L’_Unica_Voglia_Che_Non_Vorrei
Il cielo era plumbeo e
l’aria improvvisamente si era fatta più fresca. Grandi nuvole si stagliavano
all’orizzonte preannunciando un violento temporale estivo. Le onde iniziarono a
farsi sempre più alte, costringendo le barche ormeggiate in mezzo al mare, a
ritirarsi. All’improvviso il locale fu invaso da una luce improvvisa. Dapprima
in lontananza, poi sempre più vicino, si udì il rombo di un tuono che fece
avvertire la propria presenza per alcuni secondi.
Una fitta pioggia iniziò a
cadere dalle nuvole striate e lucenti, bagnando ogni cosa al suo passaggio.
Gocce traslucide e trasparenti, una dopo l’altra si poggiano al vetro della finestra,
scivolando fino in terra lasciando una scia trasparente del loro passaggio.
L’acqua cristallina
continua a cadere facendo sentire il suo scrosciare anche dall’interno, dove
due occhi di un azzurro glaciale la osservano dal vetro di una finestra quasi
contemplandola.
La osservava ritrovandosi
in essa, perché dopo che una goccia cade in terra nessuno si accorge che da lì
lei è passata. Proprio come lui che cerca di confondersi nella folla dove
nessuno sa chi è, o cosa ci faccia lì.
Dopo un altro lampo fu
costretto a rivolgere nuovamente il suo sguardo al locale dove si trovava. Se
ne stava seduto da solo ad un tavolino giocherellando con il bicchiere di vodka
alla menta. L’aveva ordinata soltanto per togliersi di torno il barista che
ogni due minuti veniva a chiedergli cosa desiderava.
Sperava che il temporale
finisse presto per poter uscire all’aperto, quel luogo era troppo affollato per
i suoi gusti.
Le casse del locale smisero
di riprodurre quel frastuono assordante che doveva essere musica, per lasciar
spazio a qualcosa di più tranquillo.
I suoi timpani non ne
potevano più di quel fracasso.
So la parte
che mi fai
diversa come
tante
che sorriso
inventerai?
Ho i sensi
deboli
che pensi che
non tremi.
Si trovava qui
a Tokyo solo a causa di Hiwatari. Lo aveva chiamato per sapere in che squadra avrebbe
voluto gareggiare, ma lui ancora non aveva le idee chiare. Takao che aveva
capito con chi Kei stesse parlando, aveva ingaggiato una lotta per telefono,
insistendo per far venire i Neoborg qualche giorno in Giappone.
Il russo aveva
accettato solo per non ricevere una batosta come bolletta sulle chiamate
internazionali. Anche se, non n’aveva la minima voglia. Takao aveva sostenuto
che aveva organizzato una sorta di ritrovo alla BBA, dove ci sarebbero state
tutte le squadre.
Anche lei che solo con il suo sorriso riusciva
a smuovere l’animo del russo fin nel profondo.
Io lo so che
sguardo naviga
al largo di
quegli occhi
so che
scioglierà
come fumo
l’incantesimo..
ma poi ti
brucia dentro
la
tua sete il mio tormento
Lui non voleva rivederla.
Quell’affermazione era diventata il suo chiodo fisso nella mente, perché il
cuore sosteneva il contrario, e la ragione non era capace di contrapporsi a
questo.
L’immagine di quegli occhi
che erano dello stesso colore del quarzo, era sempre costante.
Li aveva osservati bene per
la prima volta, quando si era svegliato dal coma e l’aveva ritrovata accanto.
Aveva prolungato il suo
soggiorno in Giappone solo per poterla osservare e conoscerla meglio. Cosa abbastanza insolita dato il suo carattere.
Lei veniva ogni giorno a
trovarlo nel perieodo in cui era stato trattenuto in ospedale per degli
accertamenti. Entrava con quel sorriso imbarazzato dicendo di volergli fare
compagnia. Era riuscita ad intavolare più di una volta una discussione con lui,
persino a farlo sorridere.
Quando lei aveva insisto per fargli vedere il mare, lui sbuffando
l’aveva seguita.
Anche quel giorno aveva iniziato a piovere e lei
guardando il viso del russo corrucciato come un bambino era scoppiata a ridere
dicendo gli che sembrava un adorabile bambino.
Non ricordava bene il
motivo, ma aveva iniziato a rincorrerla e quando era riuscita a prenderla i
loro visi erano molto vicini.
La pioggia cadeva fitta
inzuppando sempre di più i loro vestiti e facendo correre sulle loro braccia l’acqua come se fosse un ruscello. Dei brividi
improvvisi causati dal vento scuotevano i loro corpi. I capelli bagnati avevano
iniziato ad appiccicarsi al viso e lui con una mano li aveva scostati da quegli
occhi che lo avevano fatto innamorare. Le labbra della ragazza si poggiarono
delicatamente su quelle di Yuri, mentre i loro cuori battevano sempre più
forte. Fu un bacio lento e dolce, volevano assaporare ogni singolo istante di
quel momento, procurandosi dei piacevoli brividi di piacere.
Dopotutto ogni cosa bella
come inizia così finisce. Quell’incantesimo iniziale era svanito come fumo
trasportato lontano dal vento.
Sei l’unica
voglia che non vorrei
ti
ho vista piangere su di me
ma
sono il tuo passato ormai
Non poteva incolpare lei
della tristezza che aveva provato, il casino l’aveva combinato lui distruggendo
quegli attimi di felicità con le sue stesse mani.
L’aveva vista cercare d’essere
forte e di non far cadere le lacrime che si erano formate agli angoli degli
occhi. Ascoltava le cattiverie che lui con rabbia le urlava contro, senza
riuscire a ribattere.
Quando una storia si è rotta
ed è finita anche volendolo non si può riaggiustare, perché qualcosa ormai si è
spezzato. Soprattutto se a dover fare il primo passo è qualcuno che non riesce
a mettere da parte in nessun caso l’orgoglio.
So la colpa
che ti dai
qui
dietro la mia porta
quale
scusa inventerai.
Stai di vetro
in un replay
il
sole che tramonta..
ma
non lo fai.
Era uscito
sbattendo con furia la porta con la povera Mathilda che lo inseguiva cercando
di spiegarsi. A suo parere qualunque scusa sarebbe stata inutile, odiava essere
preso in giro. Incredibile la rabbia cosa sia capace di farci fare, portare una persona ragionevole come Yuri a
disprezzare soprattutto con un epiteto poco carino una ragazza.
Quando
l’aveva vista correre via, dopo avergli mollato uno schiaffo provava solo
amarezza e rabbia, ma il senso peggiore lo ha provato, quando aveva capito di
aver frainteso tutto.
Idiota, era il
nuovo nome che si era dato. Aveva scambiato un abbraccio tra Mathilda e Miguel
per un bacio. Solo lui aveva potuto commettere un errore così stupido. La scena
l’aveva osservata da lontano e li aveva visti soli sulla spiaggia, troppo
vicini per i suoi gusti.
Anche,
a verità scoperta non aveva fatto niente per farsi perdonare. Maledetto stupido
orgoglio. Almeno a se stesso non poteva negare d’essere ancora interessato a
lei. In quei due mesi si era roso il fegato in Russia un sacco di volte. Boris
poi con le sue perle di saggezza- continuare ad accusarlo dicendo di
rimediare-, non aveva certo aiutato a diminuire il senso di colpa.
Tu senza più confini
stella
persa tra i miei cieli..
Il temporale si
era calmato, e lui non vedeva l’ora di andarsene. Iniziava a preferire le canzoni
spacca timpani senza senso.
Aprendo la
porta del locale uscì fuori andando a scontrarsi. Sgranò le sue pozze cristalline,
quando vide davanti a se Mathilda bagnata fradicia che ansimava per la corsa
fatta. I suoi occhi rosa andarono subito in cerca di quelli azzurri che in quel
perieodo gli erano mancati tanto.
Sei l’unica
voglia che non vorrei
ti
ho vista piangere su di me
ma
sono il tuo passato ormai
Il russo era
diventato come una statua di pietra, e non riusciva più a spostare lo sguardo
da lei.
“Ti ho trovato
finalmente. Un altro po’ neanche i tuoi amici sapevano dove eri”. Una frase colma di speranza, di chi ha girato
mezza città per trovare una persona alla quale tiene tanto.
“Chi ti ha sostenuto
che ero qui?” voce fredda che nasconde abilmente quella balbettante e il cuore
che sembra soffrire di tachicardia. Non ricordava di aver provato tutte queste
emozioni soltanto guardandola.
“Boris”
E’ una follia!!
Ma ogni singolo gesto che fai
e
questo incantesimo andrà via
ora
che non sei più mia.
Era una follia rimanere lì. Non aveva alcun
senso, tutto era finito, e lui proprio non riusciva a capire quello che
Mathilda aveva appena fatto.
Il cuore lo
implorava di rimanere, mentre l’orgoglio voleva andarsene in un luogo dove non
sarebbe stato messo alla prova. Era riuscito a fare soltanto due passi, quando
una piccola mano aveva stretto il suo esile polso.
“Da quando
scappi di fronte alle difficoltà Yuri?”
Aveva
dimenticato cosa significava sentire il suo nome pronunciato in modo così
dolce. La parte della provocatoria non era il suo
forte, non ci metteva abbastanza malignità nella voce come lui.
La sua era
quasi una supplica. Supplica che il russo in una parte nascosta del suo animo
sapeva che doveva essere sua e non di Mathilda.
“Non ti sto
rubando del tempo. Boris mi ha affermato che non avevate niente in programma.
Qualche minuto potremmo anche parlare.”
Lui continuava
a spostare lo sguardo dalla mano stretta attorno al suo polso agli occhi della
ragazza. Occhi disperati ma che non avrebbero accettato un “no” come risposta.
Un movimento
impercettibile della testa fa sospirare di sollievo Mathilda.
So che un
fuoco splendido
lo
accendi e dura poco…
so
che scioglierò
io
per primo l’incantesimo.
Seduti su un
muretto, con il vento a scompigliare i capelli i due continuavano a guardarsi
negli occhi.
“Di cosa
dovremmo parlare?” l’incanto venutosi a creare è stato spezzato da una voce che
cerca in tutti i modi di nascondere le proprie debolezze.
Per tutta
risposta la ragazza apre la borsetta, iniziando a cercare qualcosa al suo
interno.
Yuri inarca
scettico un sopracciglio, ma la frase che sta per dire gli si ferma in gola non
appena vede quello che ha in mano la ragazza.
Un giglio
bianco(*) in una mano, e nell’altra un piccolo fogliettino spiegazzato con
scritto sopra la parola Scusa. Una
calligrafia che ha tentennato persino nello scrivere quella semplice parola.
“P-perché me li
stai mostrando?”
“L’unica
persona che poteva chiedermi scusa in quel perieodo, era soltanto una. La
stessa che sapeva il codice della mia valigia in cui li ho trovati e che
partiva proprio quella mattina per la Russia.”
Il rosso non
seppe cosa rispondere. Voleva dirle tutto, ma non ci riusciva. Il sentimento
che provava verso di lei acquisiva sempre più forza, quando cercava di negarlo.
“Pensavo che
dopo la sfuriata che mi hai fatto non volessi più saperne. Proprio quando cerco
di convincermene al cento per cento, mi ritrovo questi tra le mani. Ora voglio
sapere soltanto una cosa. Non voglio aver girato mezza Tokio per non trovare
nemmeno una risposta. Cosa provi veramente per me Yuri? Se la tua risposta è
negativa prometto di non disturbarti più.”
Sei l’unica
voglia che non vorrei
ti
ho vista piangere su di me
ma
sono il tuo passato ormai
Gli occhi le
erano diventati lucidi, mentre pronunciava le ultime frasi ma quella piccola e
flebile speranza continuava a illuminarli.
Yuri non riuscì
a reggere quel limpido sguardo ritenendosi un vigliacco. Aveva l’opportunità di
poter tornare ad essere felice e non trovava le parole giuste da dire.
La riteneva una
cosa completamente sbagliata quello che stava succedendo. I ruoli dovevano
essere invertiti, lui doveva stare a supplicare un'altra possibilità non lei.
Tutta colpa di
quel monaco e dei suoi stupidi insegnamenti.
Mathilda
vedendo il russo abbassare lo sguardo fraintese tutti i sentimenti che si
alternavano all’interno di quegli zaffiri. Si alzò con le lacrime che le
scivolavano lungo il volto e con il cuore a pezzi.
Yuri vedendola
alzarsi sentì una sorta di panico impadronirsi di lui. Non avrebbe permesso a
quel monaco di rovinargli la vita anche dalla prigione.
“Я люблю тебя (YA lyublyu tebya = Ti amo)”
Due occhi sorpresi si
voltano all’indirizzo di un volto niveo diventato improvvisamente sulle guance
dello stesso colore dei capelli.
Sei la follia!!
Ogni singolo gesto che fai
questo
incantesimo andrà via
ora
che non sei più mia.
ora
che non sei più mia…
Il coraggio di
esprimere i propri sentimenti, se non si prende, quando si accende all’improvviso
dentro di te non si trova più.
Una fiamma indomabile che
inizia a bruciare illuminando il buio venutosi a creare.
“Ti devo anche delle scuse
per come ti ho trattato, e questa volta guardandoti
negli occhi.
Sapevo che ero
io in torto, ma non ho fatto niente per rimediare. Diciamo
che posso considerarmi un idiota.”
Il respiro era
diventato irregolare per la foga in cui aveva parlato. Sapeva che se si sarebbe
fermato un attimo, non sarebbe riuscito a continuare.
“Anche io ti amo Yuri. Sei un pezzo di ghiaccio freddo e
orgoglioso, ma quando vuoi sai essere veramente dolce. E’ amo proprio il tuo
essere imprevedibile. Quella dolcezza che sei capace
di donarmi poche volte, ma che basta a rendermi la persona più felice del
mondo.”
Un sorriso si
apre su entrambe le labbra, prima che entrino in contatto.
Un sorriso
capace di illuminare di gioia in quel piccolo gesto il mondo che li circonda.
“Dopo il buio
viene sempre la luce.”
Una frase
sussurrata a fior di labbra prima di unirle nuovamente.
Due persone
distese sulla sabbia scrutano il cielo dove dalle nuvole iniziano a filtrare i
primi raggi di sole, formando un sorriso anche lassù.
Poco lontano,
anche su un altro viso si forma un sorriso.
“Direi che si sono riappacificati. Se non esisterei io”
Un colosso
biondo osserva la scena poggiato alla parete rocciosa,
scuotendo la testa all’affermazione dell’amico “Boris quanta modestia. Torniamo
indietro credo che abbiamo visto anche troppo.”
“Ma dai, ora che cominciavamo a divertirci. Dopo come lo
prendiamo in giro.”
“Non ti ci
mettere anche tu Ivan.” Sotto le proteste dei due, Sergey li trascinò lontano
lasciando finalmente un po’ di praivacy al suo capitano.
Un arcobaleno
compare sul mare annunciando il sereno dopo la tempesta.
Note dell’autrice
(*)
Qualcuno che ha letto la mia prima fanfiction inizierà a pensare che io sia
fissata con i Gigli. Per chi sia interessato ho scelto questo fiore per
rappresentare Yuri perché significa la fierezza
dell’animo. In questa storia perché chi regala un giglio ad
una ragazza è come se dicesse “Tu sei la mia regina”.
Allora dopo questo appunto voglio soltanto dire che questa storia non
doveva essere così. In realtà era un’allegra e romantica fanfiction. Non l’ho
continuata perché non è nel mio genere scrivere qualcosa così. Devo sempre
farli soffrire almeno un pochino. ^w^
Invece che in prima persona
è scritta in terza per la prima volta quindi non so
bene neanche io cosa ne sia saltato fuori.
Questa l’ho
pubblicata adesso perché con l’imminente arrivo della scuola non so quando
potrò tornare a dedicarmi a qualcosa. -.-
Ringranzio in anticipo
tutti quelli che la leggeranno e spero che qualcuno lasci il suo parere, qualunque esso sia. J
Aky