Fanfic su artisti musicali > Queen
Segui la storia  |       
Autore: Blue Drake    01/09/2012    0 recensioni
Se voli troppo vicino al sole, le tue ali non possono proteggerti dalla sua luce, dal suo calore.
Questo è ciò che accade a coloro che rimangono a terra, ad osservare l'ascesa, senza le ali per poterne seguire il volo
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It's Raining in Heaven

 

~ Primavera 1997 ~

 

Se voli troppo vicino al sole, le tue ali non possono proteggerti dalla sua luce, dal suo calore.

Questo è ciò che accade a coloro che rimangono a terra, ad osservare l'ascesa, senza le ali per poterne seguire il volo”

 

 

 

Mai Abbastanza

 

 

«Dico, mi stai ascoltando?!?»

Il suo timbro vocale aveva una leggera nota isterica.

Stancamente, dall'altro lato del filo, l'amico tentò anche di rispondere, con una calma pacata che, sapeva, lo avrebbe fatto innervosire ancora di più.

«Certo, Rog. Ti ho sentito, forte e chiaro»

«Senti, bello, non ho tutta la giornata. Quindi fammi il piacere: scendi un momento dalle tue nuvole e segui i miei ragionamenti»

«Ah, perché tu ragioni anche? Ma guarda... a saperlo...»

«Stronzo»

Secco, senza alcuna inflessione, tanto che si sarebbe potuto prendere come un semplice intercalare, piuttosto che come un vero e proprio insulto.

«È una cosa seria», insistette.

«Davvero? Beh, anche i miei studi, sono una cosa seria. E si dà il caso che tu mi abbia appena interrotto mentre...»

«Brian»

Un sibilo. Il primo – o forse l'ultimo – avvertimento, prima di mandarlo definitivamente a quel paese.

«Cosa?»

«Ti sto parlando del TUO brano, cazzo!»

Poche parole, ed in meno di un attimo ebbe tutta la possibile attenzione del chitarrista.

«Ti ascolto».

 

 

«Un pezzo suonato da tutti e tre? Credi sia fattibile? Non...»

«Rallenta, ok? L'ho ascoltato varie volte. Direi che, con qualche ritocco qua e là, ne potrebbe venir fuori un ottimo lavoro!»

Il biondo sembrava entusiasta. In parte, Brian se ne sentiva soddisfatto ma, al tempo stesso, c'era qualcosa che lo frenava.

«Ecco, a dire il vero, lo avevo pensato come un lavoro mio e...»

«Sarebbe sprecato»

La totale mancanza di qualsivoglia garbo e diplomazia, da parte dell'amico, fece sollevare, con piglio irritato, un sopracciglio scuro del riccio.

«Roger, non ti sembra di correre un po' troppo?»

«No. Sei tu che sei una lumaca»

«Ma...»

«Hai paura?»

Questa volta fu appena un sussurro, ma sufficiente a far venire i brividi all'altro.

«E tu?»

Chiese allora, nell'estremo tentativo di difendere ciò che sentiva.

«Tsk! Sempre il solito. Dimmi solo se vuoi farlo o no», sostenne il batterista, con una decisione che sapeva tanto di proposta irrevocabile. Poi, la sua voce si abbasso di qualche tono, per riprendere più suadente, «Dimmi solo questo... Possiamo, Brian. Noi siamo ancora i Queen, lo saremo sempre»

«Lo so», titubò l'altro.

Dovette stringere i denti, nervoso. Quasi annaspò, nell'inutile ricerca di un pretesto decente da opporre.

«Come lo convinciamo, John?»

E nelle sue orecchie, nella sua testa, si diffuse il suono della risata del biondo batterista. Un fievole sorriso spuntò allora sulle proprie labbra, in risposta.

«Di questo, ti preoccupi? Cos'è: hai esaurito le scuse plausibili? Lo faccio io. Mi occuperò io di scovare quel nullafacente di Johnny e trascinarlo, fosse anche per l'ultima volta, in sala prove! Hai la mia parola. Non ti resta che dirmi o no. Alle parti complicate penserò io. Allora?»

«Uhm... Posso pensarci?», chiese Brian, già ben conoscendo la futilità del tentativo.

«No»

Arrivò infatti la secca risposta, puntuale e senza via d'uscita. Si ritrovò dunque, suo malgrado, a sospirare, ormai sconfitto.

«D'accordo. Facciamo questa ennesima pazzia»

Non poté vederlo, al di là del ricevitore, ma sulle labbra del biondo spuntò un sorriso soddisfatto.

«Non te ne pentirai, Bri», disse tutto d'un fiato, prima di riappendere.

Nel mentre, il riccio bisbigliò sommessamente, fra sé;

«Me ne sto già pentendo».

 

 

 

«Alla faccia di qualche ritocco qua e là! Le hai stravolto il tempo

«Respira, Brian. É ancora il tuo brano, l'ho solo diluito e rallentato un po'...»

«Un po'?!!»

Strillò, isterico, il chitarrista, cui quello stesso pomeriggio aumentarono i capelli bianchi nella voluminosa chioma scura. Ma il biondo fece candidamente spallucce, cercando di minimizzare.

«Non è una tragedia, Capo. Te l'assicuro. E se provassi a suonarla, ora, te ne renderesti conto anche tu»

Per tutta risposta, Brian ringhiò, scuotendo i ricci con aria minacciosa. Il suo fare intimidatorio non riuscì però ad intaccare il sorriso a trentadue denti del collega che, per nulla impressionato, insistette;

«Andiamo, Bri. Prima di tentare un omicidio inutile, facciamo una prova. Ti chiedo solo di darle una possibilità, nient'altro»

«Una possibilità, già ce l'aveva!! Tu... T-Tu le hai dato il colpo di grazia»

Un tantino seccato da tante rimostranze – senza basi, a suo modesto parere – Roger si sedette bruscamente sul primo sgabello a portata di chiappe e sbuffò sonoramente.

«Quanto rompi, Bri. Se non avevi voglia di suonare, potevi anche dirlo... Me ne andavo in qualche pub a chiacchierare con le bariste»

«A fare il farfallone, vorrai dire»

«É quello che ho detto»

Brian si ritrovò, d'un tratto, spiazzato e confuso dall'improvvisa ed inaspettata ricomparsa del sorriso sulle labbra del collega, solo che, questa volta, aveva anche un che di dolce che contribuì a confonderlo ulteriormente.

«L'hai scritta per lui, giusto?»

Il riccio si irrigidì istantaneamente, ma non rispose. Tutto sommato, lo riteneva inutile. Sapeva che, qualunque cosa avrebbe mai potuto dire, ormai l'altro aveva già intuito tutto quanto.

«Sono sicuro che verrà perfetta. Non deve per forza rimanere così, come l'ho modificata. La proveremo e riproveremo fino a che non ne saremo assolutamente soddisfatti. Proprio come abbiamo sempre fatto... Andrà bene, Bri. Te lo prometto»

A quelle parole, Brian serrò la mascella facendo stridere i denti in modo fastidioso.

«No. Non c'è proprio nulla che vada bene... Più nulla»

Prima di vederlo, sentì, nelle narici, il profumo dei suoi capelli tinti. Roger si era avvicinato, senza che lui se ne rendesse conto, ed ora si trovava ad un palmo dal proprio viso e di nuovo sorrideva, nonostante l'espressione un poco triste nei suoi occhi trasparenti.

«Ci siamo noi, Brian. Ci siamo ancora noi»

«Ma non saremo mai abbastanza!», protestò il chitarrista.

«Forse no, ma... Possiamo provarci. Dobbiamo provarci! Che altro ci resta?».

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: Blue Drake