Libri > Divergent
Segui la storia  |      
Autore: Klainbow    02/09/2012    4 recensioni
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SOLO LA VERITA'.
Le parole di Eric mi riecheggiano nella mente e mi fanno pulsare il sangue nelle orecchie. Potrei non farcela, potrei essere un escluso. Potrei.. perdere tutto. E non sono pronto a farlo. Penso che potrei morire al pensiero.

Mi siedo sul letto freddo e mi stendo, immergendo la testa nel cuscino che odora dei miei capelli. Serro i pugni così forte che le nocche mi diventano bianche. Sbatto le palpebre tre volte e una lacrima scivola sul cuscino e svanisce nel nulla. Sospiro.

Da quanto tutto è iniziato, non ho mai smesso di pensare a quante cose sono cambiate e quante invece sono rimaste invariate, come se non fosse passato nemmeno un giorno dalle mie goccie di sangue finite sul simbolo degli Intrepidi alla cerimonia. Come se i ricordi, le persone, i luoghi, me stesso, avessero cercato di aggrapparsi con forza all'ultimo brandello di felicità rimasto intatto, nascosto da qualche parte dentro di me. Dovrei proteggerlo, me ne dovrei ricordare. Ma sta scomparendo, lentamente. Sarò ancora più solo. Non pensavo che potesse andare così. Prima d'ora non ho mai capito cosa volesse dire la parola ''confusione''. Nonostante il tempo abbia cercato incostantemente di prendersi gioco di me, sono riuscito a riacquistare un po della sanità mentale a cui ero tanto devoto, prima dei sedici anni. Dovevo, per forza. Stavo perdendo me stesso. La paura mi aveva divorato vivo. E non potevo permettermi anche di perdere il mio coraggio. Non qui, non se volevo restare. Doveva essere una passeggiata, ero abituato a quest'idea. I miei genitori non avevano nemmeno lontanamente pensato che potessi sentirmi debole. Non sanno cosa ho passato fino a ieri per convincermi di potercela fare e non lo sapranno mai. Non so ancora cosa sta succedendo.. mi sento così estraneo a questo posto che.. vorrei mettermi ad urlare, ed urlare, ed urlare finchè tutto non torni come prima. Ma ho capito che non posso. Dovrò adattarmi.

Ne ho parlato con Quattro, ieri. Ero seduto a terra e fissavo il vuoto con lo sguardo ridotto in una fessura, inspirando ed espirando aria rumorosamente, in modo quasi ossessivo. Come se avessi avuto la consapevolezza che da li a pochi minuti non sarei riuscito più a respirare ed avevo bisogno di trattenere più aria possibile. Come se l'aria fosse stata la mia unica ancora di salvezza e avrei dovuto tenerla tutta per me, così tanto da rendermi egoista. Non capisco perchè abbia provato sollievo nel confessargli di aver paura, ne tantomeno so perchè l'ho fatto. Ora che ci penso, vorrei non averlo fatto. Mi terrà sotto tiro fino alla fine dei tre moduli, immagino. Mi osserverà in continuazione e non smetterà mai di valutarmi. Ma lui era li e la stanza era vuota e.. sono crollato nella mia disperazione. Inciampato in me stesso, nella mia ombra. Avevo gli occhi lucidi, si schiarì la voce e il mio cuore esplose. Non sapevo che era ancora li. Mi detestai ancora di più. Presi a fissarlo, vuoto e spaventato. Aveva compreso a pieno il mio sguardo e sapeva che ero sul punto di emettere un gemito seguito da innumerevoli singhiozzi. Le lacrime erano scese e mi avevano già rigato il volto, non sapevo che fare così ho finto di allacciarmi i lacci delle scarpe che erano già perfettamente legati in un doppio nodo alla meglio e mi alzai goffamente. Gli raccontai tutti i miei dubbi e le mie preoccupazioni dopo varie esitazioni. Mi aspettavo che cominciasse a ridere e prendermi in giro o che addirittura mi schiaffeggiasse. Ma non lo fece.

-''Andrà tutto bene, Uriah! Tu sei nato qui, sai bene che ce la farai. E' il tuo posto, nessuno può portarti via la tua casa. Devi solo essere sicuro di te, ma io credo nelle tue capacità. Insomma, guardati! Sei il miglior Intrepido della tua età.'' Mi sorrise dolcemente. Annuii e mi diede una pacca sulla spalla per consolarmi. ''Ora scusami, ma devo proprio andare a vedere cosa vuole Eric. Guarda il lato positivo: avresti potuto essere al mio posto. Non so ancora come faccio a resistere.'' Aggiunse, sbuffando. Gli angoli della mia bocca si alzarono e mostrai i denti bianchi senza curarmi delle lacrime che ancora cadevano, come dei fiocchi di neve. Mi sentii rinato. Non ricordavo quanto fosse bello sorridere. Non ho mai dimenticato di sorridere e questo mi distrusse in quel momento. Cosa ero diventato per paura? No, non dimenticherò mai di essere me stesso. Perchè Uriah, non è questo qui. Quindi, da oggi si cambia: INTREPIDO FINO AL MIDOLLO, sarà il mio nuovo motto, preso in prestito da Zeke, certo. Ma pur sempre mio.

Bene, penso di portci riuscire. Scrollo via tutti i pensieri che mi avevano offuscato la mente fino ad ora e scuoto la testa come se fosse l'unico metodo possibile.

Cerco di farmi forza nelle gambe e mi metto a sedere. Piano riesco ad alzarmi, mi dirigo verso lo specchio al muro e mi perdo nell'immagine di un ragazzo davanti a me. Quello che vedo, assomiglia vagamente a Uriah, ma non è lui, non sono io. Quello che vedo è un uomo, ormai. Gli occhi arrossati, i capelli tutti in disordine senza un filo di logica, le labbra ridotte ad una linea dritta e sottile. Ma non è questo che non riconosco. E' l'espressione. Non ricordo di essere cresciuto, eppure lo sono. Porto la mano tremante alla fronte e senza staccare gli occhi dallo specchio, mi accarezzo i capelli lentamente, per osservare il riflesso. Consapevole di tutto ciò che lo circonda, una persona nuova, più matura. Più.. esatta. Si, esatta. Sarò come mio fratello: responsabile, quando serve, ma sempre un'idiota di dimensioni bibliche. Come al solito, forse. O anche meglio. Non perderò mai me stesso. Mi piace pensare che sarò l'unico a non farlo.

Una serie di rumori distraggono i miei pensieri riportandomi alla realtà. L' urlo assordante di una ragazza mi trafigge i timpani, lasciandomi rabbrividire. Cosa può essere successo? Non poteva essere uno scherzo ne una cosa da niente. Era disperata. Un immagine mi copre la visuale della stanza, provocandomi una fitta improvvisa allo stomaco. E se si trattasse dei trasfazione? Sono certo che l'urlo provenisse da li. E questo vuol dire che.. Oh, mio Dio, Tris è lì!

Mi sento improvvisamente avvampare, il sangue nelle orecchie adesso pulsa così tanto da far sentire lontani anni luce, i passi veloci e pesanti fuori. Mi affretto ad aprire il cassetto e tiro fuori il primo paio di calze che trovo, facendone cadere altri per terra, e le infilo ai piedi. Metto le scarpe senza allacciarle e mi precipito alla porta e sento qualcosa in me morire quando la porta si spalanca da sola con violenza. Il volto che vedo mi fa ribollire tanto da farmi fare un pugno al muro.

-''Hey, hey, hey, Fratellino! Come va? Sembri.. un tantino terrorizzato! Cosa ti è venuto in mente di fare?'' Il sorriso beffardo che gli sorge sul viso mi fa venire voglia di.. di.. aggredirlo. Ma non lo faccio.

-''Santo cielo, Zeke! Fuori sta succedendo.. beh, sta succedendo qualcosa di terribile e tu entri come se fosse la cosa piàù normale del mondo?!'' Gli urlo, ansimando a fatica. Prendo a fissarlo con disguato. Emmette una piccola risata, breve, insolita, guardandosi intorno in modo nervoso. C'è qualcosa che deve dirmi? Beh, dovrà dirmi tutto. -''Allora?'' Continuo, tentando di mettergli fretta.Ma sembra non importarsene di farsi attendere, come al solito. E' in questi momenti che so di detestarlo più di qualunque altra cosa.

''Tranquillo! Un ragazzo è stato ucciso nel dormitorio dei trasfazione, pare che si sia classificato primo. Cose che succedono, su, calmati!''

-''Dannazione! Chi è il ragazzo? Sicuro che sia maschio? Non posso crederci, e chi è stato?'' Mi sento la persona più egoista del pianeta, ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è Tris, Tris, Tris, Tris. Così piccola, così fragile. Eppure così forte e coraggiosa.. Avrà dovuto assistere a quella orribile scena e io non ho potuto fare niente per evitarlo. Stupido, stupido!

-''Uriah, si, era un ragazzo, quindi? Che succede? Di cosa ti preoccupi? Stanno tutti bene!'' Mi appoggia istintivamente le mani sulle spalle e mi tiene fermo, inarcando le sopracciglia.

Introcio le mani dietro alla testa e guardo verso sinistra, per non incontrare il suo sguardo. -''Di cosa..'' Emetto una risata smorzata, spezzata. ''E' stato ucciso un ragazzo, Zeke! Cos'hai nel cervello, segatura? Mi preoccupo per i trasfazione e per noi. C'è un assassino, qui!'' Scuoto il capo ripetutamente, incredulo. Almeno Tris sta bene. No, non posso saperlo.

-''Un assassino? Dio mio, ma ti senti? E' stato di sicuro qualcuno che era invidioso del suo primo posto. Qualcuno che probabilmente non aveva mai ucciso e che adesso sarà primo!'' Se sta cercando di tranquillizzarmi, non è il metodo giusto.

-''Basta, devo andare da Tris.'' Sussulto. Non dovevo dire il suo nome. Alzo lo sguardo per vedere la sua espressione e mi accorgo di avere ragione. Così mni affretto a dire:''E Christina, Will.. Al!''

-''Tris, eh? Da quando ti preoccupi di lei così?'' Il sorriso irritante di prima torna a dipingergli il viso. Stringo i pugni. Ha ragione. Da quando? Pensa, Uriah. Pensa. Cosa sta succedendo dentro di te?

Cerco nella mia mente una spiegazione logica da dire a Zeke ma nulla. Solo il volto di Tris, che mi offusca la vista e la mente, ogni giorno, da quando salì su quella ruota panoramica. Si, da quel giorno ho pensato spesso a lei. Mi ha stupito, mi ha affascinato la sua determinazione. Mi ha.. fatto..

''Battere il cuore, Uriah'' Suggerisce una voce nella mia testa. No, sta zitta! Non intendo dire questo. E' un'amica. Un'amica fantastica. Tutto qui.

-''Ma non la conosci bene, vero?'' Smettila, la conosco abbastanza. E mi è bastato uno sguardo per capire tutto ciò che c'era da capire. Un'intesa naturale, suppongo. Indistruttibile.

Lo stomaco inizia a brontolare senza alcuna ragione e mi sento improvvisamente più confuso del solito. Non c'era nulla da capire, nulla da inventare per Zeke. Solo la verità.

Davanti a me, la mia immagine, di quella sera, con la guancia coperta di poltiglia oleosa puzzolente e lei, che ride. Sorrido leggermente e arriccio il naso senza pensarci.

Solo la verità.

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Klainbow