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Autore: marzia ds    14/09/2012    4 recensioni
"Non sopportava più nulla di quel posto, partendo dalla sua camera, il suo padrone, fino ad arrivare ai suoi nauseabondi clienti, che avrebbe volentieri gradito non rivedere mai più. Si sentiva soffocare, in gabbia; aspettava con ansia il momento in cui si sarebbero stufati di lui, buttandolo via, preferendo essere ucciso o buttato come un giocattolo rotto piuttosto che continuare quell'esistenza penosa che giorno dopo giorno gravava sempre più sulle sue devastate spalle."
{Shonen-ai/Spiritshipping, Jaden x Jesse}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, Jaden/Judai Yuki
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                                              Fable in the moonlight

 

Questa è la storia di un cacciatore che s'innamorò della propria preda.

                                                                  Questa è la favola di un Bakeneko che cercò di salvare

                                                                                                un ragazzo dal proprio peccaminoso destino.

 

Il ticchettio dell'orologio a pendolo scandiva con minuzia lo scorrere del tempo, rumorosamente, senza lasciar tregua ad ogni abitante di quell'enorme e lussuosa dimora. La camera, da pochi minuti, era stata lasciata in un denso silenzio, riempito appena dal boccheggiare faticoso del proprietario della stanza, distrutto e tremante, ancora disteso fra le lenzuola candide e il copriletto rosso scarlatto, entrami macchiati da quel liquido libidinoso ancora impresso sulla sua tenera carne. Rimase lì in attesa della regolarizzazione del suo respiro, quando finalmente i suoi polmoni riuscirono ad inspirare ed espirare aria ad un ritmo normale, si diresse verso il centro della stanza, dove il suo kimono era stato lanciato. Lo indossò lentamente, ancora estremamente indolenzito, notando per l'ennesima volta quanto quell'abito blu fosse abnorme per la sua corporatura poco sviluppata, stesso motivo per la quale quello squallido verme gliene aveva regalato uno da donna. La tua carnagione perlacea ed il tuo fisico esile, quasi da sembrar femmineo, attireranno maggior clienti se valorizzati con abiti femminili, un modo come un altro per umiliarlo ulteriormente. Si sentiva sudicio, cosparso dell'odore ripugnante di Sir Bastion, anche quel giorno venuto da lui furioso con la moglie, utilizzandolo come valvola di sfogo per i suoi problemi coniugali. Represse un conato di vomito, disgustato, aprendo con urgenza la piccola finestra che affacciava sul cortile, cercando di inglobare più ossigeno possibile. Non sopportava più nulla di quel posto, partendo dalla sua camera, il suo padrone, fino ad arrivare ai suoi nauseabondi clienti, che avrebbe volentieri gradito non rivedere mai più. Si sentiva soffocare, in gabbia; aspettava con ansia il momento in cui si sarebbero stufati di lui, buttandolo via, preferendo essere ucciso o buttato come un giocattolo rotto piuttosto che continuare quell'esistenza penosa che giorno dopo giorno gravava sempre più sulle sue devastate spalle. Si sedette sul davanzale di quella piccola nicchia salvatasi dal degrado del suo infernale mondo. Le iridi verdi vagavano sullo sconfinato cielo stellato, cercando fra gli innumerevoli corpi celesti la libertà tanto agognata. Abbassò un attimo lo sguardo, osservando l'interminabile viale alberato, i clienti soddisfatti andarsene, quelli frustati o inappagati in procinto di entrare, numerando sulle mani lunghe ed affusolate il numero delle guardie posizionate all'entrata di quella prigione dorata. La porta della sua camera si aprì, lasciando entrare un uomo sulla trentina, vestito da cameriere; disfò il letto e lo rifece, utilizzando ancora una volta quelle tinte tanto odiate, finendo il suo lavoro nel meno tempo possibile. Ignorò il clangore della chiave girata nella serratura ed i passi che pian piano si allontanavano nell'immenso corridoio. Digrignò appena i denti, frustato, dedicandosi nuovamente a quella cortina oscura che era la volta celeste.

-Questa notte svetta fra la coltre di nuvole e stelle un'imperiosa Luna crescente, non la trovi magnifica?-

La domanda riecheggiò per la stanza, facendogli allarmare i sensi. Analizzò veloce e frenetico ogni angolo, ogni ombra, cercando un qualche difetto in quella campana di vetro.

-Ho detto qualcosa di male?-

Un altro quesito, le stesse vibranti corde vocali a pronunciarlo. Si sedette a terra, ginocchia al petto, mani a coprirgli le orecchie. Quella giornata era stata insopportabile, non avrebbe retto l'ennesimo cliente, le sue carni e la sua mente erano già abbastanza devastate.

-Vai via! Vattene! Non voglio incontrare nessun altro!- urlò, squarciando l'aria, sentendo le sue stesse parole rimbombargli martellanti nel cranio. Dei passi felpati si avvicinarono alla sua figura inerme, nel momento in cui si fermarono, una pesante giacca venne poggiata sulle sue tremanti spalle. Sussultò sorpreso, toccando stranito quella fonte di calore che gli era stata gentilmente offerta, aprendo lentamente le palpebre per poter vedere l'uomo che aveva compiuto tale gesto. Alzando appena lo sguardo s'imbatté in un sorriso radiante, gioviale, e due intensi occhi color cioccolato, nascosti da qualche ciuffo castano un po' più lungo, appartenente all'allegra frangetta. Notò, con non poca sorpresa, che la chioma era di due tonalità differenti, una più scura, l'altra tendente all'arancio, e, ancor più su, svettavano due allegre e soffici orecchie dall'aspetto felino.

-Posso toccarle?- chiese il ragazzo, affascinato, indicando timoroso gli insoliti padiglioni auricolari. L'altro, continuando a sorridere, gli si sedette accanto, invitandolo silenziosamente ad accarezzargliele. Gli occhi del giovane ispezionarono con cipiglio serio quella rarità, e, dopo aver compreso che non ci fosse nulla di troppo pericoloso, prese a tastarle curioso. In pochi minuti prese famigliarità con il morbido pelo di quelle carinissime orecchie e, sempre più incantato, prese a fare dei leggeri grattini alla base di queste. Il castano, per nulla abituato a certi vezzeggiamenti, arrossì furiosamente e si fece sfuggire un miagolio soddisfatto che fece appena arretrare il blu. Il felino lo guardò stupito, domandandosi giustamente il perché di una così insolita reazione.

-Ecco...Scusa!- balbettò insicuro cercando di scusarsi, dandosi mentalmente la colpa per il suo scarso autocontrollo -Solo che sono circa cento anni che nessuno mi coccolava e, beh, dopo così tanto tempo non sono riuscito a trattenermi!- continuò imbarazzato dirigendo lo sguardo da tutt'altra parte. Il ragazzo, sentendosi anch'esso in colpa, strinse a pugno le mani, infilzandosi con le corte unghie e tingendo di un leggero rosso scuro le maniche del kimono. L'olfatto del mezzo gatto venne colpito da quell'odore pungente e, dirigendo lo sguardo verso quella sua nuova compagnia, puntò con sguardo incriminante i piccoli aloni ben evidenti sulla stoffa blu. Infilò una mano all'interno del tessuto pregiato, uscendone la mano cerea del blu, distendendola ed iniziando a leccare le piccole ferite ben impresse sul palmo. Pulì con cura i quattro tagli incriminati, guadagnandosi un'occhiata stupita e perplessa da parte dell'improvvisato paziente.

-Ah, dimenticavo! Io sono Jaden, Jaden Yuki, piacere di conoscerti!- si presentò dopo aver disinfettato con cura ambedue le mani, sorprendendolo ancora per il tono caldo con cui pronunciò quelle basilari parole. Il giovane accennò un timido sorriso, incatenando le proprie iridi chiare con quelle più scure dell'altro.
-Devo dirti il mio nome?- domandò speranzoso, facendo arrossire il felino per quello sguardo così intenso
-Se vuoi- sorrise di rimando lui, notando il graduale illuminarsi di quei magnifici occhi color erba
-Jesse Anderson- pronunciò veloce, felice come non lo era da tempo.

La luce lieve, tipica dell'alba, avvisò il castano che era ora di dileguarsi; si concesse qualche ultimo istante per poter rimirare il viso ora allegro del ragazzo dalla stravagante chioma blu, mettendosi subito dopo in posizione eretta e sbattendo appena le mani sui pesanti pantaloni, rimuovendo un po' di polvere.

-Ora devo andare, ci rivedremo quando la luna sarà visibile per il suo primo quarto!- lo salutò con due dita, saltando giù dalla finestra. Il giovane scattò in piedi e sporse la testa al di fuori della vetrata cercando freneticamente una chioma castana, trovando solamente un'agile gatto marroncino aggirarsi per il cortile del bordello.
 

In quest'ostentato modo ebbe inizio la loro frastagliata relazione,

                                                                                 benedetta solamente dalla fragile luce della Luna.

Angoletto Autrice

Hello!
Che dire, questa storia è nata grazie alla combinazione di "A Love Story of a Certain Bakeneko" di Len Kagamine, "The Song of a Certain Truth" e "Perfect Trap", rispettivamente le Theme di Akise Aru e Reisuke Houjou, Fifth, personaggi dell'anime di Mirai Nikki (Quanto speravo che Yuno morisse!).
Detto questo, volevo paralre un attimo della storia. Sarà una breve long (massimo otto capitoli) in cui vedremo l'evolversi della vita di un Jesse lavorante in un bordello e Jaden, di cui verrà meglio approfondita l'edentità nei prossimi capitoli. In questa prima parte della storia sono stata costretta, un pò dall'ambientazione, un pò per l'evolversi della vicenda, a descrivere un Johan molto fragile emotivamente, in futuro il suo carattere tornerà ad essere più fedele all'originale. 
Concludo ringraziando qui Ruby96 (grazie per il sostegno e per l'avermi voluto conoscere un pò meglio =) e Shinko_chan, sperando di riuscire presto a rispondere alla sua precedente recensione.
Se vorrete lasciar un commento o una critica su questa storia, ne sarei felice ^^

Bye Bye By Me ;P

  
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