Ok.
Scusatemi. Sul serio. Sono un’idiota.
Questa storia è per Mycho, che è il Blaine del
mio Kurt.
O il gel del mio Blaine.
O la Brittany per la mia Santana.
Ok, ci siamo capiti. Ora immergiamoci –ma anche no- in questo
stupidissimo
sclero di l’una e un quarto.
-Ok,
Puck. Questa la sai. La capitale dell’Irlanda?- chiese un
Finn speranzoso,
spostando lo sguardo dal libro di Geografia che aveva in mano alla
figura del
ragazzo che aveva di fronte.
-Uhm.. Reykjavik? No, no. Era qualcosa che finiva con
“ino” .- disse Puck,
cercando di spiare le risposte dal libro che aveva in mano
l’amico.
Dallo sguardo eloquente che gli lanciò quello,
poté capire che era spacciato
sul serio.
Aveva
saputo sin dall’inizio che aiutare Noah Puckerman a studiare
Geografia sarebbe
stata un’impresa ardua. Ma aveva anche immaginato che dopo
due ore e mezza a
ripetere sempre le stesse cose sarebbe riuscito a far entrare qualcosa
in quel
cervello già pieno di Football e ragazze.
Il
quarterback chiuse il libro con un sonoro tonfo e chiuse gli occhi,
sospirando.
-Puck tu… - iniziò.
Aprì gli occhi e incontrò lo sguardo arreso
dell’altro. Sospirò nuovamente e si
alzò, sgranchendosi la schiena.
Quando lo vide allontanarsi verso la porta, Puck si agitò
sul materasso e
chiese allarmato:
-Dove vai?-
Finn uscì dalla stanza e mormorò qualcosa su un
bicchiere d’acqua e una busta
di patatine.
Scese le
scale velocemente, fiondandosi a velocità disumana di fronte
al frigorifero e
aprendolo impaziente, ispezionando ogni scaffale alla ricerca di
qualcosa di
abbastanza unto e cioccolatoso da fargli passare la stanchezza da
troppo
studio. Avvistò un pasticcino ricoperto di glassa non troppo
in basso e lo
afferrò, assaporando già il sapore zuccheroso.
Chiuse lo sportello del frigo e si voltò verso le scale,
pronto a ripetere
nuovamente tutto il libro di Geografia, ma la presenza di una figura
poco più
bassa di lui con un’espressione arrabbiata lo
fermò nel bel mezzo di un passo.
-Cosa stai facendo con il mio pasticcino in mano, Finn?- chiese con
voce
pungente Kurt, che lo fissava come se lo volesse infuocare. Finn
guardò prima
il fratellastro, poi il delizioso dolcetto che aveva in mano, come se
quello
potesse dargli la risposta.
-Io pensavo di dividermelo con Puck. – disse soltanto,
abbozzando un sorriso.
Il più basso assottigliò di più il suo
sguardo.
-Ti do due secondi per poggiarlo sul bancone senza ripercussioni sul
tuo corpo.
– disse acidamente. –Quel dolcetto l’ho
lasciato apposta per Blaine. Non te lo
mangerai tu. -
Finn provò a protestare, cercando nel frattempo di
allontanare la causa di
quella situazione dal raggio d’azione del fratellastro.
-No, Finn. Non voglio sentire storie, tu ora… -
cominciò a dire, puntandogli un
dito contro, ma l’altro fu più svelto, girando sui
tacchi e correndo il più
velocemente possibile verso il salotto.
Seduto sul divano vide Blaine, con i soliti capelli cementati e il
papillon al
collo, che lo salutò, ignaro di quello che stava per perdere
se non lo avesse
fermato.
-Blaine! Fermalo!- urlò Kurt dalla cucina. Finn, si
poggiò allo schienale del
divano stesso, ridendo sommessamente, in mano ancora il pasticcino
pieno di
glassa.
Blaine
si sporse di poco e afferrò la camicia di Finn, con un
sorriso divertito quanto
confuso.
-Perché?- chiese ridendo anche lui. Contemporaneamente dalla
cucina comparve un
Kurt più che adirato, furioso. Guardò Finn e poi
Blaine, schiarendosi la voce.
-Perché ha in mano il tuo pasticcino, Blaine. -
La sua voce era risultata più calma e più sicura,
cosa che non rassicurò, però,
Finn.
-Ah. -
Blaine era diventato improvvisamente serio, lo sguardo ancora rivolto
al
ragazzo vicino a lui.
-Finn. - chiamò. L’altro si girò verso
il moro, che aveva una mano tesa,
incoraggiante. –Molla il pasticcino.-
L’altro abbozzò un sorriso confuso, voltandosi
nuovamente verso la salvezza
(che erano le scale), ma quando provò a muoversi, qualcosa
lo bloccò dalla
camicia.
-Finn, il pasticcino. – disse nuovamente Blaine sorridendogli
in modo
tutt’altro che gentile.
Il quarterback sentì il fratellastro ridere sadicamente
accanto a lui.
-Amico,
che fine avevi fatto? Ho sentito un casino assurdo, pensavo aveste
iniziato un
party senza di me. – disse Puck alzandosi dal letto di Finn e
guardandolo
sinceramente preoccupato.
Finn gli mostrò metà pasticcino.
-Litigavo per questo. Lo sai quant’è goloso
Blaine, a quanto pare in quel corpo
minuscolo c’è più forza di
un’intera squadra di football. – disse sorridendo,
leggermente sconvolto. –Alla fine sono riuscito ad averne
poco meno della metà,
ma spero vada bene per riaccendere il cervello. – fece
spallucce e lo posò
sulla scrivania, sedendosi sul suo letto e recuperando il libro di
geografia da
terra.
Aveva
davvero rischiato grosso con un pasticcino in mano e Blaine accanto, ma
fortunatamente
erano riusciti a scendere a compromessi: Finn usò la scusa
che doveva dividere
il pasticcino con l’amico che stava gentilmente aiutando
(ignorando le
insinuazioni di Kurt sul fatto che il fratellastro e l’amico
non facevano mezzo
cervello in due) e quindi Blaine aveva convinto Kurt che per Natale lo
avrebbe
aiutato a fare un’altra teglia.
Kurt aveva accettato, sbuffando, e Finn era subito fuggito quando i due
ragazzi
avevano cominciato a sbaciucchiarsi sussurrandosi paroline diabetiche.
Finn
aprì
il libro ad una pagina qualsiasi e si abbandono nuovamente nei suoi
pensieri,
mentre Puck mangiava, anzi, divorava senza ritegno quel povero
pasticcino.
Dopo pochi minuti di silenzio, intervallati soltanto dagli enormi e
rumorosi
morsi che Noah strappava via dal dolce, Finn parlò:
-Puck, senti, posso chiederti una cosa?- si voltò verso
l’amico, che lo guardò
con la bocca ancora piena di pan di Spagna e glassa e tanta crema.
-Se è un’altra domanda di Geografia giuro che ti
ammazzo.-
-No, no… - disse Finn sorridendo e spolverando via tutte le
briciole che erano
cadute sulla coperta. -Io… uhm… - si
tormentò un po’ le mani, non sapendo
esattamente come chiederglielo. Si voltò di scatto verso
l’altro quando quello gli
diede una pacca sulla spalla.
-Amico, vai tranquillo! Non ti ammazzo sul serio, forse. –
sorrise storto e si
passò una mano nella sottospecie di cresta che aveva in
testa.
Finn sospirò e prese coraggio.
-Io mi sono sempre chiesto com’è baciare un
ragazzo. – disse tutto d’un fiato,
chiudendo gli occhi a fine frase, per paura di un pugno in faccia da
parte
dell’altro. Quando non lo sentì arrivare, schiuse
un occhio e guardò l’amico,
che ricambiava il suo sguardo con un sopracciglio alzato e la bocca
leggermente
aperta.
-E tu cosa vuoi da me, dicendomi questa cosa?- chiese scettico,
immaginando già
quale potesse essere la risposta.
Finn si spostò dal bordo del letto alla sedia accanto ad
esso, non proprio
sicuro, neanche lui, di cosa avrebbe voluto da Puck dopo avergli detto
quella
cosa.
O forse
lo sapeva.
Ma non
lo voleva dire.
-Io non
lo so, però, ecco, volevo dirtelo.- disse frettolosamente,
decidendo che aveva
iniziato un discorso stupido e senza capo né fine.
Puck lo fissò a lungo, cercando di scrutare la vera risposta
nei suoi occhi.
Finn spostava il suo sguardo dal pavimento agli occhi scuri
dell’altro,
convincendosi ogni secondo di più che aveva detto una gran
cavolata.
Dopo quasi un minuto, Puck sospirò.
-Senti, Finn. Ho capito dove vuoi arrivare e…-
iniziò, ma venne interrotto da
un “Sei sicuro?” di Finn, in tono preoccupato.
Lo ignorò e andò avanti col suo discorso, non
senza lanciargli un’occhiataccia.
-E va bene. Se proprio lo vuoi sapere, potrei darti un bacio, sempre
nei limiti
dell’amicizia.- alzò le mani e scosse la testa,
poggiando, poi, i propri gomiti
sulle ginocchia. –Guarda, ora laverei una scimmia pur di non
studiare ancora
Geografia.-
Finn gli sorrise per pochi attimi, però poi
ritornò serio e guardò la porta.
-Ovviamente, sempre se ne sei convinto. Io non ti obbligo mica. E poi
è solo
una curiosità, però comunque non vorrei che passi
qualcuno e… - indicò la
porta.
Puck lo fulminò con lo sguardo e si alzò in
piedi. Finn lo vide chiudere la
porta e poi voltarsi verso di lui, spostando il peso sulla gamba
destra.
-Allora?- sbuffò.
L’altro si alzò di scatto,
borbottando
delle scuse piuttosto inutili.
Si piazzò di fronte a lui, a pochi centimetri di distanza.
Era decisamente in
imbarazzo.
Puck lo guardò alzando nuovamente un sopracciglio.
-Ok, no. E’ troppo imbarazzante. -
disse
Finn stringendosi la radice del naso tra l’indice e il
pollice.
-Oh, ma andiamo! Che ci vuole! –
Gli
spostò via la mano dal viso e lo baciò con foga,
quasi come fosse impaziente.
Il baciò non durò più di pochi
secondi, ma a Finn sembrarono molti, molti di
più.
Quando
le loro labbra si separarono, Finn sospirò. Notò
che Puck lo fissava con
un’aria stranita e confusa.
-Oh
be’,
non è stato mica mal… - provò a
commentare Finn, prima che le sue labbra furono
di nuovo poggiate a quelle di Puck.
LOL Non
so manco io perché l’ho scritto. Chissene, ora
scrivo una Klaine con tanto di
Sebastian e Zia Tana come Guest Stars!
Bo’,
è
random proprio! Però un seguito ci stava…
Mana.