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Autore: ZeroMcClane    01/09/2012    0 recensioni
Cosa succede se Ezio riesce a salvare suo padre Giovanni e i suoi due fratelli Federico e Petruccio? Come cambierà la sua vita?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV - Il Gran Maestro
 << Le armate sono alle porte! >> gridava Francesco de Pazzi. Attorno a lui c'era caos e devastazione: le guardie iniziarono ad arrestare chiunque fosse sospettato di essere amico dei Medici, o chiunque appendesse bandiere con il loro stemma fuori da casa propria. Molte bandiere furono bruciate, altre strappate, altre invece venivano trasportate da dei cittadini "coraggiosi" per le strade della città, evitando possibilmente di incrociare delle guardie.

Francesco notò un cittadino portabandiera e gli corse incontro: lo fece cadere e prima che potesse decapitarlo con la spada fu fermato da Giovanni:<< Francesco. La decapitazione non serve a niente. La gente non impara. Così, ti faccio vedere, la gente imparerà. >> Giovanni fece alzare il cittadino e gli prese il palo: staccò la bandiera e con il palo trapassò il torace dell'uomo. << Visto? >> disse a Francesco, e conficcò il palo per terra, con il poveretto ancora impalato sopra. Francesco rise:<< Non sei affatto male Giovanni. >> e gli mise una mano sulla spalla. I due se ne andarono, e a prima vista sembravano amici di lunga data.

***

<< Come può nostro padre aver fatto una cosa simile? >> disse Ezio, osservando il cadavere di Mario. << Non lo so fratello. Sinceramente non lo so. >> disse Federico. I due erano tornati nella cantina, per controllare il risultato del duello: era finito male. Molto male. Ezio sentì mancarsi le forze e si appoggiò contro il muro: fece segno a suo fratello di controllare il baule, e di non badare a lui. Federico aprì il baule e vedendone il contenuto stava per vomitare. Prese il cuore di zio Mario e lo posò sul tavolo, pensando a come suo padre abbia potuto cavare il cuore al suo stesso fratello. Rovistando nel baule trovò anche un pezzo di stoffa, che mostrò a Ezio:<< Pensi che sia... >> << La Sindone? Proviamo. >> Federico applicò il pezzo di stoffa sulla ferita di Ezio: la ferita iniziò a rimarginarsi, mentre il sangue sparì magicamente. << Funziona. Il pezzo di stoffa tienilo te fratello. A me non serve per il momento. >> disse Ezio. << Va bene. Ora uscirò e andrò a cercare nostro padre, mentre tu... >> << Oh no. Tu rimarrai qui e IO andrò a cercare nostro padre. >> << Perchè sempre te? Guarda come ne sei ritornato! >> << Non importa. Tu rimarrai qui a fare da guardia a nostra madre e a Claudia, va bene? >>

<< E alla mia incolumità nessuno ci tiene? >> chiese Petruccio, sul ciglio della porta. I due fratelli si misero subito di fronte al giovane per non fargli vedere il cadavere di zio Mario. << Zio Mario... Ho visto solo per pochi attimi... E' morto? >> I due fratelli annuirono, riluttanti.
<< Io verrò con voi. >> affermò Petruccio. << No. Firenze è una città pericolosa, e con l'esercito del Papa alle porte lo è ancora di più. >> << Non mi interessa. Vi aiuterò. >> Ezio slacciò la fodera contenente un pugnale e lo consegnò a Petruccio:<< Vuoi aiutarci? Consegna questo pugnale a Claudia. Saprà cosa farne. >> L'espressione di Petruccio assunse un'aria di sfida, e sorrise, correndo fuori dalla cantina.

I due Auditore rimasero fermi, per controllare che il fratello non fuggisse: la porta principale si aprì e i due corsero su per le scale e uscirono in strada. Per terra c'era la fodera del pugnale: i due guardarono in entrambe le direzioni ma Petruccio si era già dileguato.

***

L'esercito del Papa seguiva una carrozza lussuosa, trainata da quattro stalloni di razza. La carrozza si fermò in piazza del Duomo, e ne scese un uomo robusto, che indossava un abito talare viola con un cappuccio. Due persone lo avvicinarono: una gli baciò l'anello al dito, l'altra accennò un inchino. << Il Magnifico è stato ucciso Maestro. >> disse Francesco. Rodrigo annuì e osservò Giovanni:<< Come ti trovi Auditore? Ti piace il potere dei Templari? >> Giovanni non rispose.

Una voce infantile irruppe nella piazza:<< Papà! Come hai potuto! Come hai potuto! Ti fermerò! >> gridò Petruccio. Il bambino corse verso il padre brandendo il pugnale, ma prima che potesse colpirlo fu agguantato dal genitore e tenuto per il collo con un mano. Giovanni disse al piccolo:<< Questo è solo l'inizio. >> e gli fece l'occhiolino. Attivò la lama celata e il volto di Giovanni fu ricoperto di sangue: lasciò andare la presa sul collo del figlio e il suo corpicino cadde a terra.

Giovanni sguainò la spada e iniziò a tirare colpi sul cadavere del figlio, e man mano che continuava sia Francesco che Rodrigo provavano sia disgusto che eccitazione.


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NOTA DELL'AUTORE: premendo il tasto sbagliato sulla tastiera mi si sono aperte diverse schermate di INSERISCI COLLEGAMENTO. Ero quasi alla fine di questo capitolo e ho dovuto aggiornare per forza, perdendo tutto il lavoro. L'ho riscritto e l'ho rifinito rispetto a prima.
   
 
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