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Autore: BigEyes    20/09/2012    0 recensioni
(TERZO CAPITOLO DELLA SERIE: IN THE NAME OF JESUS)
“Il carismatico presidente degli Stati Uniti, nonché premio Nobel per la pace, Judas Demons, sta, proprio in questo momento, parlando ai capi delle Organizzazioni delle Nazioni Unite riguardo la legge del disarmo globale. E’ un nuovo giorno per tutti. La pace e la sicurezza e giunta e la possiamo toccare con mano. I tre anni sono trascorsi e già ci si prepara per una nuova era, un nuovo ordine mondiale, una nuova religione che avrà come guru e come messia lui: Judas”
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'In The Name of Jesus.'
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“Il carismatico presidente degli Stati Uniti, nonché premio Nobel per la pace, Judas Demons, sta, proprio in questo momento, parlando ai capi delle Organizzazioni delle Nazioni Unite  riguardo la legge del disarmo globale. E’ un nuovo giorno per tutti. La pace e la sicurezza è giunta e la possiamo toccare con mano. I tre anni sono trascorsi e già ci si prepara per una nuova era, un nuovo ordine mondiale, una nuova religione che avrà come guru e come messia lui: Judas”
 
Un paio di pop corn arrivarono allo schermo della Tv.
-          Bastardo…- mormorò Caleb
-          Contenti adesso?..- alzò la voce Heliu, mentre masticava gli ultimi pop corn.
-          Bhuuu – esclamò Joshua.
I tre ragazzi guardavano la tv sul divanetto dell’ufficio di padre Max  e Ariel, Thabita e Lucia confabulavano tra loro sedute attorno alla scrivania.
Ariel sbuffò con occhi lucidi prendendo la foto del padre e sfiorando l’immagine.
-          Mi manca.
Le due spensero i loro sorrisi e rivolsero uno sguardo cupo al cielo.
-          Ma non è morto – cercò di consolarla Thabita, poggiandole una mano sul braccio.
-          Ci pensi? Non ha visto la morte...- aggiunse Lucia sfiorandole la guancia su cui era scivolata una lacrima involontaria.
-          Già. “Fino alla fine del mondo” aveva detto “ proteggete il rimanente della Chiesa fino alla fine del mondo”.
 
Erano passati tre anni da quando il Corpo di Cristo era stato rapito e portato tra le braccia di Dio, per proteggerlo dalle calamità future.
-          Basta! – esordì Caleb – non ce la faccio più a sentire tutte queste stupidaggini. Sono tutti venduti.- il giovane si alzò di scatto dal divano, corrugando la fronte, portando le mani ai fianchi.
-          Caleb ti devi abituare – intervenne Joshua, stirando le braccia verso il soffitto e le gambe verso il tappetino persiano sotto i suoi piedi, facendo un lungo sospiro. – era stato tutto predetto, hanno tutti contribuito volontariamente all’avvento dell’anticristo e, a quanto pare sono tutti e felici e contenti.- sorrise di sbieco - Almeno pensano di esserlo – mormorò.
-          Si, felici e contenti – ripeté Heliu con voce altera – e intanto noi, non possiamo né vendere né comprare perché quel bastardo ha deciso che chi non ha il bio chip è come un criminale, che non vuole essere controllato per “ il bene comune” – proseguì mimando con indice e medio le virgolette.  
 
Ariel ascoltò e si morse il labbro, si alzò dalla sedia e strofinando i piedi al suolo, arrivò al cassettino dove Padre Max solea tenere le Scritture, aveva bisogno di ricordarsi cosa sarebbe successo. Si sentiva sola. In effetti erano soli. Il numero dei cristiani nel mondo si era dimezzato.
 
Quel giorno di tre anni fa era arrivato senza preavviso, proprio come un ladro nella notte per tutti coloro che non erano stati attenti ai segni predetti dal Signore.
Ariel si pose al centro della stanza con la Bibbia aperta nella pagina del vangelo di Matteo al capitolo 24. Thabita si andò a sedere sulle ginocchia di Joshua e avvolse il braccio attorno al suo collo mentre il ragazzo gli schioccò un bacio sulla guancia.
Lucia corse sorridente tra le braccia di Heliu, che non appena aveva visto Thabita andare verso Joshua, spalancò le braccia verso la sua amata con occhi languidi.
Caleb avvolse delicatamente le braccia al collo di Ariel, dirigendo lo sguardo verso il versetto che la ragazza si apprestava a leggere ad alta voce:
Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, perché bisogna che tutte queste cose avvengano ma non sarà ancora la fine.
Infatti si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno carestie, pestilenze e terremoti in vari luoghi
Ma tutte queste cose saranno soltanto l'inizio delle doglie di parto,
Allora vi sottoporranno a supplizi e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome.
Allora molti si scandalizzeranno, si tradiranno e si odieranno l'un l'altro.
E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti.
 E perché l'iniquità sarà moltiplicata, l'amore di molti si raffredderà;
 ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato,
E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine.
- Amen! – dissero all’unisono i compagni.
 
Ariel deglutì e Caleb guidò il viso di lei verso i suoi occhi turchini.
-          Cosa c’è ? – le domandò mellifluo, liberandola delicatamente dai capelli neri che le coprivano gli occhi grandi.
-          Niente – sussurrò lei, abbassando il viso al pavimento avana.
 
Erano passati tre anni, ma il suo amore per lei era cresciuto giorno dopo giorno, aveva imparato che i suoi “no” significavano “si”, che i suoi “niente” volevano dire “sto male, abbracciami”, che per i suoi “vai via” lui doveva intendere “resta”e che non tutti i suoi sorrisi erano sinceri, ma che celavano, a volte un velo di gelosia, a volte un velo di irritazione.
 Così le alzò il mento con l’indice e la fissò con uno sguardo accigliato, prima di rilassare il viso e alzare un sopracciglio con un mezzo sorriso.
-          Tesoro, ti conosco da tre anni e tre giorni, mi fai così stupido? Conosco ogni tua singola smorfia, conosco ogni tua specie di sorriso: uno quando sei felice, uno quando sei sarcastica, uno quando sei imbarazzata, uno quando mi baci..
-          Ma – lo interruppe stizzosa – tu rimani con gli occhi aperti quando mi baci?
-          No cara – rispose alzando un indice – socchiusi, li tengo socchiusi. Perché così riesco ad intravedere le tue emozioni. E – le chiuse le labbra con il palmo della mano, mentre Ariel tentava di intervenire – fammi finire. Uno quando fai finta di essere contenta, uno ..
Avrebbe continuato all’infinito se lei non gli avesse tolto la mano dalle labbra.
-          ok, ok ho capito! – esclamò perentoria – è che pensavo di andare su con lui, di poter finalmente contemplare il Suo volto. Pensavo di far parte del corpo.
-          Si ma noi siamo gli angeli che si occuperanno della Chiesa. – Caleb inspirò, con un velo di tristezza nella voce. – dobbiamo dire al mondo la Verità, proclamare che il messia è già venuto e che Judas è l’incarnazione di Satana. Abbiamo una missione.
Ariel strinse i fianchi di Caleb sospirando e poggiando il suo capo sul suo cuore- credono tutti che gli alieni abbiano ideato un rapimento di massa. Ci pensi? – domandò spalancando gli occhi dallo stupore.
-          Si lo so. Era nei nostri piani.
La ragazza alzò il mento e lo guardò con aria interrogativa. – che intendi dire?
-          Quando ero un adepto facevamo in modo che l’umanità avesse almeno un dubbio riguardo l’esistenza degli alieni. 
-          In che modo?
-          Bhè – si schiarì la voce – hai presente i cerchi nel grano? Le persone che dicevano di essere state rapite?
-          Si, si non ho mai creduto nemmeno a questo – rispose roteando gli occhi con un mezzo sorriso – dunque?
-          E dunque, era tutto merito nostro. Sapevamo che il mondo avrebbe creduto a questo e avrebbe distolto lo sguardo dalla verità, ovvero il rapimento del Corpo di Cristo descritto nelle Scritture.
 
  
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