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Autore: horangeJuicee    04/09/2012    0 recensioni
-Ciao, Steph.- Quella voce. La sua voce, lo avrei riconosciuto tra mille, anzi tra un bilione. Sentii un qualcosa al cuore, come se avesse perso un battito anzi togliamo il ‘se’, e avevo un nodo alla gola. Deglutii e mi girai lentamente verso colui che aveva parlato, sperando che non fosse lui, la causa della mia sofferenza. Mi voltai e, si, vidi lui, in tutta la sua perfezione, con gli occhi sbarrati e un sorriso sghembo come se avesse visto un fantasma. Chissà forse anche lui non si sarebbe aspettato di vedermi qui. Ma certo che stupida che sono è proprio così. Dopo essersi ricomposto dallo stato shock di prima, si stava avvicinando a me lentamente. Il mio cuore andava in mille battiti in un secondo, sentivo la terra mancarmi da sotto i piedi. Volevo parlare o scappare, ma poi mi accorsi che se correvo una matta mi avrebbe preso come una pazza che ancora soffre per lui, così senza ragionare aprì la bocca.
-Scusa, ma tu chi sei!?- dissi con indifferenza e facendo finta che non lo conoscessi per davvero.
Si fermò e si stupii visto la sua reazione e sinceramente anch’io mi stupii di me stessa cioè, WOW, non sapevo di essere così brava a recitare.
-Scusami, cos’hai detto?- mi domandò lui ancora stupefatto.
-Ti, ho chiesto chi sei. Sai perché forse ti conosco ma non mi ricordo, perché…- oh santo cielo, AIUTATEMI, cosa gli dico ora -ho l’amnesia- si brava Steph, si hai l’amnesia. Gli dico sorridendolo sghembo.
Ma che stavo facendo perché gli ho detto che ho una specie di amnesia. STUPIDA, SEI UNA STUPIDA. Ma ormai il danno è fatto, complementi Steph, complementi, continua così e ti rovinerai di certo la tua intera esistenza.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The bestfriends story.'
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Our Place.
 

Can we pretend that airplanes in the night sky like shooting stars 
I could really use a wish right now 
Wish right now 
Wish right now 
Can we pretend that airplanes in the night sky like shooting stars 
I could really use a wish right now 
Wish right now
Wish right now
{Airplanes -B.o.B. feat. Hayley Williams.} 





Steph P.O.V.

“Ma se tu l’avessi davanti ora sono sicuro che l’unica cosa che vuole da te è il tuo perdono.” Era questo la frase che vagava nella mia mente ormai da quasi quattro ore. Non riuscivo a non smettere a pensarlo, a le cose che mi ha detto.
Aveva ammesso di essere stato un codardo e che non mi aveva abbandonata perché mi aveva solo usata ma perché temeva di non essere abbastanza per me. E aveva anche chiesto il mio perdono. Non esplicitamente, ma fa lo stesso.
Io volevo perdonarlo, ma non sarei stata buona, doveva riconquistarmi, lo farò sudare sette camicie. No, va beh, forse sette sono tante considerando che gli ho detto una, un grosso, bugia. Forse quattro ne bastavano, si quattro ne bastavano.
Mi ridestai da quei pensieri al suonare del mio cellulare. Mandy. 
-Pronto?-
-Pronto. Hei sacco di patate, come va?- disse l’altra persona dall’altro capo del telefono.
-Bene, carotina. E tu? Com’è andata il parto.-
-Uhm.. un disastro.-
-E perché mai?- chiesi sghignazzando.
-Per poco quel cretino del mio cognato non si ritrovava a terra accasciato quando è uscito il bambino. E dovevi vedere la sua faccia quando cercava di spingere anche lui insieme a Lexi. Cioè sembrava un lupo in calore.- Risi per minuti interminabili.
-Tu. Dimmi piuttosto com’è andata l’incontro con quei cinque testa di cavoli.-
-Uhm.. vorresti dire una testa di cavolo. È venuto solo Zayn. Diceva che gli altri avevano un altro impegno all’ultimo minuto. Secondo me hanno fatto apposta a lasciarlo solo con me.-
-Ah, capisco.- disse semplicemente.
-E che avete fatto tu e il pakistano, eh?- aggiunse.
Così le raccontai cos’era successo senza tralasciare nessun particolare. -…E poi mi ha chiesto il perdono ma non esplicitamente, e si è scusato per essere stato un codardo.- finì il mio racconto.
-E tu sei pronta a perdonarlo?-
-No, per ora no. Ma se vuole che lo perdoni deve fare molto, anzi moltissimo.-
-Quindi hai intenzione di perdonarlo.-
-…Beh, si. Sai che non riesco a tenere rancore per una persona tanto meno se è lui.-
-Ah, Steph, cara Steph. Lo sai però che questa cosa dell’amnesia prima o poi lui lo scoprirà.-
-Lo so. Ma penso che ci penserò quando arriverà, per adesso mi goderò per un attimo le cose che lui è disposto a fare per farsi perdonare.-
-Va beh, contenta tu. Beh, senti Steph io ora devo andare hanno portato il mio nipotino alla sua mamma e voglio tenerlo in braccio. Ciao patatona. Ti voglio bene.- mi disse e potei sentire che stava sorridendo.
-Va bene, carotona. Te ne voglio anch’io. Ciao.- chiusi la chiamata e mi precipitai in bagno per preparami a dormire.
Dopo dieci buoni minuti uscii dal bagno pronta a immergermi tra le mie coperte e tra le brace di Morfeo. Erano le nove di sera, si era troppo presto per dormire, almeno per me che sono anche abituata a dormire alle tre di mattina. Comunque sia, ero finalmente a mio agio nel mio letto bel calduccio, perché di notte Londra fa veramente freddo anche se è estate, quando sentii dei rumori provenire dalla finestra. Qualcuno stava lanciando sassi contro il mio vetro, ma chi? Mi alzai e andai verso la finestra, mi affacciai e vidi Zayn.
-Che ci fai qui?-
-Visito la mia migliore amica.-
-Beh migliore amico, si da il caso che mi abbia svegliato.-
-Scusa. Mi fai entrare?- mi sorrise a 32 denti. Ricambiai il sorriso.
-Scusa ma sono da sola e non faccio entrare un ragazzo, incontrato in un negozio di vestiti e in un supermercato, che dice di essere il mio migliore amico.-
-Oh.- disse con delusione.
-Su dai. Stavo scherzando. Entra dai.- I suoi occhi si illuminarono e si guardò in giro.
-Scusa ma che cosa stai cercando?- gli chiese.
-Una scala.- mi rispose facendo le spallucce.
-E a che ti serve?-
-Per arrampicarmi ed entrare nella tua finestra.-
-Fammi capire una cosa vuoi entrare nella mia finestra?-
-Si, perché?-
-Perché? Beh mio caro Romeo si dia il caso che abbiano inventato le porte per far entrare le persone e le finestre per far cambiare aria una stanza.- rispose ridacchiando e scuotendo la testa.-
-Lo so. Ma entrare nella finestra è più romantico, mia cara Giulietta.- rispose facendomi l’occhiolino.
-Haha, ma smettila e fai il giro che ti apro la porta.-
-Eh va bene, ma preferivo comunque la finestra.- Scesi le scale e gli aprii la porta.
-Allora quale buon vento la porta qui?- gli chiesi appena varcò la porta.
-Beh, mi annoiavo a casa e visto che la notte è ancora giovane avevo pensato di fare un giro con te.-
-Ah, ma si dia il caso che io stavo per addormentarmi e poi sono già in pigiama.- dissi indicandomi.
-Si, ma come vedi anch’io lo sono perciò.. E poi non serve essere eleganti dove andremmo.- sorrise. Lo guardai ancora titubante, chissà dove andremmo? Beh, non mi resta altro che scoprire.
-E va bene.- dissi e subito dopo lui si aprii in un sorriso che va da un orecchio ad un altro.
-Prendo la giacca e andiamo.- proposi e lui annuì. Così presi la giacca e il mio telefono per poi avviarmi da Zayn che mi aspettava appoggiato nello stipite della porta.
-Pronta- mi chiese mentre ci avviavamo nella macchina.
-Si.- risposi sorridendo, che fu ricambiato. Oh, santo cielo forse questa notte avevamo sorriso un po’ troppo, insomma appena parliamo finiamo sempre a sorriderci a vicenda, non che la cosa mi dispiaccia. Il suo sorriso è così bello e rassicurante, lui la sempre odiato diceva che era infantile, ma per me era ed è PERFETTO.
Mi aprì la portiera della macchina e mentre salivo i nostri occhi erano incatenati l’una con l’altra. Gli sorrisi. E minchia dovevo smetterla di sorridere sennò mi farà male la mascella e non riuscirò più a parlare, il che è difficile per me visto che non sto mai zitta e la mia bugia ne è la conferma. Salì anche lui.
-Allora, signorino. Dove mi porta?- gli chiesi appena si era messo comodo nel sedile del guidatore.
-A vedere le stelle.- rispose.
-Uhm.. mi sa tanto di Titanic.- detto questo scoppiamo a ridere.
-Comunque, come fai a sapere del film Titanic.- riprese dopo aver smesso di ridere. Oh cacchio carotino, e ora?
-Uhm.. Beh, Amanda mi disse che era il mio film preferito e appena uscita dall’ospedale me la fece vedere.- mentii, e con questo un’altra mezza bugia è detta.
-Già, mi ricordo. La prima volta che lo hai visto, hai pianto per una settimana e mi assillavi sempre con la storia che c’era posto anche per Jack. - disse rivoltando lo sguardo a me. Mi mordicchiai un labbro come faceva a ricordarselo?
-Davvero?- chiesi stupita.
-Si- risposi e ci guardammo negli occhi per dei secondi interminabili, mi persi completamente nei suoi occhi cioccolato fondente. Forse in fondo non merita questa mia stupida bugia.
-Possiamo partire?- mi chiese ridestandomi da quei pensieri. Annuii.
E così partimmo, la strada che stavamo percorrendo lo conoscevo a memoria anche se lui è convinto che non lo sappia a causa della mia “ perdita di memoria”. Stavamo andando nel nostro posto.
 





Zayn P.O.V.

La sto portando nel nostro posto. Un parco non tanto distante dalla città. Nessuno conosceva quel parco, solo io e lei, ogni volta che volevamo allontanarci da tutti e da tutto andavamo lì. L’avevamo scoperto per caso  un giorno quando abbiamo marinato la scuola. *Flashback*  
-Malik!- qualcuno mi stava chiamando da dietro. Mi volto per vedere chi è, e vidi Steph, la mia migliore amica, in lontananza.
-Hei, Smith!- la saluto anch’io. Appena si è avvicinata mi abbracciò, e in quel momento dentro il mio stomaco stava succedendo la terza guerra mondiale. Non so cosa mi succedeva in questi ultimi momenti so solo che qualvolta si avvicinava a me, gli elefanti e gli ippopotami insieme a dei giganti cominciavano a dare festa dentro la mia pancia con tanto di fuochi d’artificio.
-Come va, migliore amico?- già migliore amico, quanto vorrei essere di più.
-Bene, migliore amica.- come non vorrei non chiamarti così ma “amore mio”.
-E tu?-
-Sto bene, a parte che non ho dormito per niente perché dovevo fare una ricerca per il professore Carter ma che non lo manco finito.- rise con quella sua risata cristallina e contagiosa, è stupenda anche quando ride.
-Idem.- risposi ridendo facendomi contagiare da lei.
-Ci prenderemmo una bella sgridata e una bella nota.- aggiunsi.
-Già. Oppure..- disse facendo la vaga  -possiamo non andare a scuola, cioè marinarla.- mi rivolge un occhiata di che ne sa lunga.
-No! Steph ma sei impazzita!? E se ci scoprissero? Eh? Ci hai pensato? Lo sai che l’ultima volta rischiavamo di essere beccati.- le dissi rimproverandola.
-Lo so, lo so. Ma questa volta staremmo più attenti, e dai ti prego.- mi disse facendo gli occhi dolci. E NO! Non vale. Non riesco a riesisterla quando fa così.
-Uhm.. va bene.-
-Davvero?- mi chiese spalancando gli occhi e sorridendo a 32 denti. È così bella.
-Si.-
-Si?-
-Si.-
-Sul serio?-
-Vuoi che dica no? Posso farlo se vuoi.-
-NO! Cioè si, cioè no! Argh… lasciamo perdere e andiamo.- mi prese a braccetto e ci incamminammo verso la fermata d’autobus.
-Dove andiamo?- gli chiesi.
-Andiamo al London eye voglio vedere tutta Londra.-
-Cosa? Lo sai che ho le vertigini.- gli chiesi spaventato.
-Oh, dai, andiamo che sarà mai. Poi sei con me non ti lascerò solo sarò sempre vicino a te.- mi sorride rassicurante e non potei fare a meno di ricambiarlo.
-E va bene.- acconsentii, solo perché ci sarà lei vicino a me.
Arrivò l’autobus e ci salimmo sopra. Durante il tragitto parlammo del più o meno. A volte ridevamo anche ad alta voce che la gente ci guardava male. Ci eravamo divertiti per tutto il tragitto che non ci eravamo accorti che abbiamo trapassato la fermata dove dovevamo scendere e in men che non si dica arrivammo al capolinea un po’ fuori dalla città. Scendemmo e spaesati cominciammo a camminare per non so dove. Continuavamo a camminare già da 5 minuti. Finché non arrivammo a un parchetto con tanto di laghetto. -Oh mio dio, Zayn, guarda.- disse Steph mentre stava correndo verso il laghetto. La seguii.
-Non è bellissima?- aggiunse, aveva un ‘espressione  meravigliata, gli occhi emanavano un luccichio brillante e sorrideva dolcemente.
Guardai il verso il laghetto e poi verso di lei. -Si, è bellissima.- rispose.
-Ho un idea.-
-Sentiamo, qual è?- le domandai curioso.
-Potremmo farlo diventare il nostro posto, con tanto di casetta sull’albero, vedi quello -mi indicò un albero dove c’era una casetta sull’alto con la scala  -potremmo usarlo noi, tanto credo che sia abbandonata e che nessuno ci viene più qui.- aggiunse e mi guardò con aria interrogativa per sapere che ne penso.
-Sai, Steph, per una volta credo che il tuo cricetino si sia deciso di lavorare.- detto questo ricevetti un pugno nel braccio.
-Stupido.- le sorrise.
*Fine Flashback*

 Arrivammo al nostro parchetto parcheggiai la macchina e la feci scendere. La sua faccia era come la prima volta che la vedemmo. Era meravigliata.
-Ti piace?- le chiesi.
-Si, è stupendo.-
-È il nostro posto.- Si voltò verso di me. -Andavamo sempre qua, ogni volta che volevamo allontanarci da tutti e da tutto. Solo io e te sappiamo della sua esistenza, beh forse tra quelli che conosciamo, perché quella casetta sull’albero laggiù - indicai la nostra casetta, si perché anche se non l’abbiamo fatta noi e comunque nostra perché abbiamo passato i momenti più belli lì -lo abbiamo già trovato tutto intero segno che qualcuno è stato qui prima di noi.- continuai.
-Possiamo salire sulla casetta?-
-Certo, vado a prendere il cesto da picnic.-
-Hai portato un cesto da picnic?- mi chiese stupita.
-Si, perché? Pensavo che avresti avuto fame e sete, quindi ho preso qualcosa da mettere su.-
-Perspicace il ragazzo.- Sorrisi.
-Vado e torno.-
-Ok.-
Corsi a prendere il cesto nel di dietro della macchina e alcune coperte per poi avviarmi verso lei, che si dirigeva nella cassetta.
La raggiunsi e salimmo le scale. Le aprii la porticina e varcammo la soglia.
Si guardò intorno come per ambientarsi, poi il suo sguardo si fermò ad un tronco che serviva a tenere su la casa. Era il tronco dove abbiamo inciso le nostri iniziali dentro il simbolo dell’infinito.
-L’abbiamo inciso, la prima volta che siamo venuti qui.- le dissi mentre sistemavo le coperte sulle sedie a dondolo fuori nel balcone della casetta. Sorrise e ricambiai.
-Dai vieni a sederti. C’è gran bel panorama qui. Puoi vedere le stelle, che oggi sono di più del solito.- aggiunsi.Si sedette vicino alla mia destra.
-Vuoi un po’ di birra?- gli porsi la bottiglietta che accettò.
Rimanemmo un po’ così a guardare le stelle senza proferire una parola, di tanto in tanto la guardavo e rimanevo sempre perplesso dalla sua bellezza.
-Sai i ragazzi hanno deciso di fare una vacanza alle Maldive…- interruppi il silenzio - e mi chiedevo se tu e Amanda volevate venire.- aggiunsi facendo il vago.
-Certo, perché no. Dopo chiamerò Mandy per sapere la sua opinione.- sorrise.
Ero al ottimo cielo quando accettò. SI! Così sarei potuto avvicinarmi di più a lei.
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 Il parco e la casetta sull'albero. 
 


 

Angolo della Mongola:
Salve Popolo. Come state? Io sto bene. Ma a voi non importa. Comunque, scusate il ritardo ma ho avuto da fare perciò non ho potuto aggiornarlo prima. Spero che mi perdoniate e niente ora mi dileguo. Ah, e p.s. I Love You. No scusate e colpa della mia mentalità storta, insomma volevo dirvi di passare sulla mia altra storia Deep Desires. Un altra mia cagata. E grazie ancora e mi raccomando RECENSITE.
Ciaooooo. 
-El. xx 

          

  
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