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Autore: Shikayuki    26/09/2012    0 recensioni
Perdersi nell'hotel in cui si è in vacanza a causa della propria sbadataggine a volta porta fortuna,lo sa bene la nostra Alice!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uhm…eccomi qui con un terzo scritto pubblicato. Questa è una sottospecie di one shot,dico sottospecie perché è lunghissima,ma non volevo suddividerla,mi piaceva troppo così!^^ Spero vi piaccia!^^ Questa volta vado contro i miei principi e vi chiedo di essere clementi con le recensioni perché l’ho scritta precisamente all’una di notte,dopo una giornata intera di lavoro e non ho avuto la forza di rileggerla prima di pubblicarla,ma sapete,quando prende l’ispirazione prende!XD Comunque buona lettura!^^
 
 
Finalmente ero a Toronto! Il sogno di una vita che si avverava, certo,il periodo non era dei più belli,ma meglio così,almeno avrei potuto godermi la città e l’hotel in santa pace. Avevo deciso di regalarmi uno degli hotel più lussuosi di Toronto, interamente in stile anni ’30, e per far ciò avevo dovuto scegliere per forza un periodo di bassa stagione,durante il quale i prezzi erano ovviamente minori,e poi,diciamocela tutta… ero una patita degli anni ’30! Appena arrivai all’hotel rimasi subito affascinata dalla struttura esterna,così un po’ gotica e particolare,ma quando entrai rimasi letteralmente senza fiato:era tutto così imponente e perfetto! Il receptionist mi diede le chiavi e mi sorrise,informandomi che eravamo solo tre ospiti e che quindi era previsto il servizio in camera invece che nella sala da pranzo comune. Gli sorrisi, presi le mie chiavi e mi diressi nella mia stanza,la n.6277. Mentre attraversavo i corridoi,ricoperti di moquette rossa e dorata,con le pareti color crema a fiorellini e le immacolate porte bianche mi sentii proprio catapultata nell’atmosfera degli anni seguenti la Grande Depressione e provai ad immaginarmi le persone che potevano aver percorso i miei stessi passi,perdendomi completamente nei miei pensieri. Arrivai quasi senza accorgermene nella mia stanza,ma non ci restai molto,giusto il tempo di scaraventare la valigia da una parte,darmi una rinfrescata e la stanchezza del viaggio e del jetlag non potevano trattenermi dal visitare quell’hotel che mi aveva innamorato subito. Mi fermai davanti allo specchio all’ingresso della mia suite, quasi in un riflesso involontario, controllandomi il caschetto corvino alla garçonne,la casacca morbida rosa antico sui leggins neri e le semplici ballerini nere, e il filo di perle lunghe che mi ricadevano fin sulla pancia. Un ultimo sguardo e poi mi misi a ridere per il mio narcisismo:in fondo quante possibilità avevo di incontrare qualcuno in quell’hotel immenso e semi vuoto?
Uscii con il sorrisetto ancora sulle labbra e mi misi a girovagare per l’hotel con la mia Reflex professionale,scattando foto a tutto ciò che colpiva la mia immaginazione. Vagai per un’oretta buona nell’hotel sconfinato,passando per la Round room,una stanza tonda e tutta particolare per disposizione di mobili ed arredamento,per la Music hall,dove mi soffermai ad osservare l’enorme palco per i concerti e il pavimento in marmo originale immaginandomi ragazze in stile cherleston scatenar visi sopra accompagnate da impomatati ragazzi interessati solo a politica e soldi,ed infine passai per il Gran foyer,una stanza stupenda ed elegante con tantissimi divani originali,tavolinetti bassi e luci soffuse. Quando riemersi dalla mia sottospecie di stato di trans però notai che non ero nella mia ala di hotel e che non riuscivo neanche a capire in che direzione dovessi andare,non ricordandomi da dove diamine ero venuta. Guardai su e giù per il corridoio ma non si vedeva nessun inserviente a cui chiedere,così mi rassegnai ed imboccai il primo corridoio che mi ispirava fiducia. Feci giusto in tempo a fare pochi passi che dall’altro capo del corridoio spuntò un ragazzo, tirai un sospiro di sollievo ed accelerai il passo nella sua direzione,intenzionata a chiedere come tornare nell’altra ala dell’immenso hotel,ma quando lo vidi meglio in faccia rimasi senza parole. Due occhi di ghiaccio si guardavano intorno un po’ trasognati da sotto un ciuffo liscissimo di capelli corvini, risaltati ancor di più da una linea leggerissima di matita nera e dalla carnagione perfetta del ragazzo. Un’ombra di barba di un giorno gli oscurava leggermente le guance e il corpo,magro ma non troppo, era slanciato ancor di più dal vestiario completamente nero. Era stupendo.
Si fermò a pochi passi da me,pareva che non mi avesse neanche notata e infatti era così:non mi aveva notata tanto era preso ad osservarsi intorno,a gesticolare e a borbottare fra se.
-Ehm,mi scusi?- cercai di attirare la sua attenzione in tono sommesso,ma continuava ad ignorarmi,così mi feci avanti e gli picchiettai su una spalla.
-Scusi,saprebbe dirmi per favore come faccio a tornare nell’altra ala dell’hotel?Sono appena arrivata e mi sono persa mentre gironzolavo scattando foto in giro- sorrisi timidamente mentre parlavo.
I suoi occhi, che prima sembravano guardare un altro mondo, lentamente mi misero a fuoco e finalmente il suo cervello recepì la presenza di un’altra persona vicino a lui,perché mi sorrise di rimando,abbagliandomi completamente e finalmente mi rispose:-Oh sì,mi scusi,ma quando sono concentrato sul lavoro non mi accorgo di nulla e di nessuno!- e si passò una mano tra i capelli imbarazzato.
-Si figuri,succede la stessa cosa a me!- e gli feci notare la reflex che pendeva dal mio collo.
-UAO,gran bella macchina,posso vederla?- disse avvicinandosi. Sembrava un bambino davanti ad una torta al cioccolato,così sorrisi indulgente e gliela passai. Subito,però,notai la sua dimestichezza con le macchine fotografiche.
-Sei un fotografo anche tu?- gli chiesi di getto,arrossendo subito dopo per avergli dato del tu.
Sorrise per il mio rossore:-Più o meno…diciamo che lavoro con le arti visuali…e comunque non mi da fastidio se mi dai del tu!Facciamo così,presentiamoci e diamoci del tu,io sono Jared- e mi tese la mano.
Gliela strinsi,trovandola calda,forte e confortante:-Piacere Jared,io sono Alice-
-Uhm…Elis?- disse con una faccia dubbiosa da comico.
-No, A-l-i-c-e , è italiano! Vengo dall’Italia,ma mia madre è nata e cresciuta in America,quindi mi ha insegnato la lingua- gli spiegai sorridendo.
-Allora Alice,ti va di prenderci qualcosa da bere al bar,tanto ormai qui non c’è più niente da fare!- e detto questo mi afferrò per una mano trascinandomi verso una zona dell’hotel che doveva essere quella adibita a bar. Ordinammo delle cioccolate calde e dei biscotti di pasticceria francese,che insistette per pagare lui, e ci mettemmo a parlare del più e del meno.
Glia raccontai perché avevo deciso di visitare proprio Toronto e proprio quell’hotel,ovvero perché mi erano state commissionate delle foto particolari (Toronto) e per la mia passione per gli anni ’30 (l’hotel), gli raccontai di come grazie a mio nonno era nata in me la passione per la fotografia ed infine gli raccontai qualcosa della mia vita e ancora oggi mi chiedo perché lo abbia fatto… forse la teoria secondo la quale parlare con uno sconosciuto aiuta funziona davvero!
Lui per contro mi disse che anche lui si trovava in quell’hotel per lavoro,ma non volle spiegarmi di preciso che lavoro facesse, mi racconto della sua passione per l’arte e tutto ciò che la esprime e poi anche lui mi raccontò qualcosa della sua vita. La sua voce bellissima raccontava tutto con passione,mentre i suoi occhi brillavano oppure diventavano lucidi in base all’argomento che toccava, e le sue mani,così sexy,si muovevano in complicati ed irrepetibili arabeschi nell’aria,accompagnando ogni sua singola parola o frase.
Eravamo affascinati l’uno dall’altra e non riuscivamo a staccarci,a salutarci,con il risultato che restammo per ore in quel privè di velluto rosso a sorseggiare cioccolate e thè caldi,sgranocchiando biscottini deliziosi e parlando del più e del meno. Solo quando fu notte già inoltrata una voce ci riporto alla realtà,interrompendo la nostra conversazione distruggendo la nostra bolla privata.
-Jare!Dove sei finito?è tardi e abbiamo ancora molto di cui discutere!lo so che tanto sei rintanato in uno dei privè!- urlò una voce possente ma bella squarciando il silenzio che si era creato intorno a noi. Dopo pochi secondi,durante i quali io e Jared ci guardavamo intorno un po’ spaesati per essere stati riportati bruscamente alla realtà, una testa di corti capelli arruffati si affacciò dal privè:
-Ah,eccoti qui!Lo sapevo che stavi battendo la fiacca rintanato qui ad ingozzarti di dolci e schifezze varie…- ma non terminò la frase perché si accorse di me,e i suoi occhi da gatto,di un verde smeraldo cangiante,si accesero di un guizzo malizioso. –Ok,ora mi è tutto chiaro!Piacere io sono Shannon,e sono suo fratello- sghignazzò porgendomi la mano.
-Piacere Alice- gliela strinsi arrossendo a quell’allusione.
-Uhm…Elis?- mi guardò dubbioso… si,erano proprio fratelli. Spiegai anche a lui la faccenda del nome, poi però su di noi calò il silenzio,che man mano divenne imbarazzato. Dopo quelli che mi parvero minuti però,iniziammo a parlare tutti e tre insieme:
-Uhm…se mi dite come si fa tornerei in stanza che comincio ad accusare il viaggio…- dissi io.
-Forse è meglio che ti riaccompagno,così non rischi di perderti di nuovo…-si offrì Jared.
-è meglio che vado e vi lasciò da soli…- borbottò Shannon.
L’unico risultato fu che scoppiammo tutti e tre a ridere e alla fine mi riaccompagnarono tutti e due nella hall,da dove poi sapevo tornare in stanza.
Il mattino dopo sul vassoio della colazione in camera trovai un biglietto da parte di Jared che mi chiedeva se mi andava di passare con lui la mattinata in giro per le bellezze di Toronto così mi sarei portata avanti con le foto e mi lasciava il numero della sua stanza così avrei potuto contattarlo tramite telefono interno,oppure potevo andare a bussare direttamente da lui. Optai per la prima essendomi appena svegliata, ma il receptionist era un po’ restio al passarmi la stanza,chissà,pareva quasi che dovesse restare un gran segreto,la stanza di jared,chissà perché… comunque mentre ci discutevo Jared passò li vicino e fu bloccato dal receptionist che si informò e me lo passò,ovviamente dietro conferma del diretto interessato.
-Allora quale grande segreto nasconde signor arti visuali?- ci scherzai su.
-Se te lo dicessi,poi dovrei ucciderti!- rispose lui sogghignando.
-Tra mezz’ora nella hall?- chiesi con un finto tono cospiratorio.
-La ragazza gioca pericoloso… ma va bene.ora devo solo scegliere l’arma…- disse restando al gioco.
 
Dopo mezz’ora spaccata scesi e lo vidi aspettarmi avvolto in un cappotto nero che sembrava molto costoso e con gli occhiali da sole su.
-Buongiorno ragazza degli anni ’30!- disse osservando finalmente il mio look retrò.
-Buongiorno uomo del mistero!- gli risposi prendendolo sotto braccio ed avviandomi con lui fuori dall’hotel.
Passammo una giornata bellissima,mi fece vedere di tutto e scattai tantissime foto. Ci fermammo a pranzo in ristorantino francese e dopo andammo a sederci in un parco godendoci i primi raggi caldi di sole primaverile e lui mi rubò la macchinetta scattandomi delle foto. Risi per tutto il tempo,mentre lo rincorrevo per evitare che mi fotografasse e per recuperare la macchinetta. Quando ci riuscii gli scattai tantissime foto e lui si metteva in posa,come se fosse un fotomodello professionista…beh,l’aspetto non gli mancava di certo! Ad un certo punto si grattò il polso e notai il suo tatuaggio che fotografai e del quale chiesi una spiegazione essendo un simbolo molto particolare. Lui fece un sorrisetto,ma non mi rispose,approfittando della mia distrazione per rubarmi di nuovo la macchinetta e fotografarmi. Ci facemmo anche degli autoscatti insieme e chiedemmo a dei passanti di farci delle foto. Fu un pomeriggio indimenticabile.
 
Rientrammo in hotel a notte inoltrata e mentre ci salutavamo lui mi chiese:-Qual è il numero della tua stanza,così domani mattina vengo a bussarti direttamente alla porta per svegliarti?-
-Prova a svegliarmi troppo presto e ti uccido,è una promessa,anche se stesse crollando il mondo!- gli dissi con un finto sguardo minaccioso –Comunque è la camera n.6277!-
-Ok,allora a domani mattina splendida Alice… Buonanotte e sogni d’oro!- disse dandomi un bacio sulla fronte lasciandomi di sasso e voltandosi subito per andarsene,senza neanche vedere la mia reazione.
Tornai nella mia stanza imbambolata e quella notte sognai degli occhi di ghiaccio che mi infiammavano il cuore.
 
La mattina mi svegliai con trepidazione e mi preparai aspettando un toc toc alla porta che non arrivò mai. Quando mi portarono la colazione vi trovai sopra una busta di pergamena,chiusa con la ceralacca e il mio nome scritto in una scrittura bellissima dietro. La aprii:
Cara Alice,
grazie per questi due giorni passati insieme,sono stati i più belli e rilassanti della mia vita. Mi dispiace che non sono potuto passare a salutarti di persona,ma sono dovuto ripartire con urgenza a causa del lavoro… spero che mi perdonerai perché la tua amicizia anche se appena nata era già così familiare e dolce per me. Ti lascio la mia mail così potrai scrivermi ed inviarmi le foto del nostro pomeriggio passato insieme.
                                                                                                   Grazie di tutto,   
Jared
 
Non so perché ma una lacrima mi attraversò il viso.
 
Riposi la lettera nella mia valigia,conclusi il mio soggiorno e tornai a casa,rinchiudendo quei due giorni in un angoletto del mio cuore e della mia mente.
 
Non gli scrissi mai,ne gli inviai le foto, e non so neanche io perché.
 
Un giorno,mentre facevo zapping in tv trovai su un canale musicale il nuovo video dei Linkin Park e decisi di lasciarlo perché mi piacevano molto. Guardavo distrattamente la tv, messa di traverso sulla mia poltrona preferita,mentre riposavo gli occhi dopo una lunga sessione di lettura, quando un’immagine che sembrava familiare mi colpì gli occhi. Mi concentrai sulla tv e in effetti riconobbi l’albergo di Toronto in cui andai in vacanza due anni prima e in cui conobbi… non feci in tempo a formulare il pensiero che eccolo apparire seduto in una macchina mentre parlava con suo fratello ed altri due. Continuai a guardare il video:altri scorci dell’hotel ed ecco che inquadravano la reception e loro quattro che entravano,poi Jared fermarsi, prendere un biglietto e leggerlo ad alta voce:
Enjoy your stay
and please stay out
of room 6277.
 
Poi parte la canzone con un suo primo piano mozzafiato. È un cantante, ecco qual era il grande segreto che non poteva dirmi e il fantomatico lavoro importante…
 
Ripescai la lettera che mi lascio con il suo indirizzo mail e mi misi al pc. Gli allegai tutte le foto che avevamo scattato quel pomeriggio e in più gli mandai un messaggio:
Caro Jared,
non ti ho scritto prima perché avevo dubitato di te e della tu onestà a causa dei segreti che mi tenevi nascosti, ma adesso ti ho visto e devo dire che la tua voce nel nostro hotel è magnifica.
Adesso che so cosa sei in realtà,dovrai venire ad uccidermi… io ti aspetto. Troverai allegato il mio indirizzo.
 
Alice
 
P.s. ti ho allegato le famose foto,anche se preferirei che te le venissi a prendere già stampate…
 
Premetti invio senza pensarci più di tanto… e senza dover aspettare più di tanto per una risposta affermativa.
 
  
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