1:
RISVEGLI
Seto
non si era mai svegliato così tanto di malumore in vita sua.
Eppure aveva sulle
spalle una serie di esperienze traumatiche e poco gradevoli che gli
avevano regalato delle belle
incazzature.
Erano
le undici del mattino e lui era talmente in ritardo che non sapeva da
dove
cominciare. Si rigirò tra le mani quello stupido biglietto,
scritto con una
calligrafia ridicolmente elegante e che si era ritrovato fra le dita
poco
prima, quando si era svegliato.
“Ehi, Kaiba-boy! Scusa se non mi troverai, ma
sono dovuto scappare. Ti avrei svegliato, ma dormivi così
bene ed eri così
carino! Per questo ti ho disattivato la sveglia. Non ringraziarmi, e
buon
riposo!
Pegasus”
-Maledetto
idiota- ringhiò Seto, rileggendo il contenuto del foglio per
poi
appallottolarlo e scagliarlo in un angolo della stanza.
2:EQUILIBRIO
Afferrò
la propria testa tra le mani, sentendo gli occhi bruciare per la fatica
di
stare a guardare lo schermo del pc ore ed ore di seguito. Di solito non
gli
succedeva mai, era decisamente abituato a lavorare sodo. Ecco, essersi
alzato
tardi gli aveva rovinato l’equilibrio di tutta la settimana.
E di chi era la
colpa? Ma di Pegasus, e chi altri.
-Maledetto
idiota!- disse, stavolta più forte. Aveva praticamente
urlato. Perfetto, ora
stava perfino imprecando da solo.
Il
suono acuto del telefono lo fece sobbalzare e infuriare ancora di
più. Premette
un tasto e attese di sentire la voce della sua segretaria.
“Signore,
c’è una telefonata per lei. Gliela
passo?”
-Chi
è?-
“Il
signor Pegasus J. Crawford.”
Oh,
adesso mi sente, pensò Seto, sul piede di guerra.
–Passamelo.-
Aspettò
che la linea cambiasse, ma non riuscì a spiccicare parola
perché quello lo
precedette nettamente. Lo travolse,
ad essere più precisi.
“Ehi,
Kaiba-boy! Stai lavorando, stakanovista che non sei altro? Dovresti
riposarti
ogni tanto, se non ci fossi qua io finiresti in terapia! Ascolta, stavo
pensando che forse una vacanza ti farebbe bene, ho notato che le tue
sopracciglia stanno prendendo una piega sempre più
corrucciata e non ti fa bene
alla pell…”
Seto
dimenticò ogni insulto che aveva in mente.
Allungò una mano e semplicemente
premette un pulsante; Pegasus dall’altra parte
continuò a riempire di
chiacchiere irritanti la cornetta del proprio telefono, e gli ci volle
un po’
prima di comprendere di stare parlando da solo.
3:IL
GENIO DEL
MARKETING
Aveva
decisamente bisogno di un caffè, o sarebbe morto dietro a
quella scrivania, con
la testa riversa sul computer. Uscì dal proprio ufficio, ma
non fece che pochi
passi quando la figura minuta di Mokuba gli venne incontro, piuttosto
festante.
-Nii-sama!-
esclamò, fermandosi davanti a lui e sorridendo.
Una
parte del cattivo umore di Seto si polverizzò davanti al suo
fratellino. Gli
diede una pacca sulla testa.
-Che
cos’è?- chiese, vedendo che il più
piccolo aveva qualcosa in mano. L’altro
sorrise ancora: -È una carta! E indovina chi me
l’ha data?-
-Chi?-
-Pegasus!
L’ha fatta lui, apposta per me.-
L’espressione
di Mokuba divenne ben presto un ghigno soddisfatto: -Guarda-
Seto,
tentando di trattenere quel fastidioso tremito all’occhio che
lo prendeva ormai
ogni volta che sentiva nominare quell’imbecille,
guardò la carta che il
fratello gli porse.
“Kaiba
imbronciato occhi blu: carta trappola, ogni mostro
dell’avversario si spaventa
e gira a largo”
Mokuba
scappò via ridendo, un secondo prima che Seto potesse
acciuffarlo (intenzionato
a prendere poi quella stupidissima carta e darle fuoco).
4:
PREFERENZE
Kaiba
si gettò sul divano del salone di casa sua, troppo stanco e
sfasato per poter
raggiungere la sua stanza. Stava male, non era abituato a dormire fino
a tardi
e l’averlo fatto lo aveva letteralmente steso. Avrebbe avuto
la sua vendetta,
oh, ne era certo. Per il momento però si limitò
ad addormentarsi pesantemente
su quel divano, al freddo e in una posizione che gli avrebbe garantito
dolori
ovunque.
Pegasus
entrò nella villa usando il doppione delle chiavi che Seto
stesso gli aveva
dato mesi prima, quando la loro assurda relazione aveva avuto inizio.
In
ufficio non c’era, al cellulare non rispondeva…
l’ultima soluzione era andare a
cercarlo a casa. E difatti lo trovò lì, in stato
comatoso sul divano del discreto (enorme)
salottino di casa
Kaiba.
Sorrise
e gli fece una foto con il cellulare, intenzionato a stamparla e ad
appendergliela ovunque.
Si
avvicinò e gli si accostò, indeciso fra sbattere
due coperchi di pentola tra
loro per svegliarlo, o se destarlo delicatamente.
Ovviamente
scelse la seconda opzione. Lo scosse piano per una spalla: -Seto. Dai,
sveglia,
non vorrai dormire qui…-
-Mh?
Vattene- bofonchiò il più giovane, poco
intenzionato a dargli ascolto.
-Ti
verrà mal di schiena. Andiamocene a letto.-
Kaiba
uscì dalla fase di sonno annebbiato e gli scagliò
un cuscino dritto in faccia.
-Ahu.
Gesto poco carino.-
-Ti
ammazzo! Hai fatto qualche corso per essere così fastidioso?-
Pegasus
rise: -E tu per essere così irascibile? Non ti ricordavo
così irritabile,
Kaiba-boy.-
-È
colpa tua. Sta’ zitto per dieci secondi!-
-Ma
come? Io mi preoccupo per te.- rispose l’altro, con quel tono
sarcastico che lo
contraddistingueva.
Seto
alzò gli occhi al cielo. Subito dopo si sentì
afferrare per la camicia, e in un
lampo le labbra di Pegasus furono sulle sue.
-Perché
non stiamo zitti tutti e due?- propose Pegasus, un sorriso beffardo sul
volto.
Kaiba
pensò che fosse una proposta decisamente più
allettante, rispetto all’essere
costretto ad ascoltare le idiozie di quell’uomo.
5:INSONNIA
Seto
si rigirò fra le coperte, faticando notevolmente a prendere
sonno. Qualcuno invece non si
poneva simili problemi:
il respiro regolare e sereno di Pegasus gli fece capire che stava
dormendo
beatamente. Si mise seduto e accese la lampada sul comodino. La sveglia
segnava
le tre del mattino; gli parve inutile rimanere a letto a non fare
niente, dal
momento che ormai (ne era certo) non sarebbe mai riuscito a spegnere il
cervello. Si alzò e sbadigliò sonoramente
–e se quell’idiota si fosse
svegliato, tanto meglio. Ovviamente non accadde.
Ma
qualche istante dopo Seto percepì un movimento dietro di
lui. Si voltò e vide
che Pegasus, nel sonno, aveva teso un braccio verso la sua
metà di letto, come
per cercarlo.
“Che
invadente”, pensò. Andò in un angolo
della stanza e raccolse il biglietto
appallottolato quella mattina. Lo infilò nel cassetto del
comodino. Lo avrebbe
buttato il giorno dopo.
********
FINE!
Qualcosa
mi dice che Seto alla fine NON lo butterà u.u
Bon,
erano secoli che non pubblicavo su questo fandom! Ma ogni tanto mi
viene la
nostalgia, e questo è uno di quei casi.
Qualche
parola sulla coppia? Ok, qualche parola sulla coppia. La toonshipping
è una
delle mie preferite, credo che Pegasus e Kaiba sarebbero esilaranti
insieme. L’idea
di Pegasus che fa uscire di testa Seto mi diverte assai *-*
Baci
a tutti!