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Autore: BlueHairGirl    21/09/2012    0 recensioni
Giornata tipo delle principesse di Loving, un mondo situato al centro dell'universo, dove la magia è ordinaria e al posto della campanella le scuole annunciano i cambi dell'ora con il canto della fenice.
Ma, come tutte le adolescenti, anche a Sakura e Mytyeyna piace distrarsi: dentro il loro immenso castello esiste un salone dove i loro poteri si sbizzarriscono a formare chiome di lunghezza e colore ogni volta più strano!
Genere: Comico, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sakura stava leggendo un manga, come al solito, seduta alla scrivania, davanti al computer in stand-by, mentre Mytyeyna ascoltava la musica dall’iPod, distesa sul letto, guardando nel vuoto.

« Deludente » disse Sakura dopo un po’, mettendo il manga nella libreria.

« Ah, si? » chiese Mytyeyna, disinteressata.

« Oh, finisce male … come sai, sorellina, odio i finali tristi … » rispose la ragazza, tornando al computer.

« Oh, sono meglio di alcune storie sdolcinate … » la rimbeccò la sorella.

« Sta’ zitta! » disse Sakura, alzando la voce, mentre si passava una mano fra i capelli castani, così corti da sembrare quasi rasati.

« Ok, ok, va bene … ».

Sakura spense il computer, e si alzò, stiracchiandosi.

« Dobbiamo andare … » disse annoiata.

« Oh, no! » si lamentò Mytyeyna. « E dobbiamo anche sistemare i capelli, vero? » aggiunse, guardando triste il colore rosa acceso delle sue ciocche.

« Sai come sono quelle vecchie della scuola » disse Sakura, e allungò una mano, facendo diventare i capelli della sorella magicamente da rosa a biondo chiaro. Lo stesso fece l’altra, e i capelli di Sakura divennero lunghi fino alla vita, come sarebbero dovuti essere.

Con un altro movimento della mano, al posto dei complicati vestitini che amavano portare comparvero due divise identiche, e le due sorelle si avviarono fuori dal loro enorme castello. Camminarono un po’, poi si ritrovarono davanti a una grande arcata, che si apriva in un giardino immenso, e al centro una costruzione: la scuola di magia più prestigiosa di Lovely, la loro città.

Si udì il canto di una fenice, segno che le lezioni stavano iniziando, e loro cominciarono a correre, ma quando arrivarono nella loro classe, la lezione era già iniziata …

« Sempre in … hic! ... ritardo, eh?... hic … voi principesse … hic! » disse una donna sulla sessantina, bionda, molto grassa, e con una bottiglia di liquore in mano: la professoressa di magia.

« Scusaci, Cocoro … » disse Sakura, prima che Mytyeyna potesse intervenire, e quindi sparare una frecciatina contro la professoressa, « Ma sai com’è, gli affari a corte … ».

E guidò sua sorella con la mano fino al loro banco, perché voleva tornare alla cattedra e protestare. Mytyeyna era una persona piuttosto impulsiva, e senza Sakura sarebbe stata incontrollabile. Anche Sakura si sarebbe trovata nei guai senza la sorella, sempre dolce e gentile con tutti, anche quando non doveva. Erano fatte così, uniche e doppie, una il buio e l’altra la luce, una il sole e l’altra la luna, insomma, la coppia giusta per governare il paese. Eh, sì, il destino delle due ragazze sarebbe stato questo, governare il loro mondo, Loving, e farlo vivere nella pace per sempre.

 

Sakura ascoltò un po’ annoiata, mentre Mytyeyna pensava ad altro, come al solito. Iniziò a giocherellare con i capelli della sorella, dandole fastidio. Quando, finalmente, arrivò la parte pratica, Mytyeyna stava per addormentarsi. Dopo cinque minuti la fenice riprese a cantare, e loro uscirono dall’aula. Continuò così fino alle cinque del pomeriggio, dopodiché uscirono dalla scuola stanchissime.

Tornate a casa, le due sorelle, si sedettero sul letto di Sakura, e per un po’ criticarono i professori, poi, stufe, tornarono al loro passatempo preferito: modificare il loro look. In realtà, era un po’ strano che a Sakura andasse bene, ma la sorella l’aveva cercata di convincere troppe volte da piccola, e alla fine aveva accettato. Convinta che fosse una cosa banale, cambiò idea presto, quando iniziò a divertirsi sul serio.

Sakura e Mytyeyna andarono in una stanza del castello, un enorme salone da parrucchieri, e Mytyeyna si sedette, in attesa.

Sakura pensò un po’, poi allungò la mano e sfiorò i capelli della sorella.

« Neri? » chiese.

« Banale. » rispose l’altra.

« Rossi? ».

« Brutti. ».

« Bianchi? ».

« Ti faccio a fettine! ».

« Ok, ok, scherzavo … » la ragazza ci pensò un po’ « Neri e meche viola!! ».

« Perfetto ».

Sakura mise le mani sulla testa della sorella, toccandole i capelli. Questi diventarono neri come l’inchiostro, tranne che per alcune ciocche, di un viola intenso.

« Che te ne pare? » chiese Sakura.

« Grandissima sore! » rispose Mytyeyna.

« Ora tocca a te … mi raccomando! » continuò Sakura, fulminando la sorella con lo sguardo mentre si sedeva su un’altra poltroncina.

Mytyeyna si alzò, sfiorando i suoi “nuovi” capelli, e andò davanti all’altra ragazza. Anche lei pensò, ma molto più di Sakura, e questa dovette protestare varie volte prima che sua sorella si decidesse.

« Ci sono » annunciò la principessa, con gran sollievo di Sakura. « Scalati da due centimetri a trenta? ».

« Te lo scordi ».

« Mmm, lunghissimi, magari fin… ».

« No! ».

« Uffa, non ti capirò mai … ».

« Non mi aspetto che tu lo faccia, però muoviti! ».

« Ok, ok … Ho deciso! Cortissimi sulla nuca tranne che per la frangia e che finiscono con un caschetto; due ciocchette davanti lunghe. ».

« Perfetto … ».

Mytyeyna allungò la mano, ma con calma, perché il suo lavoro chiedeva più tempo. Pian piano, i capelli di Sakura iniziarono ad accorciarsi sempre di più, fino a diventare cortissimi, tranne la frangetta e dietro, lunghi fin quasi alle spalle. Infine Mytyeyna andò davanti alla sorella, e riallungò due ciocche, una fino al mento e l’altra sulla spalla.

Poi successe. Una forte esplosione vicino al loro castello le fece sobbalzare.

Sakura si alzò di botto.

« Cos’è stato? » chiese.

« Non lo so … » rispose Mytyeyna.

« Lo sai vero che è compito nostro? ».

« Eh, sì... Andiamo! ».

La finestra si spalancò, e le principesse saltarono sotto, mentre un alone di luce le avvolgeva. Si posarono a terra, ma con dei nuovi abiti.

Mytyeyna aveva un top e una minigonna viola, con calze, ballerine e orecchini neri, i capelli raccolti in una coda di cavallo sulla nuca. Sakura aveva un vestito blu con leggins bianchi e scarpine blu, i capelli diventati lunghi fino alle spalle, sciolti, le due ciocche davanti diventate treccine. La ragazza si fermò.

« Oh, no, lo sapevo! » disse Sakura, lisciandosi i capelli dietro. « Così sono terribili, non abbastanza corti da non darmi fastidio, né abbastanza lunghi da legarli... » .

Mytyeyna la guardò sconsolata.

« Possiamo tornare su, vedo di sistemarteli in qualche modo... » propose.

« Tanto anche se li legassi, mi darebbero fastidio, se tu li accorciassi, si allungherebbero comunque come adesso. L'unica soluzione è... » spiegò Sakura.

« Non puoi farlo, lo sai che non c'è antidoto! » protestò Mytyeyna, intuendo il piano della sorella.

« Lo so, ma non ho altra soluzione... tu avviati, va' a vedere che succede, io ti raggiungo! » disse Sakura, poi si alzò in volo e tornò nel grande salone.

Quello che voleva fare era precipitoso, non da lei, perché quando faceva una cosa senza pensarci se ne pentiva, sempre. Ma non aveva scelta, non sarebbe riuscita a combattere con i capelli davanti agli occhi. Non potendo usare i poteri magici su se stessa, trovò quello che cercava in un cassetto, si avvicinò al grande specchio e rimase ferma per un attimo, guardando le forbici luccicare nella sua mano. Le sarebbe occorso tempo, perciò decise di fermarlo con un potentissimo incantesimo di luce, dopodiché tornò a concentrarsi su quello che doveva fare. Fissò i suoi occhi verde smeraldo, ma non stette a pensarci di più, anche se nella scuola l'avrebbero criticata, forse sospesa per quello che stava per fare, non era da principessa, né dal suo carattere, ma era pur sempre un'adolescente.

I capelli cadevano lentamente, fin troppo per Sakura, che non vedeva l'ora di finire; ma stava facendo un lavoro perfetto, non tirato là, ma ben calcolato come ogni suo gesto. Dopo circa venti minuti, ma non poteva dirlo con esattezza perché gli orologi erano fermi, al posto degli scomodi capelli lunghi sulle spalle, c'era un corto taglio, come a caschetto disordinato. Era bellissimo e le stava bene, ma non credeva che avesse risolto il suo problema, praticando le arti marziali i capelli non legati erano molto scomodi. Represse l'istinto di farli riallungare con la magia e prese da un altro cassetto uno strano oggetto, più rude delle forbici ma migliore per quel che doveva fare. Lo regolò e iniziò a passarlo sulla testa, lasciando al posto della chioma mossa solo pochi centimetri di capelli che non avrebbero potuto disturbarla neanche volendo. Finì piuttosto presto e, senza prestare attenzione a tutti i ricci depositati ai suoi piedi, né al fatto che se non fosse stato per il trucco estremamente femminile aveva un look da maschio che non avrebbe potuto modificare per un po', perché creato da lei stessa volontariamente, uscì di corsa.

Il tempo riprese a scorrere, e Sakura raggiunse la sorella, intenta a osservare il luogo devastato dall'esplosione.

« Eccomi » annunciò.

« Velocissima! Ma cosa hai combinato? Avevi detto che li accorciavi, non che volevi rasarli quasi del tutto... » la accolse Mytyeyna, scioccata.

« Cosa è successo? » chiese la ragazza dagli occhi verdi, cambiando discorso.

« Zarbon credo...con l'aiuto di Jurman. Un esperimento nemico ».

« E adesso dove sono? ».

« Laggiù, stanno guardando qualcosa... ».

Sakura puntò gli occhi sul punto in cui guardavano quelli azzurro ghiaccio della sorella. Due uomini stavano osservando qualcosa di non visibile a quella distanza. Quei due erano orribili; Zarbon aveva lunghi capelli verdi, lasciati liberi sulle spalle, portava un mantello azzurro chiaro e sotto una strana tuta attillata, con degli stivali fuori moda; Jurman era calvo, in compenso aveva un pizzetto lunghissimo, anche lui aveva un mantello, ma nero, e portava una maglietta a maniche corte e un paio di pantaloncini estivi, con gli stessi stivali del compagno.

« Non hanno proprio gusto, quei due! » commentò Sakura.

« Già... avrebbero bisogno di una lezione, direi, in tutti i sensi! » rispose Mytyeyna.

« Che dici, Myty,tornado di fuoco? » chiese Sakura, ma senza attendere una risposta iniziò a formare dalle mani una scintilla che si trasformò in un piccolo fuoco, la ragazza ci soffiò sopra e il fuoco prese a vorticare sempre più veloce, mentre si ingrandiva anche di dimensioni.

« Che dici Saku, ghiaccio con scarica elettrica? » disse per risposta la sorella, mentre sul suo palmo si formavano sempre più dardi di ghiaccio, che a contatto con la pelle di Mytyeyna prendevano elettricità dentro di loro. Le principesse scagliarono contemporaneamente le “armi” contro i due uomini, i quali, colti di sorpresa, non seppero difendersi e caddero a terra svenuti.

« Sì! » dissero le due ragazze in coro, abbracciandosi.

Presero i due corpi e li legarono insieme con le estremità dei mantelli, poi li trasportarono, tramite la levitazione, in una buca a tre metri di profondità, e li abbandonarono. Non sarebbero certo morti, ma almeno per un po' erano fuori gioco.

Sakura e Mytyeyna tornarono nel castello, in camera loro, felici ma stanche.

« Adesso come farai? » chiese Mytyeyna.

« Con la scuola? » rispose Sakura sorridendo, « beh, se mi sospendono, ci mando papà, se mi brontolano... dormo mentre parlano, tanto non sarà di certo costruttivo! », e scoppiò a ridere con la sorella.

« Tanto con un po' di fortuna ricresceranno molto presto, ma possiamo sempre usare una parrucca, basta chiedere alla direttrice, lei sì che le usa! Ogni giorno ha una diversa pettinatura... e non ha i nostri poteri! » .

« Beh, sì, l'importante è resistere alla tentazione di cambiare pettinatura per un po'... ».

E risero di nuovo.

  
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