare
avanti da soli, per sé e per il proprio padre.
Affondò un
cucchiaio nella minestra e la assaggiò. «È buona» gracchiò, sentendo subito il
calore alleviare il bruciore «Grazie».
«Vado a cambiare
l’acqua» borbottò Derek, alzandosi e portando via il catino in cui era immersa
una salvietta.
Stiles lo osservò perplesso uscire dalla stanza,
poi venne distratto dalla risatina di Erika. «Ha
passato tutto il pomeriggio ad accarezzarti la fronte per toglierti un po’ di
dolore» bisbigliò, al suo orecchio, prima di rivolgere ad
Isaac uno sguardo complice.
«Stava controllando la tua temperatura»
aggiunse questi, con l’aria di riprendere una frase che era stata
ripetuta un centinaio di volte.
Dal bagno lì
vicino arrivò un ringhio chiaramente percettibile.
«Ma perché voi… ?» ritentò il malato, prima di voltarsi
dall’altra parte per tossire forte. Tirò miseramente su col naso e la ragazza gli offrì una scatola di fazzoletti.
«Scott non poteva
restare qui e noi avevamo notato la tua assenza a scuola, quindi abbiamo
informato Derek» sorrise maliziosa «e siamo venuti ad
aiutarti. Lo abbiamo lasciato qui con te mentre sistemavamo il piano di sotto;
la cucina era un disastro».
«Lydia?» chiese Stiles, sperando
che anche lei fosse preoccupata.
«Sembra che vi siate contagiati a vicenda.
Jackson è con lei. Boyd passerà qui dopo il lavoro,
insieme a Scott» spiegò, accoccolandosi al suo fianco.
Isaac li
raggiunse e si accomodò sull’altro lato. «Mangia» gli ordinò, occhieggiando il
brodo in modo significativo.
«Come avete
convinto Derek a venire?» domandò curioso, prendendo un’altra cucchiaiata «L’ultima
volta che ho controllato non era esattamente un mio fan, sapete».
«Credo che si
senta ancora in colpa per quello che ti ha fatto Gerard» rispose l’altro
ragazzo, serio, ed Erika chinò la testa al ricordo.
Stiles semplicemente non riusciva a credere che
fossero tutti lì. Perché, poi? Lui non faceva parte del branco, era solo
l’umano sfigato amico di Scott, che veniva sempre
preso in mezzo da tutte quelle stronzate soprannaturali.
«Okay, ora basta,
lo state stancando» decretò Derek, rientrando nella cameretta con il catino tra
le mani. «Fuori dai piedi» ordinò.
«Scusa, mamma»
cinguettò Erika, schioccando al malato un bacetto sulla guancia.
«Mamma?» ripeté incredulo l’umano.
Isaac gli rivolse
un sorriso birichino, prima di sgattaiolare fuori
insieme alla sorella di branco.
«Mi sono perso
qualcosa?» chiese Stiles all’Alpha,
fissandolo con la bocca ancora spalancata.
«Credo che i
cuccioli ti abbiano appena eletto Lupa del branco»
osservò Derek, con malcelato divertimento, posando la bacinella sul comodino.
«Mi hanno elet- cosa?»
esclamò, pentendosene subito dopo, quando venne scosso
da una nuova convulsione di tosse.
L’altro ragazzo
si limitò a sorridere, sfacciato, spingendo una pezza bagnata sulla sua fronte.
«E a te sta bene?»
continuò Stiles «Insomma non si suppone che
«Non esattamente»
rispose circospetto, sedendosi con attenzione accanto a lui e lisciando una
piega inesistente della coperta «
«Va bene?» ripeté il ragazzino,
stupefatto. Fantastico, sto diventando un
pappagallo, altro che una Lupa!
«Va bene»
confermò Derek, alzando gli occhi su di lui con fare esitante, e Stiles non avrebbe potuto giurarci, ma quello sulle sue
guance sembrava proprio rossore.
Decise,
per il suo stesso bene, di infilarsi
un'altra cucchiaiata di brodo in bocca e di non infierire.
FINE.