*** Spoiler sul terzo libro!!! ***
Questa
fanfic nasce dalla mia curiosità di vedere come avrebbero reagito i nostri due
innamorati davanti ad una decisione drastica, come interrompere la gravidanza
imprevista. Il loro amore avrebbe retto al colpo? (Qui Hyde non c’è e nessuno
ha rapito Mia).
Ciao
Frency70
E
se Anastasia avesse deciso di interrompere la gravidanza, davanti al rifiuto di
Christian? In fondo è solo un Puntino…
È
solo un Puntino.
Christian era uscito
sbattendo la porta di casa. Ora solo l’eco dei suoi passi teneva compagnia
Anastasia.
Oddio, come aveva
potuto essere così stupida? Doveva solo stare attenta alle date. Una cavolo di
iniezione al mese e tutto sarebbe stato perfetto. Se solo avesse fatto caso ai
giorni del calendario che scorrevano via…
Ormai era tardi. Era
incinta e non poteva fare più niente.
A meno che…
L’idea dell’aborto per
lei era sempre stata inconcepibile, ma il suo mondo stava crollando, tutte le
sue certezze stavano andando in frantumi e suo marito era infuriato e deluso da
lei.
Forse, se avesse
interrotto la gravidanza lui avrebbe capito la sua buona fede: non l’aveva
fatto apposta a rimanere incinta!
Lo amava a tal punto?
Era disposta ad uccidere il suo bambino (perché di questo si trattava, anche se
ora era solo un Puntino) per amore di Christian?
Quella notte andò a
dormire nella stanza rossa, troppo turbata per affrontare Christian e tutta la
sua furia distruttrice.
La mattina seguente
andò a lavorare, evitando di incrociarsi con suo marito, per non leggere nei suoi
occhi il suo disprezzo e la sua rabbia.
Una volta in ufficio,
rimase a guardare il display del suo blackberry, indecisa se chiamare o meno
l’ospedale e prendere un appuntamento con il medico.
Fece un patto con se
stessa. Se Christian l’avesse chiamata o le avesse mandato una mail, entro
l’ora di pranzo, con l’intenzione di parlare con lei ed affrontare la
situazione, avrebbe tenuto il bambino, se invece lui non si fosse fatto sentire
affatto, avrebbe chiamato l’ospedale.
All’una e quaranta il
suo cellulare era ancora muto, così come anche la sua posta elettronica.
Fece un lungo sospiro e
chiamò l’ospedale fissando un appuntamento per il pomeriggio stesso.
Sapeva che era un atto
di estremo egoismo, ma non riusciva a vedere un’altra soluzione.
Verso le tre uscì
dall’ufficio ed il fedele Sawyer le si avvicinò.
-
Dove devo accompagnarla, Mrs Grey?
-
Non mi sento bene. Sono certa che sono
solo stanca, ma vorrei andare a fare una visita di controllo. Mi porti al
Seattle Hospital.
-
Mr Grey lo sa?
-
No e non occorre che lei gli dica
nulla. Gli parlerò io stasera.
-
Va bene, ma devo comunicare a Taylor i
nostri spostamenti. È la prassi.
-
Capisco, ma gli dica di non informare
subito mio marito, ho bisogno di restare da sola per un po’. Può capirmi, vero?
-
Credo di sì, Mrs Grey.
Sawyer accompagnò
Anastasia fin sulla porta dell’ambulatorio, quindi si fece da parte e chiamò
Taylor, dandogli le stesse indicazioni ricevute da Ana.
-
Che diavolo vuol dire che vuole
restare sola?
-
Jason, non sono sicuro…ma Mrs Grey
aveva uno sguardo così assente, così lacerato…
-
Anche Mr Grey oggi non è propriamente
in sé...
-
Io…io credo che voglia abortire…
-
Cosa? Oh mio Dio! Devo assolutamente
dirlo a Mr Grey. Cazzo! Diventerà una belva, se non arriva in tempo!
Taylor buttò giù il
telefono in faccia a Sawyer per poter contattare subito Christian che però, in
quel momento, era in riunione con dei clienti ed aveva espressamente chiesto di
non essere disturbato.
Certo le indicazioni
erano che qualsiasi restrizione impartita era da considerarsi nulla, se la
questione riguardava sua moglie.
Valeva anche per suo
figlio?
Lo aveva accompagnato
al lavoro, quella mattina stessa, e lo sguardo fisso che Mr Grey aveva rivolto
al finestrino gli aveva fatto capire quanto fosse in pena. Lui non era una
cattiva persona, lo sapeva per certo,
conosceva di lui molte sfaccettature. Un figlio di certo non era la sua
priorità, ma davvero avrebbe preferito che sua moglie abortisse? Lui adorava
Anastasia. Non lo aveva mai visto così felice come da quando aveva portato a
casa, per la prima volta, quella dolce fanciulla. Ed ora era pronto a buttare
tutto alle ortiche?
No. Non lo credeva
possibile.
Così si fece coraggio e
bussò alla porta della sala riunioni, ignorando lo sguardo fulminante di
Andrea.
-
Cosa c’è Andrea? Ho già detto che non
voglio essere disturbato!
-
Mr Grey, sono Taylor, devo parlarle
subito.
L’uomo si fece vedere,
aprendo appena la porta.
Christian si rabbuiò
subito, quindi si avvicinò all’uomo che gli faceva da occhi ed orecchie da più
di quattro anni. Un leggero e fastidioso formicolio cominciò a farlo
impensierire, nel vedere lo sguardo preoccupato, quasi triste, di Taylor. Come
se reprimesse un po’ di compassione per lui. La cosa lo disturbò più del
previsto.
-
Che cosa succede?
-
Si tratta di sua moglie. ..
Christian si rivolse ai
suoi interlocutori, che lo guardarono senza battere ciglio.
-
Signori, vogliate scusarmi qualche
minuto.
Quindi, preoccupato,
uscì in fretta e si appartò con Taylor in un angolo del corridoio per ascoltare
le novità.
-
Cos’è successo ad Ana?
-
Sawyer mi ha chiamato dicendo che non
si è sentita bene e l’ha portata in ospedale.
-
Non si sente bene? Dobbiamo andare là
immediatamente! Oddio sarà spaventatissima...ed io sono qui!
-
Signore, c’è dell’altro…
E di nuovo quello stesso
sguardo triste di prima attraversò il volto di Taylor.
-
Cosa?
Disse lui con voce
strozzata.
-
Sawyer crede che sia andata là per
abortire.
-
COSA? NO! NO!! NO!!! NON PUO’ FARMI
QUESTO! NON PUO’ FARLO! Oddio, ma cosa le dice la testa? Come può pensare che
io voglia questo? Ok, sono stato un idiota a prendermela così, ma non è questo
che volevo! Oddio Jason, dobbiamo fare in fretta!
Christian, col cuore in
gola, stava già correndo verso l’ascensore, diretto al garage, per poter poi
raggiungere Ana, sperando d’arrivare in tempo.
Nel frattempo Anastasia
era sdraiata sul lettino del medico, che la stava ancora visitando.
-
È sicura della sua decisione? C’è tempo
ancora qualche settimana, prima che diventi rischioso.
-
Non me lo chieda, per favore. Non mi
faccia venire dei dubbi.
-
Allora procediamo.
Taylor non fece in
tempo ad arrestare del tutto l’auto che Christian stava già correndo verso
l’ingresso principale del Seattle Hospital. Era riuscito a parlare con Sawyer e
sapeva dove doveva andare.
Fece i gradini delle
scale tre alla volta, troppo in ansia per aspettare l’ascensore dei visitatori.
Quando arrivò
all’ultima rampa vide Anastasia seduta sui gradini della scala, che piangeva
sconsolatamente, e Sawyer, a pochi passi da lei, imbarazzato e dispiaciuto.
La visione gli spezzò
il cuore. Ana, la sua dolce, forte e caparbia Ana, era ridotta ad uno straccio
e la colpa era solo ed esclusivamente sua.
Le si avvicinò con
cautela, congedando con lo sguardo Luke, che si allontanò in fretta. Quindi si
sedette accanto a lei e l’abbracciò forte, senza dire niente.
Rimase sorpreso che lei
non lo avesse scansato. Immaginava di dover lottare per trattenerla, invece
lei, ancora una volta, era lì con lui. Per
lui.
Nessuno parlò per
diversi minuti. Quindi lei alzò gli occhi, asciugandosi il viso con il dorso
della mano, e fissò suo marito a lungo, sorprendendosi delle lacrime che
rigavano il bel volto di lui.
-
Christian…
-
Ana, amore…
-
No. Non chiamarmi amore. Non dopo
oggi.
-
Cosa intendi dire?
-
Sono venuta per abortire…
-
Ana…perché non me ne hai parlato
prima? Lo so che eri arrabbiata e delusa da me…
-
Se solo fossi stata attenta non
saremmo mai arrivati a questo punto…
-
Sono cose che succedono! Ma una
decisione di questo tipo…Non potevi dirmi le tue intenzioni?
-
Avrebbe fatto differenza?
-
Più di quanto immagini…
Anastasia lo guardò con
sconcerto. In che senso “più di quanto immagini”? lui non voleva il bambino!
Era stato chiaro. O no?
-
Ana, non sono qui per recriminarti
nulla. Qualsiasi cosa tu abbia fatto, me ne assumo la responsabilità. Sono
stato un maledetto egoista ad arrabbiarmi con te. Mi hai preso in contro piede
e, ancora una volta, ho reagito in modo esagerato. Se vorrai lasciarmi io lo
capirò, anche se questo, per me, significa morire…
Avrebbe voluto dirle
che avrebbe capito, che avrebbe accettato la sua decisione, ma la voce gli morì
in gola. Il solo pensiero di perderla gli spezzava il cuore e lacerava la sua
anima al di là di ogni dolore immaginabile.
-
Non capisco, Christian. Tu non vuoi il
bambino.
-
Credevo di non volerlo…ma in realtà avevo
paura di perdere te, di perdere noi. Ora vorrei solo poter tornare indietro e
reagire in modo completamente diverso. Potrai mai perdonarmi?
-
Perdonarti?
-
Mi dispiace così tanto di non essere
arrivato in tempo per fermarti!
-
Christian, io…non ce l’ho fatta.
-
In che senso?
-
Quando il medico ha preparato gli
arnesi per provocare l’aborto mi sono resa conto che non era quello che volevo.
Che non potevo farlo. Christian, io amo già il nostro bambino, più di quanto tu
possa immaginare, e se tu non sei pronto ad accettarlo, io me ne farò carico da
sola. Ma non posso ucciderlo, sarebbe come uccidere noi due.
-
Quindi non hai abortito?
-
No.
-
Oddio Ana!!!
Nuove lacrime
cominciarono a rigare il volto di Christian. Lacrime di sollievo, di gioia
incontenibile.
Abbracciò forte sua
moglie, prendendola in braccio e ricoprendola di baci.
Ecco la reazione che
avrebbe dovuto avere il giorno prima.
Ana lasciò che le
braccia di suo marito la cullassero a lungo, riprendendo finalmente a respirare
ad un ritmo normale, quindi permise al suo cuore di ricominciare a volare.
La vita con Mr Cinquanta
Sfumature non sarebbe mai stata facile, ne era più che consapevole. Troppi fili
da annodare, troppi pensieri da catturare insieme, troppe paure da sconfiggere.
Ci sarebbe voluto molto
tempo. Ma a loro il tempo non mancava e di certo nemmeno la voglia di costruire
una vita felice e gioiosa.
Insieme al loro Puntino.
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Lo sapevate già, vero?
Sono una mamma e mai e poi mai avrei permesso che Teddy non venisse al mondo!
A volte la paura di
perdere una persona ti fa capire quanto in realtà tu ci tenga ed è questo che
ho cercato di trasmettere con la mia storia. Ana e Christian tengono tanto al
loro puntino e non potrebbero mai fargli del male!
Lo so che è una storia
senza pretese e senza capo né coda, ma ci ho provato!
Un abbraccio grande da
“mamma Frency70” !!! : )