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Autore: butterbeer95    31/08/2012    3 recensioni
Harry Potter è un mago in crisi. Il suo matrimonio con Ginny sta andando a rotoli, i suoi figli non lo rispettano, non c'è quasi più lavoro. Ma l'incontro con cinque strampalati gli farà passare una serata..diversa nella Los Angeles del passato.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Quasi tutti
Note: Cross-over, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Andava tutto storto. Persino Ron ed Hermione erano andati in vacanza a tempo indeterminato alle Canarie. Lui era rimasto in Inghilterra, insieme ad una moglie isterica, a dei figli a cui non importava un fico secco dei suoi consigli e avvertimenti, e ad un lavoro inesistente.
Prima di andarsene, Hermione gli aveva lasciato il suo Giratempo in custodia, e nella sua mente, da qualche tempo, frullava un’idea del tutto malsana. Non poteva farlo. Non doveva. Era un uomo ormai, non un maghetto inesperto alle prese con le prime ribellioni adolescenziali.
Quel giorno, però, era stato particolarmente estenuante. Proprio per quel motivo, dopo un bicchiere di Burrobirra, aveva deciso di tirare fuori dal cassetto del comodino l’aggeggio della sua amica.
Dopo parecchi giri, era arrivato alla data che voleva: 1985. Da quell’anno, si sarebbe Materializzato negli Stati Uniti. Nel mondo Babbano se ne parlava sempre, di questo paese così bello e felice. Voleva anche lui sapere di cosa si trattasse.
 
Los Angeles. Alcuni la chiamavano Città degli Angeli, per qualche motivo assurdo. La mente Babbana..affascinante e al tempo stesso inquietante.
Tutto era illuminato, caotico, movimentato. Agli angoli delle strade c’erano ubriachi dappertutto. Gli ricordava molto il tempo della seconda Guerra Magica. In quel periodo nessuno si poteva permettere il lusso di ora, si viveva alla giornata. Proprio come qui.
Davanti a sé c’era un locale. Il Rainbow. Beh, il nome prometteva bene. Magari era uno di quei bar tranquilli, come il Paiolo Magico.
Si sbagliava.
Era il posto più sporco, puzzolente e probabilmente malfamato in cui avesse mai messo piede. Peggio della Stamberga Strillante, o di qualsiasi passaggio segreto di Hogwarts; persino i bagni del Ministero della Magia erano più puliti. Ed erano sporchi, quelli.
“Hey, sei un fottuto poliziotto?” urlò qualcuno alle sue spalle.
“Tu, esci. Sono il proprietario del locale e non cerchiamo rogne. Qui è tutto in ordine..”
“Non sono un poliziotto, potete stare tranquilli.”
“Ah..allora..buona serata.” Le acque si erano calmate, o almeno così sembrava.
L’unico posto disponibile era vicino ad un tipo strano, appoggiato con la schiena al bancone. Lunghi e lucenti capelli rossi, sigaretta in bocca, borchie ovunque, stivali da..qual era quella parola? Cow-boy, sì. Stivali da cow-boy. L’aveva imparata da una ricerca condotta da Arthur Weasley molto tempo prima.
“Vuoi qualcosa?” gli chiese improvvisamente il ragazzo, prima di tornare ad osservare la scena davanti a sé.
“Hum, no, scusa. Osservavo il tuo abbigliamento.”
“Wow, se vuoi dopo ti do una foto. Ma guarda questo. Slash! Slash, cazzo fai? Ci provi con la mia ragazza? Levati di lì! Ah, fate come volete.”
Harry era confuso. Quel tipo aveva qualche disturbo psicologico, forse era il caso di mandarlo da Madama Chips o al San Mungo. Sì, meglio il San Mungo.
“Allora, desideri qualcosa?” gli chiese il barista, o quello che era.
“Sì, una Burrobirra, grazie.”
“Una che? Scusa ma qui non abbiamo voglia di scherzare..”
“Dagli una birra e basta, Matt. Non vedi che questo è fuso?”
Lui fuso? Lui? Ma si era visto? Dopo poco, gli si avvicinarono altri ragazzi. Il primo fu un ometto mingherlino con i capelli scuri e gli occhi da fesso. Beh, ci stava bene in quel locale. Al suo seguito c’erano un lampione con i capelli bicolore e un tipo bassino, sembrava il più normale (anche se in quel posto le apparenze ingannavano), con i capelli biondi e un cappellino.
“Whoa, Axl ha fatto nuove conoscenze. Però, attiri gente..del nostro genere, eh?”
“Taci, Adler. Questo secondo me è gay, ed è interessato a me. Ma in fondo, chi non lo è?”
“Io direi..una certa ragazza là in mezzo che balla con quello Slash invece che con te.” Osò dire Harry. Scoppiò qualche risatina, ma tutti vennero istantaneamente zittiti da un gesto del rosso, Axl. Probabilmente era una specie di capo-branco, il Silente del gruppo. Rispettato e temuto.
“Come scusa?”
“Hai capito. Te ne stai qui a mangiartela con gli occhi e a sussurrare parolacce al tuo amico. Se ti da tanto fastidio, perché non vai e te la prendi?” Aveva paura di andare troppo in là con quel tipo.
Gli altri si erano allontanati. Non è che quel tipo era anche manesco?
“Ti do due secondi per sparire di qui e non tornare.”
Harry Potter prese la giacca e fece per andarsene, quando il rosso lo chiamò con un fischio.
“Ah, come ti chiami? Così ti sto alla larga..”
“Mi chiamo Harry Potter.”
“Ci si vede, Potter.”
“No, io non credo.”
 
Il ritorno alla sua dimora inglese non era mai stato tanto dolce. La vicinanza di quei pazzi gli aveva fatto capire quanto amasse Ginny, i suoi figli, e la quiete della sua vita.
Quella piccola esperienza americana sarebbe rimasta per sempre dentro di lui, un po’ come occasione da non ripetere, un po’ come ricordo divertente. Chissà se Axl si era ripreso la ragazza.
Gli piaceva pensare di sì. 




Sì, uccidetemi, picchiatemi, lanciatemi anatemi senza perdono o bottiglie di Jack Daniel's. 
Ma l'idea di questa nonsense mi attirava troppo HAHAHAHAHAHAHAHAHA
ciao.
   
 
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