Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: Leyton_Nenny    24/09/2012    2 recensioni
Dean non era mai stato al mare.
Non che ci tenesse particolarmente, questo è naturale.
In realtà il ragazzo non capiva come fosse possibile sprecare ore intere su una spiaggia dorata con l'acqua salata che ti lambisce le gambe. E poi, non aveva certo tempo da perdere, lui.
Un'altra cosa che non apprezzava, erano i giochi di luce che cielo e mare si scambiavano: non gli piaceva come queste due forze si divertissero a fare a gara a chi avesse il blu più brillante.
Senza contare che lui odiava il blu: nella sua mente esso era solo collegato al colore delle fiamme che avevano consumato la vita di Jo.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Jo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nickname: Leyton_Nenny
Titolo della storia: Il canto delle Sirene.
Costrizione scelta: Blu
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean & Jo
Genere: Angst
Avvertimenti: Os, SPOILER 7 stagione
Rating: verde
Introduzione: Dean non era mai stato al mare.
Non che ci tenesse particolarmente, questo è naturale.
In realtà il ragazzo non capiva come fosse possibile sprecare ore intere su una spiaggia dorata con l'acqua salata che ti lambisce le gambe. E poi, non aveva certo tempo da perdere, lui.
Un'altra cosa che non apprezzava, erano i giochi di luce che cielo e mare si scambiavano: non gli piaceva come queste due forze si divertissero a fare a gara a chi avesse il blu più brillante.
Senza contare che lui odiava il blu: nella sua mente esso era solo collegato al colore delle fiamme che avevano consumato la vita di Jo.
NdA:  Non credo ci sia niente da dire tranne che la storia è ambientata dopo la 7 stagione circa







Il canto delle Sirene













Dean non era mai stato al mare.
Non che ci tenesse particolarmente, questo è naturale.
In realtà il ragazzo non capiva come fosse possibile sprecare ore intere su una spiaggia dorata con l'acqua salata che ti lambisce le gambe. E poi, non aveva certo tempo da perdere, lui.
Un'altra cosa che non apprezzava, erano i giochi di luce che cielo e mare si scambiavano: non gli piaceva come queste due forze si divertissero a fare a gara a chi avesse il blu più brillante.
Senza contare che lui odiava il blu: nella sua mente esso era solo collegato al colore delle fiamme che avevano consumato la vita di Jo.
E il sale di quell'acqua serviva solo a ricordargli le lacrime che aveva versato per la morte della ragazza nelle notti in cui il senso di colpa lo tormentava.
Perché mentre le fiamme divoravano il corpo della fanciulla, un fuoco ben diverso era avvampato dentro il suo petto, corrodendo ogni altra cosa per lasciare spazio soltanto a un senso di perdita che non finiva di tormentarlo.
E ora si trovava su una spiaggia, con le dita dei piedi in quella sabbia che aveva il colore dei capelli di lei e negli occhi quel blu intenso che gli ricordava solo le fiamme.
Perché le fiamme non erano solo rosse o gialle, ma vi era in loro anche una certa sfumatura azzurrognola che rendeva tutto ancora più angosciante: essa stava alla base e, mentre la fiamma saliva verso il cielo, il suo colore si trasformava fino a diventare aranciato.
“Dean, a cosa pensi?” la voce di Sam lo raggiunse come un'eco lontano.
“A nulla. Allora, qual'è il problema stavolta?”
A Dean non piaceva caricare sulle spalle del fratello i propri pensieri: lui era quello da proteggere, lui era il fratello minore.
Sam finse di credergli come ogni volta e afferrò alcuni fogli mal impilati tra loro.
“Sembra che ci siano delle Sirene”
Dean alzò lo sguardo, socchiudendo leggermente gli occhi per la luce accecante del sole. La sua espressione era chiara: cos'altro ancora?
Sam finse di non darci peso e continuò a leggere varie righe del rapporto ricevuto, riferendo varie testimonianze degli abitanti del posto.
“Quindi... come le uccidiamo?”
Sam aprì la propria borsa estraendo un altro plico di fogli.
“Ci sono varie leggende sulle Sirene, tuttavia molte non possono essere considerate attendibili – spiegò prima di iniziare a leggere – la loro prima apparizione è narrata nell'Iliade, tuttavia esse hanno forme ben diverse dalle leggende nordiche. Per quanto riguarda quest'ultime infatti, le sirene erano creature formate da busto di donna e coda di pesce, per Omero invece erano una specie di Arpie”
Dean sospirò: non gli piaceva non sapere contro cosa andava incontro.
“E le nostre a quale categoria appartengono?”
Sam scosse la testa. “Non lo sappiamo. Sappiamo solo che i testimoni hanno detto di averle avvistate, erano pescatori per lo più. Solo che, dopo due giorni, sono morti tutti. Chi prima o chi dopo, certo, ma nessuno di loro ha mai superato i due giorni”
Dean sospirò nuovamente.
“Immagino sia inutile chiederti se c'è un sopravvissuto, vero?”
Sam scosse ancora una volta la testa.
“Beh, che cosa aspettiamo? Andiamo!”
Sam rimase a guardarlo negli occhi.
“Dean... queste persone hanno detto tutti la stessa cosa: nei loro occhi leggevano la promessa di poter stare con la persona amata – sospirò debolmente – sei sicuro di volerle affrontare?”
Dean simulò un sorriso “Per questo ti servo, no? Io non ho mai amato”
Ma nella mente un solo pensiero si formava: esso aveva il colore della sabbia e il dolore del cielo. Jo.

“Scordatevelo! Io non vi accompagnerò mai fino a quell'isola: avete sentito ciò che dice la gente? Quel posto è maledetto ragazzi. Solo un pazzo vorrebbe andarci, credetemi sulla parola!”
Dean sospirò: quel pescatore era più testardo di un mulo. Erano ore che Sam provava a convincerlo a remare fino all'isola incriminata ma quell'uomo – “senza palle” continuava a ripetersi Dean nella sua mente – non ne voleva sapere.
Dean si avvicinò.
“Senti, se proprio non vuoi essere così gentile da accompagnarci fin là, dacci una cazzo di mappa e una fottutissima barca” esclamò perdendo la pazienza e lasciò cadere sul bancone un lauto compenso. L'uomo osservò il denaro e, dopo averlo giudicato sufficiente, indicò loro una chiatta ormeggiata al porto.
“Prendete quella” gli alitò in faccia.
Sam ringraziò con un sorriso, mentre Dean si mise a osservare la barca leggermente schifato: date le condizioni in cui versava era un miracolo se non affondava seduta stante. E poi era blu, nonostante la vernice fosse sbiadita o completamente assente in alcuni punti.
Il ragazzo sbuffò continuando a pensare che avrebbe preferito missioni terrestri così da poter star comodo nella propria Impala.

“Sei sveglio?”
Dean grugnì qualcosa in risposta alle parole di Sam: come poteva pretendere che lui dormisse ora che, tra poche ore, si sarebbe visto comparire Jo davanti.
La stessa Jo che già due volte gli era scivolata via tra le dita, concedendogli solo, nella migliore delle ipotesi, un bacio fuggente al sapore di lacrime.
“Ho trovato la soluzione per sconfiggere le Sirene”
Dean si mise a sedere sul letto per prestare attenzione alle parole di Sam.
“Su internet ho trovato un modo ma non sembra molto attendibile. Secondo questa teoria le sirene vengono sconfitte dalla propria immagine riflessa, una specie di Medusa per intendersi. Solo che non funziona sempre: mentre loro esercitano su di te l'incantesimo per farti impazzire, devi essere abbastanza sveglio, e abile, da usare uno specchio d'argento e riflettere il loro sguardo, in questo modo loro vedranno riflesse nei propri occhi le persone amate rimanendo quindi schiave del proprio incantesimo. Il problema è che non ci sono notizie secondo le quali la persona che entra in contatto con le Sirene sia poi salva o meno dalla maledizione”
Dean annuì.
“Andiamo – quell'incertezza non gli piaceva, ma se era la pista migliore che avevano chi era lui per opporsi? – non abbiamo altra scelta”
Sam annuì.
“Ah, Sam – aggiunse poi il fratello maggiore – sarò io ad andare incontro alle Sirene, chiaro?” Lui lo guardò interrogativo “Scusa ma... - poi si corresse, aggiungendo un – Oh.” segno che aveva capito.

L' alba stava già tingendo l'orizzonte quando i due ragazzi raggiunsero il posto prestabilito: da lì Dean avrebbe nuotato fino agli scogli per compire la missione.
“Ci vediamo per cena” disse a Sam gettandosi in acqua. Il fratello annuì.
“Buona fortuna” disse soltanto assicurandosi che le catene che lo tenevano legato alla chiatta reggessero: secondo la leggenda di Omero le Sirene usavano il proprio canto per stregare gli uomini e costringerli ad avvicinarsi.

“Dean”
Aveva appena raggiunto uno scoglio quando l'aveva udita. E subito i suoi muscoli si erano contratti, minacciando di farlo affogare. Si era ripreso quasi subito.
“Tu non sei reale” aveva sussurrato più a sé stesso che alla creatura resistendo all'impulso di voltarsi sebbene sapesse che quello era il suo dovere. Ma non era pronto, ogni fibra del suo corpo lo ammoniva: non era pronto ad affrontarla di nuovo.
“Dean” la sua voce gli giungeva come un canto arcano e lontano.
Fu allora che, raccolto il coraggio necessario, si voltò.
E subito rimase inchiodato, stregato da due occhi blu come il mare e come le fiamme con cui lei sotto forma di fantasma aveva cercato di ucciderlo tanto tempo prima. E come le fiamme grazie alle quali aveva trovato la morte.
Ora invece la figura esile di Jo svettava in quell'oceano mistico, in quel blu in cui lui avrebbe voluto annegare per porre fine a tutte le sofferenze e i sensi di colpa che si portava sulle spalle.
E non bastava più Lisa, a lui serviva solo lei, lei che era capace di capirlo con un solo sguardo.
Nessuno poteva reggerne in confronto.
“Ciao Dean” la sua voce così reale ruppe il silenzio sciogliendo i suoi pensieri.
“Jo” si concesse infine. Sperava che il suo sguardo fosse capace di trasmettere l'oceano di emozioni che si portava dentro: amore, dolore, solitudine, disperazione... e speranza.
Sì, perché come in fondo ad un enorme vaso di Pandora, l'unica cosa che gli rimaneva era la speranza.
Speranza di riaverla, speranza che anche lei potesse risorgere come era successo anche a lui e a Sam.
In fondo, lei non era forse più meritevole di loro due?
“Come stai?” ancora una volta fu lei a rompere il silenzio e spezzare il flusso caotico dei suoi pensieri e delle sue emozioni.
Dean si concesse un breve sorriso amaro. “Bene... e tu?”
“Si sopravvive” Il sorriso amaro si espanse ancora di più sul suo volto: lei che non era più, lei che non aveva più un corpo da piangere diceva di sopravvivere.
“Io vorrei non farlo” aggiunse lui sovrappensiero. Ma era vero: da quando Jo se n'era andata la sua inettitudine aveva preso il sopravvento: poteva combattere centinaia di mostri o creature ma alla fine non era stato capace di proteggere le persone che più amava.
Un soffio di vento gli accarezzò la guancia e lui non poté fare a meno di paragonarlo all'ultimo tocco che Jo gli aveva concesso. Ma, nonostante lei fosse solo un fantasma, quel tocco era il più caldo che avesse mai ricevuto.
“Ora, Questo è il momento giusto”
Una voce parlò alla sua coscienza: aveva i caldi toni di Jo.
Dean sospirò e tirò fuori lo specchio osservandolo per un istante.
E poi lo rivolse alla Sirena.
Lentamente, la figura di Jo parve incresparsi, fino a spezzarsi.
“Mi dispiace” sussurrò a mezza voce.
“Lo so” disse la creatura che ancora imitava la voce di Jo, mentre piccole fiamme iniziavano a bruciarle le penne – bruciava ancora, come la prima volta.
Dean si ritrovò a pensare quante volte avrebbe ancora dovuto ucciderla prima di poterla abbracciare di nuovo. Perché era certo che prima o poi l'avrebbe riabbracciata, vivi o morti che fossero.
“Ti ho amato” si ritrovò a sussurrare alle ceneri.
“Anch'io” rispose la voce nella sua testa.

E mentre il sole si liberava dall'orizzonte, Dean tornava alla barca con ancora l'immagine della ragazza avvolta nel blu.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Leyton_Nenny