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Autore: Artemis Black    10/09/2012    1 recensioni
SERIE! SEQUEL DI IRON WOMAN
Alice, ormai sposa di Loki, vive le sue giornate nel palazzo reale di Asgard. Ma la sua vera natura non può essere rivelata al popolo e quindi vive all'ombra di se stessa, dilettandosi con arco e frecce pur di passare del tempo. Ma nella sua mente sono ben impressi i ricordi dell'ultima battaglia, che la perseguitano la notte e che la fanno scattare ad ogni piccolo rumore. Quando qualcuno ha bisogno del suo aiuto, lei non esita ad accettare, pur di poter mostrare se stessa e dare sfoggio dei suoi grandi poteri, assopiti e quasi inutilizzati a causa delle rigide regole di corte. Ma Loki l'appoggerà? E sopratutto, arriverà in tempo per salvare la vita di un mutante proprio come lei?
Genere: Avventura, Azione, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Furia Rossa'
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Uscii lentamente dalla stanza matrimoniale con fare furtivo. Chiusi la porta dietro di me senza far rumore, attraversai i corridoi deserti delle nostre stanze e mi diressi alle stalle. Era l’alba e a quell’ora non c’è nessuno in giro per le stanze reali ed era facile sgattaiolare via senza essere visti. Passai per le cucine dove trovai come sempre Giuliette intenta a pulire le pentole. La serva mi salutò con un inchino e poi proseguì con i suoi compiti, mentre io uscivo dalla porta di servizio. Da lì le stalle erano più vicine e si aveva accesso con facilità e discrezione.
Entrai e andai nella scuderia di Arrow, che nella lingua Asgardiana significava saetta, e cominciai a imbrigliarlo. Pochi minuti dopo era sellato e pronto a galoppare veloce. Presi l’arco con le frecce che avevo nascosto tra la paglia nel suo alloggio e montai su. Da quando ero arrivata ad Asgard, avevo preso lezioni di equitazione ed ero migliorata tantissimo, ed adesso ero più brava a cavalcare di Thor o Loki. Una mia piccola rivincita, visto che nei primi giorni dei miei allenamenti se la ridevano come matti, prendendomi in giro.
Uscii dalle stalle e mi avviai verso la foresta non lontana da palazzo.
Spronai Arrow al massimo e in pochi minuti fui dentro la foresta piena di aceri, faggi e querce. Il giorno prima mi ero prodigata a mettere alcuni bersagli sui rami e sui tronchi, per allenarmi ad usare l’arco. Era diventato uno dei miei hobby da quando ero diventata la moglie di uno dei principi. La vita a corte era monotona e troppo poco divertente, anche le feste non erano un granchè, ma a me delle feste in generale non mi era importato mai più di tanto. Perciò per occupare il tempo mi ero intrattenuta con l’arco, mi occupavo del mio cavallo e inoltre la sera raccontavo com’è la vita su Midgard alle damigelle della regina e alle mie dame di compagnia. Oltre a leggere moltissimo, avevo imparato a cucire anche se non mi era sembrato poi tanto utile.
Ma la cosa che amavo di più, era appunto andare a cavallo ed allenarmi con l’arco. Ci avevo provato anche con la spada, ma poi Loki mi aveva scoperto e mi aveva detto di provare qualcosa che non riguardasse armi. Perciò lui non sapeva niente di cosa facessi la mattina presto invece di essere nel letto.
Scoccai la prima freccia e centrai il bersaglio. Feci andare Arrow al passo e ne scoccai un’altra che mancò il bersaglio. Continuai a lanciare frecce su tutti i bersagli centrandone la maggior parte.
“Bravo ragazzo.” Dissi accarezzando il collo di Arrow.
Smontai e legai il cavallo ad un tronco. Trovai una pianta di bacche simili alle more e cominciai a mangiarne alcune. Quando all’improvviso sentii  qualcosa muoversi dietro ad un cespuglio.
I miei sensi acuti scattarono e la mia mano era corsa subito all’arco e alle frecce. Ne presi una e guardai intorno a me guardinga.
Dopo un po’, da dietro un cespuglio si alzarono in volo alcuni uccelli. Falso allarme.
Sentii dei passi dietro di me e di scatto scoccai una freccia dietro di me.
“Loki!” gridai.
“Ma sei impazzita?” mi chiese. L’avevo mancato per un pelo.
“Scusa, io non sapevo che c’eri tu.” Mi scusai.
“Alice, non ce la fai proprio a rimanere a palazzo senza usare armi o fare cose più consone ad una donna.” Affermò lui.
Si avvicinò e mi stampò un bacio sulla fronte.
“Loki, cosa dovrei fare? Non sono nata per stare ferma a leggere o cucire, o conversare allegramente tutto il giorno.” Gli dissi.
“Lo so, ed è per questo che mi piaci.” Disse lui.
“E poi non posso neanche mostrare cosa sono veramente.” Gli dissi.
“Mi spiace, ma meno il popolo sa e meno chiederanno.” Disse Loki.
 “Lo so.” Dissi “Ma non rimarrò rinchiusa in una stanza al sicuro e lasciare che il tempo scorra noiosamente.” Gli dissi.
“Sta attenta però.” Mi raccomandò.
“Lo sai che stai parlando con la Furia Rossa?!” gli dissi scherzando.
“Oh Alice!” mi guardò con sguardo accigliato.
Poi sorrise e mi disse di tornare a palazzo. Mentre cavalcammo verso casa, lo guardai con la coda dell’occhio: Loki detto sinceramente non l’avevo mai immaginato come principe. Insomma, è tutt’altro che un principe azzurro! E’ l’opposto!
-Mi sono scelta un principe anticonvenzionale.- pensai, scoppiando a ridere e beccandomi uno sguardo torvo da Loki.
 
Avevo il cuore in gola.
Ero chiusa nelle mie stanze, in piedi di fronte all’immenso specchio che quella stessa mattina delle ancelle avevano portato in camera sua. L’avevano quasi tirata giu dal letto con forza, per poi svestirla e prepararla al matrimonio.
Avevo i nervi a fior di pelle, le mie mani tremavano e stavo cominciando a sudare freddo. Continuavo a lisciare il vestito con le mani in modo ossessivo: era un vestito semplice e lineare, il corpetto era verde ed andava a sfumare fino a diventare bianco alle fine, senza spalline e con una fascia verde che mi sottolineava la vita sottile.
Avevo scelto quel colore perché sapevo che sarebbe piaciuto a Loki e poi perché non volevo un classico vestito bianco, diciamo che volevo spezzare e mettermi un po’ di colore visto che già i miei capelli erano candidi.
Camminavo avanti ed indietro per la stanza con il bouquet di tulipani lilla in mano.
“Calmiamoci, andrà tutto bene.” Continuavo a ripetermi. Nel frattempo qualcuno aveva bussato alla porta.
“Se sei Loki non entrare! Porta male guardare la sposa prima del matrimonio!” dissi.
Ma da dietro la porta spuntò fuori Thor, che mi guardò con un’espressione interrogativa.
“E’ una tradizione midgardiana.” Dissi.
“Nervosa?” mi chiese invitandomi a sedere sul letto.
“No, per niente. Cosa te lo fa pensare?” dissi sarcastica.
“Il fatto che tra 5 minuti ti sposi e vaghi come un’anima in pena per le tue stanze. E poi non hai ancora indossato le scarpe.” disse.
Mi guardai i piedi e mi resi conto di avere ancora i stivali di pelle marrone.
Diedi il bouquet a Thor e andai a mettermi le scarpe.
Mi fermai davanti lo specchio ed ammirai ancora una volta la mia figura riflessa: un piccolo boccolo era uscito fuori dall’acconciatura e ricadeva lungo il mio viso, dandogli un aspetto sbarazzino.
“Che dici?” mi rivolsi a Thor.
“Che sei bellissima e che è ora di andare.” Mi disse dandomi in mano il bouquet.
Stava per andarsene quando lo fermai.
“Io non ho chi mi porta all’altare… mi accompagneresti?” gli chiesi un po’ intimidita.
Lui diede spettacolo di uno dei suoi più bei sorrisi e mi rispose:” Ne sarei onorato.”
Così mi portò fin davanti al grande portone che ci separava dalla grande sala del trono.
“Pronta?” chiese scherzoso.
Le porte si aprirono ed una armoniosa melodia accompagnò il mio ingresso. C’erano tantissime persone, la maggior parte della quale non sapevo neanche chi fossero, ma l’unica cosa che mi importava in quel momento era arrivare sana e salva sull’altare. Quando arrivai davanti il padre degli dei, mi girai di lato e trovai il mio porto sicuro, un mare calmo e raggiante racchiuso nelle sue piccole iridi sorridenti.
 
“Vado a farmi un bel bagno.” Gli dissi appena arrivammo a palazzo.
“Io devo vedere Padre insieme a Thor.” Mi disse. Poi mi afferrò per la vita e mi avvicinò a sé schioccandomi un bacio sulle labbra.
Una volta arrivata nelle mie stanze, chiusi le porte e trovai già la vasca piena d’acqua calda preparata dalle ancelle.
Un’altra cosa a cui non ero proprio abituata: avere ragazze a mia disposizione per qualsiasi cosa. Mi metteva a disagio, perché non volevo sfruttarle perciò cercavo sempre di fare sempre tutto da sola.
Tolsi i vestiti e preparai gli altri lasciandoli su di una sedia vicino al bagno. Una volta immersa nell’acqua, tutti i miei muscoli si rilassarono e i miei nervi si sciolsero: ero in estasi. Vagai con il pensiero, fino a chiedermi cosa stava accadendo sulla Terra. Pensai a Tony e alla sua povera assistente Pepper, poi a Steve che si sentiva ancora un pesce fuor d’acqua, proprio come me qui su Asgard. Poi pensò a Banner e a tutti i suoi giocattoli da piccolo scienziato, ed infine a Nat e Clint… quei due erano una coppia assai strana.
-Dopo vado a fare visita a Heimdall- pensai.
Una volta finito di lavarmi, uscii dalla vasca alla ricerca dell’asciugamano. Mentre lo stavo avvolgendo intorno a me, sentii dei strani rumori provenire dalla stanza da letto. Mi avvicinai alla porta e la dischiusi appena per vedere che succedeva: all’apparenza non c’era nessuno, così uscii fuori dal bagno.
Mi guardai attorno e sentii nuovamente un altro rumore provenire nella stanza accanto. Mi avvicinai alla porta aperta con in mano un globo rosso fuoco e diedi un’occhiata all’interno: un’ombra veloce scattò verso di me mi prese per i fianchi, lanciandomi sul letto. Lanciai la sfera ed accidentalmente lo colpii in faccia.
“Loki!” urlai ridendo.
“Ahi!” urlò lui scostandosi da me. Si stava massaggiando la guancia dove lo avevo appena colpito.
“Perché diamine mi assali alla spalle ogni volta?” dissi io cercando di afferrare i miei vestiti.
“Sei tu che sei sempre pronta a scattare!” mi disse e mi saltò addosso facendomi il solletico.
La sua faccia aveva assunto una smorfia di puro godimento nel farmi quasi mancare l’aria dal ridere. Una scintilla maliziosa balenò nei suoi occhi e cominciò a baciarmi lentamente il collo, facendomi sprofondare in una lenta agonia di piacere.
Non era giusto però, che tra noi due, l’unica che fosse già nuda ero io. Così misi subito in paro le cose strappandogli letteralmente di dosso la camicia con la veste di pelle nera sopra, ed i pantaloni non furono di certo risparmiati.
 
“Non puoi immaginare quanto i tuoi capelli mi facciano impazzire.” Mi sussurrò all’orecchio mentre arrotolava una ciocca.
“E tu non puoi immaginare quanto mi fai impazzire.” Gli risposi poggiando il mio viso sul suo petto.
“Sarebbe perfetto rimanere così in eterno…” dissi.
“Ma è impossibile, purtroppo...” concluse Loki.
Rimanemmo così, in silenzio l’uno contro l’altra, immersi nei nostri pensieri.
“Loki…” dissi alzandomi e scostando i capelli.
“Vuoi tornare su Midgard, non è vero?” mi chiese. Aveva la mascella serrata, in contrasto con i suoi occhi verdi pieni di consapevolezza.
Lo guardai con rammarico, facendogli capire che era vero quello che mi aveva chiesto.
Si alzò e si mise seduto al bordo del letto. Mi alzai anche io, abbracciandolo da dietro la schiena, toccando la sua pelle con tutta me stessa.
“Un piccolo viaggetto, solo per vedere come stanno le cose…” ammisi. Era da quasi un annetto che mi trovavo su Asgard.
“Non so, dovremo chiedere a Padre.” Rispose lui.
“Tu che ne pensi?” gli chiesi preoccupata che si fosse arrabbiata.
“Ti capisco. Anche io quando ero su Midgard non vedevo l’ora di tornare su Asgard…” mi rispose con amarezza.
“Ma io non voglio tornare su Midgard, voglio soltanto vedere come vanno le cose e poi tornare qui da te.” Chiarii.
Si girò verso di me guardandomi negli occhi: annegai in quel verde prato come bagnato dalla rugiada di prima mattina.
“Va bene.” Disse lui annuendo quasi contro voglia.
“Centra qualcosa il fascicolo che ti diede Fury?” mi chiese.
“No, certo che no.” Risposi.
Ci avevo pensato, ma non era certo il motivo principale per cui volevo tornare sulla Terra.
Sfoggiai uno dei miei sorrisi più belli che lo fece trasalire.
Scesi dal letto e mi vestii con semplici pantaloni di pelle scura, una casacca ed infine un corsetto dello stesso colore dei pantaloni.
“Dove stai andando?” mi chiese Loki prima di entrare in bagno.
“Da Heimdall.” Risposi prima di uscire dalle stanze.
Percorsi la navata centrale del palazzo ed infine scesi le immense scale per uscire e recarmi dal guardiano del Bifrost.
Passeggiai per le strade affollate di Asgard, sorridendo e salutando la gente che mi riconosceva e che si inchinava al mio passaggio. C’erano bancarelle per tutta la strada principale: tessuti colorati, frutta e verdure fresche dai bellissimi colori, strani pennuti simili a galline che erano rinchiusi in gabbie pronti per essere venduti.
Dopo non molto arrivai ai cancelli del ponte, presidiati da due guardiani: mi riconobbero subito e mi fecero passare.
Ogni volta che percorrevo il ponte, rimanevo a bocca aperta inevitabilmente: era come camminare nell’universo, con stelle e pianeti intorno a te che illuminavano lo spazio.
Heimdall sapeva già, d’altro canto, che sarei venuta e mi accolse con un languido sorriso, senza staccare gli occhi dal bifrost.
“Mia principessa.” Disse al cenno di un inchino.
“Heimdall… come vanno le cose?” gli chiese affamata d’informazioni.
“La Terra dorme notti tranquille e vive giorni sereni.” Disse.
“Bene…” dissi un po’ delusa.
“Volevate sapere altro, qualcosa che attirasse la vostra attenzione e destasse il vostro spirito indebolito, umana?” chiese.
“In effetti si.” Risposi. Ero sincero con lui, d’altronde lui sapeva se mentivo.
“Qualcuno ha bisogno del vostro aiuto che voi avete rifiutato di ascoltare.” Mi disse.
“Vi riferite alla scuola per mutanti?” chiesi incerta.
“Non alla scuola, ad un allievo in particolare… piuttosto incontrollato.” Disse.
“Hanno estremamente bisogno di me?” chiesi.
“Lo metteranno sotto chiave se non interverrai, potrebbero cambiare il suo destino, portarlo nelle ombre…” confidò.
Quelle parole mi fecero trasalire: volevano rinchiuderlo in una qualche cella di contenimento. Dovevo fare qualcosa, uno spirito ribelle se non controllato tende a sfociare nel male.
“Il bifrost sarebbe-“
“Lo è sempre, mia principessa.” Rispose ancor prima che finissi la domanda.
“Allora perdonami Heimdall, ma ho delle faccende da sbrigare prima di partire.” Dissi congedandomi dal guardiano.
 
“Allora?” chiesi a Loki quando uscì dalla sala del trono.
Appena ero rientrata dalla visita ad Heimdall, avevo chiamato Loki e lo avevo fatto palare con Odino per avere il permesso di viaggiare con il Bifrost.
Mi guardò con non curanza, cercando di evitare il mio sguardo ed ogni contatto con me.
“Puoi andare.” Disse freddo, poi sparì.

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Salve :D
Eccomi tornata con il seguito di Iron Woman! Lo avevo già annunciato u.u
Potete leggere questa storia anche se non avete letto la precedente (Iron Woman), anche se leggerla non sarebbe male, almeno saprete qualcosa di più su Alice e Loki e come sono arrivata a creare un crossover con gli X-Men.
Coooomunque, spero vi piaccia e che recensiate su come la pensate :3

Questo è il vestito da sposa di Alice 
http://www.google.it/imgres?q=abiti+da+sposa+principeschi+verdi&start=191&um=1&hl=it&safe=off&biw=1092&bih=514&tbm=isch&tbnid=IONhBglUWn8TzM:&imgrefurl=http://www.cerimoniamoda.com/page/4/&docid=Vz-tBgei53wb5M&imgurl=http://www.cerimoniamoda.com/wp-content/uploads/2012/03/vestiti-da-cerimonia-verde-graduazione-floreale.png&w=305&h=423&ei=deJNUOr_DoTdtAaFiIHYAw&zoom=1&iact=hc&vpx=319&vpy=88&dur=262&hovh=264&hovw=192&tx=112&ty=132&sig=111331276194056415218&page=12&tbnh=156&tbnw=108&ndsp=17&ved=1t:429,r:12,s:191,i:45

M
entre questa è Alice (sono riuscita a trovare un'immagine approssimativa a come la immagino io), senza le orecchie da elfo però xD http://browse.deviantart.com/?order=9&q=archer+white+hair&offset=24#/d50ywjt

E questo è tutto! Aggiornerò sempre entro una settimana e se ci saranno problemi vi farò sapere, nel frattempo... RECENSITE :D
See you soon,
 Artemis Black 


  
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