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Autore: Lyris    10/09/2012    4 recensioni
Da: Lyris (a proposito, si pronuncia "Lairis", perché in inglese fa più figo)
Spedito: L'altro ieri [Pre-TLG]
A: il Mondo (sopra e sotto la superficie)
Oggetto: Messaggio dalla Nuova Biografa Ufficiale di Artemis Fowl (Eoin ha avuto un problemino con gli avvocati dei Fowl...)
L'ultimissimo lavoretto di Artemis è andato decisamente male: Leale è stato arrestato. Tenterà di chiedere aiuto a Minerva e Spinella, ma anche loro si sono cacciate nei guai. Un talismano, precisamente un medaglione, capace di mutare l'aspetto di chi lo indossa è stato rubato a Minerva e alcuni membri del Popolo sono stati rapiti. I nostri eroi dovranno affrontare un nemico apparentemente impossibile da sconfiggere e tu potrai scegliere il corso della storia, portando la storia a ben sette possibili finali diversi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Artemis Fowl, Bombarda Sterro, Minerva Paradizo, Spinella Tappo, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Artemis ricontrollò per l'ultima volta la piantina del British Museum dov'era segnato il percorso che avrebbe dovuto seguire. Gliela avevano data qualche ora prima, insieme al foglio che conteneva le istruzioni su quello che doveva

fare. Che metodi antiquati... pensò Artemis,mentre prendeva un oggetto a forma di cubo appoggiato accanto a se. Leale gettò un'occhiata all'ingresso del museo. Perché non succede niente? si chiese. Batté nervosamente le dita sul volante dell'auto nera dai finestrini oscurati, nella quale aspettavano da più di mezz'ora. D'un tratto un luccichio dall'interno del museo catturò la loro attenzione.

-E' il segnale- sussurrò il ragazzo, scendendo dall'auto. Leale annuì nel buio e scese anche lui. Artemis portò il cubo vicino alla bocca e sussurrò una frase. Il cubo si aprì, rivelandone la tecnologia avanzata di cui disponeva. Dopotutto il Cubo era una fusione tra la tecnologia degli Umani e del Popolo. Il ragazzo digitò un codice di accesso e iniziò a penetrare nella rete di sicurezza del museo. Una finestra di caricamento si aprì sul piccolo schermo. Il completamente venne annunciato da una leggera vibrazione. Artemis sorrise.

-Possiamo entrare-. Leale annuì contrariato, affiancando il ragazzo nella sua entrata al British Museum.

Anche se era al buio, il museo conservava la sua bellezza e maestosità. Il marmo del pavimento sembrava brillare alla luce della Luna. Artemis gettò un'occhiata all'ufficio della sicurezza. Nessuna luce era accesa. Il museo era completamente vuoto. Mr Unkonw e i suoi complici avevano fatto un buon lavoro.

 

Mr Unkonw si portò distrattamente la mano all'occhio bendato. Sebbene fossero passati tre anni da quando l'aveva perso non si era ancora abituato. Puntò il suo unico occhio verso l'ingresso.

-Fowl è entrato- avvertì una voce resa disturbata dall'apparecchio di comunicazione che teneva allacciato al polso.

-Chiamala- rispose. L'uomo sorrise, rivelando un dente d'oro.

-E ora a noi due, Artemide-

 

Leale si guardò intorno con sospetto. Avvertiva una presenza ma non la vedeva. Ci stanno spiando...

-30 per cento- sussurrò Artemis al microfono che aveva installato nel polso. La schermata era piena di dati, numeri e file aperti. La barra verde si vedeva appena, in contrasto con il contenitore rosso nel quale scorreva.

Leale uscì dall'ufficio cercando di cogliere un minimo segno di vita nel museo buio. Sentiva che c'era qualcuno a spiarli, quell'odiosa sensazione di essere osservato non gli piaceva affatto.

-C'è qualcuno- mormorò Domovoi ad Artemis.

-Vai a controllare- rispose a bassa voce, mentre apriva l'ennesimo programma -35 per cento.

-Artemis... sei sicuro...?- chiese Leale, con un soffio. Il suo datore di lavoro staccò lo sguardo dal computer.

-Mi manca, Leale. Non dobbiamo fallire- sussurrò Artemis. Leale distolse lo sguardo dal ragazzo. Non voleva che diventasse come prima, non come cinque anni prima, quando aveva venduto il lemure agli Estinzionisti.

-60 per cento- ormai la la barra rossa si era tinta per più della metà di verde.

Leale iniziò l'ispezione. Camminò velocemente per l'ingresso del museo. Devo trovarlo, dov'è? Maledizione, dov'è?

Sentì distintamente un respiro dietro una statua, a una decina di metri di distanza. Un passo, e aveva già coperto un metro.

93 per cento

Un altro passo.

94 per cento

Ora riusciva a sentire il respiro mozzato della persona nascosta.

95 per cento

Mancava poco alla statua che lo nascondeva.

96 per cento

Avvicinandosi notava sempre più particolari di quell'opera moderna: una statua bianca di Apollo, costellata da sei grandi buchi neri. Nei buchi si intravedevano statuette di altri dei minori.

97 per cento

Mancavano solo tre metri, e avrebbe potuto scoprire chi era. Doveva fare piano o sarebbe scappato.

98 per cento

Posò la sua mano sulla statua immacolata.

99 per cento

Mancava poco...

-100 per cento, operazione completata-

Un attimo dopo, il silenzio fu rotto dal suono delle sirene della polizia

 

Mr Unkown sentì il suono delle sirene come una melodia divina, venuta a portargli il suo più grande sogno servito su un piatto d'argento. Rise, lasciandosi alle spalle la tensione che si era accumulata in quei anni.

-Finalmente è giunta la mia vendetta, Artemide, ora sarai tu a restare dietro le sbarre, stupido moccioso!- e con un unico fluido movimento si tolse la maschera che gli nascondeva il vero volto. Quello di John Spiro.

 

-D'Arvit!- imprecò ad alta voce Domovoi. Corse fino all'ufficio della sicurezza e si caricò Artemis sulla spalla.

-Maledizione, una trappola!- disse Artemis con rabbia. In due secondi furono sulla soglia dell'ingresso.

-Ti conviene fermarti se non vuoi ricevere una pallottola in fronte, e stavolta ti assicuro che non ci sarà il tuo amichetto a salvarti- un' ombra bloccò la corsa disperata di Leale. La guardia del corpo impallidì di fronte alla persona che gli puntava un nove millimetri sul viso.

-Leale, fammi scendere- sussurrò Artemis, un brutto presentimento che gli attanagliava lo stomaco.

-Si, Leale, fallo scendere- disse John Spiro, mostrando i due denti d'oro.

Leale non rispose, né fece scendere il suo protetto. Strinse le labbra, cercando una via d'uscita. Ma di solito, quello che risolveva le situazioni era Artemis, che in quel momento si agitava debolmente per scivolare dalla spalla della guardia del corpo.

-Spiro, ci sei tu dietro tutto questo, vero? Avrei dovuto capirlo subito...- disse sorridendo mestamente l'irlandese, dalla sua postazione elevata.

-Ci sei arrivato finalmente, eh? Ti credevo più intelligente, Artemide- rispose sprezzante Spiro.

-Avrei dovuto intuirlo prima, in effetti- gli diede ragione il ragazzo -come hai fatto a fuggire dal carcere? Credevo ti avessero messo sotto stretta sorveglianza-. A quella frase Spiro rise di gusto.

-Ho agganci ovunque, moccioso- fu la sua risposta. Durante il breve scambio di battute la mante di Artemis aveva galoppato, in cerca di una via d'uscita. La polizia londinese si stava avvicinando sempre di più, ormai avrebbero dovuto solo svoltare e si sarebbero ritrovati sotto l'imponente facciata del museo.

-Hai ucciso MacBurry?- chiese Artemis all'improvviso. Udì un lamento da parte di Leale. Sbrigati a trovare una soluzione, il tempo stringe. John Spiro rise di nuovo, i denti d'oro che brillavano alla tenue luce dei lampioni inglesi.

-E farmi nemica la mafia inglese?- disse l'uomo -sei solo uno stupido moccioso a cui dare una lezione...

-Cos'è successo al tuo occhio, allora?- chiese l'irlandese, interrompendolo. Invece di arrabbiarsi, Spiro sorrise: -Sbaglio o stai cercando di trattenermi? Sai, con tutto l'aiuto che ho dato, Scotland Yard ha deciso di ripulirmi la fedina penale... con l'aiutino di qualche migliaio di sterline...-.

Le auto della polizia si fermarono di botto di fronte al museo. Le sirene si spensero, dando spazio al rumore delle portiere che sbattevano e la corsa dei poliziotti armati. Nella stanza, la temperatura sembrò scendere di qualche grado.

-Mi sa tanto che mi conviene andare, sapete? E' stata una chiacchierata piacevole, Artemide- disse l'uomo, e gongolando al pensiero della sua dolce vendetta, li lasciò soli a fronteggiare uno squadrone di cinquanta uomini armati fino ai denti.

John Spiro aveva ideato un piano perfetto, almeno secondo i suoi criteri. Grazie ai suoi molti contatti (ovvero tante guardie a cui piacevano le mazzette) era uscito di carcere illeso e felice, dopo sole due settimane di reclusione, in una cella di isolamento del carcere di massima sicurezza. Solo dopo due microsecondi si era accorto di essere stato circondato da una dozzina di uomini, ognuno armato di pistola e giubbotto anti-proiettili. E quella situazione non gli era piaciuta per niente. Quello che sembrava il capo si era fatto avanti, accarezzando la sua barbetta. L'aveva squadrato per cinque minuti buoni, ignorando gli ostentati sorrisi che gli rifilava Spiro. Era stato allora che aveva parlato, con un pesante accento russo:- Se porti Fowl in cella, ti prendiamo solo l'occhio-. Spiro aveva sgranato gli occhi, cercando di formare qualche frase sensata per declinare gentilmente l'offerta e andarsene via da lì, purtroppo un altro barbuto gentiluomo lo aveva preso per i capelli e spinto contro il muro, sotto gli occhi divertiti del capo.

-Va bene, va bene- aveva goffamente sussurrato quando si era sentito una pistola premere contro la tempia. Così aveva accettato il contratto, e il capo barbuto aveva iniziato a infervorarsi nel discorso, mentre gli spiegava i motivi per cui voleva metterlo in carcere. A quanto pareva il moccioso aveva distrutto il suo covo segreto per poter riprendersi il padre, o qualcosa del genere, solo lui era sopravvissuto all'esplosione (qui Spiro si era leggermente rattristato) e si era poi trascinato verso la salvezza (qui aveva iniziato ad avere seri dubbi riguardo l'autenticità della storia), dopo aver cercato di salvare i suoi compagni, invano (qui aveva confermato i suoi dubbi). John Spiro sarebbe stato felicemente d'accordo con Artemis Fowl, se solo non l'avesse mandato in carcere (e se solo avesse ucciso tolto di mezzo quel brutale assassino togli occhi simpatico mafioso russo).

Dopo aver donato gentilmente il suo riscatto (l'occhio) aveva iniziato ad attuare il piano. Che a quanto pareva aveva funzionato alla perfezione.

 

Leale si trovò di fronte cinquanta poliziotti armati. Ok, era una guardia del corpo, sapeva come difendere il suo protetto, ma anche di fronte a quel numero di nemici la mente andò in tilt. Chi li aveva fatto fare quell'inutile impresa? Dovette scuotere la testa per evitare di rispondersi “Artemis”. Un poliziotto si avvicinò con calma a Leale.

-Metti giù il ragazzo- disse con calma. Il viso della guardia si illuminò: quel tizio gli aveva appena dato un'idea degna di Artemis.

-Leale, posami a terra, distraggo le guardie mentre tu...-iniziò a dire il ragazzo, cercando di attuare quell'uscita che aveva in mente. La diabolica risata di Spiro gli rimbombava ancora nella mente.

-Zitto, moccioso!- sbraitò Leale.

-Calmati e metti giù l'ostaggio!- il poliziotto alzò un poco la voce, mantenendo sempre la calma. Artemis impallidì. Che diavolo aveva in mente? Poi capì. Oh, no, Leale non farlo... pregò mentalmente. Leale lo mise supino a terra, e alzo le mani, portandole dietro la testa.

-Scusa. Saluta Julia- sussurrò, prima che il poliziotto gli prendesse i polsi e lo ammanettasse.

-Lei è in arresto per il tentato furto e omicidio. Ha diritto ad un avvocato, se non può permetterselo gliene sarà assegnato uno d'ufficio. Ogni parola potrà essere usata contro di lei- disse il poliziotto mentre ammanettava Leale. Artemis quasi non sentì il poliziotto che gli offriva gentilmente una coperta, mentre gli chiedeva il nome e la casa dove abitava.

-Ha capito bene i suoi diritti?- Leale annuì.

 

Casa Fowl, dopo qualche ora

Angeline Fowl stava sognando di giocare a Monopoli sulla ruota panoramica di Londra, quando il campanello di Casa Fowl la svegliò di soprassalto, chiedendosi chi avrebbe dovuto bussare all'una di notte alla sua casa. Ancora addormentata si era infilata la vestaglia, rabbrividendo per il freddo. Scese le scale in punta di piedi, per non svegliare i gemelli. Aprendo la porta si ritrovò davanti tre poliziotti e Artemis, che la guardava con tristezza.

-Artemis, cosa... come...perché stai con i poliziotti? Dove sei stato? E Leale? COSA HAI FATTO?- Angeline iniziò una serie di domande facendo scorerre lo sguardo dal figlio ai poliziotti.

-Signora, suo figlio è stato appena usato come ostaggio, le consiglio di mantenere la calma...- il poliziotto iniziò a parlare, mentre dava delle spintarelle al ragazzo per farlo entrare nella casa. Artemis fece una smorfia ed entrò, cercando con lo sguardo la fidata guardia del corpo, anche se sapeva che in quel momento era chiusa in prigione, in Inghilterra.

-LEI NON HA IL DIRITTO...- le voci degli agenti e della madre si sentivano fin dal salotto.

-E NATURALMENTE VOI LO AVETE PORTANDO QUI PENSANDO DI POTER... MA CHI SI CREDE DI ESSERE LEI?- la signora Fowl sbatté la porta e si incamminò velocemente verso il salotto, raggiungendo il figlio.

-Artemis, spiegati- disse gelida. Il figlio non poté che dire la verità.


POST-IT DELL'AUTRICE
Rieccomi!!! Erano venute
circa 12 pagine quindi ho
diviso il capitolo... dovrete
aspettare fino a giovedì
(o venerdì). Lì potrete
finalmente scegliere!!

Vorrei ringraziare artemide98 che mi ha messo tra gli autori preferiti (^w^ ho una fan (e per me è tanto)) e mi ha commentato tutte le storie, torak che mi ha recensito tutti e due capitoli, dolcemary che l'ha messa tra le seguite, SpinellaTappo98 perché mi ha perfino mandato una mail-recensione (ti stimo sorella!) e Geronimo1829 (vi consiglio di andare a leggere le sue storie), perché mi ha recensito i capitoli ed è mio amico sia qui che nella realtà.

  
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