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Autore: LawrenceTwosomeTime    05/09/2012    5 recensioni
Un racconto criptico che punta a smitizzare un'idea, uno stile di vita, una fonte d'ispirazione. L'ho scritto per spiazzare e lasciare interdetti, spero possa essere davvero così.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Molti pensano che l’oscurità sia figa.

Esistono innumerevoli tipi di oscurità, a volte molto diversi tra loro, ma tutti condividono uno specifico particolare: non sono affatto fighi.
L’oscurità è sporca, putrida, lurida. È ignominiosa, rivoltante, incontrollabile. Non è per niente figa.

Ci sono dei gruppi gothic rock che vestono in maniera ricercata e studiano sonorità sofisticate, e le fanno una buona pubblicità. Ma la verità è un’altra.
L’oscurità fa male.
Mettiamo che stiate guidando nella notte più buia, con gli abbaglianti rotti, e finiate fuori strada. L’auto cozza contro una quercia, finite catapultati fuori dal parabrezza, la testa impatta contro la corteccia. Sangue dappertutto.

”Che bello il tuo cucciolo!”
“Grazie”
“Avrà si e no tre mesi”
“Due, infatti”
“Ma quant’è carino! Perché piange in quel modo?”
“È la prima volta che esce di casa. Ha paura di tutto. Il fatto è che non voglio mettergli il guinzaglio. E se non lo tengo in braccio, scappa e si perde. Come un’ora fa”
“Avanti, su, non piangere. Nessuno vuole farti del male. Chi vorrebbe fare del male a una dolce tenera cosina come te?”
“…”
“Dici che posso accarezzarlo?”
“Meglio di no. Sai, è già abbastanza spaventato…”
“Certo, capisco”
“…”
“…”
“Ma si, accarezzalo”
“Vieni qui, scricciolino. Non ti faccio niente… Come l’hai chiamato?”
“Roger”
“In omaggio al tennista? È un bel nome, in qualche modo gli dona.
Be’, adesso devo proprio andare. È stato un piacere conoscervi. Ciao, ragazza! Ciao, Roger!”
“Ciao. Saluta, Roger; con la zampina. Bravo”

Bere troppo è oscurità. Fumare come una ciminiera, la stessa cosa.
Fino a ritrovarsi distesi su una barella, cirrosi epatica all’ultimo stadio. Tumore ai polmoni.
Che bella cosa, vero? Così romantica, così… bohémien.
E le droghe, poi! Che spasso, l’AIDS. E il tetano, vogliamo parlare del tetano?
Il turismo sessuale con le minorenni? Nobilita, oh se nobilita la vostra anima nera!

“Mi scusi, signore, non è che avrebbe qualche spicciolo?”
“Non ora, per favore, sono molto occupato”
“Non mi sembra occupato”
“Sto rimuginando, ha presente? Sul contenuto del mio prossimo romanzo”
“Ah, lei scrive! Un altro sognatore velleitario, dunque”
“Conosce la parola ‘velleitario’? Mi stupisce”
“Cosa crede, io possiedo una casa editrice! Ecco, prenda il mio biglietto da visita”
“Ma scusi, se è il proprietario di una casa editrice, perché diavolo mi chiede dei soldi?”
“Mah, io… arrotondo, ha presente? Sono mesi che non mi arriva materiale decente, e le nostre pubblicazioni stentano a sfondare. Mi mandi qualcosa, già che c’è. Come dicevo, non avrebbe mica qualche spicciolo?”
“Non ho soldi con me”
“Ah, che taccagno”

Il cinismo. Il pessimismo. Il sarcasmo.
Nel migliore dei casi, otterrete un successo straordinario tra i vostri amici. Sarete sempre l’anima della festa!
Chi non va pazzo per la gente che rosica in modo compulsivo? Dei frustrati, insoddisfatti scorreggioni quali siete voi, borbottanti tutto il dì per le più infime stronzate; rimpiangere il passato. Il rimorso, la depressione, la penombra della stanza in cui vi siete rinchiusi. Impossibile distinguere il giorno dalla notte, è tutto grigio.
Il suicidio, l’apice della vostra carriera.
Quanta figaggine insita nel corpo che dondola a una spanna da terra, i fluidi corporali espulsi dall’intestino rilasciato. E non dimentichiamoci dei resti rinvenuti una settimana dopo. L’odore della decomposizione, un olezzo paradisiaco per le narici del fortunato che vi troverà!

“Bentrovato, buon uomo! Cos’è quell’aria afflitta?”
“Prego?”
“Sa, l’ho vista qui, tutto solo, e ho pensato che magari le serviva un po’ di conforto”
“Vuole comprare qualcosa?”
“Onestamente non credo”
“E allora esca di qui”
“Suvvia, non mi faccia l’allontanante. Anch’io posso capire la tristezza di tanti salotti invenduti. Cucine in cui nessuno cucinerà per un bel pezzo. So che è preoccupato per la sua situazione economica, ma sicuramente avrà messo da parte qualcosa…”
“Se ne vada immediatamente”
“Bel tipo. Io voglio tirarla su e lei mi caccia via. Ma in fondo non ha tutti i torti: preferisce stare da solo”

I politici sono il male, il cuore dell’oscurità. Non assomigliano propriamente al giovane protagonista di un manga, vero?
Le tangenti, la mafia, le leggi ad personam, i favoritismi, il nepotismo, le ruberie e via dicendo.
Poi fanno il film di Natale, e quella masnada di incorreggibili stronzi viene elevata al livello di divinità per il popolino pagante.
Ma non finisce qui!
Registi incapaci, cantanti stonati, scrittori blasonati di porcate per cerebrolesi, giornalisti venduti, specialisti fuggiti altrove per mancanza di fondi, attori dislessici, medici che vendono gli organi al mercato nero, sindaci oscurantisti.
Quante belle compagnie! Rondisti, neonazisti, nazionalsocialisti, anarchici, praticanti di religioni inventate l’altro ieri che comandano di scuoiare una vergine per ottenere i favori di qualche demone raffazzonato.
Oscurità, eh? Bella merda.

“Holly, sei tu?”
“Non ci posso credere! È dai tempi…”
“Dell’ospedale! Come stai?”
“Bene. Sto finendo la quinta, poi forse vado a lavorare da mia madre. E tu?”
“Mah… locandine, storyboard pubblicitari… cose così”
“Ma ti mantieni?”
“Bè, se fosse solo per quello, avrei appena i soldi sufficienti a comprarmi i fazzoletti da naso. Ma per fortuna ho… altre fonti. Almeno fino a ventisei anni”
“Ti mantengono?”
“No”
“Senti, vuoi scoparmi?”
“Come per la maggior parte degli uomini, io voglio farmi quasi tutte le ragazze che incontro. E poi tu sembri un dipinto di Modigliani, e io è da quando che lo conosco che dico ‘se i dipinti di Modigliani fossero vivi, me li farei’!”
“Se fossi stata la ragazzina di Kill Bill, quella con la palla chiodata che alla fine piange sangue, non avresti parlato così”
“Forse no. Ma non credo di averti mancato di rispetto”
“No, per niente”

Forse siete tra quelli che nella monnezza ci si rotolano. Forse godete nell’imbrattarvi di schifo e lordura, vi crogiolate in un sadomasochismo malato che danneggia voi e chi vi sta intorno. Ma c’è una cosa che chi brama l’oscurità deve temere. Il Tempo.
Ciò che siete stati, siete e sarete è già avvenuto. È già scritto. Voi avete l’impressione di percorrere una strada, di fare delle scelte. Errore. La libertà è solo un’allucinazione.
Tra dieci anni vi compatirete. Tra venti, se ancora esisterete, vi farete schifo. Tra trenta vorrete non essere mai nati, così da non temere la morte.

“Che piacere vederti! Hai qualcosa per me?”
“Un nuovo insaporitore per arrosti. Si chiama ‘Oscurità’. Da gusto alla vita, la rende piena. Non possiamo farne a meno. Senza l’oscurità, vivremmo una vita sciapa e insapore”
“Suggerimenti?”
“Il vino. Lascialo invecchiare. Il formaggio. Lascia che faccia la muffa”
“Poi potremo finalmente morire?”
“Se il destino ci concede di vivere fino ad allora, si”
  
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