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Autore: SpinellaTappo98    28/08/2012    1 recensioni
Beckett e Myles Fowl hanno ormai quattordici anni. Incuriositi dal passato del fratello maggiore Artemis, decidono di interpretare il diario in codice dello stesso Artemis. Ma cosa accadrebbe se scoprissero i segreti del Popolo? Riuscirebbero a mantenere il segreto? Come reagirebbero Polledro ed il capitano Tappo? E come reagirebbe Artemis?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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voglio dedicare questo capitolo a tutti quelli che amano leggere e a quelli che mi hanno commentata.


CAPITOLO 3

ZIETTI!

 

 

CabOp, Cantuccio, Sottosuolo

 

Era strano che il capitano Spinella Tappo richiedesse un passaggio sgombero, ma se lo faceva significava che era indispensabile. Nessuno metteva in dubbio che Spinella fosse un'agente di prim'ordine.

Non dovette passare molto tempo dalla chiamata che il capitano Tappo entrò nella CabOp. Ad attenderla c'erno Polledro, Artemis e Leale. Domovoi Leale. Il suo ingresso fece rizzare i tre in piedi. - Voi? Ma cosa...? - balbettò incredulo Artemis.

 

Il viaggio non era stato dei più comodi. Essere sballottati dentro ad una navetta a misura di nano non era piacevole per nessuno. In particolar modo per Beckett e Myles. I gemelli Fowl avevano sempre viaggiato in modo comodo e sicuro. La sola cosa che li aveva convinti a salire su quell'insolito mezzo di trasporto era stato il pensiero del fratello ad attenderli alla fine del viaggio. L'elfa non aveva parlato per tutto il viaggio ed ora li stava portando in un luogo misterioso. Stavano attraversando un passaggio deserto. Myles sapeva che era stato sgomberato per loro. Il Popolo non poteva rischiare di farsi vedere dagli umani. Già una volta erano caduti in mano ad un Fangosi, come definivano gli umani, e non volevano certo correre rischi. Mentre quei pensieri occupavano la mente di Myles, Beckett richiamò la sua attenzione con una gomitata. La bizzarra comitiva si trovava davanti ad una strana porta blindata. Sistemi di sicurezza rendevano impossibile l'accesso a quella camera. A meno che non si fosse attesi, ovviamente.

Una strana sensazione fece dubitare i gemelli della loro operazione. Una sensazione molto simile alla paura. Nessun calcolo matematico poteva dire loro cosa avrebbero trovato dietro quella porta. L'elfa dai capelli ramati non ebbe esitazini. Digitò rapida un codice. Era un linguaggio che non conoscevano. Beckett decise che una volta tornato a Casa Fowl avrebbe imparato lo gnomico. Non gli piaceva che qualcuno sapesse qualcosa che lui non sapesse. A meno che non fossero i suoi fratelli Artemis e Myles. I suoi pensieri furono spezzati da una voce tremula. - Voi? Ma cosa...? - balbettò la voce. Alzò gli occhi e lo vide. Artemis era ritto in piedi a pochi metri da lui. A quanto pareva era in compagnia della sua guardia del corpo e di un centauro che indossava una calotta metallica. Paranoico, pensarono all'unisono Beckett e Myles.

 

Spinella si scostò per far entrare tre persone. Una donna alta e slanciata vestiva un completo di sartoria scuro. I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una treccia cui alla fine era infilato un anello di giada. Elegante e pericoloso. Insieme a lei c'erano due ragazzi identici dai ricci capelli biondi. Anche loro indossavano completi scuri. Gli occhi verdi scrutavano la stanza in cerca di qualcosa. Artemis, Leale e Polledro riconobbero increduli i loro ospiti. Beckett e Myles Fowl accompagnati da Juliet Leale. - Queste due pesti mi hanno rapita. Hanno rimesso in atto la scena di quando mi hai rapita tu. Siamo stati fortunati che fossi io la vittima occasionale. Volevano vedere te, Arty. - spiegò Spinella andando a sedersi.

- Fangosetti – grugnì Polledro. - l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Due pesti tra i piedi nella mia CabOp.

A Beckett non piacque il commento del centauro. - Non osare darmi del pestifero, strana creatura paranoica.

- Io non sono paranoico, Fangosetto!

Prima che Beckett potesse rispondere, Myles s'intromise e prese la parola - Abbiamo letto il dischetto 2 del tuo diario, Artemis. Ecco perché siamo qui. Vogliamo la verità. Ora.

Beckett tornò ad occuparsi del suo obiettivo principale.

Tutti nella CabOp puntarono gli occhi su Artemis. - Immaginavo che un giorno avreste scoperto la verità. Anche se non pensavo avreste rapito qualcuno. Voi eravate quelli buoni del resto. - iniziò Artemis. La sua voce era tornata alla solita calma – presumo che nostra madre non sappia niente del vostro piccolo piano e dato che vi siete spinti tanto oltre, non vi ha detto nulla.

I gemelli Fowl annuirono con decisione. - Ci ha detto solo che il suo piccolo Arty era felice. - ancora una volta avevano parlato all'unisono. Dovevano decidersi a smetterla.

- E ineffetti lo sono. Ovviamente sapete già tutto del Piccolo Popolo. Non c'è bisogno che vidica altro. Se avete letto il dischetto 2 del mio diario, sapete di tutte le avventure che abbiamo vissuto insieme. Non dovete preoccuparvi della mia parte criminale. Ho smesso di sfruttare le creature magiche da anni, ormai. Ora coopero con loro per salvare il mondo. Ma di questo ve ne parlerò dopo. Una cosa mi preme di dirvi. Spinella, potresti per piacere... - non ebbe bisogno di terminare la frase. Il capitano tappo uscì dalla stanza senza fiatare.

Mentre aspettavano che tornasse, Beckett e Myles si misero all'opera sul computer di Polledro. Un ritrovato di tecnologie avenzate di cinquant'anni rispetto a quelle umane.

Juliet si avvicinò al fratello. - Non ho potuto evitarlo, Dom. Sai bene anche tu come è difficile essere la guardia del corpo di un Fowl. Senza contare che i miei sono due...

Leale lo sapeva benissimo. Molti anni prima, anche lui si era ritrovato nella stessa situazione con Artemis. Il principale sopra ogni cosa. La principale lezione che si imparava all'Accademia di Madame Ko. Anche Juliet si era diplomata lì. - Non preoccuparti, sorellina. Ma ora parla. È un po' che non ci vediamo. Devono esserti accadute un sacco di cose. Specie di recente...- concluse alludendo al rapimento organizzato dai gemelli Fowl.

 

Estratto dal diario di Beckett Fowl, Dischetto 1, Non in codice.

 

Artemis, creature magiche e tecnologia avanzatissima. Se questo è un sogno, vi prego, non svegliatemi. Ma perché Artemis ci ha voluto nascondere una cosa simile? Io e Myles siamo i suoi fratellini. Aspetta un minuto, forse è proprio per questo. Noi siamo degli umani, o Fangosi come ci chiamano loro, e quindi siamo una minaccia per il Popolo. E pensare che per arrivare da nostro fratello abbiamo dovuto rapire Spinella! Forse fanno bene a non fidarsi di noi. Siamo orribili. E pensare che già mi stanno simpatici. Per ora conosco solo Polledro e Spinella. Ma mi basta così.

Il centauro è paranoico. Molto paranoico. Forse l'essere più paranoico che abbia mai conosciuto. A quanto ho capito, è una sua caratteristica innata. Inoltre ama punzecchiare chiunque s'imbatta nel suo cammino. Siamo simili sotto alcuni punti di vista. Del resto, anche io amo la tecnologia. Forse dovrei chiedergli se mi spiega un po' di cosuccie.

Spinella è molto gentile. Avrebbe potuto vendicarsi di noi o stenderci alla prima occasione. Del resto l'abbiamo rapita. Mi devo ricordare di chiederle scusa. Prima o poi. Comunque la sento come una di famiglia. Anche se è un'elfa. Forse perchè lei ha guarito i miei genitori ed ha salvato più volte la vita ad Artemis. Artemis... Arty. Lei lo ha chiamato così. Come lo chiama nostra madre. E se...no impossibile. Eppure mi è sembrato che tra lei e Artemis...

 

Estratto dal diario di Myles Fowl, Dischetto 4, In codice.

 

Incredibile. Un'intera civiltà ha vissuto e si è sviluppata sotto i nostri piedi per millenni. Il Popolo sa tutto degli umani e ci osserva continuamente. Gli uomini, o Fangosi come ci definiscono da sempre, non hanno idea della loro esistenza. Tutti eccetto Artemis, i due Leale ed i miei genitori. Ho infatti scoperto di recente che anche mio padre era stato informato dell'esistenza del Piccolo Popolo e del legame di Artemis con esso. Avevano dovuto farlo, a quanto ho capito. Credo che sia qualcosa che coinvolga il capitano Spinella Tappo.

Quell'elfa conosce Artemis da prima che io nascessi e sa più cose lei su di lui, che io e Beckett. Ovviamente non ho incontrato nessun componente del Popolo al di fuori del capitano Tappo e del centauro Polledro.

Come si può intuire dalla calotta metallica che porta sulla testa e dalle misure di sicurezza applicate alla CabOp, è una creatura molto paranoica. Teme che qualcuno possa impossessarsi delle sue creazioni per usarle contro di lui. Però devo ammettere che le sue invenzioni sono eccezionali. Nella CabOp tutto supera di cinquant'anni la tecnologia umana.

Intanto Leale sta parlando con suo fratello. Credo che si senta in colpa per averci permesso di attuare il piano. Lei è amica del Piccolo Popolo. Da giovane anche lei è stata coinvolta dalle ingegnose macchinazioni di Artemis. Devo ammettere che mi sarebbe piaciuto vedere Leale da ragazza. A quanto ho letto nel diario di mio fratello maggiore, amava la lotta libera e divertirsi. Ho scoperto che ha rinunciato ad essere una lottatrice per fare la guardia del corpo a me e Beckett. Spero di non avere creato problemi con suo fratello.

Eppure c'è qualcosa che mi distrae. Incredibile. Mi trovo in mezzo a ritrovati della tecnologia del Popolo e non riesco a non pensare ad Artemis. Cosa avrà chiesto al capitano Tappo? Una cosa è certa però. Non avuto bisogno di completare la frase. Lei lo ha capito subito. Qui c'è sotto qualcosa. Ed io ho intenzione di capire di cosa si tratta.

 

CabOp, Cantuccio, Sottosuolo

 

L'attesa fu abbastanza lunga. Per trenta lunghi minuti il capitano Spinella Tappo si era assentata dalla CabOp. Mentre attendevano, i due Leale si erano aggiornati sulle attività svolte l'uno dall'altro. Era qualche mese che nonsi vedevano e c'erano mlte cose di cui parlare. Artemis continuava a scorrere file sul suo pc e Polledro tentava di salvare la sua tecnologia dai gemelli. Anche se sono cresciuti, pensò il centauro, sono pur sempre delle pesti. Beckett e Myles, invece, erano passati dal curiosare tra gli aggeggi di Polledro, ad aggiornare i propri diari, al tornare a curiosare. Erano inarrestabili. La loro voglia di sapere impediva che si fermassero qualche istante.

Prima che Polledro potesse prenderli a zoccolate, Spinella entrò nella CabOp. - Scusate. Traffico nei tunnel. Beckett, Myles, c'è qualcuno che dovreste conoscere...

 

Beckett e Myles non riuscivano a resistere oltre. Ormai il capitano Tappo era uscito da quasi mezz'ora. Trenta lunghissimi minuti. I gemelli Fowl si erano divertiti a punzecchiare Polledro, curiosare tra le sue invenzioni e tentare inutilmente di capire a cosa stesse lavorando Artemis. Avevano persino trovato il modo per aggiornare i loro diari. Polledro stava per prenderli a zoccolate. Per fortuna nella stanza entrò il capitano Tappo. - Scusate. Traffico nei tunnel. Beckett, Myles, c'è qualcuno che dovreste conoscere... - disse spostandosi come per far entrare qualcuno.

Le misteriose creature che i gemelli Fowl dovevano conoscere, comunque non sembravano arrivare. Poi qualcosa attirò la loro attenzione. - Ciao. Io sono Coral. Chi siete voi? - gracchiò una voce acuta. I giovani Fowl abbassarono lo sguardo. Davanti a loro c'era una bambina. A colpo d'occhio sembrava umana, ma ad una vista più approfondita si notava che non lo era. Essendo una bambina, la creatura era alta tra i settanta e gli ottanta centimetri. La sua pelle era olivastra e sopra delle magnifiche orecchie appuntite, c'era una folta chioma corvina. - Allora? Chi siete? - ripetè con voce ancora più acuta. Gli occhi di uno splendido nocciola.

Prima che Beckett e Myles potessero rispondere, un'altra creatura si avvicinò timidamente. Assomigliava vagamente alla bambina. Ma questa era un maschio. La sua pelle era pallida ed i suoi capelli ramati. Anche le sue orecchie erano appuntite. - Il mio nome è Orion...- balbettò incerto. I magnifici occhi azzurro ghiaccio colmi di lacrime.

I gemelli Fowl s'inginocchiarono per portarsi all'altezza dei due bambini. - Io mi chiamo Beckett.- disse uno dolcemente. - Ed io sono Myles. - concluse l'altro in tono allegro.

Al sentire quei nomi, i bambini si girarono verso il capitano Tappo. Spinella fece un cenno d'assenso con il capo. Allora, i due balzarono addosso Beckett e Myles facendoli cadere a terra. - Zietti!!! - urlarono in coro.

Zietti?

Quei due strani bambini li avevano chiamati zietti? Per un momento Beckett e Myles furono confusi. Poi realizzarono.

Zietti?

Zietti!

Ma certo. Quei bambini dovevano essere...

Artemis aiutò i suoi fratelli a rialzarsi. - Questi sono Coral e Orion. I miei gemelli di tre anni. - disse con voce insolitamente affettuosa. Vedete, quattro anni fa io e Spinella...ehm, ecco...

- Fammi indovinare...vi siete sposati. - concluse Myles, che rischiava di svenire. Troppe informazioni tutte insieme.

- Congatulazioni fratellone. Certo che in quattro anni potevi pure dircelo... - protestò Beckett.

- Vedete, ad Artemis è dispiaciuto molto poterlo dire solo ai vostri genitori. Il fatto è che non potevamo rischiare di rovinare tutto. Il lavoro che vostro fratello fa qui è indispensabile per il pianeta. - spiegò Spinella.

- Crediamo di aver capito perchè il nome Orion...ma come mai avete scelto Coral? - chiesero all'unisono Beckett e Myles. Succedeva sempre così quando erano nervosi.

- Coral era la madre di mia madre. Ergo, mia nonna materna. Capito? - rispose la stessa Coral. Non le piaceva che qualcuno parlasse al suo posto.

Myles si chinò su Coral fino ad avere gli occhi allo stesso livello della bambina. - Lo sai che parli come il tuo papà? E gli assomigli anche.

- Scommetto che tu, invece assomigli alla tua mamma. Dico bene piccolo? - chiese Beckett al piccolo Orion che si era nascosto dietro la sorella.

Allora anche Juliet si avvicinò ai due bambini. - Non li avevo mai visti prima. Sapete, sembrano quasi dei bambini normali. Fatta eccezione per le orecchie, ovviamente.

Polledro sbuffò. - Mezzi Fangosi e mezzi elfi. Siamo fortunati che abbiano l'aspetto del padre ed i poteri della madre. Se fosse stato il contrario sarebbe stato peggio.

Ovviamente nessuno poteva dargli torto. Tutti sapevano che almeno così sarebbero potuti andare liberamente in superficie. Per le orecchie non c'era problema. Un cerotto in latex modellato nel modo giusto e non si sarebbe notata differenza.

- Comunque non credete di essere fuori dai guai. Avete rapito Spinella e siete venuti fin qui senza avvertire i nostri genitori. Li avvertirò subito. - annunciò Artemis.

- Anche se non vedo il motivo per cui non possiate restare qui. Per qualcuno ci sono problemi se Beckett e Myles rimangono qui? - chiese Spinella.

L'unico a sollevare obiezzioni fu, ovviamente, Polledro. Ma nessuno si preoccupò di dargli ascolto.

- Ho una sola cosa da chiedere – iniziò Myles. - Cosa fate di preciso qui?

- Polledro. Chiama il comandante Algonzo. - rispose Artemis esibendo uno dei suoi sorrisi da vampiro.

- Non darmi ordini, Fangosetto!

 

Estratto dal diario di Beckett Fowl, Dischetto 1, Non in codice.

 

Coral e Orion. Orion e Coral. Comunque tu li metta, questi nomi mi riempiono di gioia. I miei nipotini. Sono uno zio! Certo, mi sarebbe piaciuto saperlo prima che avevo dei nipotini, ma in fondo cosa importa? L'importante è che ora so di quei due bambini e non mi interessa niente di quello che dirà il Popolo. Nessuno potrà tenermi lontano dai miei nipotini.

Orion è molto emotivo. Assomiglia a Spinella. Spero che da lei abbia ereditato anche il suo sangua freddo nei momenti critici. Potrebbe essergli utile in futuro. Comunque, Orion assomiglia un po' anche ad Artemis. Lo stesso pallore e gli stessi occhi. Un magnifico azzurro ghiaccio. Però non sono freddi. No, gli occhi del mio nipotino sono felici. Come lo sono anche quelli di Artemis ora. Non mi interessa se è sposato con un'elfa. Ora è come aveva detto mia madre. Felice.

Coral è estremamente intelligente. Non dubito, che anche Spinella sia intelligente, ma sicuramente l'intelligenza di Coral è come quella di Artemis. Geniale, oserei dire. Una fera Fowl. Ah, la mia nipotina. Certo, ha i capelli corvini come quelli del mio fratellone, ma gli occhi. Oh, gli occhi sono di un dolce, dolcissimo nocciola.

Orion e Coral sanno perfettamente che non potranno mai essere normali. Metà elfi e metà umani. Sono speciali e questo non si può cambiare. Saranno sempre più alti degli elfi e avranno sempre le orecchie a punta. Il pensiero che non saranno accettati dagli altri mi riempie di tristezza e rabbia. Ma poi ripenso ai loro sorrisi e ai loro occhi. Come si può non velere bene a quelle due creaturine? No, sicuramente staranno bene. Però Spinella mi ha spiegato che è fondamentale che imparino a controllare bene la loro magia. Sono un incrocio dopotutto. Potrebbe essere rischioso che usino la magia. Per fortuna il demone stregone N.1 da loro lezioni di magia e non ci sono problemi.

Per quanto riguarda me, voglio stare più tempo possibile con Coral e Orion. E perché no, potrei anche trovare una ragazza. A quanto ho sentito, nella sezione speciale di cui fanno parte Artemis e gli altri, ci sono delle Fangosette carine. Non posso farci nulla, sono e sempre sarò Beckett Fowl.

 

Estratto dal diario di Myles Fowl, Dischetto 4, In codice.

 

La scoperta di avere dei nipotini in un primo momento mi ha sorpreso. Dopo ne sono stato felice. Dopo ancora spaventato. E chi non lo sarebbe? I miei nipoti, Orion e Coral, sono metà elfi e metà umani. Pensavo: com'è potuto venire in mente ad Artemis di sposare un'elfa? Poi ho visto i suoi occhi. Non sono più di ghiaccio. Ora sono affettuosi quando guardano i suoi due gemellini. Esprimono serenità. Devo ammettere anche che Spinella non è esattamente come me l'aspettavo. Ora capisco come mai mio fratello se ne sia innamorato. Oltre ad essere un'eccellente poliziotta, sa essere una donna, o un'elfa sarebbe più appropriato come termine, molto dolce e affettuosa. Le sono grato. Ha guarito i miei genitori. Ora fa parte della mia famiglia. Anche Orion e Coral ne fanno parte.

Orion ha una carnagione molto pallida, come quella di Artemis, che mette in risalto i suoi capelli ramati. Ha dei profondi ed espressivi occhi azzurri. Come il giaccio. Ma sereni ed allegri. Inoltre le sue orecchie sono leggermente appuntite. Ha un carattere dolce e sensibile. È anche timido. Ho notato che è molto espressivo, ineffetti.

Coral è di carnagione olivastra sovrastata da una folta chioma corvina. Come la notte. I suoi occhi sono nocciola ed hanno un qualcosa di magico. Del resto è pur sempre metà elfa. Anche lei ha delle orecchie lievemente a punta. Però lei ha un carattere ben diverso da suo fratello. Credo abbia ereditato la genialità dei Fowl. Si capisce da come si esprime e da come si comporta.

I miei nipotini. Metà elfi. Metà umani. Solo il tempo potrà dire cosa riserva loro la vita. Comunque sono sicura sarà qualcosa di speciale.

  
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