Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Harriet    31/03/2007    2 recensioni
Se in ogni mondo esistono le stesse persone, con una vita diversa, ma con la stessa anima...Magari nel mondo di "XXXHOLiC" ci sono anche i protagonisti di "Clover". E se una sera, in un locale, Watanuki ed i suoi amici si trovano ad assistere al concerto di una bella cantante...
(No spoilers per nessuna delle due serie.)
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimihiro Watanuki
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il titolo non è proprio un inglese perfetto, ma questa frase non è mia, è una citazione. In fondo vi spiego anche da dove viene – ma immagino capirete leggendo!^^
E’ molto triste e vagamente crossover. Comunque non contiene spoilers per “Clover”, e in realtà neppure per “XXXHOLiC”. Citazioni, credits e spiegazioni sono tutti alla fine della storia!^^
Scritta per: Fanfic 100
Tema: #78 Dove?




To a true Elsewhere

Shiroi hana no yume kanaete...

(Realizza il sogno del fiore bianco...)



Era tutto troppo normale, per non essere sospetto. Non aveva senso, e lo sapevano tutti e tre. Yuuko non era tipo da mandarli a bere qualcosa in un locale, una sera dopo cena, come dei ragazzi normali.
C’era qualcosa dietro, e potevano solo sperare che non fosse niente di disastroso, come al solito.
Nel frattempo, però, era divertente per una volta fare finta di essere ragazzi normali, seduti al tavolino del grazioso e tranquillo locale, con dei bicchieri davanti e il chiacchiericcio confortante della gente comune, tutt’intorno.
Ad un tratto si fece quasi completamente silenzio, e un uomo annunciò l’arrivo di una cantante. L’avviso fu seguito da qualche applauso. Poi le luci si abbassarono, e una figura alta ed elegante salì sul piccolo palco, situato in un angolo del locale. Una musica dolce e coinvolgente prese a salire sempre più, e qualche istante dopo tutto il luogo fu riempito da una voce profonda, calda e vibrante.

I want happiness
I seek happiness
To cause your happiness
To be your happiness


La donna che cantava aveva lunghi riccioli neri e un viso molto bello. Teneva una mano posata sul microfono, mentre l’altra disegnava ricami nell’aria, seguendo il ritmo della canzone. La sua pelle chiara risaltava contro il suo vestito nero, nel buio della stanza. Anche lei era composta da parti e colori in armonia. Era una splendida partitura, una sequenza melodica di suoni, come la sua canzone. La voce continuava il proprio percorso, raccontando di una felicità lontana, che però non ci si poteva stancare di cercare di afferrare.

So take me
some place far away
to a true Elsewhere
please, take me there


Il viso di Himawari era colmo di una dolcezza che raramente gli altri due avevano visto. Teneva gli occhi fissi sulla cantante, e tutta la sua attenzione era protesa verso di lei, verso la sua bellezza e la sua voce. Verso quelle parole, forse. Chi non si sente toccato in profondità, da una canzone sulla felicità?
Doumeki...beh, Doumeki era Doumeki, e non si poteva pretendere più di tanto da lui, eppure Watanuki avrebbe scommesso che anche il ragazzo si era lasciato un po’ coinvolgere da quella canzone. Non guardava la cantante, guardava un punto indefinito, da qualche parte, come quando si segue la scia di un pensiero arrivato all’improvviso, e sembrava rilassato, quasi sereno.
Watanuki amava la musica, e quella canzone era davvero bella. Ti faceva venire voglia di pensare solo alle cose positive del mondo. Alle cose più semplici e vere che di solito si danno per scontate, e sulle quali la mente non si ferma mai.
- E’ così brava.-
Era tanto preso dalla canzone che non si era assolutamente accorto che qualcun altro si era seduto al loro tavolo!
Accanto a lui stava una ragazzina, poteva avere tredici o quattordici anni al massimo, con corti capelli chiari e immensi occhi verdi, spaventati e tristi. Indossava una vestina bianca, e nella poca luce soffusa, tutta bianca e così piccola, sembrava una sorta di angelo.
Quando si era seduta lì?
- E’ molto brava davvero.- concordò lui, un po’ a disagio. – E la canzone è bellissima.-
- Tutte le sue canzoni sono belle, ma questa è la più bella.- sospirò la ragazzina. – Io la ascolto da così tanto tempo. Conosco a memoria tutte le sue canzoni. Sono l’unica cosa che non mi hanno mai fatta sentire sola.-
All’improvviso Watanuki fu attraversato da un pensiero per niente bello. Quella canzone così dolce poteva essere, in realtà, anche tremendamente triste. Perché tutti desiderano la felicità, vogliono trovarla, ma per una persona completamente sola...quella canzone rappresentava un sogno irraggiungibile.
Guardò la ragazzina e rabbrividì.
- E in tutto questo tempo...- continuò lei, la voce ridotta ad un sussurro. – Non sono mai riuscita a parlarle. Mai.-
- Beh, perché non vai, stasera, dopo che avrà cantato?- tentò di tirarla su lui, intuendo però che c’era qualcosa di poco chiaro dietro le parole di lei.
- Non posso.- La vocina della ragazza sembrò infrangersi, vicina alle lacrime. – Non c’è nessuno che mi accompagni.-
Watanuki sentì che la sua mente aveva perfettamente compreso cosa significassero quelle parole, ma il suo cuore lo rifiutava. Distolse lo sguardo da lei e lo lasciò vagare su Himawari, su Doumeki, sulla cantante. Cercò di imporre alla sua mente di dimenticare, di non fargli pensare alla verità che aveva afferrato. La sua mente rispose che era un inganno, comunque. La verità è quella, per quanto tu cerchi di dimenticarla.
Allora cambiò domanda. Chiese alla sua mente di tacere per un po’, almeno fino all’ultima canzone.
- Se vuoi...- iniziò. – Se vuoi ci andiamo insieme.-
Il viso della ragazzina si illuminò. Per la prima volta da quando aveva incontrato il suo sguardo, Watanuki ebbe l’impressione che gli occhi di lei fossero davvero vivi. - Mi accompagneresti?- sussurrò.
- Certo.- rispose lui, lasciando che la richiesta accorata di lei gli strappasse quell’espressione dolce e tenera, che riservava sempre ai bambini e alle creature in difficoltà. – Appena avrà finito, ci andremo insieme. Vedrai, sarà felice di sapere che le sue canzoni sono così importanti, per te.-
Lei allora sorrise, e anche se ormai le lacrime si erano formate nei suoi occhi verdi, sembrò che si fosse rasserenata. Si dispose ad ascoltare la canzone, lasciandosi prendere dalla melodia e canticchiando sotto voce le parole. Watanuki osservava un po’ lei e un po’ la cantante, pensando che sarebbe stato bello, davvero bellissimo, se avessero potuto cantare insieme.
Se si fossero incontrate in quel luogo felice, in quel mondo dei sogni reale, forse avrebbero potuto farlo.
Ma dov’era, quel luogo?
E soprattutto, perché continuava ad avere l’impressione che quella canzone parlasse di qualcosa di irraggiungibile?
Guardava la ragazzina e la donna, e dimenticava cosa gli stava attorno.
Himawari invece guardava lui, col cuore stretto dalla preoccupazione. Doumeki si avvicinò alla ragazza, notando la sua espressione.
- Non ti preoccupare.- le disse.
- Lo so.- rispose lei, sforzandosi di sorridere. – Mi fido di Watanuki.-
E le canzoni si susseguirono, una più bella dell’altra, e la ragazzina volle cantarle tutte, a mezza voce, ma Watanuki ogni tanto ne coglieva alcune note, e aveva sempre più voglia di fuggire da tutta quella tristezza, quella felicità infranta, che non si poteva più stringere tra le mani.

To turn the bliss of our meeting into a gentle light
And the part that’s sure to come into the smothering rain

To be born again in your arms


L’ultima nota dell’ultima canzone vibrò nell’aria. Le luci si riaccesero, la cantante si inchinò e salutò la folla.
- Vuoi andare?- mormorò Watanuki.
- Sì, andiamo.-
Si alzarono in piedi, e lei gli tese la mano. Watanuki la strinse, e non era gelida come si era aspettato.
- Vedrai, ne sarà contenta.- le disse, tentando di nascondere quanto la sua voce tremasse. Insieme attraversarono la sala, dirigendosi verso il palco, dal quale la donna era appena scesa. Ad ogni passo la piccola mano, stretta in quella di Watanuki, si faceva un po’ più sottile. Svaniva a poco a poco la presenza incerta di lei, lasciando una sensazione di vuoto nella mano troppo grande del ragazzo.
Quando Watanuki arrivò di fronte alla donna, la sua mano non stava stringendo più niente.
- Salve.- lo salutò lei, sorridendogli. Era davvero bellissima e c’era un’aria di carisma e mistero, attorno a lei. – Volevi parlare con me?-
- Sì.- rispose. – C’era una persona che voleva ringraziarla per le sue canzoni. Una ragazzina.-
- Una ragazzina?- chiese lei, un po’ stupita. – E dov’è?-
Watanuki inghiottì a vuoto e si ritrovò senza parole. Però doveva trovarle, perché era ciò che lei gli aveva chiesto.
E allora si lasciò ispirare dalla musica.
- E’...in quel luogo felice.- rispose, guardandola in viso e sollevando una mano verso di lei. Tra le dita teneva un piccolo fiore bianco. La donna lasciò che la meraviglia e la dolcezza le invadessero il viso, nel guardare il fiore. – Questo te lo manda lei.- concluse il ragazzo, con la voce più sicura.
- Grazie.- Lei prese il fiore e gli fece schermo con le mani, come per proteggerlo, o per abbracciare chi le avesse fatto quel dono. – Mi sarebbe piaciuto incontrarla.-
- Un giorno vi incontrerete sicuramente.
- Sì.- rispose lei, commossa e spaesata, senza sapere bene perché. – Nel frattempo, mi ricorderò di lei.-
- Ne sarà felice.-
Si guardarono ancora qualche istante, condividendo la stessa emozione. Poi la magia si dissolse. Un uomo alto, con i capelli scuri e gli occhiali, si accostò alla cantante, posandole con delicatezza una mano sulla spalla. Lei si voltò e il suo volto si trasformò. La stessa idea di felicità che era riuscita a dare con le sue canzoni, adesso era sul suo viso.
- Vengo.- sussurrò, con la complicità che si è soliti usare tra amanti. Scambiò un ultimo sorriso con Watanuki, poi si allontanò con l’uomo.
Il ragazzo la guardò andare via, pensando che lei aveva trovato il suo mondo di felicità anche in questa vita. E che ci doveva essere una giustizia, qui e...di là, per cui a tutti toccasse una goccia di felicità.
Si voltò, decidendo che era il momento di andare, e si trovò di fronte Himawari e Doumeki.
Ebbe una voglia incredibile di raccontare loro cos’era accaduto, ma si trattenne. Era un po’ come rivelare un segreto, il segreto fragile e tremendo che quella ragazzina gli aveva messo tra le mani, e che era destinato solo ad un’ascoltatrice, la cantante. Nessun altro aveva il diritto di saperlo.
Così, a malincuore, andò loro incontro sorridendo.
- Allora, andiamo?-
- Watanuki-kun...- mormorò Himawari. – Se non è tutto ok, non c’è bisogno di fare finta.-
Il ragazzo spalancò gli occhi, come tutte le volte in cui era sorpreso o colpito da qualcosa, e il suo viso assunse quell’aria da bambino confuso e spaventato.
- No, è che...- iniziò, ma si bloccò, non riuscendo a districare una frase sensata dal groviglio dei suoi pensieri e sentimenti.
- E non c’è bisogno nemmeno di spiegare cos’è successo.- lo interruppe Doumeki, in uno dei rarissimi momenti in cui riusciva a manifestare ciò che pensava e sentiva. E Watanuki rinunciò a parlare, fidandosi di ciò che i due gli avevano detto. Fece cenno di sì, poi abbassò la testa e dette sfogo alle lacrime. Himawari e Doumeki non dissero niente. Si limitarono ad andare verso l’uscita, con Watanuki silenzioso tra di loro. Come se i due lo stessero proteggendo, facendo schermo ai suoi sentimenti. Come se la loro semplice presenza fosse abbastanza per curare e cullare la sua anima.
Era una notte dolce, c’era appena un po’ di vento. I tre ragazzi camminarono in silenzio, senza sentirsi a disagio per questo. A Watanuki sembrava che il vento portasse con sé ancora gli ultimi frammenti di quelle canzoni.
E’ la vita, no? Cercare un luogo felice. Cercare qualcuno che venga con te in quel luogo felice. Ma anche mentre lo cerchi, puoi essere un po’ felice, no? Deve essere così. Forse, per lei, anche ascoltare e imparare le canzoni di quella cantante era già essere lì. Nei sogni, ma...era già essere lì.
E poi, di là...sicuramente adesso era in un luogo veramente felice. E si sarebbero ritrovate, un giorno. Lui credeva all’Hitsuzen, credeva ad un equilibrio, in tutti i mondi, e quindi non poteva non credere anche a questo.
- Domani dobbiamo fermarci a scuola per organizzare la prossima riunione del comitato studentesco, Doumeki-kun.-
- Mh. Oi. Hai sentito? Domani devi preparare anche la merenda.-
Risata di Himawari. Un secondo di silenzio, poi l’esplosione.
-...Coooooosa??? Ma come ti permetti di darmi ordini, tu?-
In quel secondo di silenzio, però, aveva pensato che lui il suo posto felice ce l’aveva davvero.


Owari.


Disclaimer and Credits

I personaggi di XXXHOLiC e quelli di Clover sono di quei geniacci malati delle Clamp, non miei, ovviamente.

Le canzoni citate nella storia sono ovviamente i testi delle canzoni di Oluha, in Clover (la prima è la canzone più famosa, quella scritta insieme a Suu, mentre la seconda è quella citata nel quarto volumetto, per la precisione).

La citazione all’inizio della storia viene da Kaze no machi he (Fiction Junction).

Grazie alla fondamentale OST che mi ha accompagnato nella scrittura:
- Deliver me (Sarah Brightman)
- Kaze no machi he (Fiction Junction)
- Neverending road (Loreena McKennit)
- Rock your soul e A prayer (Elisa)

Grazie alle Clamp che hanno riproposto Oluha in Tsubasa, facendomi ricordare quanto ami questa donna e quanto siano suggestive e commoventi le sue canzoni

Dedicato a...
- La nostra Oluha personale,Shu.
- Le persone che mi hanno fatto trovare il mio true Elsewhere, con la certezza che non finirà mai, in questa vita e di là.
   
 
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