Storie originali > Poesia
Ricorda la storia  |      
Autore: WildRose    07/09/2012    0 recensioni
Mi son messa a parlare in terza persona di un qualcuno che figuravo nella mia testa da un po'.. Rileggendo, mi sono accorta di aver messo insieme tanti pezzi di una vita che in realtà, è la mia
[Vi sono nascosti vari riferimenti cinematografici]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una ragazza come tante. Piuttosto comune, occhi nocciola, capelli castani, sguardo curioso seppur spaventato; forse quel che aveva in più era la strana tristezza che si mescolava tra il colore dell’iride e quello della pupilla, per certo so solo che sarei rimasto a correre libero dentro i suoi occhi per tutta la vita. Per niente eccentrica, a volte riusciva a farsi così piccola che facevo a malapena anch’io a ricordarmi che esistesse, presente e assente, così chiacchierona e al contempo troppo silenziosa. Non saprei attribuirle un aggettivo. ..Bizzarra. Amava la musica, anzi credo tuttora che lei e la musica fossero una cosa unica, e grande. Qualcosa di decisamente bello. Lei e la sua chitarra, lei e la sua voce.. le ho qui, che suonano la loro melodia nella mia testa, che fanno sorridere i miei pensieri, ancora e ancora. Non era come gli altri, fumava, occasionalmente, anzi tutto di lei diceva lo facesse solo per noia, in fondo non aveva alcun vizio, era libera.. Svincolata da ogni pena che minacciasse di affliggerla. Eppure così triste.. Rideva, e altrettanto velocemente come sapeva far nascere il sorriso, sapeva spegnerlo; e quel buio che la illuminava all’improvviso era così insapore! ..potevo sentirne però l’amarezza che lasciava sospesa nell’aria, e che riusciva a farmi capire come lei si sentisse dentro, vuota, piena del nulla e piena del tutto, come se non si riconoscesse più, come se volesse cambiare ma la sua vita troppo comoda glielo impedisse. Non aveva paura di niente.. si attribuiva credo un’unica colpa, quella di sapersi godere la vita per quanto fosse aspro il suo sapore. Sì, si sentiva colpevole, perché sapeva di sbagliare, ma se non avesse mai respirato appieno l’odore del proibito si sarebbe sentita morire, perciò adesso lei è quella che è.
Di poche parole, sincera, sapeva diventare amabile ma quel periodo durava poco.. Chiusa, immersa nel suo mondo di idee e note che solo lei poteva decifrare e tramutare in discorsi. Sempre insieme agli amici, quel gruppetto un po’ strampalato, eppure così normale. Forse sono tutti gli altri, quelli che si definiscono normali, a essere “fuori”. Già, sempre con loro, sembrava restasse perché sentiva dentro di sé che avevano bisogno di lei, ma forse non era nemmeno desiderata là, o comunque pareva che il suo stare lì in mezzo fosse indifferente..
 
Ora, sento piano la sua anima dissolversi nell’aria fredda dell’estate che corre via..
Sembra vicino quel momento in cui finalmente qualcuno si accorgerà della sua importanza e la vorrà accanto.. Quel momento in cui però non ci sarà più bisogno di lei,..
 
... e lei se ne andrà via. 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: WildRose