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Autore: Elly    02/03/2007    24 recensioni
Sennar é un eroe silenzioso.
Nessuno sa cosa gli sia successo durante il mese passato nelle segrete del Tiranno,ma ne hanno visto sul suo fisico e sulla sua mente gli effetti.
Riuscirà Nihal a salvarlo da sé sesso?
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bring me to life

Riportami alla vita

“Save me. (salvami)
Call my name and save me from the dark.(invoca il mio nome e salvami dalle tenebre)
Wake me up.(svegliami)
Bid my blood to run.(ordina al mio sangue di scorrere)
I can't wake up.(non riesco a svegliarmi)
Before I come undone.
(prima che io mi perda)
Save me.
(salvami)


(Bring Me To Life-Evanescence )

*****************************************

Quando Nihal aprì gli occhi non vide altro che macchie colorate per un minuto buono. Sbatté più volte le palpebre e,quando riuscì a vedere il luogo in cui si trovava,si alzò in piedi.
Le gambe tremavano leggermente ma,oltre ad un leggero mal di testa,si sentiva in forma.
Nella stanza non c’era niente e nessuno,solo un piccolo altare di pietra su cui era stata adagiata,l’armatura ancora addosso.
Nihal se la tolse e la appoggiò con delicatezza per terra,cercando di fare mente locale.
Cos’era successo? Perché si trovava in quella stanza?
I ricordi le tornarono alla mente con la violenza di un’onda e la mezz’elfo ritornò al giorno della battaglia.

Il giorno della vittoria.

Si disse,mentre un sorriso di soddisfazione le si dipingeva sul viso.
Non si chiese come facesse ad essere ancora in vita.
Semplicemente,ringraziò gli Dei per averla risparmiata.
Nihal era ancora immersa nei suoi pensieri quando entrò nella stanza una donna che,non appena la vide,sbiancò.
I lenzuoli ripiegati che aveva tra le mani caddero a terra,mentre la nuova arrivata fissava Nihal sconvolta,come se avesse appena visto un fantasma.

-Tu...come...ma questo non é...-

balbettò,mentre la ragazza le si avvicinava incuriosita.

-Io cosa?-

Domandò con semplicità.
Non si capacitava di tanto stupore.

-Tu eri morta!-

Esclamò la giovane,indietreggiando.

-Io? No...cioé,mi vedi anche tu,no? Sono qui,ti parlo e sto bene e...-

Non riuscì a finire la frase,perché un’altra figura apparve trafelata nella sala,con gli occhi lucidi e il fiato corto.

-Lo sapevo!!-

Esclamò,abbracciando l’allieva con foga.

-Lo sapevo che non eri ancora morta!-

Nihal guardò lo gnomo che aveva davanti e sorrise,confusa.

-Ido...mi vuoi spiegare cosa...-

-Ragazza mia...questa volta hai fatto prendere a tuti noi un grandissimo spavento...non ti vergogni?!-

Disse in tono bonario,spingendola verso l’uscita della stanza.

-Ma...insomma Ido,io...-

-Vieno,vieni,hai bisogno di mangiare...discuteremo di tutto ciò che vorrai quando sarai rifocillata!-

Nihal stava per controbattere,ma un brontolio dello stomaco la fece desistere e si fece trascinare da Ido per i corridoi,finché non sbucarono in quella che doveva essere una mensa.
Ido le fece portare subito qualcosa e si sedette di fronte a lei,caricandosi la pipa.
Nihal sorrise.
Quel gesto le era diventato molto familiare,così come l’aroma del tabacco preferito del maestro.
Le riportava alla mente i loro lunghi allenamenti e la cosa non poteva che farle piacere.
Affondò il cucchiaio nella zuppa che aveva davanti e i due stettero in silenzio per un po’,mentre grandi cerchi di fumo si facevano largo nell’aria.
Fu Nihal la prima a parlare.

-Perché la ragazza,prima,ha detto che ero morta?-

Ido fece uno sbuffo di fumo e le rispose,senza guardarla.
L’euforia di poco prima sembrava essere volata via insieme alle sue boccate.

-Quando ti abbiamo raccolto,dopo la battaglia,eri morta Nihal. Non respiravi,il tuo cuore non batteva e non reagivi a nessuno stimolo. Hanno pianto in molti,quel giorno-

La mezz’elfo ascoltava,la fronte corrugata.

-Quanti giorni sono passati dalla battaglia?-

Domandò.
Per lei non erano passati che pochi minuti...era come se la sua mente fosse andata in stand-by nel momento in cui aveva usato l’incantesimo del volare.

-Dieci giorni,Nihal. Dieci giorni di angoscia per noi che ti vogliamo bene...eri morta,ma il tuo corpo era caldo e roseo. Sembrava che dormissi...per questo ho insistito nel rimandare il tuo funerale. Ero sicuro che non potesse finire così...-

Le sorrise,quasi commosso.

-E avevo ragione...per qualche misteriosa magia tu sei ancora fra noi...ed é magnifico!-

Nihal guardò il medaglione che aveva al collo,rendendosi conto solo allora di avere quell’oggetto.
Aveva la sensazione che centrasse qualcosa con il suo ritorno alla vita...non era più che una sensazione ma,dopo avergli dato ancora un’occhiata,lo infilò sotto la maglia.
Medaglione o no,ora era viva e non avrebbe più potuto essere più felice di così.
Una nota stonata,però,continuava a tormentarla...c’era qualcosa che non tornava...qualcosa...
All’improvviso scattò in piedi,facendo sobbalzare Ido.

-Dov’é Sennar?!-

Esclamò,con voce angosciata.

Dimmi che sta bene,per favore.

Ido si rabbuiò immediatamente e sbuffò ancora una volta dalla sua pipa.
Se la tolse di bocca e con tutta calma la pulì,dandole colpetti sul tavolo.
Nella sua mente,intanto,cercava le parole giuste per elaborare una risposta il più chiara e il meno preoccupante possibile.
Nihal ,in piedi davanti a lui,fremeva.

-Non...non é morto...vero?-

Pigolò la mezz’elfa,i grandi occhi viola spalancati e supplicanti.

Senza di lui la mia vita non ha senso...

Finalmente Ido si decise a parlare.

-No,é vivo-

Rispose e Nihal trasse un sospiro di sollievo.

-Ma forse sarebbe stato meglio se fosse morto-

Quelle parole colpirono la ragazza con la violenza di uno schiaffo.

-P...perché?-

-Seguimi e lo capirai da te-

Ido scese dalla panca su cui era appollaiato e si allontanò dalla sala,seguito da Nihal,il volto tirato dalla preoccupazione.
Percorsero alcuni corridoi e arrivarono all’infermeria dell’accademia,dove Ido aprì piano la porta.
Nihal sbirciò all’interno e ciò che vide non le piacque affatto.
Sennar era disteso su un piccolo letto bianco,coperto quasi interamente di bende e cerotti,la gamba destra ingessata e sollevata dal letto tramite una corda.
Nihal gli si avvicinò come ipnotizzata,incapace di una qualsiasi reazione.
Quello non poteva essere Sennar.
Lui non era così mortalmente pallido.
Non aveva tutte quelle ferite...non...
Senza che se ne accorgesse,la mezz’elfo si ritrovò inginocchiata accanto al letto del mago,la mano pallida di lui stretta tra le sue,gli occhi esageratamente umidi.

-Non potrà più camminare normalmente-

Disse mesto Ido appoggiato allo stipite della porta,gli occhi bassi.

-la gamba destra era ridotta davvero molto male e la ferita,non curata correttamente e bersaglio di ulteriori torture...-

Nihal rabbrividì a quelle parole.

-Non si rimarginerà mai più. Resterà zoppo a vita-

Le ultime parole erano velate da una nota di tristezza e Ido si portò inconsciamente la mano sull’occhio mancante.

Almeno é vivo.

-Ma non sono le ferite del corpo a preoccuparci. Quelle si stanno rimarginando in fretta-

Borbottò lo gnomo,avvicinandosi all’allieva.
-Sembra che il Tiranno sia penetrato nella sua mente...gli abbia sezionato il cuore...-

Le parole del tiranno tornarono nitide alla mente della Consacrata.

“Gli ho sondato l’anima...sezionato il cuore...ed é stato solo per pietà che l’ho ucciso”

Strinse le labbra con furia.

-Non sappiamo quali danni la tortura mentale gli abbia inferto...non si é ancora svegliato...-

Concluse Ido,uscendo dall’infermeria.

-Se ci fossero novità,fammelo sapere-

Aggiunse,prima di sparire e lasciare da soli i due ragazzi.
Nihal accarezzò la mano di Sennar,seguendo con lo sguardo la linea spenta del suo viso.
Non c’era traccia della vita,della forza che un tempo lo animava;Sennar sembrava un involucro senz’anima.

-Non ti arrendere-

Mormorò Nihal,ormai prossima alle lacrime.

-Qui tutti hanno bisogno di te...Io ho bisogno di te...-

Una lacrima cadde sulle lenzuola lasciando,come ricordo del suo passaggio,una macchiolina scura.
Guardandola alla mezz’elfo venne da sorridere.
Il tiranno non l’aveva piegata...il destino l’aveva ostacolata ma non era riuscita a fermarla...la battaglia le aveva succhiato ogni energia,l’aveva quasi uccisa e lei era sopravvissuta anche a questo.
Ed ora eccola lì...immobile di fronte ad un letto bianco,con la mente lontana,incapace di regire e stanca di aspettare.
La notte trascorse senza alcun cambiamento significativo,Sennar era immobile come quando Nihal lo aveva rivisto e lei,vinta dalla stanchezza,si era addormentata sul suo capezzale,la testa accanto alla mano del mago.
Era in un sonno molto profondo e non si accorse neanche della coperta che le venne appoggiata sulle spalle.
Ido sospirò,allontanandosi.

“Non c’é nessuno più di loro che meriti la felicità”

Pensò,chiudendosi piano la porta alle spalle e ritrovandosi nel corridoio buio dell’accademia.

*************************************

la luce del mattino svegliò Nihal,che alzò la testa e si stropicciò gli occhi,intorpidita.
Rivolse uno sguardo a Sennar e il cuore le si fermò in petto per un attimo.

-Non é possibile...-

Mormorò,incrociando gli occhi color del ghiaccio del ragazzo.

-SENNAR!-

Esclamò,gettandoglisi addosso ed abbracciandolo con foga.
Che qualcosa non andasse,lo notò immediatamente.
A quel contatto così usuale tra loro,il mago si era irrigidito e non aveva risposto,cercando quasi di allontanarsi dalla stretta,che pareva terrorizzarlo.
Nihal si staccò da lui e lo guardò in volto,mentre il sollievo scompariva velocemente.

-Sennar...mi riconosci? Sono Nihal...-

Disse la mezz’elfo,sorridendo leggermente.
Il ragazzo la guardò con intensità,ma non sorrise.

-Sono...sono felice che tu stia bene...-

Mormorò finalmente il mago,con voce incerta.

-Ma cosa ti hanno fatto?-
Disse Nihal,accarezzandogli una guancia.
Lui si ritrasse,negli occhi chiari un lampo di paura.
La mezz’elfo ritrasse la mano,come scottata.

-Hai paura di me?-

Domandò con amarezza,gli occhi viola umidi.
Sennar non l’aveva mai guardata così.
Mai.

-Io...non lo so...ma non mi toccare...per favore...-

-Sennar...io non ti voglio fare del male...io ti amo,lo sai...-

Provò allora Nihal,senza avvicinarsi.
Il mago la guardò senza espressione,i capelli rossi che gli ricadevano sulla fronte innaturalmente pallida.

-Lo so...però...-

Non riuscì a continuare,i suoi occhi si erano istintivamente posati sulla spada che Nihal portava al fianco.
La mezz’elfo,nella foga di correre da lui,si era solo liberata della parte superiore dell’armatura ma aveva tenuto addosso tutto il resto,armi comprese.
Fu un lampo.
Nella mente di Sennar si susseguirono immagini confuse,angosciose e il dolore al petto,quello provato mentre il Tiranno sondava la sua anima,si rinnovò più forte che mai.
Sentì qualcuno che urlava,poi la mente fu completamente assorbita nel turbinio di immagini,suoni e odori.

-Mamma,dov’é papà?-

Urlò un bambino di appena cinque anni alla madre,intenta a trascinarlo via dall’accampamento,mentre sopra le loro teste fischiavano le frecce infuocate dei nemici.

-Dobbiamo scappare,tesoro!Corri!-

Mormorò la donna,le lacrime che solcavano il viso sporco di fuliggine.
Il bambino sgusciò via dalla presa della madre e si fermò.

-Io non vado via senza mio padre-

Disse,e cominciò a correre nella direzione opposta.

-Sennar!!-

Urlò la madre ma una freccia le si piantò a pochi centimetri dal piede e Kala,la figlia maggiore,cominciò a piangere.
La donna prese un profondo respiro e corse via nella direzione opposta a quella del figlio.

-Oh DEi...proteggetelo,vi prego!-

Pensò,mentre nuove lacrime scappavano dai suoi occhi verdi.

Sennar sentiva il suo cuoricino battere impazzito in petto,mentre urla strazianti gli riempivano le orecchie.
Un soldato cadde ai suoi piedi,trafitto in pieno petto da una lancia e lo osservò con gli occhi bianchi,vuoti .
Il bambino urlò,terrorizzato.
Era abituato alla guerra,perché era nato e vissuto sui campi di battaglia,ma quest’ultima non si era mai presentata ai suoi occhi con tutta la sua crudeltà.
Scavalcò il corpo dell’uomo e cercò il cavaliere di suo padre.
Socchiuse gli occhi celesti e lo individuò poco lontano,intento a combattere contro un fammin. Il padre era accanto a lui e ne stava fronteggiando un altro.
Corse loro incontro,anche se l’istinto di sopravvivenza gli urlava di scappare il più lontano possibile.
Il pugnale corto del padre affondò nel petto della creatura che cadde a terra con un rantolo di dolore,mentre il sangue colava copioso dalla ferita.
L’uomo sollevò la testa e vide il bimbo correre nella loro direzione.
Gli si bloccò il respiro per un attimo.

-Cosa fai,stupido?!-

Gli urlò contro,quando il bambino era a pochi metri di distanza.

-SCAPPA!-

Era un ordine e,seppur confuso dai tuoni della battaglia,Sennar colse la nota angosciosa nella voce del padre.

-Io non...-

Cominciò a dire il bambino,ma in quell’attimo il tempo sembrò rallentare...Erano apparsi altri fammin e avevano circondato i tre,ghignando malefici.

-Maledizione!-

Sibilò tra i denti il soldato,mentre cercava di asciugarsi il sangue che gli colava sugli occhi.
La testa gli pulsava terribilmente e sapeva che non avrebbe potuto reggere a lungo.
Un fammin prese il bambino per un piede e lo sollevò in aria,all’altezza del suo viso.
Sennar urlò con quanto fiato aveva in gola e cominciò a dimenarsi,ma tutto ciò che ottenne fu una risata malefica da parte del nemico.

-PAPà!-

Urlò allora il bambino,gli occhi gonfi di pianto.
Ma l’uomo non lo ascoltava.
Aveva visto il suo cavaliere cadere sotto il peso delle ferite e un fammin caricare la sua ascia per dargli il colpo di grazia.
Fu questione di un attimo.
Il padre si buttò sul suo cavaliere,per proteggerlo e l’arma calò impietosa sulla sua schiena.
Lo schizzo di sangue che ne seguì arrivò fino ai piedi del Fammin che teneva prigioniero Sennar.
Il bambino spalancò gli occhi,mentre l’orrore di quella scena gli si imprimeva a fuoco nella memoria.
Vide gli occhi del padre,illuminati da un vago orgoglio...poi una spada nera che gli calava sulla testa,tranciandola di netto...infine,soltanto il buio.

NIhal si spaventò all’urlo di Sennar e si ritrasse verso la porta,con l’intento di cercare aiuto.
Non ce ne fu bisogno,perché Ido fece la sua apparizione poco dopo.

-Cos’é successo?-

Nihal non riusciva a staccare gli occhi dal mago,piegato su se stesso e con la testa stretta tra le mani.

-Non lo so...si é svegliato...stavamo parlando...e poi ad un tratto...-

-Ok,non importa...-

Tagliò corto Ido e si avvicinò al ragazzo,che sembrava terrorizzato.
Lo prese per le spalle e lo scosse,cercando di svegliarlo dalla trance in cui era caduto.

-SENNAR! SVEGLIATI,MALEDIZIONE!-

Urlò,ma per il ragazzo quelle mani che lo scuotevano non erano di Ido,erano del Fammin che lo teneva prigioniero...poi diventarono quelle del suo torturatore,infine quelle del Tiranno.
La mente collassò e lui si accasciò tra le braccia di Ido,gli occhi già chiusi,la coscienza lontana.
Lo gnomo lo adagiò sul letto,bianco come un cencio,poi si voltò verso Nihal.

-Era proprio di questo che avevamo paura-

Disse grave e uscì dall’infermeria,facendo cenno a NIhal di seguirlo.

*******************************************

L’odore di incenso che pervadeva la stanza provocò a Nihal delle vertigini,che la costrinsero a fermarsi per un attimo.

-Benvenuti-

Disse una voce e tra i fumi dell’incenso Nihal vide farsi avanti un uomo,non esageratamente vecchio con gli occhi color della pece.

-Vedo con piacere che ti sei rimessa,Consacrata-

Disse,fissandola con insistenza.

-Siamo venuti a domandare il tuo aiuto,Torik-

Cominciò Ido,osservando con curiosità una lucertola che galleggiava in un liquido verdognolo,sulla scrivania.

-Non c’é bisogno che spieghiate nulla...conosco già il motivo per cui siete qui-

Disse il mago,con un sorriso che gli illuminava il volto rugoso.

-Sennar ha bisogno di me per rimettersi,esatto?-

Il sorriso si fece più largo.
Ido annuì grave.

-Conosco a cosa é stato sottoposto...e vi assicuro che non é una cosa piacevole...-

Disse,avvicinandosi allo scaffale e cominciando a cercare tra i suoi numerosi libri.

-Quando il Tiranno é entrato nei suoi pensieri,non si é limitato a frugarvi dentro,ha anche fatto in modo di fargli rivivere gli episodi più tristi e dolorosi della sua vita,di continuo,in un cerchio impossibile da spezzare. A furia di rivivere le stesse,devastanti,emozioni,la mente e il fisico erano talmente stremati che il tiranno é riuscito facilmente ad andare a fondo della sua anima,a carpirgli ogni segreto...a trasmettergli un po’ di tutto quel dolore che Aster aveva dentro.-

Nihal trattenne involontariamente il respiro e Ido le strinse una mano.
Il mago continuò.

-Anche se il pericolo é ormai passato e il fisico si sta rimettendo...-

Posò un grosso volume sulla scrivania e cominciò a sfogliarlo.

-La mente é sconvolta da ciò che é successo...il cerchio non si é ancora rotto e qualsiasi oggetto che Sennar veda,o parola che senta, viene ributtato nel vortice dei ricordi e della disperazione-

Trovò finalmente ciò che stava cercando e risollevò gli occhi scuri sui suoi ospiti.

-L’unico modo per aiutarlo é rompere questo cerchio. E l’unico modo per riuscirci é...-

Fare lo stesso gioco del tiranno,entrare nella sua mente e rimettere le cose a posto.

Continuava a ripetersi Nihal,mentre camminava pensierosa tra i corridoi.
Certo,detto così sembrava facile ma Torik era stato chiaro:non tutti potevano riuscirci. Solo chi era infinitamente potente poteva penetrare la mente di un mago....oppure solo chi aveva con lui un legame così forte da spezzare qualsiasi resistenza della mente con l’utilizzo minimo di poteri.
Nihal sospirò.
Torik le aveva dato appuntamento quel pomeriggio nella stanza di Sennar,per provare insieme a fare qualcosa.

-Ti insegnerò io come fare...a quanto pare sei l’unica che lo può aiutare...sei la persona a cui Sennar vuole più bene-

A quelle parole la mezz’elfo era arrossita,vergognandosi di se stessa immediatamente dopo.
Non c’era tempo,ora,per inutili romanticismi.
Sennar aveva bisogno di lei per vincere la sua ultima battaglia...e non si sarebbe certo tirata indietro.
Le ore del mattino passarono lente e il nervosismo di Nihal cresceva di minuto in minuto.
A pranzo non mangiò quasi niente e arrivò all’infermeria con molto anticipo. Appena aprì la porta fu stupita di trovare Torik ,seduto comodamente su una sedia accanto a Sennar,che le sorrideva indulgente.

-Ho fatto bene a venira prima,constato-

Disse con tono pacato,alzandosi ed accendendo alcuni bastoncini di incenso.

-Chiudi la porta,per favore-

Nihal obbedì ed osservò i gesti del mago,in silenzio.

-Hai bisogno di concentrarti molto,qui c’é bisogno della mente,non del fisico. Siediti a terra,lì,dentro il cerchio disegnato dalle rune-

La ragazza si sedette,le gambe incrociate,gli occhi chiusi.
L’odore dell’incenso diventava ogni momento più forte e la testa cominciava a dolerle.

-Cosa devo fare?-

Domandò,confusa.

-Cerca di entrare in contatto con Sennar...cerca l’entrata della sua mente...-

-Vedo solo buio-

-Non sei abbastanza concentrata-

Nihal strizzò le palpebre e cercò di pensare solo al mago.
Dopo qualche minuto l’odore dell’incenso divenne meno intenso e il buio cominciò a diradarsi.
La mezz’elfo si ritrovò davanti ad una barriera trasparente,che emanava bagliori azzurrini.

-Dove...-

Mormorò,provando a toccare l’ostacolo,che si piegò al tocco della sua mano,ma non la lasciò penetrare all’interno.

-Come faccio ad entrare?-

Urlò Nihal al buio,sperando che Torik la sentisse e potesse risponderle.

-Parla...ma non a me...al suo cuore-

Le parole del mago non erano altro che un’eco lontano,ma Nihal ne comprese ugualmente il significato.

-SENNAR!-

Esclamò.

-SONO NIHAL! FAMMI ENTRARE! VOGLIO AIUTARTI!-

Non ci fu nessun cambiamento al suono di quelle parole.
Nihal non si arrese.

-TI PREGO!-

Il silenzio era assordante.
Infine,una vocina rispose alle continue chiamate della ragazza.

-Cosa vuoi? chi sei?-

Nihal si guardò intorno e incrociò lo sguardo di un bambino,poco distante da lei.
Gli corse incontro,con il cuore che scalpitava in petto per l’emozione.

-Sennar?-

Domandò,inginocchiandoglisi davanti.
Il piccolo la guardò con gli occhioni umidi ed annuì.

-I Fammin hanno ucciso mio Padre-

Mormorò,portandosi le ginocchia al petto.
Nihal gli accarezzò la testa.

-Perché sei qui?-

Aggiunse il bambino,incuriosito.

-Per aiutare un amico-
Rispose semplicemente la Consacrata,con un sorriso.

-Sai come si fa ad entrare?-

Sennar si tirò su,asciugandosi il naso con la manica del vestito.

-Certo. Però non é una bella cosa...fa male passare di lì...io ho oltrepassato quella cosa per scappare dai fammin...-

La prese per mano e oltrepassò la barriera senza problemi.
Con grande stupore di Nihal,anche lei ci passò attraverso senza incontrare resistenze.
Improvvisamente,il paesaggio cambiò.
La mezz’elfo si ritrovò su un campo di battaglia,il bambino che poco prima l’aveva guidata era sparito.
Colonne di fumo si alzavano in lontananza,ultime resistenze di un incendio ormai domato.
L’odore di carne bruciata le riempì le narici e per un attimo le vertigini si impadronirono di lei.

-Dove sono finita?-

Un uomo le passò accanto di corsa,senza vederla.
Lei non era che un’immagine inconsistente,un intruso nei ricordi del mago.

-Avete spento il rogo ad est?-

La voce dura di un capitano.

-é stato tutto domato,Signore...ma ci sono state molte vittime-

Ancora guerra. ancora dolore...possibile che nelle terre del mondo emerso non ci fosse altro?
Un pianto sommesso attirò la sua attenzione.
Poco lontano da dove si trovava lei c’era Sennar bambino,inginocchiato,con un fagotto stretto tra le braccia.
Aveva le mani e il viso sporco di sangue.
Nihal rabbrividì quando vide ciò che nascondevano gli stracci.
Capelli rosso fuoco e due occhi spalancati,orgogliosi.
La testa di suo padre.
I contorni delle immagini cominciarono a sfumare e Nihal si trovò proiettata in un’ambiente diverso.
Un ambiente che riconosceva.
Era il palazzo della terra dell’acqua,meta del primo viaggio fatto con Soana.
Sennar,ormai adolescente,era seduto sul bordo del letto,la testa tra le mani e un’espressione grave sul volto.
Nihal si avvicinò a lui,provava un senso di oppressione al petto...sentiva la sofferenza proveniente dal ragazzo.

-Stupido cavaliere-

Stava mormorando Sennar,gli occhi ridotti a due fessure.

-E stupida Nihal...come può piacerle uno simile? é talmente pieno di boria che riesce a malapena a muoversi...e poi é l’uomo di Soana-

una lacrima clandestina gli scivolò su una guancia e cadde a terra.
Qualcuno bussò alla porta e Sennar,vergognandosi di quel momento di debolezza si asciugò gli occhi con rabbia.
Nihal rivide se stessa sulla porta,i capelli scarmigliati,le guance arrossate.

-Posso stare qui,stanotte?-

Il cuore della ragazza ebbe una fitta dolorosa,probabilmente la stessa che aveva provato sennar in quel momento.
L’amava già quand’era un ragazzo.
Che sciocca era stata.

Sul letto dell’infermeria,Sennar mugulò di dolore.
Torik gli passò una mano sulla fronte,cercando di recargli un poco di sollievo.

-Lo so che fa male-

Disse grave.

-Ma sopporta ancora un po’... presto sarai libero da questo dolore-


Da quanto tempo stava viaggiando nella mente di Sennar?
Nihal non avrebbe saputo darsi una risposta,poteva essere trascorsa un’ora come un minuto.
Ad un tratto il buio l’avvolse e le sue orecchie furono riempite di urla strazianti.
Ci volle un po’ prima che riuscisse a distinguere i contorni degli oggetti e quello che vide la fece rabbrividire.
Si trovava in una prigione...e non era difficile indovinare di quale prigione si trattasse.
Le segrete della torre.
Lì dove Sennar era stato rinchiuso per più di un mese.
Strinse le labbra con rabbia.
Lo vide trascinare nella cella da due fammin,la gamba ferita che sbatteva malamente a terra.
Nihal sentì l’irresistibile tentazione di sferrare due pugni alle due guardie,ma era ben conscia che ciò non era possibile.
Stette a guardare mentre lo incatenavano al muro,tremante di rabbia.
Il mago non aveva emesso neanche un gemito nonostante il dolore e Nihal vide che,a costo di non dar loro la soddisfazione di sentirlo urlare,si era morso le labbra a sangue.
Provò dolore...un dolore disarmante,che la fece cadere in ginocchio.
Ma non apparteneva a Sennar.
Quel dolore era suo...ed era provocato dal vedere l’unica persona che avesse mai veramente amato trattata in quella maniera.
Avrebbe voluto accarezzargli il viso...consolarlo..asciugargli il sangue che scivolava copioso sul mento.

-Cos’hai dovuto sopportare,amore mio-

Mormorò a fior di labbra,mente sentiva le lacrime annebbiarle gli occhi viola.
Il tempo di formulare quel pensiero che la porta della cella si aprì nuovamente,lasciando passare un uomo di grossa stazza,il ghigno malvagio disegnato sul volto ricoperto da cicatrici.

-Eccolo qui,il nostro bell’uccello canterino-

Sibilò,avvicinandosi a Sennar,che lo fissava impietrito.

-Il nostro Signore e padrona desidera avere delle informazioni da te...in un modo o nell’altro-

Il tono in cui aveva pronunciato le ultime parole fece rabbrividire Nihal.

-Slegatelo-

Ordinò secco l’uomo,riferendosi ai due fammin,che obbedirono.
Non appena le catene che lo tenevano in piedi furono sciolte,Sennar cadde a terra con un mugolio di dolore.
La gamba ferita aveva ripreso a sanguinare,Nihal poteva vederlo dalla tunica del ragazzo,tinta di rosso.
I Fammin lo costrinsero a stare in piedi,poi lo trascinarono lungo un corridoio lugubre,popolato da urla angosciate,rantoli di morte e respiri irregolari.
Dopo pochi minuti sbucarono in una stanza più grande,illuminata da fiaccole che rendevano spettrali i contorni degli oggetti.
Sennar fu buttato malamente a terra,mentre i due fammin si posizionavano davanti all’unica porta,in modo che nessuno disturbasse l’interrogatorio.
Nihal sentì il proprio cuore accellerare.

-Perché tu e la mezz’elfo eravate in terra nemica? Cosa stavate cercando?-

Sennar si puntellò sui gomiti e lo guardò dritto negli occhi,con una determinazione che Nihal non pensava gli potesse appartenere.

-Non sono affari che possano riguardare te o il tiranno-

Mormorò,mentre un sorriso di scherno gli increspava le labbra scarlatte.
L’uomo non si scompose.
Si avvicinò al ragazzo con molta calma e gli appoggiò il tacco della scarpa sulla ferita,spingendo.
Nihal vide gli occhi del ragazzo riempirsi di dolorose lacrime,ma non cedette. La pressione sulla ferita aumentò e il magò urlò di dolore.

-Non mancare mai più di rispetto né a me né al mio sovrano. Ora riprendiamo-

Allontanò il piede dalla gamba di sennar e si rimise davanti a lui.

-Perché tu e la mezz’elfo eravate in terra nemica? Cosa stavate cercando?-

Ripeté,mentre un lampo di divertimento gli illuminava gli occhi neri.
Sennar aveva il fiato corto per il dolore e non rispose nulla.

-Bene,ho capito. Ho domato ben di peggio. Ti costringerò a parlare,in un modo o nell’altro...perché non ti risparmi il dolore della tortura,parli subito e ti assicuri una morte indolore?-

Per tutta risposta,Sennar gli sputò sulle scarpe.
La rabbia prese il sopravvento sull’uomo che diede un calcio al ragazzo,facendolo strisciare sul pavimento per qualche metro.

-Stupido eroe...morirai tra atroci sofferenze per un’ideale che non esiste-

Sibilò tra i denti.

-Spogliatelo-

Ordinò secco ad uno dei fammin e Sennar fu lasciato a torso nudo.

-Ogni giorno subirai questo trattamento,vedremo chi si stancherà prima-

Nihal aveva la gola chiusa per l’orrore.
Voleva chiudere gli occhi,voleva prendere la porta e fuggire lontano,ma i suoi piedi non le obbedivano.
Ci fu il primo schiocco di frusta e l’urlo del ragazzo riempì l’aria.
Al primo ne seguirono molti altri,finché la coscienza non abbandonò Sennar.
A quel punto l’uomo si interruppe e lo fece riportare nella sua cella.
D’improvviso,Nihal vide nero e capì che Sennar non aveva ricordo degli attimi in cui era stato incosciente.
Le immagini tornarono poco dopo,leggermente sfocate.
il mago era ancora incatenato al muro,addosso solo i pantaloni e il torace pieno di tagli rosso sangue.
Nihal lo guardò e notò che brividi freddi lo percuotevano e la fronte era coperta da un sudore gelato.
Doveva avere la febbre alta.
la porta si aprì nuovamente e il torturatore entrò,come aveva già fatto il giorno prima.

-Indovina che ora é?-

Disse.
Poi di nuovo quel corridoio,di nuovo quella maledetta stanza,di nuovo le urla strazianti di Sennar.
Nihal osservò impotente mentre il suo corpo veniva ustionato,la gamba ferita,ormai infetta,veniva sollecitata e fatta peggiorare; Vide i lividi causati dalle botte,il sangue colare in ogni parte dal corpo martoriato del mago,ma ciò che la colpì di più fu la determinazione del ragazzo.
Urlava,certo.
Urlava con tutto il fiato che aveva nei polmoni,ma non disse mai una parola né su di lei,né sul loro piano.
Solo quando era chiuso in cella,preda della febbre,si lasciava scappare il suo nome dalle labbra.
A Nihal si chiuse il cuore.
Un mese passato tra le torture più atroci,fino a raggiungere il culmine in quella psicologica del tiranno.
Eppure non si era arreso.
L’aveva protetta,ancora una volta.
Posò lo sguardo sulla ferita che nel tempio della terra delle rocce aveva cercato di curare con la forza della disperazione.
Era gonfia ed infetta,sotto lo strato sanguinolento di carne si vedeva il bianco dell’osso,ormai ridotto in frantumi.
Non avrebbe mai dovuto lasciarlo solo in quella grotta.
Il buio l’avvolse d’improvviso e la mezz’elfo si ritrovò davanti ad un ragazzo,accovacciato a terra,la testa china sulle ginocchia.
Singhiozzi sommessi lo scuotevano e non sembrava essersi accorto della sua presenza.
Nihal gli si avvicinò,riconoscendo immediatamente quella testa fulva.

-Sennar-

Provò a chiamarlo e il ragazzo sussultò.
Alzò il capo finché gli occhi viola di lei poterono specchiarsi in quelli ghiaccio di lui.

-Nihal...-

Mormorò lui,incredulo.

-Si,sono qui...-

-Come....come hai...-

-Cosa ti hanno fatto,Sennar? Perché sei qui da solo?-

-Ho provato a combattere...ho provato a resistere,ma lui era troppo forte...ed era così disperato,Nihal! Nel suo cuore c’era una tale tristezza,una tale angoscia di vivere...mi ha relegato qui-

-Perché non esci? Perché non riprendi il controllo di te stesso?-

Domandò Nihal,avvicinandoglisi piano.

-Non posso...se passo attraverso quei ricordi sto male-

-Ma non ti tormentano lo stesso se stai qui?-

-Un po’ meno-

Rimasero in silenzio per qualche secondo.

-Torna da me,ti prego-

Disse ad un tratto Nihal.

-Non puoi lasciarmi sola proprio ora...ora che il tiranno é morto e noi possiamo prenderci finalmente la felicità che ci spetta...-

Sennar sembrò riscuotersi.

-Il Tiranno é morto?-

-Si...ora viviamo in pace...ma se tu resti qui,la pace che insieme abbiamo sempre cercato non la troveremo mai-


Nihal gli tese una mano,che il mago afferrò e utilizzò come appoggio per rimettersi in piedi.

-Affrontiamoli in due,questa volta,i tuoi ricordi. Così faranno ad entrambi meno paura-

Sentì che Sennar le stringeva più forte la mano e sorrise.

***********************************************

Quando il mago aprì gli occhi,la prima cosa che vide fu una scompigliata massa blu a pochi centimetri dal suo viso.
Sobbalzò per la sorpresa.

-Ti sei svegliato finalmente!-

Lo salutò gioiosa Nihal,non appena lui aprì completamente gli occhi e mise a fuoco gli oggetti.

-Dove sono? Cos’é successo?-

Domandò confuso il mago,ma fu stretto in un abbraccio soffocante che gli mozzò il fiato.

-Scusami,sono una stupida!-

Disse la mezz’elfo dall’incavo della sua spalla.

-Non avrei mai dovuto lasciarti solo in quella grotta...Così non avresti sofferto tutto ciò che...-

Sennar la staccò dolcemente da sé e la guardò con un sorriso.

-Non ti avrei mai tradito e lo sai. In quanto al discorso della grotta,lo abbiamo già affrontato e risolto all’interno di essa. Non c’é proprio nulla di cui preoccuparsi-

Nihal si asciugò gli occhi e rispose al sorriso,ma subito dopo si fece nuovamente cupa.

-La tua gamba...non...non guarirà più...-

Sennar si abbandonò sui cuscini.

-Lo avevo sospettato,ma non mi importa...ciò che più conta é che siamo riusciti ad arrivare in fondo a questa storia insieme-

Nihal avvicinò il viso al suo,finché le labbra non si sfiorarono.
Quanto le era mancato questo contatto così intimo! Quanto!

-Sennar!Che bello vederti sveglio!-

EsclmòIdo pimbando nella stanza ed interrompendo i due ragazzi sul più bello,che rimasero imbambolati a guardarlo,i visi ancora vicini.
Ido arrossì vistosamente e cominciò a guardare in giro,in imbarazzo.

-Magari...magari passo più tardi?-

Mormorò,prima di defilarsi dalla porta.
Nihal scoppiò a ridere,mentre Sennar arrossì fino alla radice dei capelli.
La mezz’elfo lo guardò con tenerezza.
Le parole di Torik non erano,ora, che un’eco lontano.

“Questo é solo l’inizio...la sua mente verrà sbloccata ma Sennar dovrà riabituarsi al mondo...ora é inconsapevole come un bambino.”

Nihal si avvicinò nuovamente al ragazzo,con l’intento di riprendere da dove li avevano interrotti.
Non importava quante difficoltà avrebbero dovuto affrontare nel corso della loro vita.
Loro erano insieme e questa era l’unica cosa che realmente contava.

FINE


T___T Che belli che sono insieme! Sennar,ti amo! Ma questo i lettori lo sanno già! ^______^ Cmq,che ve ne pare? Stavolta la fic é lunghetta,ne?Ah,la canzone sopra citata é degli Evanescence (sapete,nel caso qualcuno pensasse che fosse mia! XD XD) e si intitola "Bring me to life" *partono cori di increduli ooohhh!*. Trovo che sia particolarmente azzeccata sia per sennar che per Nihal...lei lo aiuta a ritrovare se stesso,lui le dà uno scopo per cui vivere! ^^ Amorucci!! *-*
XD Fatemi sapere!!!Bacini Baciotti

   
 
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