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Autore: visbs88    18/08/2012    4 recensioni
Uno di loro doveva morire.
L’avevano deciso senza che nessuno lo dicesse davvero, l’avevano pensato nello stesso istante e avevano accettato quella realtà senza provare ad opporvisi.

Due gemelle e il loro fratello maggiore, un intrico di sentimenti e una pistola.
[Scritta per l'iniziativa "Una Trottola di Sfide" indetta sul gruppo Facebook "Circolo dei recensori" del sito White Pages]
[Scritta per la Challenge Fluff - Angst - Missing Moment - AU indetta dal forum Contest & Challenge Mania]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Triangolo
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RUSSIAN ROULETTE

 
Iniziativa: “Una Trottola di Sfide” indetta sul gruppo Facebook “Circolo dei recensori” del sito White Pages.
Challenge: Fluff – Angst – Missing Moment – AU indetta dal forum Contest & Challenge Mania.
Tabella / Prompt: Angst – 05. Morte.
Titolo: Russian Roulette.
Introduzione: Uno di loro doveva morire.
L’avevano deciso senza che nessuno lo dicesse davvero, l’avevano pensato nello stesso istante e avevano accettato quella realtà senza provare ad opporvisi.
Due gemelle e il loro fratello maggiore, un intrico di sentimenti e una pistola.
Rating: Arancione/16+.
Generi: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale.
Avvertimenti: Fem-Slash, Incesto, One-shot, Triangolo amoroso.
Numero parole (Contatore Word): 1.129.
Disclaimer: i fatti descritti in questa storia sono di mia pura invenzione; i personaggi mi appartengono e sono completamente di mia fantasia. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.

 
Buona lettura.
 
Uno di loro doveva morire.
L’avevano deciso senza che nessuno lo dicesse davvero, l’avevano pensato nello stesso istante e avevano accettato quella realtà senza provare ad opporvisi.
 
Dell’enorme prato che si estendeva attorno alla loro villa, quell’angolo pieno di fiori di mille colori differenti era il loro preferito. Ci avevano giocato da piccoli, Ken ci aveva fatto l’amore sia con Irene che con Lara, le due gemelle avevano chiacchierato a lungo guardando il cielo proprio lì. Quel giorno, nel loro piccolo rifugio una pistola avrebbe sparato, e il sangue avrebbe bagnato i petali di quelle margherite che sempre li avevano accompagnati durante la loro vita, molto più dei loro genitori.
L’arma era di papà, ed aveva un solo colpo in canna. Non era stato difficile prenderla, non era stato difficile sedersi in cerchio tutti insieme per l’ultima volta, e nemmeno decidere che avrebbero simulato un suicidio. Ma tenere in mano la pistola e portarla alla tempia al loro turno fu un lavoro lento, faticoso, angosciante, per tutti e tre.
 
Ken le amava, ed era sicuro di amarle entrambe. Erano identiche nell’aspetto, belle e alte e sottili, avevano gli stessi gusti, lo stesso modo di parlare, lo stesso carattere malinconico che d’altronde assomigliava anche al suo. Erano la stessa persona, solo che erano due, solo che erano sue sorelle. Le adorava e voleva averle entrambe, ma loro non erano d’accordo.
Era giusto che anche lui giocasse, si disse. Se fosse stato lui a perdere, né Irene né Lara sarebbero state con la persona che amavano e che le aveva sempre riempite di dolci attenzioni, ma almeno non sarebbero state nemiche. Senza più ostacoli tra loro, avrebbero potuto tornare ad essere come quando erano bambine: fedeli amiche, compagne di quei pochi giochi e divertimenti che potevano condividere, felici; non lo erano più, da quando Lara aveva scoperto il tradimento di lui. In realtà, pensava Ken poggiando il dito sul grilletto, forse non sarebbero mai state come un tempo: avrebbero continuato ad odiarsi per tutta la vita? La loro famiglia non avrebbe più avuto nemmeno due persone tra loro davvero affezionate? Le gemelle avrebbero rimpianto per sempre di non essere state loro a morire quel giorno, si sarebbero suicidate in futuro? Voleva vivere per poter rispondere a tutte queste domande; ma se non fosse morto, in fondo, nessuna di esse avrebbe avuto senso. E se lui avesse vinto, avrebbe pianto per la perdita di una delle due e avrebbe abbracciato stretta l’altra, baciandola con tutto l’amore che scorreva nelle sue vene, sarebbe scappato con lei da quell’inferno di casa in cui dovevano vivere. Sarebbe stato tutto così bello, se lui non fosse morto, tutto così perfetto…
Click.
Un’ondata di puro sollievo lo invase. Era un ipocrita, era uno stronzo, perché non voleva morire. Si sentiva malissimo al pensiero di essere così crudele da voler sacrificare una delle due sue amate solo per la propria felicità. Ma intanto era vivo.
 
Lara ed Irene avevano lo stesso modo di ragionare, di solito, ma quella volta i loro pensieri differivano, prendendo due direzioni diverse. La prima aveva la pistola in mano; la puntò alla propria testa tenendo lo sguardo fisso su un fiore che ondeggiava lieve al vento.
Non si era mai sentita così desiderosa di continuare a vivere: il cuore le martellava nel petto, folle di terrore. Non voleva andarsene, non voleva lasciare quel mondo, non ancora, non ora che i suoi sentimenti necessitavano ancora di tanto tempo per diventare ben chiari.
Amava Ken. Lo amava e basta, senza un perché, non era nemmeno un ragazzo particolarmente bello. Lo amava perché era gentile con lei, lo amava perché la faceva sentire meno sola in quel mondo schifoso; prima c’era stata anche Irene a confortarla, ma ora l’aveva persa: la sua gemella ormai la odiava, folle di gelosia nei confronti del fratello.
Non riusciva a trovare il coraggio di premere quella piccola, maledetta leva che avrebbe potuto far partire il proiettile. Perché lei? Perché non uno degli altri due? Non voleva morire, ma forse sapeva che sarebbe stato meglio per lei. Perdere chiunque tra Ken ed Irene sarebbe stata per lei una sofferenza indescrivibile, perché anche sua sorella le era cara ormai ben più di quanto non sarebbe stata la normalità. Quante volte aveva sognato di fare l’amore con lei e Ken insieme? Perché morire, quando ancora non aveva assaggiato le labbra della sua copia, della sua più fedele compagna di vita che era stata insieme a lei sin dal più remoto inizio? Eppure, meglio scomparire che essere odiata da lei. Voleva abbracciarla, voleva che tornassero unite e felici, e voleva che anche Ken vivesse quel bellissimo sogno romantico insieme a loro. Li voleva entrambi, e l’idea di loro due soli senza di lei, felici quando Lara non poteva avere nessuno dei due, la faceva impazzire.
Click.
Respirò profondamente. “Non ancora” pensò “Non era ancora la mia ora”.
 
Irene aveva paura. Le sue dita tremarono quando toccarono il metallo della pistola. La portò ad accarezzarle la tempia, ma non ebbe il coraggio di tenerla appoggiata.
Era colma di tristezza e rancore. I suoi pensieri si soffermavano spesso sui suoi genitori: un padre ricco come pochi interessato solo alla propria reputazione impeccabile e una madre colma di pregiudizi. Era tutta colpa loro se lei, Lara e Ken si erano ridotti così, pensava: se solo avessero potuto confidarsi a chi avrebbe dovuto amarli più della propria vita, se solo non avessero dovuto temere il loro spietato giudizio nei confronti dell’incesto, forse uno di loro non avrebbe dovuto morire. E invece era così, il suo rapporto con la sorella era andato in frantumi dopo essere stato il più bello della sua vita per lungo tempo, prima del momento in cui si era innamorata del fratello. Lo voleva, e non sopportava l’idea di guardarlo dal cielo vivere felice accanto alla sua gemella, era qualcosa che la consumava dentro. Ma meglio vederli da lassù che assistere in diretta a quello spettacolo straziante, si disse disperata.
“Non posso morire. Non posso. Devo essere felice. È Lara che deve andarsene. Non posso, non posso, non voglio…”.
Click.
Il suo desiderio per il momento era esaudito.
 
Il terrore si era impossessato dei loro cervelli, e lo sopportavano solo pensando a quanto sarebbe stata peggiore la loro vita se non avessero deciso di intraprendere quel gioco mortale. Soffrivano, avevano voglia di piangere, l’egoismo si gonfiava dentro di loro come un veleno ed erano disgustati dai loro stessi pensieri, da quel loro stesso amore che li stava condannando, dal sentimento assurdo e insensato che li avrebbe distrutti tutti e tre, alla fine. Non c’era scampo, in realtà, ma la speranza pareva rifiorire ogni volta che pensavano che sarebbe andato tutto per il meglio…
Click. Ken era salvo.
Click. Lara era salva.

Click. Irene era salva.
Bang.
 

 
 
Spazio autrice:
Mi sembrano passati secoli da quando ho postato una storia su Efp prima di questa. Comincio a pensare che voler pubblicare solo ciò che mi soddisfa non sia una buona idea, visto che nulla di ciò che scrivo mi soddisfa. Nemmeno questa storia, a dirla tutta, ma qualcuno che conosco mi ha convinta a metterla online anche qui. I requisiti richiesti dall’iniziativa di White Pages erano questi:
Fandom: Originale – Drammatico.
Tipologia di storia: a scelta tra Drabble, Flash-fiction, One-Shot.
Personaggi principali: Original Character.
Tipologia di pairing: het, fem-slash.
Genere: drammatico, introspettivo, sentimentale.
Rating: dal verde al rosso.
Avvertimenti: triangolo amoroso - questo è lo schema (M/F/F): lui/lei/lei.
Particolarità: inserite all'interno della vostra storia le parole "pistola" e "fiore".
Spero che almeno a voi questa shot piaccia. Un bacio, visbs88.
   
 
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