Facciamo finta di riscaldarci come se nulla fosse, come se l’ansia che ci pervade e che passa dall’una all’altra di noi fosse dovuta unicamente all’approssimarsi dell’inizio di una gara importante. Ci muoviamo a scatti, ed i pensieri che attraversano le nostre menti in questo momento sono visibili come un filo di errori che ingarbuglia la squadra srotolandosi dalla mia gamba piegata durante un salto teso al braccio di Marzia che si volge indietro quando dovrebbe stare raccolto al petto, giù giù ad arrivare fino a Cristina che termina il suo volteggio a terra, gambe all’aria. Eppure, nessuno ancora ha il coraggio di rompere quest’incantesimo collettivo e di dare voce alla domanda che tutti ci stiamo ponendo.