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Autore: Suiyo    23/09/2012    2 recensioni
Aerith sorrideva. Lo faceva sempre, sia con gli occhi sia con le labbra. Aerith sorrideva, anche quando stava morendo.
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Il filo della mia spada ti ha liberato dal peso della vita. Prima avrei preteso dei ringraziamenti per il mio gesto. Ora, però, tu chiedi delle scuse, in silenzio: come darti torto...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Aeris Gainsborough, Cloud Strife, Sephiroth
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun gioco
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Titolo: Il Filo della Mia Spada
Genere: Malinconico;Sentimentale;Triste
Presentazione:
Aerith sorrideva. Lo faceva sempre, sia con gli occhi sia con le labbra. Aerith sorrideva, anche quando stava morendo.
Il filo della mia spada ti ha liberato dal peso della vita. Prima avrei preteso dei ringraziamenti per il mio gesto. Ora, però, tu chiedi delle scuse, in silenzio: come darti torto...
Coppie: Sephiroth x Aerith; Cloud x Aerith (accenno)
Genere coppie: Het


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Ti ho ammazzato con la stessa facilità con cui uno respira.
Freddezza che sporge tramite la mia lama fatta di ghiaccio invisibile, mentre il sangue ribolliva dentro il tuo corpo, quasi fosse in fiamme.
Il brivido che t’accerchia piano, anormale, ti costringe ad implorare pietà: questa però non ti permetterà di salvarti, niente ora può aiutarti. La tua vita era un filo sottile, ed io l’ho tagliato con la mia spada. Hai condotto una vita ben più che sfortunata eppure, sorridevi.
Sorridevi, come se fosse la cosa più normale del mondo. Lo facevi con una naturalezza che ben potevo invidiare, sentimento che mi faceva elettrizzare i nervi dentro di me. Era una sensazione piuttosto strana: qualsiasi cosa fosse, ho avuto la fortuna di provarla per un singolo attimo. Ero fortunato ad averla provata perché era piacevole. La vittoria più grande mi offriva solo metà di questa gioia personale.
 
 
Pensare che eri così giovane mi fece riflettere ancor più intensamente. Avevi solo ventidue anni, troppo giovane perché moristi così, miseramente. Eri così giovane, eppure eri tanto consapevole dei rischi che correvi, pene mortali per la tua stessa sopravvivenza già abbastanza difficile.
Inoltre, quando tu moristi vidi Cloud che t’immergeva nelle acque; come se cambiasse qualcosa. Fu la prima volta in cui ti vidi bene. Eri bella, precisa. Il tuo volto sofferente circondato dai tuoi boccoli. Era tutto così perfetto. Era tutto così compiuto...
Ti vidi bene solo in quel momento, e fu per un solo, lungo istante. Le tue braccia stese sul tuo corpo, mentre le mani si stringevano piano, come se pregassi. Sarebbe stato bello, se tu stessi semplicemente pregando in quel momento. Ricordo che in quell’istante Cloud era triste: i suoi occhi erano puntati verso di te, sul volto.
Aveva ragione a piangerti. Tutti avevano ragione a piangere per te. Io non l’ho fatto, e ora me ne pento. 





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