Gli alberi eterni sono
in fiore, i petali color confetto cadono scossi dal
vento, tappezzando il manto erboso di un delicato candore.
Posso sentire la brezza
calda del sud accarezzarmi il volto. Tra i suoi fili invisibili trasporta echi
di parole confuse fino alle mie orecchie, risate spensierate, sussurri
affettati, lunghi silenzi,attimi di divino. Passerei
ore ad ascoltare i suoi segreti, a farmi avvolgere dal suo tepore con la mente
sgombra da ogni pensiero.
Come vorrei
che quest’attimo durasse per sempre.
Le assi di legno
scricchiolano sotto quel passo lieve, così pesante nel mio cuore.
Il suo respiro è freddo,
calcolatore come sempre. Posso sentire il suo sguardo algido puntato sulla mia
schiena.
-Nataku, è ora.-
Anche la sua voce è gelida,
priva di qualsiasi emozioni nei confronti del suo burattino.
-Arrivo Padre.-
Che
importanza ha se nella bambola scorre il suo stesso sangue. L’aspirazione passa
sopra ad ogni limite, ogni restrizione, ogni legame.
Il suono dei miei passi
è così simile, ma così diverso dal tuo.
La mia leggerezza l’ho imparata, voi padre, la possedete per nascita. La
furtività e l’eleganza dei vostri movimenti è però così falsa. Lo posso sentire
nel sonoro spostamento di correnti, sotto i piccoli pertugi del legno, nel
battito del vostro gelido cuore.
Vi emulo padre. Non per
compiacervi, per essere inosservato forse.
Non lo so neppure io.
I vostri servitori ci
aprono le porte per condurci fuori dal palazzo.
Posso sentire il loro
disprezzo nei miei confronti.
Un fanciullo,
eretico figlio dell’ambizione, condotto come un burattino nelle mani del
proprio padre. Un essere indegno che gode dei più alti
favori celesti.
Nulla vi tocca padre,
cos’è lo sprezzo di un essere divino per voi, se non una passione passeggera
come il vento che io tanto amo.
Tento di emulare il
vostro distacco padre. Posso allontanarmi da questo mondo per qualche attimo,
isolandomi nella mia coscienza, finalmente intoccabile e libero. Ma la realtà ritorna sempre ai miei occhi, riportarmi alle
mie emozioni.
Forse soffro, padre.
Vi siete mai chiesto
cosa prova vostro figlio?
D’altronde chi dovrebbe
preoccuparsi per il messo di morte dei cieli.
Ancora una porta ci
separa dall’esercito imperiale.
Chi tra quelle facce
algide, piene di sfiducia e di sdegno hai mai provato pietà per il dio della
guerra.
La marionetta divina che
uccide i nemici degli esseri immortali, guidata dall’ambizione del proprio
padre.
Nataku.
Vostro figlio.