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Autore: bambolinazzurra    23/09/2012    3 recensioni
Axel è uno studente che lavora in un piccolo bar. Un bel giorno il bar in questione viene scelto da tre strani personaggi come ritrovo giornaliero. Fin qui tutto più o meno normale.
Ora inserite una sorella minore quasi maggiorenne ossessionata da un giovane attore dai grandi occhi blu. Aggiungete l'uscita di un nuovo film dell'attore in questione, un pizzico di flirt innocente, giusto una spruzzata di Rikku e otterrete questa storia.
Giusto Xemmy?
"Xemnas"
Fa lo stesso!
Buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Kairi, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Allora, comincio col dire che non ricordo nemmeno più come mi è venuta in mente questa idea. Mi sono semplicemente seduta e ho scritto, quindi non garantisco un risultato impeccabile. Ad ogni modo, spero che vorrete leggerla comunque.
Enjoy!

Era l’inizio di quella che probabilmente sarebbe stata un’altra lunga ed estenuante giornata, in quel piccolo bar di provincia. Era un locale rustico e poco frequentato, ma aveva comunque il suo bel giro di clienti abituali che amavano saltar fuori nei momenti più impensati in gruppi da almeno dieci persone, premendo per essere serviti tutti insieme, con grande disappunto del personale, costretto a fare buon viso a cattivo gioco.
Axel lavorava lì da poco più di tre settimane e aveva appena cominciato a prendere il ritmo giusto, memorizzando pian piano i gusti di ciascun cliente e diventando giorno per giorno più veloce e meno goffo nell’eseguire i suoi incarichi. Non era certo il suo lavoro ideale, ma in qualche modo doveva pur pagarsi gli studi, giusto?
Comunque tutto sommato gli piaceva stare a contatto con la gente, ogni giorno poteva osservare diverse persone interessanti, tanto in senso positivo quanto in senso negativo. Oh, e gli capitava di flirtare con un sacco di ragazze, anche se spesso erano più loro a provarci spudoratamente con lui. Il suo capo non scoraggiava Axel dall’accettarne gli occasionali numeri di telefono, anche in orario di lavoro, perché quel pizzico di attrazione avrebbe portato da loro più clientela, perché le ragazzine interessate al suo banconista-cameriere avrebbero portato con sé delle amiche per poter continuare a fargli gli occhi dolci. Era anche per questo che preferiva assumere personale giovane e attraente.
- Ehi, ragazzo. Fammi un caffè, di corsa! –
Axel si voltò con un lieve sorriso verso l’uomo che l’aveva apostrofato, lasciando perdere momentaneamente le tazze che stava mettendo in lavastoviglie.
- E come te lo preparo oggi, Xaldin? –
- Nero, come la mia anima – rispose un omaccione con lunghi capelli scuri e folte basette.
Poi fece una falsa risata malefica. Axel ridacchiò a sua volta e attivò la macchina. Xaldin era uno dei clienti abituali con cui aveva più confidenza. Perché? Perché l’uomo l’aveva preso in simpatia, ecco tutto.
Rikku era all’esterno a pulire dei tavolini. Era una ragazza simpatica e solare e capitava spesso che canticchiasse sul lavoro. Di solito durante il suo turno era lei ad accogliere i clienti con un allegro “Salve! Benvenuti al Caffè Moguri! Spero che troverete tutto di vostro gradimento, kupo!”. Axel era molto contento di non dover dire lui quella stupida frase, si sarebbe sentito ridicolo a usare una parola come “kupo”. O a dover indossare un berretto con pom pom rosso, quando di solito se la cavava con una stretta coda di cavallo per tenere a bada la sua criniera scarlatta.
- Salve, benvenuti al Caffè Moguri! Spero che troverete tutto di vostro gradimento, kupo! –
Appunto.
Axel si voltò verso l’ingresso proprio mentre entravano tre persone: un uomo con lunghi capelli argentei, un ragazzo alto più o meno quanto Axel, con capelli a spazzola castano chiaro e un ragazzino con un berretto in testa e un paio di occhialini da vista con la montatura sottile e lucente.
- Ciao! – esclamò allegramente il ragazzo dai capelli a spazzola, avvicinandosi al bancone – Vorremmo un caffè, un succo al mirtillo e… - si interruppe e guardò verso i suoi compagni, che si erano accomodati in un angolo appartato del locale – Ehi, R… Ramoscello! Tu cosa volevi? –
Il ragazzino lo guardò male per un momento, apparentemente infastidito dallo strano soprannome, poi scosse la testa e indicò con il pollice il retro della propria felpa a scacchi bianchi e neri.
- Oh, sì. Allora un caffè, un succo al mirtillo e un cappuccio… voglio dire, cappuccino –
Axel ridacchiò e fece un cenno amichevole al ragazzo.
- Subito! Puoi accomodarti, ve li porto al tavolo tra un momento –
- Grazie mille! –
E si allontanò, senza accorgersi che il rosso lo stava osservando con discreto interesse.
- Neanche per sogno, Axel! – lo rimbrottò scherzosamente Rikku, porgendogli un vassoio carico di tazze sporche - Ricordi cos’avevamo concordato? Al lavoro i bei ragazzi sono miei e le belle ragazze tue! –
Sì, Axel era bisex e non ne faceva mistero.
- Sta’ calma, guardavo soltanto – rispose con disinvoltura, preparando l’ordinazione dei tre.
Rikku gli sorrise e tornò fuori a recuperare altre tazze.
- Ecco a voi! – sorrise Axel, arrivando al tavolo con un vassoio e posando il tutto ai posti giusti.
- Ma noi non abbiamo ordinato i biscotti – fece l’uomo indicando il piccolo piatto.
- Quelli li offre la casa, signore! Sono di nostra produzione, li serviamo con i prodotti a base di caffeina. Su ordinazione facciamo anche crostate e torte di compleanno –
- Yay, biscotti! – esclamò il ragazzo coi capelli a spazzola, addentandone subito uno e chiudendo gli occhi in preda all’estasi.
Axel non riuscì a trattenere un sorriso divertito, così come il ragazzino. Istintivamente si guardarono. Dietro gli occhiali, i suoi occhi erano di un azzurro molto intenso. Il ragazzino lo fissò piegando leggermente la testa.
- Grazie – disse – Devono essere davvero buoni –
- Lo sono, ogni volta che ci passo davanti sembrano dirmi “Mangiami, mangiami!”, ma quando do retta a quelle vocine tentatrici il capo mi sgrida – Axel si grattò la nuca, mentre il ragazzo continuava a sorridere, mostrandogli due file di denti bianchissimi – Ma forse sto parlando troppo. Godetevi la vostra colazione e… uhm… chiamatemi se vi serve altro, d’accordo? –
- Va bene. Ehi, senti un po’, avremmo bisogno di questo tavolo per diciamo… un paio d’ore, forse di più. È possibile? –
- Certo, purché ordiniate qualcosa di tanto in tanto –
- Nessun problema, visto come si stanno mettendo le cose penso che fra poco avremo bisogno di almeno un altro piatto di biscotti. Ehi, Demyx, lasciamene uno! – esclamò improvvisamente, sporgendosi sul tavolo.
Axel ridacchiò di nuovo e si allontanò. Però che strano, la voce del ragazzino era vagamente familiare… Poi scrollò le spalle, probabilmente era solo un’impressione.
Non si accorse degli occhi ambrati dell’uomo al tavolo che lo seguivano fino al banco, pensierosi e calcolatori.
Invece il ragazzo chiamato Demyx sussurrò al più giovane:
- Che ti salta in mente, vuoi far saltare la copertura? Non avresti dovuto parlare normalmente, qualcuno potrebbe riconoscerti! –
- Lo so, è stato istintivo. Ma comunque nessuno si aspetterebbe di vedermi in un posto così dimesso –
- Non è dimesso, è rustico e accogliente. E secondo me gli potrebbe far comodo un po’ di pubblicità, avrebbero molti più clienti –
- Sì, ma non so se sarebbe un bene. Questo posto mi piace proprio perché non è snob e alla moda come i locali che si aspettano che io frequenti. È intimo e rassicurante, perché dovrebbe cambiare? Sai bene che succederebbe proprio questo se dovessimo fargli pubblicità –
- Hai ragione –

Si instaurò una specie di routine. Tutti i giorni alle 7.30 precise i tre entravano e si sedevano allo stesso tavolino, l’uomo con un portatile e delle scartoffie, Demyx con cuffie, quaderno pentagrammato e, di tanto in tanto, una chitarra e il ragazzino con un pacco di fogli stampati, una cartellina rigida e una matita. Si sedevano rispettivamente con la schiena all’ingresso, di fronte all’ingresso e con il viso rivolto verso il bancone.
Ogni volta che Axel li serviva i due più giovani lo coinvolgevano in una breve conversazione, mentre l’uomo si limitava a seguire con interesse gli scambi.
- Quindi lavori per poter finire gli studi? Io mi sono recentemente diplomato in conservatorio! – esclamò Demyx, che aveva 24 anni, tre più di Axel.
- Io invece ho appena finito il liceo linguistico – borbottò l’altro, che aveva diciott’anni, ma ne dimostrava quindici scarsi – Comunque, come ti chiami? Parliamo spesso e mi sento a disagio a non saperlo –
- Il nome che cerchi è Axel! Got it memorized? Il tuo lo me lo dici o posso semplicemente chiamarti “dolcezza”? – flirtò scherzosamente.
Il ragazzino rise.
- Sei pessimo! –
- No, sono Axel! – rise il rosso.
- Rocco –
- Un nome, una garanzia! –
Rocco rise di nuovo.
- Ancora peggio! Sta’ zitto e portami un altro cappuccino, per piacere –
- E un altro piatto di biscotti! – aggiunse Demyx.
- Rocco? – chiese l’uomo, una volta che Axel si fu allontanato.
- È un nome come un altro. Dovevo pur dirgli qualcosa, eh, Xemmy? –
- Xemnas –
- Fa lo stesso –

- Kairi! Non dovresti fare i compiti? Devo ricordarti che questo è l’anno prima della maturità? Accidenti, non farmi comportare da madre rompiscatole, quello deve farlo… beh… mamma! –
- Ma Ax! La scuola è appena cominciata! E poi questo è un film con Roxas Strife! –
- Roxas chi? Quell’attore di cui parli sempre e di cui hai visto tutti i film almeno dieci volte? –
- Sì! Guardalo, non è bellissimo? –
- Meraviglioso. Ora se vuoi scusarmi… -
- Ma se non l’hai nemmeno… -
- Kairi. Sono appena tornato dal lavoro e sono stanco e devo ancora studiare – sospirò rassegnato al broncio della ragazza - Lasciami almeno fare una doccia e poi vengo a vedere la tv per un po’ –
- Peccato, ti perdi il meglio, sta per dire la mia battuta preferita: “Questa è la mia storia. Tu non ne fai parte”* –
Con perfetto tempismo, mentre Axel si avviava verso il bagno, udì la voce dell’attore pronunciare la stessa frase. Corrugò la fronte e si strappò l’elastico dalla testa mentre chiudeva la porta, per poi saltare immediatamente sotto il getto d’acqua rigenerante.
Quando tornò nell’altra stanza il film era già finito e Kairi stava diligentemente studiando. Tuttavia aveva trovato il tempo per preparargli uno spuntino. Sorrise intenerito e andò a sedersi accanto a lei con i propri libri.

- Ehilà, Rocco! –
- Ehi, Axel. Il solito, per favore –
- Che fine ha fatto Demyx? –
- Sta parlando con Rikku – Rocco guardò Axel sollevando ritmicamente le sopracciglia e sorridendo in modo significativo.
- Suppongo che Rikku ne sarà contenta, lo tiene d’occhio dal primo giorno –
Proprio in quel momento Demyx entrò a sua volta nel bar con aria euforica.
- Indovina un po’, Ro! Ci siamo scambiati il numero! –
- Buon per te! –
Intanto dall’impianto stereo si diffuse la voce della cronista del radiogiornale.
“… e il ruolo da protagonista verrà interpretato dal giovanissimo Roxas Strife. Il film sarà disponibile nelle sale a metà gennaio…”
Axel rise di gusto, attirando gli sguardi interrogativi dei pochi clienti e facendo voltare il titolare.
- Cosa? – chiese Demyx, incapace di contenere la curiosità.
- La notizia – sghignazzò Axel – Mi ha fatto giusto venire in mente… -
- Problemi con l’attore? – chiese sarcastico Xemnas.
- Nah – Axel sventolò una mano con noncuranza, gli occhi puntati sull’uomo – Pensavo semplicemente a mia sorella, che va pazza per il ragazzo. Me la immagino lì a fare la fila sotto la pioggia pur di vedere il film il primissimo giorno –
Demyx ridacchiò e Axel gli strizzò l’occhio.
- Comunque per quanto mi riguarda io preferisco Rocco, è molto più affascinante. Non è vero, dolcezza? –
Rocco sbuffò, ma non riuscì a trattenere un sorrisetto.
- Scommetto che lo dici a tutti i ragazzi che passano di qui –
- Ai bei ragazzi. E anche alle belle ragazze – ammise spudoratamente Axel – Il bello di non avere preferenze è che si ha il doppio delle possibilità di trovare persone di proprio gusto! –
- Axel… - fece Cid in tono di avvertimento.
- Ops, ho esagerato. Scusa capo! –
Cid ghignò e tornò sul retro, mentre Rocco si accasciava sul tavolo, cercando di mandar via il singhiozzo dovuto alla propria risata isterica. Axel fu costretto a portargli un grosso bicchiere d’acqua
I mesi seguenti passarono in un lampo. Xemnas, Demyx e Rocco continuavano a fare colazione al Caffè Moguri tutte le mattine. Demyx si intratteneva spesso all’esterno con Rikku, con cui ora si vedeva anche al di fuori del suo orario di lavoro. Invece Rocco aveva stretto una salda amicizia con Axel, che trovava una piacevolissima compagnia, era un ragazzo molto in gamba e sempre pieno di entusiasmo e quel suo modo scherzoso di flirtare con tutti senza provarci con nessuno lo divertiva alquanto. Da parte sua, Axel era molto incuriosito da Rocco, era intelligente e spiritoso e sapeva stare allo scherzo. Sotto le sue battute occasionali c’erano sempre significati nascosti e motti arguti. Aveva una visione piuttosto cinica e disincantata della vita, spesso contraddetta da un’apparente vena romantica che spuntava fuori nei momenti più strani.
E poi ad un tratto, dopo Natale, i tre non si fecero più vedere. Rikku gli confidò che Demyx era molto agitato ultimamente e si vedevano molto di meno.
- … come se si stesse preparando a un grande evento o qualcosa del genere. Ma perché lo chiedi a me e non al tuo amico? –
- Perché non ho il suo numero, a differenza tua con Demyx –

- Axel, Axel, Axel, Axel! –
- Cosa, che c’è? –
- Accompagni me e Selphie al cinema a vedere “Kingdom Hearts”? –
- Uh? E che sarebbe? –
- È il nuovo film in cui Xion Leonheart e Roxas Strife sono coprotagonisti! –
Axel sghignazzò.
- Oh, meglio di Batman e Robin! –
- Smettila! Allora, ci accompagni o no? Potresti vederlo con noi! –
- D’accordo, ma non ho nessuna intenzione di andarci il primo giorno. Prendere o lasciare –
- Affare fatto –

Un giovane con la testa coperta dal cappuccio di un impermeabile nero guardò ansiosamente un alto ragazzo dai capelli rossi che entrava con due ragazze nel cinema, dopo aver acquistato tre biglietti per “Kingdom Hearts”. Sospirò ed entrò a sua volta, pronto ad assistere allo spettacolo da un angolo nascosto della sala stipata.

Il film, pensò Axel, non era poi tanto male. Parlava essenzialmente delle avventure di Ventus e Aqua, due membri speciali di una specie di gang chiamata Organizzazione XIII, formata da esseri senza cuore (letteralmente) e senza scrupoli che combattevano per conquistare un qualcosa chiamato appunto Kingdom Hearts. Per farlo dovevano raccogliere cuori sconfiggendo dei mostriciattoli chiamati Heartless con delle spade a forma di chiave. Nel frattempo Ventus e Aqua stringevano amicizia tra loro e con un altro membro incappucciato dell’Organizzazione di cui, per qualche motivo, non si sentiva mai la voce e di cui si leggevano le battute dai sottotitoli. I due lo chiamavano Reno. Ovviamente la storia si complicava, Aqua sfuggiva all’Organizzazione e l’amicizia tra Ventus e Reno entrava in crisi per questo e per altri motivi che riguardavano il passato di Ventus. Alla fine quest’ultimo era costretto ad uccidere Aqua per poter sopravvivere.  **
Da un angolo nascosto della sala lo spettatore incappucciato seguiva distrattamente il film, rosicchiandosi le unghie per la tensione. Quando fu il momento della scena più struggente scosse la testa. Era venuta bene, sì, ma non gli erano mai piaciuti i momenti troppo lacrimevoli.
- Aqua, no! Ora con chi mangerò il gelato? –
Una risata travolgente interruppe il silenzio commosso in sala.
- No, Axel! Shh! – si sentì sussurrare istericamente.
Lo spettatore misterioso fece un sorrisetto e uscì dal cinema silenziosamente come ci era entrato.

- Salve! Benvenuti al Caffè Moguri, kupo! Che bello rivedervi! –
Axel si voltò solo per notare che tre pecorelle smarrite erano tornate all’ovile.
- Ciao Axel! Ci prepari il solito? Ma al posto del mirtillo una cioccolata calda! –
- Arriva subito! –
Axel portò al tavolo le ordinazioni.
- Ehilà, Rocco! – esclamò, grattandogli il cuoio capelluto attraverso il berretto di lana blu che aveva in testa.
Il ragazzino lo guardò ad occhi sgranati, come se non si aspettasse un saluto del genere.
- Che ti prende, amico? Giornata storta? –
Rocco scosse la testa, sempre senza parlare. Xemnas guardò incuriosito Axel, che gli fece un gran sorriso.
- Godetevi la vostra colazione. Se avete bisogno di me fatemi un fischio! – disse allegramente.
Rocco si avvicinò al bancone.
- Axel… io… -
- Sai, oggi finisco alle 10.30 – lo interruppe Axel - Se ti fermi da queste parti poi possiamo andare a casa mia e fare una partita a quel videogioco di cui ti avevo parlato –
Il ragazzo sorrise.
- Volentieri, grazie –

In macchina non parlarono, si limitarono a godersi un confortevole silenzio.
Una volta a casa di Axel, il rosso lo condusse in camera sua e coprì l’ampia finestra con le tende.
- Allora, di cosa volevi parlarmi, Roxas? –
- Mi dispiace che tu l’abbia dovuto scoprire così – disse a testa bassa – Avrei dovuto parlartene -
- Così come, esattamente? –
- Vedendo il film –
- Chiariamo una cosa. A me non è affatto simpatico Roxas Strife –
Rocco, o meglio, Roxas non fiatò e continuò a fissare il pavimento piastrellato, lottando per tenere a bada le emozioni.
- È un bravo attore e un bel ragazzo, oggettivamente. Ma non mi piace –
- Capisco –
- Lo so che capisci. Perché io ti ho esplicitamente detto che preferisco Rocco Strife –
Roxas sollevò di scatto la testa e lo guardò con tanto d’occhi.
- Ti sembra strano, eh? Ma mi hai sempre mostrato il te stesso autentico pur mentendomi sulla tua identità. Quello è il mio amico, quella è la persona che io conosco e apprezzo. E non pensare di avermi tratto in inganno, sai. Sapevo che eri tu da prima di quello stupido film –
- Come? –
- Mia sorella è ossessionata da te, ricordi? Vede così spesso quei dvd che quasi li so a memoria anch’io. I tuoi occhi e la tua voce sono inconfondibili per chi è allenato come lei. Io ci ho messo un po’ per collocare quegli indizi al posto giusto, per via del tuo “travestimento” – gli tolse occhiali e berretto – e perché, andiamo, chi si aspettava di vedere un giovane attore famoso in un posto come il Caffè Moguri? Ma dopo le prime due settimane… -
Ghignò e lasciò la frase in sospeso.
- Ti ho sentito ridere in sala –
- Oh, quindi c’eri! Sì, non ho potuto farci niente, vederti lì con le lacrime agli occhi e poi sentirti dire una frase così è stato troppo. Insomma, uno vede la propria migliore amica morire e pensa che non ha più nessuno con cui mangiare il gelato? È geniale! E spezza la tensione che è una meraviglia! –
- Grazie, è stata una mia idea e lo scopo era esattamente quello. È stata un’improvvisazione e fortunatamente il regista non ha avuto da ridire. Ha pensato che fosse un tocco da maestro perché dava al mio personaggio “un credibile tocco di ingenuità e innocenza” –
Risero entrambi e per un po’ non riuscirono a smettere.
- Ora è più facile accettare che tu e Roxas siate la stessa persona –
- Accidenti, spero che Xemnas non sia troppo arrabbiato che tu ci abbia scoperti –
- Ma lui chi è per te? –
- Il mio agente. Demyx è mio cugino –
- Capisco. Ora… uhm… che ne dici di quella partita? –
- Preparati, sono un asso! –
- Non mi batterai, asso –
- No, sarà Roc-sas a batterti! Got it memorized? –
Axel gli diede uno scappellotto per avergli rubato la battuta.

- Ohi, ma perché Reno non parla mai?! Kairi se lo chiede da un pezzo –
Axel era seduto con Roxas e Xemnas durante la sua pausa e stava parlando a voce bassissima.
- In realtà – svelò Roxas, ancora una volta travestito da Rocco – Il personaggio di Reno è misterioso, ma ha un ruolo importante nella vita di Ventus –
- Sì, beh, è stato il suo maestro e migliore amico. Ma questo non spiega perché non si senta la sua voce e non lo si veda senza cappuccio –
Roxas sorrise e non rispose e Xemnas incrociò le braccia.
Axel tornò alla carica.
- Ha qualcosa a che fare con un eventuale seguito? Il finale lascia intuire che la storia prosegue. È così? –
- Forse… - concesse Roxas.
- Rocco! – lo sgridò l’uomo – Sai che non dovresti parlare di cose del genere prima che la notizia ufficiale sia divulgata! –
- Andiamo Xemmy, non lo dirà a nessuno! –
- Xemnas –
- Fa lo stesso –
- Già. E poi se avessi voluto svelare dei segretucci l’avrei fatto già da un pezzo, Xemnas
- È Xemmy! – poi l’uomo spalancò gli occhi accorgendosi di ciò che aveva detto. Scrollò le spalle, rassegnato – Oh, beh. Fa lo stesso -
 
Roxas osservò Axel che camminava nervosamente nella sua stanza, borbottando tra sé e grattandosi nervosamente il cuoio capelluto.
- Che ti succede? Non che sia così importante, ma eravamo qui per un’altra partita –
- Il compleanno di Kairi è tra pochi giorni e compie diciott’anni e io non ho idea di cosa regalarle! Voglio che sia qualcosa di speciale, ma non ho proprio idee –
- Cosa le piace? –
- Un sacco di cose, ma la sua preferita sei tu. Solo che non posso mica metterti un fiocco in testa e farti spuntare nudo dalla sua torta di compleanno! –
- Ehm, perché no? Ovviamente però mi terrei i vestiti addosso –
- Cosa? Davvero, saresti il suo regalo? –
- Sì, ma dovrà essere in segreto, o non potrò più venire a trovarti sul lavoro –
Axel lo abbracciò con tanto entusiasmo che si ritrovarono ingarbugliati sul pavimento.

- Sono tornata! –
- Beh, fila a farti una doccia, sorellina, e fatti più bella che puoi! –
- La festa comincia alle 8 e sono appena le 4! –
- Fidati di me e raggiungimi in camera mia appena hai finito, ma non dimenticarti di bussare! –
In camera di Axel.
- Quanto tempo pensi ci metterà? –
- Non molto, le do una ventina di minuti. Tutto il tempo di batterti un paio di volte a Tekken –
- Vedremo chi batterà chi – ghignò Roxas.
Venti minuti dopo (più o meno) si udì bussare.
- Un minuto! – gridò Axel, per poi bisbigliare a Roxas – Svelto, mettiti al tuo posto, ti aiuto –
La porta si aprì lentamente e Kairi fu accolta dalle dolci note di una melodia composta da Demyx, il suo contributo per la sorpresa di Axel. Una mano coprì gli occhi della ragazza e una voce da lei ben conosciuta le sussurrò all’orecchio.
- Buon compleanno, Kairi. Il mio regalo per te – e la lasciò libera.
Kairi guardò stupefatta l’enorme scatola posizionata in verticale sul pavimento. Era tutta blu con su disegnato un nastro rosso che la percorreva in senso orizzontale e poi verticale, per incontrarsi al centro in un gran fiocco; la forma, tuttavia, era più simile a quella di un sarcofago.
- Per poter accedere al tuo regalo, tuttavia, devi pronunciare le parole magiche –
- Abra kadabra? –
- Acqua! –
- Sim sala bim? –
- Acqua! –
- Apriti sesamo? –
- Oceano! –
- Axel, ti prego! –
- Fuochino, ma più semplice –
- Ehm… Per favore? –
Axel sghignazzò.
- Ora sì che ci siamo! Fuoco!
La scatola iniziò ad aprirsi da sola e Kairi fece un salto per lo spavento. Il rosso le mise una mano sulla spalla e l’avverti frettolosamente di non urlare per nessun motivo, “… qualsiasi cosa tu veda”. Proprio in quel momento Roxas uscì dal “sarcofago”, bello come il sole, con degli attillati jeans neri e un’aderente camicia bianca.
- Piacere di conoscerti, finalmente, Kairi. E buon compleanno! –
- Tu… tu non sei un sosia, vero? – disse tremando la ragazza.
- Non che io sappia – scherzò Roxas – E Axel ha detto che mi avresti riconosciuto tra mille –
- Infatti –
E senza preavviso Roxas si ritrovò la ragazza ridente tra le braccia.
- Axel, grazie, questo è il regalo migliore del mondo! –
- Sapevo che ti sarebbe piaciuto, ma ricorda che è un segreto! –
- Vuoi dire che non potrò mostrarlo a nessuno? –
- Mi dispiace, Kairi –
- Non importa, è comunque qualcosa che non vorrei condividere –
Roxas rise e le scompigliò i capelli.
- Dato che non puoi sfoggiare lui alla festa spero che sfoggerai almeno il mio regalo materiale –
Axel porse a Kairi un piccolo pacco contenente una collanina d’oro bianco con un ciondolo a forma di cuore e orecchini abbinati. Kairi sorrise e se li infilò immediatamente. Poi Roxas le porse una busta contenente una semplice cartolina di compleanno, con tanto di dedica e autografo. All’interno c’era anche un biglietto di pergamena con su scritto “Vale una richiesta speciale”.
- Wow! – sussurrò Kairi – Ho sempre sognato questo momento. La mia richiesta è… -
Roxas le sorrise incoraggiante e Axel si preparò psicologicamente a guardare sua sorella che baciava il suo amico. L’idea non gli andava molto a genio, ma era la sua richiesta speciale e non poteva interferire e rovinarle quel momento.
- Roxas, mi potresti presentare tuo fratello Sora? –

FINE?
* Questa è una battuta di Auron in KH II
** Ho cambiato i nomi di Roxas e Xion con quelli di Ventus e Aqua per esigenze di copione, anche se ovviamente la storia è quella di KH 358/2. Per quanto riguarda Reno? Idem con patate!
 
Bene, questo è quanto. Se la storia vi piace potrei scriverne un seguito, altrimenti rimarrà una semplice one shot. Spero che sia stata almeno un filo piacevole da leggere, se vi va fatemi sapere che ne pensate e se secondo voi dovrebbe continuare o fermarsi qui. Avviso fin da ora che il seguito sarebbe una nuova storia, quindi dovreste cercarla sulla pagina iniziale o direttamente sul mio profilo entro una decina di giorni. 
  
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