14 febbraio - Anti
San Valentino
by elyxyz
Ai
cuori solitari, agli amori non corrisposti, a chi non può sentirsi dire “Ti
amo”.
Nel giorno di San Valentino, durante una cena inusuale, Sakuragi parla a Rukawa di amori non corrisposti… Ma il confine che divide un concetto astratto ed una confessione personale non è mai ben definito… e il tutto acquista un sapore d’incerto e tristezza.
Attenzione: Autoconclusiva, genere yaoi, SS/PG triste.
POV di Hana.
Mi chiedo perché sono qui.
Mentre l’agitazione mi attanaglia la bocca dello stomaco in una stretta morsa.
Per un attimo mi concedo di guardarmi con occhi esterni.
La vetrata parla da sé. Sono patetico. Lo ammetto.
Un
elefante imbranato con le guance arrossate d'imbarazzo, con il vestito buono,
impaziente e agitato.
Sono il
primo ad arrivare. Pazzesco.
Se stasera
ci fosse Miyagi, urlerebbe: "Al miracolo!".
Ma Ryota e
Ayako hanno altri progetti, per stasera.
Sono una
coppia, loro.
Una coppia
normale.
E una
volta in più, mi chiedo quanto patetico io possa
essere.
Sono
riuscito calpestare la mia dignità, per stare con lui. Elemosinando attimi e
occasioni.
I ragazzi
hanno organizzato una serata 'Anti San Valentino'.
La verità
è che qualsiasi pretesto è buono, per stare tra noi e fare 'casino'.
Così i single
del team hanno avuto la geniale idea di una cena al ristorante cinese e poi,
per i più temerari, una sana sbronza per scordare di non avere un trofeo da
mostrare agli altri il 14 febbraio.
Mister 50
rifiuti non poteva mancare a questa serata da veri 'machi'.
Ne va del
mio onore di Tensai.
Devo far
vedere loro che sono superiore a tutte le loro acide cattiverie...
Ecco
perché sono venuto!
Bugia.
La verità
è che stasera c'è anche lui. Rukawa ci degnerà della sua presenza, dopo aver
ignorato una montagna di inviti, alta quanto il Fujiyama...
Ed è per
lui che sono qui.
Per il mio
amore a senso unico.
Da quando
non è più il freddo e scostante volpino.
Da quando,
oltre ad essere borioso e sostenuto in campo, ha imparato ad uscire con noi, a
divertirsi... Perché non si diventa 'squadra' solo sul
parquet, ma in tanti piccoli momenti e occasioni condivise.
E, piano
piano, la mia ammirazione è diventata attrazione, fino a che, con mille
difficoltà, ho realizzato l’impossibile: sono innamorato di Kaede Rukawa.
Perfetto!
Con la
proverbiale 'fortuna amorosa' del sottoscritto, sperare di venire
ricambiato dalla super matricola di Kanagawa, è come essere convinti che domani
mi spunteranno due nasi... mi correggo... se venisse a sapere del mio
interessamento, probabilmente mi troverei davvero due nasi...
Così ho
tentato invano di rinnegare questo sentimento, per tanto tempo...
perché ho la certezza che lui non mi ami.
La mia
parte razionale lo sa da sempre, è quella sentimentale che è tremendamente
testarda e masochista.
E così mi
ritrovo, stasera, a festeggiare il mio Anti San Valentino con l'uomo che amo e
che non mi ricambierà.
Un ultimo
fugace sguardo alla vetrata d'ingresso: i pantaloni neri e la camicia bianca,
sotto il cappotto scuro, fanno il loro effetto.
Sorrido
mentalmente.
I miei
capelli non passano inosservati, ma danno un tocco 'originale' al tutto.
Guardo
l'orologio.
Gli altri
dovrebbero essere già qui da un pezzo.
Del
ritardo della Kitsune e di Mitsui non mi preoccupo... ci sarebbe pericolo se
fossero puntuali!
Ma da
Akagi e Kogure, mi sembra strano...
Proprio
mentre termino di formulare il mio ragionamento, il cellulare squilla.
Iniziano
le prime note di 'Hero' di Iglesias... mentre premo il
tasto, penso tra me che forse dopo sia meglio che lo metta silenzioso...
potrebbero prendermi in giro a vita, se i ragazzi la sentissero.
Distrattamente,
rispondo.
È Kogure.
Si scusa,
ma non può venire. Sua madre si è appena sentita poco bene e non se la sente di
lasciarla sola a casa.
Lo
tranquillizzo e lo saluto; pregandolo di chiamarci, in caso di bisogno.
Ma da
quando sono così premuroso e gentile?
La mia
vita da teppista mi sembra un ricordo pallido e sfocato.
Perso
nelle nebbie del tempo.
Ma, in
fondo, è passato solo quasi un anno.
Il punto è
che il basket è diventato la mia vita. Il basket e
In che
ordine, non lo so più nemmeno io.
Sono
imprescindibili, credo.
Li amo in
modo diverso, ma con la stessa intensità.
E se non
posso avere l'irraggiungibile volpino, tutto il mio essere è canalizzato nella
pallacanestro.
Sono il
Tensai.
Tutti
devono capirlo. Persino il mio rivale n°1, l'uomo che amo.
Ecco
profilarsi una sagoma conosciuta.
In
lontananza, vedo arrivare Mitsui.
Da qualche
tempo, ho il dubbio che anche lui sia attratto dalla 'mia' volpe.
E questo mi
spaventa.
So che
Mitsui è più bravo di me a basket. So a memoria tutte
le sue prodezze da MVP. E so che Rukawa lo ritiene quasi un suo pari. Ha stima
e considerazione di lui, come giocatore.
È un mio
amico ed un rivale.
Ma stasera
spero che non ci colpiremo con frecciatine avvelenate sulle mie incapacità in
campo e sui suoi trascorsi infelici da teppista.
Entrambi
non ne andiamo fieri. Ma è passato.
Ecco. È
arrivato e mi saluta.
Lo
punzecchio strafottente sul suo ritardo, e lui mi dice che, mentre stava andando
a prendere Akagi, ha saputo che Haruko è scivolata e suo fratello l'ha portata
in ospedale per accertamenti, anche se, probabilmente, non era niente di grave.
Poi, butta
là una battuta sul fatto che la babbuina deve essere scivolata su una buccia di
banana...
Dieci mesi
fa, gli avrei rotto il naso, per un'offesa simile alla mia Harukina... oggi sto
ridendo con lui sino alle lacrime, immaginando il gorilla e la babbuina...
Poi,
qualcosa attira la mia attenzione e divento serio.
Per un
attimo, smetto di respirare.
Sei
bellissimo, amore mio.
Peccato
che non possa dar voce ai miei pensieri.
Silenzioso
come una folata di vento e sinuoso come un gatto, ti sei avvicinato alle nostre
spalle e ci hai sorpresi.
Anche
Mitsui è rimasto senza parole, nell’ammirarti.
Siamo
realisti. Persino un sacco di iuta diventerebbe elegante su di te.
E il
cardigan nero a coste larghe sopra la camicia bianca fa risaltare la tua pelle
di porcellana.
I
pantaloni color panna rendono troppa giustizia alle tue gambe scolpite dai tanti
allenamenti... e la giacca di pelle ti dà un tocco selvatico che non guasta...
e io, io ti sto mangiando con gli occhi.
Per
fortuna che la tua proverbiale intuitività in campo lavora part-time nella vita
mondana, altrimenti avresti già letto il cartello appeso sulla mia fronte che
dice "ho fame di te".
Devo
riscuotermi... sto arrossendo.
Lui mi
guarda preoccupato: "Do'aho, che hai?"
Cosa posso
dirgli?! ' Ti sto mangiando
con gli occhi?!'
"Ho
freddo, Kitsune! È un'ora che aspetto i vostri comodi!"
Lui fa notare
che mancano gli altri senpai.
Io e
Mitsui lo aggiorniamo sugli inconvenienti dell'ultimo minuto.
Ci
guardiamo in faccia per decidere se mandare a monte la nostra serata in
compagnia.
Questo
dubbio, prima, non mi aveva neanche sfiorato. E non voglio perdermi una serata
con la mia Volpe!
Così butto
lì un: "Dai! Intanto entriamo a mangiare, poi, magari, si torna a casa
presto!... Io non ho niente in frigo..."
Mitsui mi
dà man forte.
Evidentemente
non sono l'unico a voler trascorrere una serata vicino al volpino.
Per
stasera mi impongo di sorvolare su quanto possa essere
patetica questa situazione: i due pretendenti e l'ignara preda.
Non credo
che Mitsui tenterà strani approcci con lui. Non stasera, davanti a me.
Forse
anche lui ha capito qualcosa su di me, e ci rispettiamo.
Se
dobbiamo combattere, lo faremo senza imbrogli o colpi bassi.
Entriamo
nel rinomato locale e una simpatica cameriera viene ad accoglierci.
La
salutiamo con un buon inchino e lei deve essere rimasta impressionata da tre
stangoni ricurvi... poi, arrossendo lievemente, ci accompagna ad un tavolo un
po' appartato.
Mentre
cammino, non posso fare a meno di notare le coppiette sedute ai tavoli e i loro
sguardi complici e una sottile invidia mi stringe il cuore.
Io non
sarò mai come loro.
Arriviamo
al nostro tavolo, ed è, per fortuna, ben appartato. Così potremo fare un bel
po' di festa... che Anti San Valentino da single sarebbe,
altrimenti?!
Due ore
dopo...
L'ottimo saké di questo locale è proverbiale in tutta Kanagawa; e io
concordo in pieno.
Rukawa e
Mitsui mi guardano un po' preoccupati...
"Eccheccavolo!
Non è la prima volta che mi vedete un po' brillo, ragazzi! Il Tensai ha tutto
sotto controllo! "
Ma che ci
posso fare?! Voglio dimenticare almeno per stasera
questo casino che ho in testa e tutti i miei problemi...
...ma ho
tutto sotto controllo, sicuro!
Il genio
non cede per qualche bicchierino di liquore..."Kitsune, da
quando hai due teste?" Mi guardi sgranando gli occhi ed io annego
in quell'oceano profondo e grande come il mio amore per te.
Per un
secondo, vi ho letto preoccupazione. Ma no, mi sono
sbagliato.
Il volpino
non può interessarsi a me. Se avessi la testa arancione a strisce nere e
rimbalzassi, forse sì...
Beh, la
testa arancione ce l'ho. Vale lo stesso??
Mitsui
borbotta qualcosa al mio indirizzo e Ru annuisce.
Poi vedo
la sua mano spostarsi sinuosa verso di me. Per un secondo, resto ipnotizzato
dalle sue movenze eleganti. Ha delle mani stupende. Anche se abbiamo fatto a
pugni centinaia di volte, anche se ha i calli di milioni di allenamenti, ha
delle mani splendide.
Venderei
l'anima per una sua carezza.
"Basta,
Do'aho. Per stasera, termini qui. Mi sembri sbronzo a sufficienza. Altrimenti,
domani, sarai d’intralcio negli allenamenti."
Già.
"Ma a te, interessa sempre e solo il basket, Rukawa?!
Cavolo, divertiti per una volta!"
Lo catturo
con le parole e blocco la sua mano che sta sottraendo il mio bicchiere.
Mi guarda
come se avessi detto un'eresia.
In
pratica, l'ho detta.
Ai suoi
occhi, perlomeno.
Penso sia
convinto del fatto che io sia completamente ubriaco.
La verità
è che, avere la sua mano tra le mie, mi sta bruciando.
Non è
l'alcol, in questo momento, ad ottenebrare le mie capacità di giudizio, ma la
sua vicinanza.
Il suo
profumo al muschio bianco, nelle mie narici, mi sta travolgendo come fiume in
piena ed io sono senza salvagente.
Mitsui ci
guarda a metà strada tra il curioso, il preoccupato e il geloso.
Poi Ru fa
una cosa che mi sorprende.
Mi dice,
serissimo, che nella sua vita c'è solo il basket, perché non ha ancora trovato
una persona tanto importante, per lui, da scalzarlo al secondo posto.
Sorrido
ebete per tre secondi.
Non posso
mettermi a piangere adesso.
Dov'è la
mia scorta di battute da pagliaccio, allegro e casinista?!
La sbronza
è un ricordo avvenuto in un'altra vita.
Conficco i
miei occhi nei suoi.
La mia
bocca inizia a muoversi da sola e le parole escono fuori troppo veloci:
"Sai, Rukawa, dicono che nella vita, ci sia solo un'anima gemella, per
ogni persona.
Una sola.
Che sia
capace di completarci davvero.
Ma è una
fortuna rara, riuscire ad incontrarla.
E forse
non esiste neanche, per noi.
Un giorno, mi hanno detto che
non c'è la 'persona giusta'.
E tu l'aspetti per una vita.
Poi, un
giorno come tanti altri, incontri qualcuno 'meno giusto', ma che ti vuole bene;
con cui vale la pena di provare, di tentare di costruire 'qualcosa'.
Un qualcosa
che poi ti ritroverai a chiamare 'amore'.*"
Distolgo lo sguardo da lui e mi volto ad osservare i tavoli nella sala. Poi riprendo: "Osservale. Alcune di queste coppie rimarranno unite per sempre, altre non dureranno neanche fino alla settimana prossima.
Separarsi,
per alcune, sarà una sofferenza; per altre, una liberazione.
Ma sai
qual é la cosa che più dolorosa che può accadere nel giorno di San Valentino?
Non è venire lasciati dalla persona che si ama.
No,
credimi.
E'
guardarla negli occhi e dirle "Ti amo" sapendo che non risponderà
"Anch'io".
Sto
pregando perché tu non ti accorga di avere ancora la
tua mano tra le mie, che stanno tremando.
Ma sei
troppo assorto nelle parole che ho appena proferito.
Sembri
smarrito.
Poi, soffi
un: "Do'aho, cosa volevi dire?"
Un
moto di esasperazione sta per farmi urlare, ma riprendo, con una voce che non
sento mia: "Si può dire in tutte lingue, Kitsune:
Ai shiteru
I love you
Je t'aime
Ich liebe Dich
Te amo
Wo ai ni....
Ma il suo
significato non cambia.
Fa più
male sentirsi rifiutati, che perdere una persona che si è amata.
Perché i
ricordi restano, consolano.
Di un
"no" resta solo l'amarezza e il dolore".
Mi concedo
di stringerti un attimo le mani e poi, lentamente, le ritraggo.
Prendo il
mio bicchiere, che hai lasciato lì. Lo scolo in un'unica sorsata.
Brucia. Ma
non quanto le braci di un fuoco all'altezza del cuore.
Ti ho
appena detto 'addio', Kitsune. Te ne rendi conto?
"È
ora che me ne vada." Mi sollevo, mi incammino e,
senza voltarmi, alzo una mano sopra la spalla in segno di saluto.
Probabilmente
crederanno che sia ubriaco o che abbia fatto una sparata delle mie.
Che pensino ciò che vogliono.
Se Rukawa
non ha capito, non sa cosa ha perso.
Possono
continuare a fissare la mia sedia vuota all'infinito.
Non
troveranno risposte.
Lì c'è
solo il fantasma del vecchio Hanamichi morto qualche istante fa, con tutte le
soluzioni che cercavano.
Da domani,
aspetterò qualcuno con cui varrà la pena tentare di costruire qualcosa...
Stanotte,
ho solo ferite da disinfettare.
OWARI
Disclaimers: Tutti i personaggi appartengono ai
detentori dei diritti.
*Dal 25 settembre, data in cui mi è stata detta, questa frase mi
vortica in testa ogni giorno.
Spero
sempre di riuscire a farla mia, prima o poi.
Perché ha
un significato immenso.
E chiedo
perdono a chi si deprimerà leggendo la mia storia.
Perché so
fin troppo bene che sono sufficienti 362 giorni all’anno
per soffrire di solitudine.
Ma, mentre
in quei giorni, chi è solo arranca in qualche modo…
A Natale,
o al proprio compleanno, o a San Valentino, la solitudine aumenta il suo peso
in modo esponenziale…
Ok, la
smetto.
Di solito
non ci do tanto peso, ma quest’anno non andrò a
festeggiare l’Anti San Valentino tra single in company, perché sono a casa
ammalata…
Concedetemi
di autocompatirmi un po’ ...o date colpa di tutti questi deliri alla febbre.
Se vi va
di contattarmi, sono qui: elyxyz@alice.it
Ciao.