La guardava attraverso lo specchio mentre confessava ogni cosa.
Athos, ora riusciva a guardare Milady. Quella donna che, fino alla fine della sua cattura, non era riuscito a guardare in faccia.
Di questa cosa se ne erano accorti sia Porthos che Aramis ma avevano preferito stare zitti.
D'Artagnan, no. Forse era stato l'unico a non accorgersi di nulla.
Si sentiva che c'era una certa tensione, qualcosa di impalpabile ma che si faceva sentire. Athos aveva evitato di guadare quella donna che, in passato, lo aveva umiliato.
Lui che era sempre lucido nelle sue riflessioni, lui che era solito fare ragionamenti che non lasciavano né dubbi e né inceretezze, eccolo lì che ora sembrava in difficoltà.
C'era qualcosa che non quadrava, eppure Milady alzava spesso lo sguardo per cercare il suo, uno sguardo non ricambiato. Era più che evidente che voleva che anche lui la guardasse.
Athos si vergognava.
Quella donna era stata sua un tempo e quando scoprì chi era stata per davvero, era troppo tardi. Si era innamorato di lei.
E se non  fosse stato per quella notte in cui , lui vide il tatuaggio simbolo di infamia, non lo avrebbe mai scoperto. O forse, lei voleva che lo scoprisse?
Non lo avrebbe mai saputo.
La odiava perchè si era presa gioco di lui. La odiava perchè aveva quell'indole e ora la odiava perchè era di nuovo ricomparsa nella sua vita.


Nota: nell'opera originale, MIlady è marchiata a fuoco. Quì ha un tatuaggio.