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Autore: somochu    05/09/2012    10 recensioni
Day 3 - Kink
Cominciò tutto da un messaggio.
Blaine lo lesse con il cuore in gola, nonostante sapesse da tempo che, prima o poi, quel momento sarebbe arrivato.
Sebastian: ... Ma noi due quando ci vediamo?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stai meglio con la divisa

 

 

 

 

 

 

 

Cominciò tutto da un messaggio.

Blaine lo lesse con il cuore in gola, nonostante sapesse da tempo che, prima o poi, quel momento sarebbe arrivato.

 

 

Sebastian: ... Ma noi due quando ci vediamo?

 

 

 

Trovare uno di quei siti di 'chat per single' era stato piuttosto facile; Blaine si era applicato, qualche mesetto prima e, cercando cercando, aveva finalmente trovato qualcosa che gli interessasse: un ragazzo simpatico, che non aveva cercato di circuirlo.

O, almeno, non subito.

La prima volta che avevano parlato, Sebastian si era presentato e si era comportato in maniera così sicura di sé che Blaine si era sentito stranamente a suo agio.

Da lì, diventare amici era stato un passo e, subito dopo, Blaine aveva cominciato a chiudersi ogni sera – quando non aveva troppo studio – nella sua stanza del college a chiacchierare con Sebastian del più del meno e non rimpiangeva nulla, visto che quel ragazzo lo divertiva un mondo.

Sembrava così facile e divertente parlare con lui, che fu proprio Blaine, una sera, a trovare il coraggio di chiedergli il numero di telefono.

Fu durante una delle loro lunghe – lunghissime – sessioni di sms che Blaine scoprì che Sebastian era un tipo molto provocatorio e malizioso. Non capiva se quel lato di Sebastian gli piacesse o no, ma non era mai riuscito a smettere di messaggiare con lui lo stesso e il dubbio s'insinuava sempre più nella sua mente.

Si era sempre ripetuto che non faceva nulla di male: aveva incontrato un ragazzo simpatico, ci parlava. Stop.

Poi...

Poi quel messaggio.

 

 

 

Sebastian: ... Ma noi due quando ci vediamo?

 

 

 

Blaine non era mai stato un tipo troppo timido, però non si sentiva pronto ad incontrare un perfetto sconosciuto.

Per quanto gli riguardava, poteva anche essere un vecchietto o un dodicenne.

E poi non voleva rischiare di... No, ok, chi voleva darla a bere? Il problema era ben altro.

Infatti, Blaine aveva mentito spudoratamente a Sebastian e sicuramente la cosa si sarebbe scoperta, visto che le bugie hanno le gambe corte e la sua incapacità di tenere un segreto per troppo tempo era proverbiale.

Quando si erano conosciuti... beh, Sebastian gli aveva detto di frequentare il liceo privato Master School e Blaine, per fare bella figura, gli aveva detto di frequentare la Dalton."Che coincidenza, le scuole sono anche vicine!"

Il punto era che Blaine non frequentava più la Dalton da quasi due anni e... cazzo, la cosa sarebbe sicuramente uscita fuori.

Non era riuscito a resistere, però. Blaine aveva questo problemino - che il suo migliore amico Jeff chiamava "fetish" o "kink" – di amare un mondo le divise.

Il bello di andare alla Dalton infatti, tempo prima, era appunto indossarle ogni giorno – si piaceva così tanto con la divisa addosso, accidenti – e quella di essere sempre circondato da ragazzi che la indossavano e, beh, a Blaine sembrava ogni giorno il paradiso.

Il college era così spoglio, invece. Tutti indossavano vestiti casual e non era la stessa cosa.

Non ci mise poi tanto a scegliere una risposta.

Perché non cogliere l'occasione di tornare a fingersi uno studente di liceo, quando avrebbe potuto indossare di nuovo la divisa della Dalton?

E, mentre replicava al messaggio di Sebastian con un "Dimmi tu dove e quando", si sentì così euforico che non aspettò altri dieci minuti per tirare fuori la sua amata divisa.

Chissà se ancora gli stava così bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

Non era sicuro di come avrebbe reagito.

Blaine aveva mandato una sua foto a Sebastian e Sebastian gliene aveva mandata una sua, quindi riconoscerlo non sarebbe stato un problema. Ma cosa avrebbe fatto?

Doveva baciarlo sulle guance, o abbracciarlo?

Solo salutarlo, oppure limitarsi a una stretta di mano?

Si chiese se Sebastian fosse pieno di dubbi come lui, ma dovette ricredersi subito dopo, quando lo vide camminare verso di lui, un sorriso sicuro e la mano protesa verso di lui.

"Allora, eccoti qui in carne e ossa, Blaine Anderson," gli disse, stringendogli le dita, quando Blaine gli allungò le proprie.

Blaine rimase un attimo scioccato.

Vide Sebastian fargli una radiografia con gli occhi, per poi alzare un sopracciglio. "Come mai la divisa? Stiamo uscendo."

In effetti...

"Sono tornato ora da scuola," inventò sul momento. "Andavo di fretta e non ho potuto cambiarmi."

Per un attimo, temette che Sebastian avesse capito tutto e che lo prendesse a calci; invece, gli sorrise di nuovo, stavolta con una strana luce negli occhi. "Ti sta bene."

Blaine arrossì per via del complimento, ma non disse niente. Si perse anche lui a fissare un attimo Sebastian e scoprì che dal vivo era molto meglio che in foto. In parole povere, era uno dei più bei tipi che gli capitava di vedere da un po' e, dannazione, era pur sempre un ragazzo dal sangue caldo lui. Trovandosi davanti un bel esemplare di sesso maschile, beh, anche Blaine cominciava a sentirsi davvero attratto.

Non che fosse un colpo di fulmine, o altro; semplicemente, Sebastian era più di quanto si aspettasse.

Allora,” si schiarì la gola l'altro ragazzo, guardandolo con un sorrisetto. “Andiamo?”

Il suo tono era strano; si sentiva agitato anche lui?

Non avrebbe potuto mai scoprirlo, perché il viso di Sebastian era una maschera completa. Non sapeva neanche se fosse veramente felice di vederlo.

Magari stava pensando che era un brutto ragazzo e che sarebbe stato meglio non incontrarlo, o che era antipatico, visto che stava così tanto zitto, oppure che era uno stupido...

Bloccò le sue pare mentali giusto in tempo per non sembrare davvero stupido. “Andiamo,” ripeté, per nulla convinto.

Poi il dubbio.

Aspetta, ma... dove esattamente?”

 

 

 

 

 

 

 

Erano lì da quasi tre ore, ma nessuno dei due aveva intenzione di alzarsi.

Blaine poteva sentire il tepore del locale in cui lo aveva portato Sebastian e aveva deciso di lasciarsi andare del tutto ad esso: bevve quanto poté, ridacchiò per le battute maliziose di Sebastian e continuò a raccontare o ad ascoltare aneddoti delle loro vite per quasi tutta la sera.

Insomma, alla fine mi denunciò per molestie sessuali,” stava dicendo Sebastian,

Blaine quasi si strozzò con l'insalata. “Cosa? Dici sul serio?” domandò, indeciso se ridere o rimanere scandalizzato.

Posso giurarlo sul culo di quel cameriere carino che è passato prima,” affermò Sebastian. “Visto che l'hai sicuramente notato, – era impossibile da non vedere – puoi immaginare che grosso giuramento sia questo.”

In realtà, Blaine non aveva neanche notato che c'era un cameriere, dato che aveva trascorso la serata a fissare Sebastian come fosse l'unico ragazzo dentro quel locale.

Aveva passato tutto il tempo a osservare il suo sorriso, sincero o furbo che fosse, ma dirlo ad alta voce lo avrebbe fatto sembrare una specie di stalker. Si limitò a sorridere di rimando.

Oh, sì, posso immaginare,” rispose, restando sul vago.

Sebastian lo squadrò per qualche secondo e Blaine rimase ammutolito. “Ho detto qualcosa che non va?” gli chiese, sentendosi fissato.

Non c'è nessun cameriere carino, in realtà. Ti stavo solo mettendo alla prova,” rispose Sebastian con un sorrisetto. “Non stai prestando molta attenzione a cosa succede intorno, vero?”

La vera domanda era: 'Non stai prestando attenzione a qualsiasi cosa non sia me, vero?' e lo sapevano entrambi.

Non arrossire, non arrossire, non arrossire.

Chissà, a furia di ripeterselo, riuscì a evitare di diventare dello stesso colore del vino.

In verità no,” ammise, poi si sporse un po' di più verso di lui.

Sebastian stava per dire qualcosa di sicuramente interessante, ma fu interrotto dall'arrivo della cameriera – era femmina, femmina maledizione, lo aveva fregato davvero.

La ragazza lasciò il conto sul loro tavolo e, immediatamente, Sebastian si alzò per prendere il portafoglio.

Blaine lo seguì, abbassandosi a frugare nelle tasche del suo blazer per cercare il suo di portafoglio, ma fu subito bloccato dalla mano di Sebastian. “Sei pazzo? Offro io!”

 

 

 

 

 

 

Dopo una buona mezz'ora di litigi per chi dovesse pagare, Blaine era riuscito a convincere Sebastian a lasciar pagare a ognuno il proprio conto, e ora camminavano per strada chiacchierando del più e del meno.

Sebastian si era offerto di riaccompagnarlo a casa e, nonostante Blaine ci avesse colto come una specie di doppio scopo in quello, aveva preferito evitare di discutere: stare ancora un altro po' con Sebastian gli faceva piacere.

Aveva deciso di farsi portare nella casa dei sui genitori, altrimenti Sebastian avrebbe capito che abitava in una delle stanze del college e lo avrebbe, conseguenzialmente, scoperto.

Arrivarono davanti al vialetto di casa sua qualche minuto dopo e stavano entrambi ridendo per un racconto di Blaine sui suoi amici della Dalton – vecchi amici, si corresse mentalmente – e, quando furono lì davanti, scese tra di loro un silenzio tombale.

Sai,” lo interruppe Sebastian. “Questo blazer ti sta davvero bene...”

La sua voce era un sussurro così basso e cadenzato che Blaine credette di star sognando. E, mentre Sebastian avanzava verso di lui, facendosi sempre più vicino, Blaine pensò che Sebastian sapesse esattamente cosa dire per sedurlo e, se solo avesse saputo quanto la questione della divisa lo premeva, forse sarebbe stato anche peggio.

Erano ancora davanti il vialetto di casa sua, e Blaine si sentì quasi in dovere di aggiungere qualcosa e fermare Sebastian dal guardarlo così.

Insomma, si conoscevano da appena una sera e, sebbene Blaine provasse già tutti quei sintomi riconducibili a quelli che indicavano una cotta storica – gola secca, budella contorte – ,tutto ciò non andava per nulla bene.

Il respiro di Sebastian gli arrivò sul viso e fu in quel momento che si rese conto di quanto erano vicini.

Vuoi entrare?” propose. Poi, subito si pentì. “Oddio, stiamo facendo davvero questa scenetta da film scadente davanti alla porta?”

Sebastian ridacchiò, allontanandosi da lui e attraversando il vialetto di casa sua, voltandosi solo qualche volta a guardarlo con uno sguardo di sfida a seguirlo. “Pensavo non me l'avresti mai chiesto,” gli rispose.

Blaine lo seguì, un sorriso curioso e preoccupato allo stesso tempo sulle labbra.

 

 

 

 

 

 

Vuoi da bere?” disse Blaine, dopo essersi schiarito la gola.

Da solo in casa. Con Sebastian. A pochi metri l'uno dall'altro.

È in quel minifrigo lì a terra.”

Meglio sviare.

Non mi va di bere,” replicò Sebastian, voltandosi a guardarlo.

Davvero, non capiva cos'era tutta quella tensione che, all'improvviso, stava attraversando la stanza per fermarsi proprio su di loro. Blaine poteva sentire la presenza di Sebastian vicino al suo corpo e, accidenti, tutto a un tratto. si pentì di averlo invitato a entrare.

Perché non sapeva se riusciva a controllarsi, e Blaine non era tipo da una scappatella. Perché Sebastian lo aveva incontrato da troppo poco per dire di conoscerlo.

Quella strana voglia di fare qualcosa, non sapeva bene cosa, era lì che pressava. Baciarlo, toccarlo...

No. Riuscì a convincersi che no, lui non era quel tipo di ragazzo e non lo sarebbe MAI stato.

Certo, non era facile con Sebastian che lo guardava in quel modo. Sembrava volesse mangiarlo e spogliarlo contemporaneamente e, quando sentì la sua voce roca, stava quasi per cedere.

Dio, Blaine, è tutta la sera che penso di far-”

Non finì di parlare, però, che il campanello di casa risuonò per tutta la stanza. Blaine ne approfittò per correre ad aprire – insomma, distrazione – ,ma si pentì subito dopo.

Trovandosi davanti Cooper, infatti, impallidì improvvisamente.

Suo fratello gli sorrise ma, subito dopo, i suoi occhi caddero sulla sua mise e un sopracciglio si sollevò quasi a rallentatore.

Che diavolo ci fai con la divisa? Non credi di essere un po' grandicello per indossarla?”

Blaine gli chiuse praticamente la porta in faccia.

Sperò vivamente, così vivamente che le meningi gli facevano male a furia di pensare scongiuri, che Sebastian non avesse sentito quella frase.

Ma, ovviamente, era impossibile non sentire. Casa sua era così piccola che con tre passi poteva raggiungere l'altro ragazzo e, sebbene Sebastian non sembrasse qualcuno che ascoltava le conversazioni altrui, Blaine era sicuro che aveva udito tutto quanto.

Quindi... tu in realtà non vai alla Dalton?” gli chiese Sebastian, mettendo fine alle sue preoccupazioni e facendogli capire a voce che aveva capito. “Vai in una scuola pubblica?”

Lo aveva detto con un tono quasi schifato e Blaine si chiese cosa avesse contro le scuole pubbliche.

Non poteva continuare quella farsa per sempre: era ora che tornasse ad essere il solito, gentile ragazzo sincero che i suoi genitori avevano cresciuto e 'O la va o la spacca', pensò.

In realtà ti ho mentito, Sebastian.”

Sebastian lo fissò, in attesa di una spiegazione, gli occhi già dardeggianti di fastidio.

Io non vado alla Dalton, hai ragione, ma neanche in qualsiasi altro liceo,” disse, cercando di rendere la pillola più facile da digerire. “E questo perché sono più grande di te. Vado al college da ben due anni, Sebastian.”

Sebastian non sembrava scioccato ma, piuttosto, innervosito per la bugia. O forse, per tutta la messa in scena... non sapeva, ma sentiva che era davvero innervosito.

E perché porti la divisa?”

Qui veniva il difficile. Blaine sentì le guance arrossire, ma decise che, visto che aveva fatto trenta, tanto valeva fare trentuno.

Io... ho... questa... cosa.”

Cosa?”

Io ho... il kink per le divise. Io... Il mio sogno è da sempre farlo per una volta con la divisa e credo sempre che mi doni tanto... Volevo solo fare bella figura e risentirmi felice nel mio adorato vestito della Dalton.”

Poi, quella frase che davvero non avrebbe mai voluto sentirsi dire. Non da Sebastian.

È semplicemente ridicolo.”

 

 

 

 

 

**

 

 

 

 

 

Era passata una settimana intera e Blaine non aveva risposto più a nessuna chiamata o messaggio di Sebastian.

Si era sentito così offeso dalla sua frase e lo aveva scacciato di casa malamente. Non aveva mai parlato a nessuno di quella sua ossessione, prima d'ora, e aveva deciso di aprirsi con Sebastian perché, non sapeva come, si fidava di lui e invece...

Invece, lui pensava che era una cosa ridicola, come qualsiasi altra persona, e Blaine era stanco di sentirsi inferiore a qualcuno. Gli aveva fatto male.

Quindi, aveva deciso di ignorare tutti i messaggi di Sebastian, senza nemmeno leggerne la maggior parte. Non era in vena di scuse, né di nient'altro.

Sobbalzò quando bussarono alla porta della sua stanza. Aprì e rimase scioccato dallo spettacolo che si presentò davanti: Sebastian, in tutta la sua altezzosità e con uno sguardo sicuro, era a lì a fissarlo, ma, più di tutto, aveva addosso la divisa della Dalton.

Che ci fai con la divisa?” fu la prima che gli venne in mente e non 'Cosa ci fai davanti alla mia camera?'.

In effetti, stava per lasciare la mascella per terra, talmente l'immagine di Sebastian vestito in quel modo lo accendeva.

L'ho messa per farti capire che accetto e apprezzo il tuo kink,” disse Sebastian. “Sono andato alla Dalton e l'ho comprata. Poi, ho chiesto a qualcuno di qui se ti conosceva e mi hanno indicato come trovare la tua stanza.”

Blaine non poteva crederci. Tutta questo... per lui?

Non mi hai lasciato spiegare l'altra sera, Hobbit,” Blaine allargò le guance a quell'insulto. “Volevo dire che è ridicolo che tu non me l'abbia detto subito. Non che sia ridicola questa tua... fissa, anzi,” affermò, leccandosi per un momento il labbro inferiore.

Ma... eh... io...”

Blaine non sapeva cosa dire, era troppo sconvolto.

Sebastian, comunque, gli tolse ogni preoccupazione, avventandosi sulle sue labbra. Blaine rispose quasi immediatamente al bacio, afferrandolo per la cravatta, e lo trascinò dentro casa, chiudendo la porta dietro di loro con un calcio.

Dopodiché, lo strattonò fino a che non raggiunsero il divanetto della stanza, in maniera piuttosto scomposta e frenetica, mentre le loro lingue s'incontravano in bacio che faceva gemere entrambi.

Che dicevi sul tuo sogno erotico di farlo con la divisa?” gli domandò Sebastian, con voce roca.

Fu Blaine a spingere Sebastian sul divano, per poi salirgli sopra. Sebastian non si aspettava così tanta audacia, ma cazzo, Blaine lo aveva davanti agli occhi con indosso quella divisa, i capelli pasticciati, le labbra piene e un rigonfiamento evidente al cavallo dei pantaloni: l'autocontrollo era solo una parola lontana.

Sebastian lo allontanò un attimo, prima di guardarlo con un sorriso felino. “Perché non ti metti la tua vecchia divisa?”

Blaine fece come gli aveva chiesto, spogliandosi e rivestendosi in pochi secondi, prima di risalire a cavalcioni su Sebastian, che lo aspettava sul divanetto.

E fu tutto perfetto, dopo: Sebastian che ribaltava le posizioni, che gli mordicchiava l'orecchio, che continuava a sussurrare 'Maledizione, Blaine, mi piaci così tanto con la divisa”, Blaine che con la lingua tracciava piccole scie sul collo di Sebastian...

Uno dei suoi sogni erotici stava finalmente per essere realizzato e Blaine toccò semplicemente il cielo con un dito, quella sera.

Non sapeva se esistesse un Dio lassù, ma se esisteva... beh, indossava sicuramente una divisa.

E gli voleva davvero bene.













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Un ringraziamento a Ila per tutto ( <3) e spero che non faccia così schifo come penso.
E non so che dire, se non grazie a chiunque metta le storie tra le preferite/ricordate o le recensisce, o entrambe.
Felice terzo giorno della week a tutti :)

   
 
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