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Autore: Kseniya    11/09/2012    4 recensioni
[...]Le prese entrambe le mani, saldamente, mentre la sentiva gemere e sussultare a causa di un pianto ingiusto che avrebbe voluto nascondere.
Lei non piangeva mai. Lei era forte.
[...]“Ti amo” le aveva detto tempo fa, poco prima che lui sparisse, lasciandola in compagnia di una squallida lettera che – per quanto fossero state belle le parole scritte su di essa – non era stata sufficiente a colmare il vuoto che Boris aveva lasciato in lei.
Di bugie ne aveva sentite tante, ma quella era la sua preferita.
[JuliaxBoris]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boris
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Questa è la mia bugia preferita."


"E' solo che, che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio, non c'è una soluzione questa casa sa di te.
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio, e ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse.
E questo fa paura, tanta paura.
Paura di star bene. Di scegliere e sbagliare. Ma ciò che mi fa stare bene, sei tu amore."

(Tiziano Ferro, E fuori è buoio.)


Si era inginocchiato dinanzi a lei, bella ed elegante come sempre.
Quanti anni erano passati? Troppi e pochi al tempo stesso.
Troppi per poter abituarsi alla sua assenza – che ogni notte non tardava a tormentarlo, a mozzargli il fiato e a strappargli brutalmente il cuore dal petto.
Pochi per dare il tempo alla ragazza di poter ricominciare, di potersi fare di nuovo una vita. Troppo pochi per poterle dare l'occasione di dimenticare o di farsene una ragione.
Si era inginocchiato davanti a lei perché l'aveva vista piangere, ancora.
Non sopportava le sue lacrime.
Lo facevano sentire un insensibile.
Eppure, per quanto assurdo potesse sembrare, aveva fatto tutto questo solo per lei.
Mentre era via, l'aveva ricordata in ogni suo gesto più perfetto e aveva raccolto e racchiuso ogni suo sogno perso in un cassetto. Un cassetto di sogni che avrebbe riaperto solo ed esclusivamente insieme a lei.
Le prese entrambe le mani, saldamente, mentre la sentiva gemere e sussultare a causa di un pianto ingiusto che avrebbe voluto nascondere.
Lei non piangeva mai. Lei era forte.
E lui, che aveva annullato la sua indole spietata e incapace di provare sentimenti, si era rammollito nel preciso istante in cui intravide quegli splendidi occhi verdi. Si era lasciato annegare alla loro bellezza, così perfetta per poter essere umana.
“Te ne sei andato.”
Quelle parole pronunciate in un fil di fiato straziato da quell'insopportabile pianto fecero in modo che lui si sentisse aggredito da un dispiacere potente, inimitabile. L'aveva abbandonata e lasciata sola. Come avrebbe potuto farsi perdonare?
“L'ho fatto solo per te.”
Non avrebbe mai creduto a quelle parole, e lui lo sapeva bene. Perché Julia non era quel tipo di ragazza che faceva affidamento a delle semplici parole.
E perché Boris non era solito a dire la verità. Mentiva di continuo.
Per anni l'aveva fatto persino con lei. Con lei che definiva la donna della sua vita.
Ma Julia era forte e aveva da sempre cercato di incassare quelle menzogne, di passarci sopra e di continuare a godere di quegli istanti meravigliosamente falsi.
Ti amo” le aveva detto tempo fa, poco prima che lui sparisse, lasciandola in compagnia di una squallida lettera che – per quanto fossero state belle le parole scritte su di essa – non era stata sufficiente a colmare il vuoto che Boris aveva lasciato in lei.
Di bugie ne aveva sentite tante, ma quella era la sua preferita.
Non era mai stata in grado di avere completa fiducia in lui. Non ne era mai stata capace e mai lo sarebbe stata. Era troppo difficile.
E lei aveva sopportato fin troppo. Andandosene non aveva fatto altro che far traboccare quel vaso già da tempo instabile. Solo che, oltre ad essere traboccato, quel vaso era andato in frantumi.
E, per quanto si possa faticare a rincollare pezzo dopo pezzo, un vaso rotto non tornerà mai ad essere bello come un tempo.
Il loro rapporto era da sempre stato appeso ad un sottile e fragile filo.
Sapeva che primo o poi si sarebbe spezzato, e che quando sarebbe successo lei non avrebbe più avuto il coraggio di ricominciare. Di ricominciare sia con lui che non.
Volente o nolente, quella relazione l'aveva marchiata dentro.
Capì che Boris non era il ragazzo più adatto per lei. Lo aveva capito nel momento in cui l'abbandonò, lasciandola in quella casa che era diventata all'improvviso troppo grande e troppo vuota.
Aveva imparato la lezione, eppure si mise a piangere nel rivederlo.
Si sentì esploderle di una gioia amara, che non aveva né un perché, né una spiegazione.
Piangeva e basta.
Fu come se le lacrime avessero preso volontà propria, iniziando a rigarle quelle gote color pesca senza che lei lo volesse.
Una parte di sé urlava e si dimenava dentro di lei. Avrebbe voluto afferrare il viso di Boris e rovinarlo. Avrebbe voluto fargli del male.
Ma, al tempo stesso, avrebbe voluto prendere quelle labbra sottili e baciarle al sole, riprovando quella sensazione di caldo che la invadeva ogni volta che aveva un contatto fisico con lui.
Ora lui era in ginocchio davanti a lei, le stringeva le mani.
Era rabbrividita nel toccare nuovamente quelle mani sempre così troppo fredde... eppure, a differenza e a dispetto delle volte precedenti, non provò nulla di piacevole. Fu come toccare una mano priva di vita, una mano morta.
Ma Boris era più vivo che mai, davanti ai suoi occhi.
“Sono andato via per te, ma ora sono di nuovo qui. Non è questo che conta?”
Quelle parole le risuonarono più volte nella testa. Avrebbe voluto strapparsi via le orecchie a mani nude pur di non sentire più quella voce semi-acida.
Avrebbe voluto diventare improvvisamente cieca pur di non vederlo più, neppure nei suoi peggiori incubi.
“Voglio ricominciare con te.”
E quella frase fu come la chiave che diede la libertà a tutte le paure che aveva accuratamente rinchiuso dietro una porta. Una porta spessa, d'acciaio. Una porta blindata dietro la quale sarebbe stata al sicuro.
Ma attraverso quelle semplici parole lui la riaprì, rendendola di nuovo insicura e fragile.
Fragile come un petalo di rosa che si schiantava contro la fluida superficie dell'acqua limpida e fredda.
A quel punto, da un pianto silenzioso – piuttosto signorile –, passò ad un pianto disperato. Si accasciò tra le sue braccia, stringendolo fortemente a sé.
Aveva appoggiato la testa al suo petto e per questo riuscì a scorgere il battito cardiaco di Boris che aumentava di velocità ogni secondo.
Lui ricambiò l'abbraccio, dando come l'impressione di non voler sciogliersi più da quel gesto fatto di sentimenti trattenuti da troppo tempo che finirono per esplodere fuori come fuochi d'artificio.
“Avevo bisogno di schiarirmi le idee, Julia. Non potevo continuare a farti soffrire a causa della mia confusione.”
Aveva sofferto per la sua assenza, ed ora si ritrovava ad essere spaventata e confusa.
Ma una cosa era certa: voleva rischiare tutto. Puntava tutto su di lui, su di loro. Avrebbe rischiato con lui.
La spagnola appoggiò un indice sulle labbra del russo, per poi accarezzargli il viso marcato più volte. “Resta con me, questa volta per sempre.”
Boris non trovò parole per rispondere, si limitò ad unirsi a lei attraverso un bacio che lasciava traspirare svariati sentimenti: malinconia, gioia, paura, dispiacere... amore.
“Ti amo.” le sussurrò a pochi centimetri dalle labbra morbide e carnose.
Lei sorrise, sorrise di cuore dopo anni. Riuscì a sorridere di nuovo, con sincerità.
Questa è la mia bugia preferita.”



Beh, che vi devo dire?
L'isprazione spesso e volentieri mi travolge.
Questa Shot è stata come un fulmine a ciel sereno. Ero in vena di romanticismo, di riappaccificazioni ed ecco nascere questa mia nuova creatura.
Spero possa essere di vostro gradimento. Sono ben accette le recensioni! :D

Vostra Pich.

   
 
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