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Autore: franceskik    25/09/2012    3 recensioni
"Io scappo da te Louis, sei tu il motivo di tutto questo." Harry prese fiato, una lacrima solcò la sua guancia, questa volta non potè fermarla. "Ti prego resta, Harold." Sibilò debole il maggiore.
"E quando ero io a pregarti di restare, di non lasciarmi solo?"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry ancora non riusciva a razionalizzare l'idea, aveva detto "basta" a tutto ciò che lo circondava, perchè in fondo, superò il limite.

La casa era vuota, piena di lacrime, colma di silenzi.
Non quel silenzio di relax, quello d'imbarazzo o quel silenzio dolce che c'era tra lui e Louis dopo aver fatto l'amore.. era piena di quel silenzio di dolore, di troppe frasi non dette, di notti insonni e pianti nascosti sotto il cuscino.
Silenzi al sapore di ricordi, ricordi troppo dolorosi per esser urlati al cielo.

Riponeva velocemente le cose dentro la valigia, senza soffermarsi sulle foto sopra il comodino, sull'odore di lui ancora sulla federa del cuscino.
Infilava velocemente le sue magliette, per poi spazzar via irratato una lacrima dalla guancia e pulirsi la mano nei suoi jeans.
Continuava a ripetersi di esser forte, continuava ad imporsi di non piangere, anche se, neppure lui sapeva il perchè di tale debolezza.
Aveva giurato a sè stesso, in una vita precedente, quella ancora sana senza Louis, che mai, nella sua esistenza, avrebbe permesso ad una persona di devastarlo.
Mai avrebbe permesso ad un umano, di minore importanza di sè stesso, di distruggerlo e rovinarlo.
"Non voglio diventare una di quelle persone succubi, non sarò mai come gli altri poveri innamorati che si piangono addosso.." Diceva tre anni prima, sorseggiando una birra con i suoi amici, pensando al proprio futuro sotto il cielo cupo di una serata tranquilla.

Aveva promesso che in tal caso avrebbe reagito, si sarebbe alzato sulle punte, con gli occhi grandi e il sorriso maestoso, sarebbe stato ancora vivo.
E invece adesso si trovava nella stanza dove mille volte aveva giurato amore al suo ragazzo, mille volte l'aveva visto nudo abbracciare il suo collo, dove mille volte si era sentito fare promesse volate al vento.. in quella stanza dove sono state scagliate troppe volte parole troppo crude, a riporre i suoi vestiti dentro una valigia, sopra il letto.. lo stesso letto che mille volte aveva immortalato il loro amore.

***

La porta del salotto si aprì lentamente, ma Harry non si accorse di niente.
Continuava imperterrito a riordinare le sue cose, con gli occhi lucidi e la mascella serrata dalla rabbia.

"Harry!"
Il riccio si voltò, bloccandosi per un secondo, col cuore che perse un battito e le lacrime che a forza non cadevano sulle sue guancie. Restò in silenzio, continuando indisturbato, come se niente fosse successo, come se nessuno fosse entrato.
"Harry.." Ripetè avvicinandosi al bordo opposto del letto. "Cosa stai facendo, Harry?" Domandò stupito. Harold sorrise sarcasticò.
"E me lo chiedi anche, Louis?" Alzò il volto facendo incoraciare i loro occhi. "Hai il coraggio di chiedermi cosa stia facendo, eh?"
Louis lanciò uno sguardo alla valigia quasi completamente pronta. "Stai scappando.." affermò, sibilando con la voce tremante.
"Harry, ti prego.. non lo fare!" Sussurrò, debole come un bambino, dolorante come un ammalato.
"E così tu adesso mi preghi, Louis?" Chiese retorico il minore, continuando a ripiegare gli indumenti e porli in valigia. "E quando ti pregavo io di restare con me, quando ero io a suppilcarti di non lasciarmi, solo?" Harry si voltò, cercando di non farsi vedere, tolse l'ennesima lacrima dagli occhi.
Louis abbassò velocemente lo sguardo, sapeva che tutto quello era un errore, lui non poteva andarsene.
"Stai sbagliando." Freddo, senza ombra di tatto. Harry restò cheto, col cuore che si faceva sempre più piccolo. "Scappare non ti farà fuggire dai problemi..."

Ed Harold lo sapeva, aveva riflettuto molto su quell'ipotesi. Si stava dimostrando debole, vigliacco, stava facendo vincere il male.
Harry sapeva quanto quell'atteggiamento fosse errato, eppure il dolore l'aveva portato a questo. Aveva due occhi, una bocca, un cuore.. era un umano, per quanto la maschera del robot forte ed eroe gli calzasse a pennello, lui era un ragazzo un po' insicuro, estremamente fragile, e adesso aveva superato il suo limite.

"Non farli vincere, Harry." Continuò Lou. "Scappando dimostri loro, quanto siamo deboli, quanto siamo piccoli... fuggire non cambierà le cose, loro ti presseranno, continueranno ad ucciderti lentamente, ti faranno piangere.. che tu sia qui a Londra.. " Si soffermò, inspirando profondamente, cercando di trattenere le lacrime: "..O che tu sia lontano da me."

Il riccio alzò lo sguardo. "Hai ragione, le cose non cambieranno.. ma ho questa illusione, ti prego, lasciami sognare."
E Louis non demordeva, non poteva farlo. "Harry, stai sbagliando.. loro stanno vincendo."

Non voleva arrivare a questo punto Hazza, ma Louis ce lo aveva portato.
"Loro chi, Louis? Loro chi?" Alzò il tono, urlando contro il maggiore. "Ma proprio non capisci eh.."
Tomlinson si mise a sedere, con gli occhi puntati sulla bocca di Harold, avrebbe fatto di tutto per sapere di poterla baciare all'infinito.
Il maggiore arricciò un po' la fronte, con un misto tra incomprensione e paura.
"Io scappo da te Louis, sei tu il motivo di tutto questo." Harry prese fiato, una lacrima solcò la sua guancia, questa volta non potè fermarla.
"Sei tu la causa delle mie occhiaie, delle notti passate a piangere sotto il cuscino, dei miei continui crampi allo stomaco..."
Louis si sentì morire e nonostante Harold non riuscisse ad odiarlo, continuò a rinfacciargli tutto ciò che gli aveva causato.
"E' colpa tua se non riesco a mangiare, se non faccio altro che vomitare dal nervosismo, mentre piango e mi odio. E' soltanto colpa tua se sono arrivato a rinunciare anche al canto, a tutto ciò che più amo, se mi isolo dai miei affetti, se non trovo più un solo fottutissimo motivo per sorridere."
Louis asciugò arrogantemente la sua guancia, restando immobile, abbattuto, contro gli occhi verdi del ragazzo, che comunque, amava più d'ogni altra cosa.
"Sei solo e soltanto tu.." Sibilò infine Harold, prima di scoppiare a piangere anche davanti a lui, l'unico con cui voleva dimostrarsi il più forte.

Nella stanza rimbombò solo il rumore della cerniera della valigia, che si chiudeva velocemente.
Harold afferrò il manico in pelle, asciugandosi un po' il volto con l'altra mano.
"Adesso, scusa.. ma è meglio che tu vada, devo finire di prepare le ultime cose.."
Louis si alzò, avvicinandosi alla porta del salotto, seguito dal riccio che appoggiò il borsone lì vicino.
"E adesso cosa intendi fare, Harry?" Chiese intimorito e deluso Louis.
"Non lo so, voglio solo tornare ciò che ero.."

Il maggiore accarezzò il volto del riccio. Si avvicinò al suo viso e lo baciò, un piccolo a bacio a stampo a cui il minore non rispose.
Restò impassibile, socchiuse gli occhi, godendosi per l'ultima volta il sapore di quelle labbra.
"Possiamo sopravvivere a tutto, ti prego resta.." Lo supplicò ancora Louis.
"E' questo il problema, Louis.." Affermò con voce bassa ma decisa il più piccolo. "Io non voglio più sopravvivere, ho voglia di vivere."

E il maggiore incrociò per l'ultima volta i suoi occhi verdi e capì, a suo malincuore, che niente e nessuno avrebbero fatto cambiare idea a quel ragazzo.
Neppure lui questa volta poteva esser così potente.
Neppure lui, che in fondo, era la causa di quel "E vissero per sempre felici e contenti.." che mai, ebbero, il piacere di poter vivere.






Bene, questa mattina non sono andata a scuola e così ho iniziato a scrivere..
Sentivo davvero il bisogno di scrivere questa os, la sento come qualcosa di personale, è difficle da spiegare!
Comunque, beh, non intendo annoiarvi... se vi va fatemi sapere se vi è piaciuta oppure no, mi farebbe davvero piacere.
Grazie di cuore per aver letto,
Baci,
Fra.








  
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