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Autore: Aky ivanov    01/09/2012    3 recensioni
Song-fiction sulle parole della canzone "La voglia che non vorrei" di Nek.
Quando un occasione capitata per caso ti dà la possibilita di rimediare ad errori del passato.
Non tutto e' perduto anche se l'orgoglio cerca di fermarti.
Una fanfiction romantica,su una coppia che io adoro ma di cui non ho mai trovato nulla.
Paring: Yuri x Mathilda
Spero di aver attirato la curiosita' di qualcuno.:)
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’_Unica_Voglia_Che_Non_Vorrei

L’_Unica_Voglia_Che_Non_Vorrei

 

Il cielo era plumbeo e l’aria improvvisamente si era fatta più fresca. Grandi nuvole si stagliavano all’orizzonte preannunciando un violento temporale estivo. Le onde iniziarono a farsi sempre più alte, costringendo le barche ormeggiate in mezzo al mare, a ritirarsi. All’improvviso il locale fu invaso da una luce improvvisa. Dapprima in lontananza, poi sempre più vicino, si udì il rombo di un tuono che fece avvertire la propria presenza per alcuni secondi.

Una fitta pioggia iniziò a cadere dalle nuvole striate e lucenti, bagnando ogni cosa al suo passaggio. Gocce traslucide e trasparenti, una dopo l’altra si poggiano al vetro della finestra, scivolando fino in terra lasciando una scia trasparente del loro passaggio.

L’acqua cristallina continua a cadere facendo sentire il suo scrosciare anche dall’interno, dove due occhi di un azzurro glaciale la osservano dal vetro di una finestra quasi contemplandola.

La osservava ritrovandosi in essa, perché dopo che una goccia cade in terra nessuno si accorge che da lì lei è passata. Proprio come lui che cerca di confondersi nella folla dove nessuno sa chi è, o cosa ci faccia lì.

Dopo un altro lampo fu costretto a rivolgere nuovamente il suo sguardo al locale dove si trovava. Se ne stava seduto da solo ad un tavolino giocherellando con il bicchiere di vodka alla menta. L’aveva ordinata soltanto per togliersi di torno il barista che ogni due minuti veniva a chiedergli cosa desiderava.

Sperava che il temporale finisse presto per poter uscire all’aperto, quel luogo era troppo affollato per i suoi gusti.

Le casse del locale smisero di riprodurre quel frastuono assordante che doveva essere musica, per lasciar spazio a qualcosa di più tranquillo.

I suoi timpani non ne potevano più di quel fracasso.

So la parte che mi fai

diversa come tante

che sorriso inventerai?

Ho i sensi deboli

che pensi che non tremi.

Si trovava qui a Tokyo solo a causa di Hiwatari. Lo aveva chiamato per sapere in che squadra avrebbe voluto gareggiare, ma lui ancora non aveva le idee chiare. Takao che aveva capito con chi Kei stesse parlando, aveva ingaggiato una lotta per telefono, insistendo per far venire i Neoborg qualche giorno in Giappone.

Il russo aveva accettato solo per non ricevere una batosta come bolletta sulle chiamate internazionali. Anche se, non n’aveva la minima voglia. Takao aveva sostenuto che aveva organizzato una sorta di ritrovo alla BBA, dove ci sarebbero state tutte le squadre.

Anche lei che solo con il suo sorriso riusciva a smuovere l’animo del russo fin nel profondo.

Io lo so che sguardo naviga

al largo di quegli occhi

so che scioglierà

come fumo l’incantesimo..

ma poi ti brucia dentro

la tua sete il mio tormento

Lui non voleva rivederla. Quell’affermazione era diventata il suo chiodo fisso nella mente, perché il cuore sosteneva il contrario, e la ragione non era capace di contrapporsi a questo.

L’immagine di quegli occhi che erano dello stesso colore del quarzo, era sempre costante.

Li aveva osservati bene per la prima volta, quando si era svegliato dal coma e l’aveva ritrovata accanto.

Aveva prolungato il suo soggiorno in Giappone solo per poterla osservare e conoscerla meglio. Cosa abbastanza insolita dato il suo carattere.

Lei veniva ogni giorno a trovarlo nel perieodo in cui era stato trattenuto in ospedale per degli accertamenti. Entrava con quel sorriso imbarazzato dicendo di volergli fare compagnia. Era riuscita ad intavolare più di una volta una discussione con lui, persino a farlo sorridere.

Quando lei aveva insisto per fargli vedere il mare, lui sbuffando l’aveva seguita.

Anche quel giorno aveva iniziato a piovere e lei guardando il viso del russo corrucciato come un bambino era scoppiata a ridere dicendo gli che sembrava un adorabile bambino.

Non ricordava bene il motivo, ma aveva iniziato a rincorrerla e quando era riuscita a prenderla i loro visi erano molto vicini.

La pioggia cadeva fitta inzuppando sempre di più i loro vestiti e facendo correre sulle loro braccia l’acqua come se fosse un ruscello. Dei brividi improvvisi causati dal vento scuotevano i loro corpi. I capelli bagnati avevano iniziato ad appiccicarsi al viso e lui con una mano li aveva scostati da quegli occhi che lo avevano fatto innamorare. Le labbra della ragazza si poggiarono delicatamente su quelle di Yuri, mentre i loro cuori battevano sempre più forte. Fu un bacio lento e dolce, volevano assaporare ogni singolo istante di quel momento, procurandosi dei piacevoli brividi di piacere.

Dopotutto ogni cosa bella come inizia così finisce. Quell’incantesimo iniziale era svanito come fumo trasportato lontano dal vento.

Sei l’unica voglia che non vorrei

ti ho vista piangere su di me

ma sono il tuo passato ormai

Non poteva incolpare lei della tristezza che aveva provato, il casino l’aveva combinato lui distruggendo quegli attimi di felicità con le sue stesse mani.

L’aveva vista cercare d’essere forte e di non far cadere le lacrime che si erano formate agli angoli degli occhi. Ascoltava le cattiverie che lui con rabbia le urlava contro, senza riuscire a ribattere.

Quando una storia si è rotta ed è finita anche volendolo non si può riaggiustare, perché qualcosa ormai si è spezzato. Soprattutto se a dover fare il primo passo è qualcuno che non riesce a mettere da parte in nessun caso l’orgoglio.

So la colpa che ti dai

qui dietro la mia porta

quale scusa inventerai.

Stai di vetro in un replay

il sole che tramonta..

ma non lo fai.

Era uscito sbattendo con furia la porta con la povera Mathilda che lo inseguiva cercando di spiegarsi. A suo parere qualunque scusa sarebbe stata inutile, odiava essere preso in giro. Incredibile la rabbia cosa sia capace di farci fare, portare una persona ragionevole come Yuri a disprezzare soprattutto con un epiteto poco carino una ragazza.

Quando l’aveva vista correre via, dopo avergli mollato uno schiaffo provava solo amarezza e rabbia, ma il senso peggiore lo ha provato, quando aveva capito di aver frainteso tutto.

Idiota, era il nuovo nome che si era dato. Aveva scambiato un abbraccio tra Mathilda e Miguel per un bacio. Solo lui aveva potuto commettere un errore così stupido. La scena l’aveva osservata da lontano e li aveva visti soli sulla spiaggia, troppo vicini per i suoi gusti.

Anche, a verità scoperta non aveva fatto niente per farsi perdonare. Maledetto stupido orgoglio. Almeno a se stesso non poteva negare d’essere ancora interessato a lei. In quei due mesi si era roso il fegato in Russia un sacco di volte. Boris poi con le sue perle di saggezza- continuare ad accusarlo dicendo di rimediare-, non aveva certo aiutato a diminuire il senso di colpa.

Tu senza più confini

stella persa tra i miei cieli..

Il temporale si era calmato, e lui non vedeva l’ora di andarsene. Iniziava a preferire le canzoni spacca timpani senza senso.

Aprendo la porta del locale uscì fuori andando a scontrarsi. Sgranò le sue pozze cristalline, quando vide davanti a se Mathilda bagnata fradicia che ansimava per la corsa fatta. I suoi occhi rosa andarono subito in cerca di quelli azzurri che in quel perieodo gli erano mancati tanto.

Sei l’unica voglia che non vorrei

ti ho vista piangere su di me

ma sono il tuo passato ormai

Il russo era diventato come una statua di pietra, e non riusciva più a spostare lo sguardo da lei.

“Ti ho trovato finalmente. Un altro po’ neanche i tuoi amici sapevano dove eri”.  Una frase colma di speranza, di chi ha girato mezza città per trovare una persona alla quale tiene tanto.

“Chi ti ha sostenuto che ero qui?” voce fredda che nasconde abilmente quella balbettante e il cuore che sembra soffrire di tachicardia. Non ricordava di aver provato tutte queste emozioni soltanto guardandola.

“Boris”

E’ una follia!!

 

Ma ogni singolo gesto che fai

e questo incantesimo andrà via

ora che non sei più mia.

 Era una follia rimanere lì. Non aveva alcun senso, tutto era finito, e lui proprio non riusciva a capire quello che Mathilda aveva appena fatto.

Il cuore lo implorava di rimanere, mentre l’orgoglio voleva andarsene in un luogo dove non sarebbe stato messo alla prova. Era riuscito a fare soltanto due passi, quando una piccola mano aveva stretto il suo esile polso.

“Da quando scappi di fronte alle difficoltà Yuri?”

Aveva dimenticato cosa significava sentire il suo nome pronunciato in modo così dolce. La parte della provocatoria non era il suo forte, non ci metteva abbastanza malignità nella voce come lui.

La sua era quasi una supplica. Supplica che il russo in una parte nascosta del suo animo sapeva che doveva essere sua e non di Mathilda.

“Non ti sto rubando del tempo. Boris mi ha affermato che non avevate niente in programma. Qualche minuto potremmo anche parlare.”

Lui continuava a spostare lo sguardo dalla mano stretta attorno al suo polso agli occhi della ragazza. Occhi disperati ma che non avrebbero accettato un “no” come risposta.

Un movimento impercettibile della testa fa sospirare di sollievo Mathilda.

So che un fuoco splendido

lo accendi e dura poco…

so che scioglierò

io per primo l’incantesimo.

Seduti su un muretto, con il vento a scompigliare i capelli i due continuavano a guardarsi negli occhi.

“Di cosa dovremmo parlare?” l’incanto venutosi a creare è stato spezzato da una voce che cerca in tutti i modi di nascondere le proprie debolezze.

Per tutta risposta la ragazza apre la borsetta, iniziando a cercare qualcosa al suo interno.

Yuri inarca scettico un sopracciglio, ma la frase che sta per dire gli si ferma in gola non appena vede quello che ha in mano la ragazza.

Un giglio bianco(*) in una mano, e nell’altra un piccolo fogliettino spiegazzato con scritto sopra la parola Scusa. Una calligrafia che ha tentennato persino nello scrivere quella semplice parola.

“P-perché me li stai mostrando?”

“L’unica persona che poteva chiedermi scusa in quel perieodo, era soltanto una. La stessa che sapeva il codice della mia valigia in cui li ho trovati e che partiva proprio quella mattina per la Russia.

Il rosso non seppe cosa rispondere. Voleva dirle tutto, ma non ci riusciva. Il sentimento che provava verso di lei acquisiva sempre più forza, quando cercava di negarlo.

“Pensavo che dopo la sfuriata che mi hai fatto non volessi più saperne. Proprio quando cerco di convincermene al cento per cento, mi ritrovo questi tra le mani. Ora voglio sapere soltanto una cosa. Non voglio aver girato mezza Tokio per non trovare nemmeno una risposta. Cosa provi veramente per me Yuri? Se la tua risposta è negativa prometto di non disturbarti più.

Sei l’unica voglia che non vorrei

ti ho vista piangere su di me

ma sono il tuo passato ormai

Gli occhi le erano diventati lucidi, mentre pronunciava le ultime frasi ma quella piccola e flebile speranza continuava a illuminarli.

Yuri non riuscì a reggere quel limpido sguardo ritenendosi un vigliacco. Aveva l’opportunità di poter tornare ad essere felice e non trovava le parole giuste da dire.

La riteneva una cosa completamente sbagliata quello che stava succedendo. I ruoli dovevano essere invertiti, lui doveva stare a supplicare un'altra possibilità non lei.

Tutta colpa di quel monaco e dei suoi stupidi insegnamenti.

Mathilda vedendo il russo abbassare lo sguardo fraintese tutti i sentimenti che si alternavano all’interno di quegli zaffiri. Si alzò con le lacrime che le scivolavano lungo il volto e con il cuore a pezzi.

Yuri vedendola alzarsi sentì una sorta di panico impadronirsi di lui. Non avrebbe permesso a quel monaco di rovinargli la vita anche dalla prigione.

Я люблю тебя (YA lyublyu tebya = Ti amo)”

Due occhi sorpresi si voltano all’indirizzo di un volto niveo diventato improvvisamente sulle guance dello stesso colore dei capelli.

Sei la follia!!

Ogni singolo gesto che fai

questo incantesimo andrà via

ora che non sei più mia.

ora che non sei più mia…

Il coraggio di esprimere i propri sentimenti, se non si prende, quando si accende all’improvviso dentro di te non si trova più.

Una fiamma indomabile che inizia a bruciare illuminando il buio venutosi a creare.

“Ti devo anche delle scuse per come ti ho trattato, e questa volta guardandoti negli occhi.

Sapevo che ero io in torto, ma non ho fatto niente per rimediare. Diciamo che posso considerarmi un idiota.”

Il respiro era diventato irregolare per la foga in cui aveva parlato. Sapeva che se si sarebbe fermato un attimo, non sarebbe riuscito a continuare.

Anche io ti amo Yuri. Sei un pezzo di ghiaccio freddo e orgoglioso, ma quando vuoi sai essere veramente dolce. E’ amo proprio il tuo essere imprevedibile. Quella dolcezza che sei capace di donarmi poche volte, ma che basta a rendermi la persona più felice del mondo.”

Un sorriso si apre su entrambe le labbra, prima che entrino in contatto.

Un sorriso capace di illuminare di gioia in quel piccolo gesto il mondo che li circonda.

“Dopo il buio viene sempre la luce.”

Una frase sussurrata a fior di labbra prima di unirle nuovamente.

Due persone distese sulla sabbia scrutano il cielo dove dalle nuvole iniziano a filtrare i primi raggi di sole, formando un sorriso anche lassù.

Poco lontano, anche su un altro viso si forma un sorriso.

Direi che si sono riappacificati. Se non esisterei io”

Un colosso biondo osserva la scena poggiato alla parete rocciosa, scuotendo la testa all’affermazione dell’amico “Boris quanta modestia. Torniamo indietro credo che abbiamo visto anche troppo.

Ma dai, ora che cominciavamo a divertirci. Dopo come lo prendiamo in giro.”

“Non ti ci mettere anche tu Ivan.” Sotto le proteste dei due, Sergey li trascinò lontano lasciando finalmente un po’ di praivacy al suo capitano.

Un arcobaleno compare sul mare annunciando il sereno dopo la tempesta.

 

 

Note dell’autrice

(*) Qualcuno che ha letto la mia prima fanfiction inizierà a pensare che io sia fissata con i Gigli. Per chi sia interessato ho scelto questo fiore per rappresentare Yuri perché significa la fierezza dell’animo. In questa storia perché chi regala un giglio ad una ragazza è come se dicesse “Tu sei la mia regina”.

 

Allora dopo questo appunto voglio soltanto dire che questa storia non doveva essere così. In realtà era un’allegra e romantica fanfiction. Non l’ho continuata perché non è nel mio genere scrivere qualcosa così. Devo sempre farli soffrire almeno un pochino. ^w^

Invece che in prima persona è scritta in terza per la prima volta quindi non so bene neanche io cosa ne sia saltato fuori.

Questa l’ho pubblicata adesso perché con l’imminente arrivo della scuola non so quando potrò tornare a dedicarmi a qualcosa. -.-

Ringranzio in anticipo tutti quelli che la leggeranno e spero che qualcuno lasci il suo parere, qualunque esso sia. J

 

Aky

 

   
 
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