Si diceva che nei suoi occhi ci fossero prati rossi come il fuoco e cieli vola come essenza di colore in tubetto. Aurore infinite, tramonti senza capo né coda.
Parto psichedelico di mezzanotte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Si diceva che nei suoi occhi ci fossero prati rossi come il fuoco e cieli viola come essenza di colore in tubetto. Aurore infinite, tramonti senza capo né coda.
Si diceva che tra gli steli spinosi e ritti e rossi come soldati di un’armata invisibile si nascondessero gigghisprizzi fucsia e metalonie di un verde accecante.
Si diceva che malene e fiori di Bacco uscissero da quel luogo di notte, girovagando per quel prato – oceano di fuoco – oceano di sangue – fino a farsi venire calli – bolle – vesciche sugli steli dorati.
Si diceva che ogni persona trovasse rifugio – riparo – nelle tane degli albarilli, alti come porci e grandi come elefanti. Proporzioni inutili, dimensioni ingannevoli.
Si diceva che nuvole d’ogni sorta e tipo vagassero e cercassero vie di fuga da correnti instabili e si sfidassero a duello con spade di sogni e frammenti di vetro e libertà.
Si diceva che in quel luogo gli amanti calmassero pene e ne trovassero di nuove, incubi maturassero e crescessero – orribili infanti – sassi cadessero, crollassero, città rase al suolo di un tempo immutabile. Anni trascorsi a leccare ferite e peonie per lenire il dolore.
Nell’aria c’era odore di musica e profumo di champagne, annacquati con sentimenti di sogni e raptus di rabbia, nient’altro che madide fantasie di viaggiatori erranti. Chiavi di felicità e vite con serrature incompatibili, siamo chiusi, riprovate un’altra volta.
E al mattino, chi si svegliava piangendo, chi gioendo, chi ridendo.
Sognavano fiori negli occhi di giovani fanciulle, e nemmeno lo sapevano.
Parto inaspettato di mezzanotte, niente di che.
Non cercate un senso, godetevi la poesia.