Era davvero così sbagliato, questo?
Era così dalla prima volta che l’aveva avuto in mano, quando Esposito, dopo parecchie preghiere, rassicurazioni, e minacce, aveva acconsentito a lasciarglielo.
Non sapeva neanche bene perché avesse tanta voglia di riaprire quell'indagine vecchia di dieci anni. Poteva permettersi tantissime nuove risorse, questo era vero, ma per cosa in fondo? Sapeva già che Kate ci aveva speso tre anni e lei stessa l’aveva pregato di lasciare stare sua madre, benché fosse evidente che ci stesse ancora male. Lo scrittore aveva capito che quell'omicidio, per quanto cercasse di nasconderlo, la logorava ancora da dentro, piano piano.
Certe ferite non sono fatte per rimarginarsi.
L’unica cosa di cui era davvero sicuro era che, nonostante tutte le domande che lo assillavano, avrebbe scavato a fondo per assicurarsi lui stesso che niente fosse rimasto intentato.
Non aveva bisogno che qualcuno gli dicesse che non aveva alcun diritto di violare così la privacy della detective. Lo sapeva bene.
Ma lui voleva solo provare a renderla felice, riuscire a donarle una pace che le era stata strappata via troppo presto.
Voleva vedere ogni giorno sul suo viso, uno di quei sorrisi a cui raramente Kate Beckett si lasciava andare.
Era davvero così sbagliato, questo?