Uptown boy
Lo
avevano desiderato per tanto tempo, se lo erano addirittura giurato, lui e
Nick. Si erano giurati che, un giorno, avrebbero ottenuto un assolo, che
avrebbero continuato a fare audizioni fino a perdere la voce. E ora, uno di
loro due ce l’aveva fatta. Il suo Nick aveva la possibilità di dimostrare di
che pasta era fatto e a Jeff non dispiaceva il non essere stato scelto. Lo
stupore sul volto di Nick valeva mille altri assoli. Glieli avrebbe ceduti pur
di vederlo felice, se ne avesse avuti.
Ma
il problema, sostanzialmente, era un altro. Dopo l’assegnazione, Nick era
sparito. Lo aveva cercato dovunque, aveva perfino provato da Trent, immaginando che fosse stato trascinato a forza, a
provare un nuovo videogioco. Quando aveva deciso che l’unico posto in cui non
aveva guardato, il più banale peraltro, era appunto la loro stanza, era già
passata un’ora.
Non
ci mise molto a raggiungere il suo dormitorio – la distanza che lo separava da quello
di Trent era pressoché nulla – ma rimase sconcertato dalla
serie di rumori indistinti che provenivano dalla stanza. Aprì la porta con
cautela fortunatamente, visto che un tomo non ben identificato lo sfiorò per un
pelo, andando a scaraventarsi contro il muro. Osservò l’oggetto cadere di peso
sulla moquette con gli occhi sgranati e constatò all’istante come un altro
passo in avanti ed il suo naso avrebbe somigliato a quello di Lord Voldemort.
‹‹Tutto
bene?›› domandò, spostando lo sguardo ancora spaventato, sul suo ragazzo.
Nick
se ne stava seduto sul letto, una quantità immane di spartiti e libri davanti a
sé, l’espressione innervosita e un tantino disperata.
‹‹Scusami,
Jeff, io…››
Si
portò una mano tra i capelli scuri e abbassò lo sguardo, rammaricato per quel
gesto bruto e fuori luogo. Jeff sospirò e chiuse la porta. Gli andò vicino e
gli si sedette accanto.
‹‹Cosa
c’è, Nicky?›› sussurrò con un sorriso dolce in volto.
Nick
lo guardò per un attimo, leggermente più rilassato.
‹‹Non
la imparerò mai… Dimenticherò le parole e
stonerò e… farò una figuraccia.››
Lo
sguardo di Jeff ricadde sui libri di solfeggio e di canto, sul letto, aperti
alle pagine più disparate, con fogli piegati per non perdere il segno e appunti
scritti a matita in ogni angolo bianco disponibile.
‹‹Stavi
già studiando la canzone?››
Nick
annuì, con fare avvilito, e Jeff lo sapeva, sapeva che lui era un tipo preciso,
ma addirittura consultare quella montagna di libri per imparare una canzone? Si
stava decisamente facendo prendere dal panico.
Gli
prese il viso tra le mani e lo costrinse a guardarlo.
‹‹Ehi,
andrai benissimo. Non ti serve…›› diede uno sguardo a quella caterva di
appunti, ‹‹…tutta questa roba.››
‹‹Ma
Jeff, è una vita che aspetto questa occasione. Se sbaglio… lo rimpiangerò per
sempre…›› fece una pausa e puntò gli occhi sulla moquette, ‹‹E poi, quello nuovo
è molto più bravo di me…››
Jeff
fece una smorfia e strinse di più la presa sulle sue guance.
‹‹Quello è tutto fumo e niente arrosto. Io
preferisco la tua voce, Nick, e il tuo sorriso. Cantare ti rende felice. Perché
devi farne un problema così grande?››
‹‹Perché
questa canzone non mi entra in testa…›› replicò Nick, ‹‹E scommetto che quel
tipo, Smythe, la sa già a memoria.››
Jeff
osservò per un attimo il broncio adorabile che si era formato sul viso del suo
ragazzo e poi lo avvicinò di più a sé, spostando una mano dietro la sua nuca e
accarezzandogli la guancia con la punta del naso.
‹‹Sarai
perfetto, vedrai…›› mormorò.
Nick
chiuse gli occhi e rabbrividì appena a quelle moine.
‹‹No,
non lo sarò… Farò… farò scena
muta…›› disse, con un filo di voce e un tono
preoccupato.
‹‹Se
vuoi…›› proseguì Jeff, lisciandogli i capelli dietro il collo, ‹‹…posso
aiutarti io ad impararla.››
Si
immersero di nuovo l’uno negli occhi dell’altro e Nick fu invaso da quel calore
inaspettato che lo prendeva tutto ogni volta che era così vicino a Jeff. Quel
ragazzo riusciva a fargli dimenticare qualsiasi problema, solo che ora non
poteva permettersi di distrarsi, quindi si costrinse ad allontanarsi un po’ da
lui, il respiro leggermente accelerato e lo sguardo serio e composto.
‹‹No,
Jeff, non è il momento…›› rispose, senza troppa convinzione, ma Jeff tornò a
farsi vicino a lui.
‹‹Fidati
di me e a fine giornata saprai la canzone a campanello.››
Gli
sorrise giocosamente e lasciò andare il suo viso. Chiuse i libri, accumulò gli
spartiti da un lato del letto con cura e poi lo guardò beffardo.
‹‹Non
te la farò dimenticare più.›› mormorò con malizia, al che Nick deglutì e
arrossì vistosamente, arretrando appena.
‹‹Jeff,
dai… più tardi…››
Ma
il biondo gli aveva già buttato le braccia al collo e sorrideva radioso.
‹‹Uptown girl…›› canticchiò a voce bassissima,
prima di sporgersi e proseguire a contatto con la sua guancia, ‹‹…she's been living in her white bread world…››
Nick
posò delicatamente le mani sulla sua schiena e chiuse gli occhi, nell’esatto
momento in cui la bocca del suo ragazzo premette sulla sua guancia per
lasciargli un bacio di una dolcezza incredibile in quello stesso punto.
‹‹As long as anyone with hot blood can…›› Jeff gli
sfiorò la mascella, catturando appena la pelle tra le sue labbra, ‹‹And now she's looking for a downtown man…››
e scendendo successivamente lungo il suo collo, baciandoglielo fino all’incavo
della spalla, ‹‹That's what I am…››
Le
dita di Nick si strinsero attorno al blazer del suo ragazzo.
‹‹Jeffie, così non ricorderò mai…››
Non
finì la frase perché si ritrovò inaspettatamente disteso, con Jeff che ancora
continuava a stuzzicarlo, a cavalcioni su di lui. Le sue mani sfilarono qualche
bottone della camicia dalla propria asola, per avere la possibilità di liberare
una spalla da quella stoffa bianca. La scoprì leggermente e gliela baciò con
estrema lentezza.
‹‹And when she knows what
she wants from her time…›› sussurrò senza fretta, passandogli una mano
su tutto il petto, prima di lasciare un piccolo morso sulla stessa spalla, causando
all’altro un sospiro prolungato, ‹‹And when she wakes
up, and makes up her mind…›› finì di sbottonargli la camicia e si prodigò a
passargli i polpastrelli sul torace scoperto, tornando a guardarlo negli occhi
intensamente, ‹‹She'll see I'm not so tough,
just because… I'm in love with an uptown girl…››
Quegli
occhi erano peggio di un incantesimo per Nick. Senza accorgersene, si ritrovò a
non protestare più per quel metodo di studio poco ortodosso, e ad inseguire le
sue labbra per cercare di baciarlo. Ma Jeff lo costrinse a stare giù, premendo
le mani sul suo petto con un sorriso sornione sul viso, e si chinò di nuovo a
lambirgli il pomo d’Adamo.
‹‹You know I can't afford to buy her pearls…››
scese con le labbra più giù, strusciandole sui suoi pettorali fino al ventre,
mentre le dita di Nick andavano ad affondare nei suoi capelli biondissimi.
‹‹Jeffie, non fare così, ti prego…›› mugugnò il moro ma, per
tutta risposta, l’altro continuò, baciandogli un fianco, con un sorrisino
divertito sul volto, e finendo di sfilargli la camicia.
‹‹But maybe someday when my
ship comes in, she'll understand what kind of guy
I've been…›› gli
mordicchiò quello stesso lembo di pelle e poi sibilò maliziosamente, ‹‹And then I'll win…››
Nick
inarcò leggermente la schiena, respirando più velocemente.
‹‹Sì,
d’accordo, hai… hai vinto…›› biascicò il ragazzo, mentre Jeff gli prendeva una
mano e gli baciava il palmo dolcemente.
‹‹And when she's walking, she's looking so fine…›› salì per il polso,
poi per l’avambraccio, ‹‹And when she's talking, she'll say that she's mine…››
Nick
annuì, come se quelle parole fossero riferite a lui, e gli vezzeggiò lo zigomo
con le dita dell’altra mano, guardandolo dall’alto con occhi adoranti.
‹‹She'll say I'm not so tough,
just because…›› continuò a percorrergli l’intero
braccio e giunse nuovamente alla spalla, vi si separò e tornò a contemplare la
sua espressione. Stette in silenzio per un po’ e gli accarezzò una tempia col
dorso della mano.
Nick
lo guardò intensamente, pendendo dalle sue labbra, poi completò per lui: ‹‹I'm in love with and uptown
boy…››
Il
viso di Jeff si illuminò di felicità e meraviglia, a quelle parole, ma non
riuscì ad impedirsi di giocare ancora con lui.
‹‹No,
Nicky, hai sbagliato…›› disse, ridacchiando divertito e scostandogli i capelli
dalla fronte, ‹‹Era uptown girl…››
Nick
scosse la testa, sorridendo dolcemente e avvicinando il viso al suo.
‹‹Sei
tu che ti sbagli…›› rispose, cingendogli la vita con le braccia e stringendolo
a lui, ‹‹Io sono innamorato di un ragazzo
dei quartieri alti…›› unì le labbra alle sue con delicatezza e sussurrò contro
di esse, ‹‹…del ragazzo dei quartieri alti più bello che io abbia mai visto.››
Jeff
intrecciò le dita tra i suoi capelli, col cuore che gli batteva più forte.
‹‹Ti
amo da morire, Nicky…›› bisbigliò e poi lo baciò teneramente, respirando tutta
la sua aria e assaporandolo come fosse linfa vitale.
‹‹Non
la dimenticherò più questa canzone…›› ridacchiò Nick, prima di baciarlo
nuovamente.
E
Jeff non ebbe dubbi in proposito, non ne ebbe soprattutto quando vide Nick, il
giorno successivo, in sala canto, pronunciare ogni parola di quella canzone
senza neanche un pizzico di titubanza. Mostrò il suo splendente sorriso da
principe azzurro tutto il tempo e – Jeff lo sapeva – quel sorriso, all’apparenza
parte integrante di quella coreografia, era lì solo per lui.
Fine.
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